[Cerchio] polveri sottili affari grossi

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Author: leonid ilijc brezhnev
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Subject: [Cerchio] polveri sottili affari grossi

>da il diario.it
>20 maggio 2004
>
>
> Lo Stato affida al Cnr il compito di scegliere le apparecchiature atte a
>difendere i polmoni dei cittadini, e il Cnr dice che vanno bene solo quelle
>vendute dalla famiglia del Ministro Moratti Dagli altarini alle polveri
>(sottili)
>
>di Alberico Giostra
>
>Cominciamo dalla fine. Il commissario per l'emergenza rifiuti della Campania
>Antonio Bassolino, il 13 giugno 2002 bandiva una gara d'appalto del valore
>di 8 milioni di euro per la fornitura di 41 stazioni fisse, 2 mobili e 11
>centri informatizzati per il rilevamento della qualità dell'aria nei
>dintorni dei termovalorizzatori. Si trattava della più importante gara
>d'appalto degli ultimi anni nel campo degli analizzatori di polveri. Il 2
>ottobre 2002 la commissione aggiudicava l'appalto al Consorzio S.T.A. spa,
>che distanziava di 8 punti la seconda classificata, la Vitrociset-Sartec. Il
>21 ottobre la Vitrociset-Sartec chiedeva l'esclusione del Consorzio S.T.A.
>dalla gara, lamentando che il Consorzio non avesse prodotto un certificato
>cosiddetto di equivalenza così come era richiesto dal decreto ministeriale
>n.60 del 2002. Il certificato di equivalenza doveva servire ad accertare la
>correlabilità del metodo di rilevamento gravimetrico, quello base, con
>quello adottato dalla centralina in questione, che disponeva di rilevamento
>sia gravimetrico che light scattering. Una prima volta la commissione
>respingeva la richiesta della Vitrociset-Sartec, ma il 20 gennaio 2003 le
>due aziende tornavano alla carica forti di una nota tecnica del direttore
>dell'Istituto inquinamento atmosferico del Cnr il quale ribadiva che le
>centraline del Consorzio S.T.A non rispondevano ai requisiti ministeriali.
>La commissione, dopo aver chiesto un parere all'Avvocatura dello Stato, il
>28 marzo 2003 dichiarava la Vitrociset-Sartec aggiudicataria dell'appalto.
>Ma perché il Consorzio S.T.A non aveva quel certificato? Per un motivo molto
>preciso: quella certificazione era imposta da un decreto ministeriale
>entrato in vigore il 2 aprile 2002 e per ottenerla era necessario sottoporre
>le centraline a un prolungato esame lungo quattro stagioni. Per cui il lasso
>di tempo tra l'entrata in vigore del decreto, il 2 aprile, e la data in cui
>era stato bandito l'appalto, il 13 giugno 2002, non avrebbe consentito a
>chicchessia di procurarsi, conformemente alle regole, quel certificato
>d'equivalenza. Già, ma allora le centraline della Vitrociset-Sartec come mai
>possedevano il certificato? Come potevano averlo ottenuto in soli tre mesi e
>venti giorni anziché un anno? Eppure era così, la Vitrociset-Sartec il 22
>luglio, all'atto di presentazione della domanda, esibiva una certificazione
>d'equivalenza datata 19 luglio 2002, rilasciata cioè tre soli giorni prima.
>Ma rilasciata da chi? Dall'ente preposto per legge ovvero il Cnr, ed
>esattamente dal direttore dell'Istituto inquinamento atmosferico, Ivo
>Allegrini. Ma come è possibile, dopo nemmeno tre mesi dall'entrata in vigore
>del decreto? Semplice: la sperimentazione era stata realizzata a Berlino
>dall'aprile al novembre 1999. Qui sorge una prima perplessità. Il D.M. del 2
>aprile 2002 stabiliva che i dati fossero «rappresentativi delle condizioni
>ambientali previste nei vari siti italiani con particolare riferimento alla
>variabilità stagionale. Un numero di campioni pari a 60 medi giornalieri
>distribuiti uniformemente nel corso dell'anno». E allora perché Allegrini
>aveva rilasciato questo certificato? Non aveva letto bene il decreto? Oppure
>per caso nutriva una certa simpatia per le centraline della
>Vitrociset-Sartec?
>
>SENZA VALORE. Secondo due docenti dell'Università di Ferrara e di Napoli la
>certificazione di Allegrini non aveva e non ha valore perché prodotta con
>una "testa di campionamento" diversa da quella prevista dal decreto in
>vigore e a una diversa temperatura. Inoltre gli errori preposti alla
>certificazione di queste apparecchiature in realtà erano due, il Cnr e l'
>Ispel, l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro. Ma
>quest'ultimo aveva deciso di non rilasciare certificazioni invocando la
>mancanza di una serie di decreti attuativi che configuravano una palese
>vacatio legis, ovvero l'assenza di procedure certe e riconosciute (che
>perdura tutt'ora). Allora perché Allegrini ha rilasciato quella
>certificazione? Forse per far partecipare la Vitrociset-Sartec in tempo alla
>gara napoletana? Se si va a leggere quel certificato firmato da Allegrini si
>scopre qualcosa di importante: che l'analizzatore di polveri Opsis SM200, il
>modello della Vitrociset-Sartec, prima si chiamava Adam-Cnr ed era prodotto
>dalla Das di Palombara Sabina su progetto del Cnr e in particolare di Ivo
>Allegrini. In sostanza Allegrini dapprima progettava le centraline
>Adam-Cnr-Das quindi per conto delo Stato certificava (meglio sarebbe dire
>autocertificava) la equivalenza delle stesse, dando il via libera alla loro
>commercializzazione e infine con quel suo parere concorreva in modo
>determinante affinché il suo prodotto si aggiudicasse una gara da 8 milioni
>di euro già vinta da un'altra azienda. Il tutto su carta intestata del
>Centro nazionale delle ricerche. Può apparire incredibile ma è così.
>Peraltro le centraline del Consorzio S.T.A. costavano il 10 per cento in
>meno delle Allegrini- Vitrociset-Sartec e mentre le prime potevano vantare
>una solida serie di referenze, dell'apparecchio di Allegrini erano state
>vendute poche nità. Due aziende romane, la Elecos e la Sea, che avevano
>provato a commercializzare la prima versione delle centraline di Allegrine,
>erano fallite entrambe.
>LA FAMIGLIA MORATTI. E Allegrini come risponde a queste osservazioni?
>Intanto ammette di aver progettato la centralina venduta da
>Vitrociset-Sartec. Poi difende la certificazione concessa alla "sua"
>centralina dicendo che poteva essere concessa anche senza un anno di prove
>perché il nuovo decreto del 2002 era sostanzialmente identico a quello in
>vigore in precedenza e quindi la concessione era "quasi automatica".
>Testuali parole. Quindi ribadisce che le centraline del Consorzio S.T.A. non
>avevano certificazione e che la certificazione che avevano presentato,
>quella tedesca, non era valida in Italia. Ma il Consorzio S.T.A. smentisce
>di aver mai presentato una certificazione tedesca, essendosi limitato a
>sottolineare la persistente vacatio legis. Infine Allegrini si fa forte
>delle sentenze del Tar Campania e del Consiglio di Stato che hanno respinto
>i ricorsi del Consorzio S.T.A., sentenze, dice lui, che sono entrate nel
>merito. Ma non è vero. La sentenza del Tar non entra nel merito e quella del
>Consiglio di stato riconosce la fondatezza del ricorso ma essendo già
>avviati i lavori, dice, non si possono interrompere. Peccato però che i
>lavori non erano e non sono mai iniziati. Per la cronaca esiste un'altra
>sentenza del Tar Campania che in merito a una gara vinta da un'altra azienda
>che vendeva lo stesso prodotto del Consorzio S.T.A. ha respinto il ricorso
>di Vitrociset-Sartec. Una situazione del tutto analoga ma a ruoli
>rovesciati. Ma c'è un altro particolare in questa vicenda. La
>Vitrociset-Sartec è un'associazione di imprese tra la Vitrociset, che
>appartiene per il 90 per cento agli eredi Crociani e per il 10 per cento
>alla Alenia Marconi, e la Sartec-Saras che invece appartiene ai Moratti,
>ovvero alla famiglia del ministro dell'Istruzione e dell'Università che sul
>Cnr ha poteri di vigilanza. Dunque Letizia Moratti, oltre a non rimuovere il
>palese conflitto di interessi di Allegrini, assisteva passivamente a un
>altro conflitto di interessi, il suo. Il Cnr ovvero Allegrini, fino al 2003
>aveva certificato solo tre analizzatori di polveri e tutti e tre erano
>commercializzati dalla Sartec mentre nel gennaio del 2004 ha certificato
>altre due centraline per le micropolveri, una prodotta in Francia e una a
>Roma, la Swam, che Allegrini smentisce di aver progettato ma che è identica
>alla sua. Stessa situazione per gli analizzatori di benzene: di quelli
>certificati due sono della Sartec, uno del Cnr e uno di un'altra azienda
>italiana. La situazione appare dunque la seguente: lo Stato affida al Cnr il
>delicato compito di decidere quali apparecchiature utilizzare per difendere
>i polmoni dei cittadini e il Cnr dice che si possono utilizzare praticamente
>solo le sue che sono vendute da un'azienda della famiglia del ministro che
>sul Cnr dovrebbe vigilare. Ammesso e non concesso che Letizia Moratti non
>sapesse nulla di questa vicenda, perchè il viceministro Guido Possa che del
>Cnr si occupa non ha avvertito il ministro? Oppure il fatto di essere stato
>compagno di liceo di Silvio Berlusconi ha reso il viceministro Possa
>assuefatto ai confitti di interesse? Nel giugno 2002 l'Istituto di
>inquinamento atmosferico del Cnr in collaborazione con il ministero dell'
>Ambiente ha realizzato in Cina un progetto di monitoraggio ambientale del
>valore di 2 milioni e mezzo di euro. Secondo il deputato di Rifondazione
>comunista Nichi Vendola, il Cnr ha acquistato le apparecchiature da inviare
>in Cina dalla Sartec-Saras dei Moratti finanziando il 50 per cento della
>spesa con contributi a fondo perduto del ministero dell'Ambiente e senza
>bando di gara europeo. In sostanza il Cnr ha acquistato, dall'azienda dei
>Moratti, un'apparecchiatura progettata del Cnr stesso ma costruita all'80
>per cento negli Stati Uniti e il tutto utilizzando denaro pubblico destinato
>alla promozione di prodotti italiani. Per sua stessa ammissione Allegrini è
>stato per anni consulente di una società di proprietà dell'attuale
>amministratore delegato della Sartec-Saras e da questa acquisita. Domanda:
>in quante occasioni l'Istituto diretto da Allegrini ha acquistato materiali
>e apparecchiature senza regolare gara d'appalto? Il 17 marzo 2003 veniva
>bandita dall'Arpa della Regine Veneto una gara per la fornitura di
>apparecchiature di campionamento e analisi della qualità dell'aria. Vi
>partecipavano tre società tra le quali la Sartec-Saras e una società che
>offriva centraline di produzione americana, notoriamente le migliori del
>mondo. Nella seduta del 2 luglio, dopo aver aperto le buste con l'offerta
>economica e con i nomi delle società, la Commissione decideva di introdurre
>un requisito tecnico non previsto inizialmente dal bando, un filtro di 47 mm
>di diametro, attribuendo a esso 20 punti su 45 totali. L'unica
>apparecchiatura a possedere questo filtro era quella della Sartec-Saras
>progettata da Allegrini e da lui certificata. E l'azienda dei Moratti si
>aggiudicava la gara. Una storia simile accadeva a Varese nel 2002 in una
>gara dell'Arpa Lombardia per analizzatori di micropolveri. Anche qui le
>caratteristiche richieste erano possedute solo dall'apparecchio
>Sartec-Saras-Allegrini: il solito filtro da 47 mm e la radioattività.
>Vinceva la Sartec-Saras ma poi qualcosa andava storto, il bando diceva che
>le centraline dovevano produrre dati ogni due ore (il depliant Sartec-Saras
>garantiva dati ogni due ore) ma le centraline ne producevano solo ogni 24
>ore, al punto che l'Ufficio collaudi dell'Arpa le bocciava. CHIAMATE MILANO!
>La bocciatura a Roma veniva interpretata come un affronto dell'Arpa
>lombarda. Come uscirne? La Sartec-Saras si affidava all'associazione Chiama
>Milano finanziata dagli stessi Moratti. La centralina bocciata era stata
>montata su un laboratorio mobile che metteva a confronto i dati delle
>centraline «R&P» dell'Arpa Lombardia di Milano con quelli del Laboratorio
>mobile certificato Cnr, accusando poi l'Arpa di fornire dati sbagliati su l'
>inquinamento da Pm10. La cosa curiosa è che le centraline dell'Arpa, le
>americane R&P, notoriamente le più affidabili in commercio, erano state
>vendute all'Arpa proprio dalla Sartec-Saras. A questa polemiche Striscia la
>notizia dedicava un servizio il 28 gennaio 2003. Ma la trovata non aveva
>successo e nonostante avessero vinto la gara le due centraline
>Allegrini-Sartec-Saras a Varese non sono mai state montate. Qual è il ruolo
>del ministero dell'Ambiente in questo groviglio di conflitti di interesse?
>Il fatto che Ivo Allegrini si presenti apertamente come un uomo di
>centrodestra può avere un peso nei rapporti con un ministero dell'Ambiente
>occupato in modo «bulgaro» dalla Casa delle libertà? Al Dipartimento
>salvaguardia ambientale del ministero operano sei dipendenti dell'Istituto
>del Cnr diretto da Allegrini. Hanno per caso contribuito alla stesura dei
>decreti ministeriali? Se prendiamo il decreto 261 del 2002 vediamo che nella
>documentazione si supporto vengono citate sei pubblicazioni di Allegrini.
>Due di queste portano la firma di una di quelle collaboratrici distaccata al
>ministero. Nell'allegato di questo decreto, vengono indicate direttive sulle
>valutazioni preliminari della qualità dell'aria. Tra le tecniche preliminari
>viene illustrata la tecnica a «campionamento diffusivo», una tecnica
>elaborata proprio da Allegrini. Per realizzarla è necessario dotarsi di uno
>strumento apposito, denominato Analist, in vendita al Cnr e fatto produrre a
>Roma da Allegrini. Naturalmente la validità di questa campionatura è stata
>certificata da Allegrini stesso. Alla luce di questi fatti è lecito
>chiedersi: esiste forse un sodalizio di cui fanno parte l'Istituto
>inquinamento atmosferico del Cnr, settori del ministero dell'Ambiente e dell
>'Università e alcune aziende private, che tenta di pilotare gare d'appalto
>strumentalizzando a proprio vantaggio le prerogative della Pubblica
>Amministrazione.

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