[movimenti.bicocca] Cineforum nel cortile di Via Morigi 8

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Autore: associazione culturale punto rosso
Data:  
Oggetto: [movimenti.bicocca] Cineforum nel cortile di Via Morigi 8

L’ERA DELLA NUOVA CARNE: IL CORPO ARMA
Una rassegna cinematografica a cura di Rosella Simone




Scriveva J. G. Ballard in La mostra delle atrocità che il sogno
dell’uomo non è possedere la macchina, ma diventare macchina. E la
postmodernità sembra esprimere proprio questa cifra, questa invidia
dell’uomo debole e deperibile per la macchina potente e quasi immortale
che egli stesso ha creato. Non per nulla è il cyborg, o il replicante, o
il clone, il nuovo essere che contamina pesantemente i sogni di futuro
degli uomini e delle donne del nuovo millennio. È l’innesto con la
macchina che turba ed esalta gli artisti contemporanei come Stelarc o
Franco B. Ma poiché il presente rigurgita angosce, il desiderio si
trasforma in incubo, e allora il corpo innestato diventa macchina da
guerra, come in Robocop, o come nei giochi dei bambini, in cui al posto
delle mani delle macchine-uomo fioriscono mille armi.

Ma anche come nel caso dei martiri arabi che usano il corpo come una
bomba, e che i media chiamano kamikaze come se fossero fumetti
giapponesi, solo per evitare di dover tentare di comprenderli. Nella
disperazione, essi sono esattamente speculari a quei Corpi Speciali che
si trovano ormai in tutte le guerre sparse per il mondo, i cui membri
sono trasformati dalla tecnologia in vere e proprie armi da
combattimento. Essi inaugurano l’era della nuova carne, o meglio del
corpo oggetto, invaso dalla tecnologia. Un corpo arma che proprio perché
si crede immortale distrugge se stesso e forse l’intera umanità. Tanto
per finire con una nota di ottimismo.

Buona visione e felici incubi.



Tutti i film del ciclo avranno una breve presentazione fatta dalla
curatrice della rassegna e, alla fine della proiezione, un esperto, non
di cinema ma di questioni sociali, suggerirà in 15 minuti degli spunti
di discussione attorno al filo conduttore del ciclo. Seguirà dibattito.



Tutti i film saranno proiettati presso Punto Rosso nel cortile di via
Morigi 8, alle ore 21.00.

In caso di pioggia si terranno nella saletta di Punto Rosso, sempre in
Via Morigi 8.

La tessera per vedere l’intero ciclo costa 15 euro. Il costo di una
singola proiezione costa 4 euro.

I posti sono limitati: è gradita la prenotazione.



Martedì 8 Giugno – Punto Rosso, via Morigi 8 – ore 21

Hiroshima, mon amour (Francia, 1959). Regia di Alain Resnais. Soggetto e
sceneggiatura di Margherite Duras. Interpreti: Emanuelle Riva, Eij
Okada.

Una donna francese è a Hiroshima per girare un film pacifista: qui vive
un intensa storia d’amore con un giovane architetto giapponese, che dura
solo 24 ore. Ciò le ricorda la guerra e un soldato tedesco che ha amato
durante l’occupazione. Intanto l’orrore della bomba atomica cambia lo
sguardo sul mondo.

Di questo film sulla memoria e sull’oblio a noi interessa in questo
contesto quella superbomba che cambia l’idea della morte e della guerra.
Dal Novecento l’idea massima del male è l’esplosione e la
contaminazione. Il corpo che viene fatto esplodere. Dopo la tragedia di
Hiroshima, il grande fantasma della modernità è l’esplosione. E così
accade che la “virtù” guerriera non stia più nell’abilità dell’uomo a
maneggiare un’arma, non sia più l’onore e il coraggio dell’uomo espresso
nel duello: ad essere virtuosa è l’arma, o meglio la tecnologia
incorporata nell’arma. L’uomo non conta più, conta l’arma e la sua
esplosione.


Relatrice: Valeria Medda, psicanalista




Martedì 15 Giugno – Punto Rosso, via Morigi 8 – ore 21


Full Metal Jacket (Usa, 1987). Regia di Stanley Kubrick. Interpreti:
Matthew Modine, Adam Baldwin, Vincent D’Onofrio.


Una tragedia in due atti. Primo atto: Parris Island, base di
addestramento dei marines, dove si mostra un incalzante manifestarsi di
violenza. Secondo atto: Vietnam, base di Da Nang e jungla. Qui al centro
c’è la guerra e l’irrisione di tutti i miti americani: la verità
dell’informazione, la frontiera, la civiltà occidentale, l’illusione
della democrazia.


Quello che ci interessa qui è il cortocircuito simbolico che si
esplicita quando il giovane ragazzo psicotico, vessato dal caporale che
lo chiama “palla di lardo” e lo usa come capro espiatorio, si suicida
puntandosi il fucile sotto il mento e si fa esplodere la testa. Per
Kubrick è l’anticipo della deflagrazione della Guerra del Vietnam. E
quella guerra è l’apoteosi delle carne fatta a brandelli con il napalm,
della potenza dell’arma: l’uomo è ormai solo la protesi dell’oggetto.


Relatore: Antonio Baronia




Martedì 22 Giugno – Punto Rosso, via Morigi 8 – ore 21

Videodrome (Canada, 1982). Regia di David Cronenberg. Interpreti: James
Woods, Deborah Harry.

Max Renn, proprietario di una piccola tv locale, interessato a un tipo
di programmazione che porti il telespettatore al limite delle emozioni,
rintraccia una rete che trasmette immagini di inaudita violenza. Entra
così in contatto con il messaggio Videodrome, un programma che si
appropria del cervello e lo contamina. Decide di ribellarsi a questa
setta mediale che vuole appropriarsi del suo pensiero, e in qualche modo
incorpora nella mano una pistola…

Quello che ci interessa qui è proprio questo annuncio dell’era della
nuova carne, in cui l’uomo abbandona definitivamente la sua umana
natura. Ma il corpo-arma è il risultato di un messaggio mediatico che
viene fuori da te, che ti obbliga a una scelta senza ritorno. Il
corpo-arma è il mostro che ti fanno diventare. Cronenberg sembra vedere
la salvezza nel suicidio: e noi?


Relatore: Tiziana Villani




Martedì 29 Giugno – Punto Rosso, via Morigi 8 – ore 21

Impostor (Usa, 2002). Regia di Gary Fleder. Sceneggiatura da un racconto
di Philip K. Dick. Interpreti: Gary Sinise, Madeleine Stowe, Vincent
D’Onofrio.

Opera giovanile, Impostor è il primo racconto di Philip Dick basato sul
tema: che cosa è umano e che cosa non lo è? Nella storia di Spence
Olham, scienziato che sta progettando un’arma mortale contro i
centauriani ed è invece sospettato di essere un centauriano sotto
spoglie umane, Dick riusciva già nel 1953 a rendere evidente
l’incertezza dei fondamenti dell’identità umana. E identificava la
disumanità con la presenza, all’interno del corpo replicato (del robot
umanoide), di una bomba destinata a deflagrare in presenza di un codice
verbale.

Fleder sviluppa l’intuizione di Dick in modo ancora più disincantato e
fosco, valorizzando il rapporto fra l’“invisibilità” (o
l’indecidibilità) dell’umano e l’onnipresenza della tecnologia. Il
corpo-bomba diviene qui esplicitamente il segno di una alienità totale,
destinata a esplodere letteralmente nonostante la copertura dei falsi
ricordi e della disperata lotta di Olham per sentirsi e farsi accettare
come uomo.


Relatore: Stefano Della Casa




Martedì 6 Luglio – Punto Rosso, via Morigi 8 – ore 21

Metting Evil (Iran, 2001) cortometraggio di Reza Parsa.

Meryem è un terrorista (morirà facendosi esplodere in un uno stadio) che
parla alla moglie e alla figlia cerando di spiegare loro il perché del
suo gesto.

Non è il giudizio morale che giustifica l’inclusione nel ciclo di questo
lavoro: sarebbero molti quelli tra noi che, vivendo, ad esempio, a Gaza,
prigioniero/a di una striscia di terra disperata che assomiglia più a un
lager che a una patria, farebbero la stessa cosa. Non è questione,
credo, né di coraggio (certo ne occorre), né di ferocia, ma solo di
insopportabilità della vita. Quello che ci interessa è ancora una volta
la specularità del terrorista che si fa esplodere e del militare bionico
che lo combatte. Come in uno specchio deformante la mimesi è avvenuta,
c’è un doppio orribile tra il corpo tecnologizzato dei supersoldati Usa
e il corpo esplosivo del martire della Jihad. Quello che ci interessa è
il lager che minaccia, più di quanto non vorremmo credere, il nostro
tempo presente.

Relatore: Piero Pagliani










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