[Cerchio] La scuola maoista

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La scuola maoista            
di  redazione
27 May 2004    
A SCUOLA DAI MAOISTI, L’IMPATTO DELLA GUERRIGLIA SUL SISTEMA EDUCATIVO


Kathmandu - 28 Maggio 2004 -- L’abitudine dei ribelli maoisti di rapire
studenti e insegnanti per indottrinarli sui valori portanti della
guerriglia, sta scardinando il sistema educativo del Nepal.

L’allarme viene lanciato dall’Associazione degli insegnanti nepalesi che
segnala la chiusura di 700 scuole e il trasferimento di 3.000 docenti,
molti dei quali sono tentati di licenziarsi. Il problema investe in
particolare le regioni occidentali del piccolo regno himalayano, dove
maggiore è la presenza dei ribelli. Oggi 76 insegnanti sono stati prelevati
da una decina di scuole nel distretto di Achham (nelle regione più
occidentale del Nepal) e attualmente sono nella mani dei ribelli, mentre
martedì scorso nel vicino distretto di Dailek 300 ragazzi e ragazze di una
scuola superiore e 18 loro docenti, incluso il preside, sono stati
costretti a seguire i ribelli e a partecipare a ‘campi di formazione’ prima
di essere rilasciati.

Dal 1996, anno dello scoppio dell’insurrezione che fino a oggi ha causato
oltre 9.000 vittime, sono stati quasi 600 gli insegnanti rapiti, a cui i
maoisti hanno cercato di imporre cambiamenti nel curriculum scolastico
ritenuto “reazionario e feudale”. Secondo le stime dell’Associazione degli
insegnanti nepalesi in otto anni i ribelli hanno distrutto 89 scuole e
assassinato 274 studenti, mentre dai dati raccolti da un’organizzazione non
governativa, la ‘Informal sector service centre’ di Katmandu, sarebbero
state 160 le vittime tra gli insegnanti.

I maoisti, i quali sostengono che tutta la scuola dovrebbe essere pubblica
e gratuita, insistono che gli attuali insegnamenti e libri dovrebbero
“servire gli interessi dei lavoratori, dei contadini e delle altre
categorie oppresse”; il Nepal è una monarchia costituzionale dal 1990 ma il
sistema della caste dovuto alla religione indù, la discriminazione delle
minoranze tribali e la grande povertà delle aree rurali sono problemi
ancora aperti.

Dal punto di vista dei ribelli, i ragazzi non dovrebbero studiare storia,
scienze sociali e sancrito; inoltre il calendario scolastico non dovrebbe
includere le festività religiose o il compleanno del sovrano ma altre come
la ‘giornata dei martiri’ e il ‘giorno di Lenin’. Tali cambiamenti
sarebbero già stati introdotti dei distretti sotto il completo controllo
dei maoisti, nelle regioni più ad ovest del Paese.

Il presidente dell’associazione dei docenti, Keshav Prasad Bhattarai,
sostiene inoltre che per evitare violenze e ritorsioni numerose scuole,
soprattutto nelle zone più remote della nazione incastonata nella catena
himalayana, avrebbero fatto dei cambiamenti in direzione delle richieste
dei maoisti; un’affermazione negata dal ministero dell’Istruzione del Nepal
che ribadisce di non aver segnalazioni in proposito.

Il settore dell’educazione è stato di grande interesse per i ribelli del
partito comunista maoista del Nepal finadalla formazione del movimento, non
pochi dei suoi vertici e quadri dirigenti vengono proprio dal mondo della
scuola incluso il loro leader supremo Pushpa Kamal Dahal (detto
‘Prachanda’, il terribile) già insegnante in una scuola superiore e il suo
braccio destro e ideologo del movimento Baburam Bhattarai, ex–professore di
architettura e urbanistica all’università di Kathmandu.