[NuovoLaboratorio] Re: Per Sergio/Manifesto Vs. Liberazione

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Autor: Carlo Ghione
Data:  
Assunto: [NuovoLaboratorio] Re: Per Sergio/Manifesto Vs. Liberazione
----- Original Message -----
From: Carlo Ghione
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Sent: Wednesday, May 26, 2004 4:42 PM
Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...


Caro Sergio,
credo tu abbia colto perfettamente nel segno, dimostrando una volta di piu' di possedere la giusta sensibilità ed attenzione relativamente al tema che implicitamente andavo ponendo. I love you!!!
Sono assolutamente concorde sulla tua analisi ma, devo dire, sono allo stesso tempo preoccupato sulla questione (non malevole bensì realistica) delle "veline"...ad onor del vero, in uno spirito vagamente da "par condicio", Liberazione ne pubblica proprio oggi una, altrettanto breve, proveniente dalle RdB, chiaramente di segno opposto.
Nei giorni scorsi ho personalmente inviato (ripetutamente) tanto ai redattori di Liberazione quanto ad alcuni compagni della Dir. Nazionale del PRC, diversa documentazione relativa al (PESSIMO) CCNL delle Cooperative Sociali che cgil cisl e uil e le centrali cooperative si stanno avviando a firmare proprio in questi giorni, dopo ben 29 mesi dalla sua scadenza!
Posto che sei un lettore attento, non ti sarà sicuramente sfuggito che alcuni materiali in proposito sono circolati pure su questa lista.
A tutt' oggi, malgrado fosse stato indetto uno sciopero nazionale per il 28 Maggio (fatto storico per la categoria) da parte di tutto il sindacato di base, in nome e per conto di un coordinamento di lotta nazionale dei lavoratori delle coop e nonostante, con una decisione tanto pretestuosa quanto grave, la Commissione di Garanzia lo abbia vietato...nemmeno una "velina" è apparsa sul "nostro" quotidiano!
La situazione dei circa 200.000 "disgraziati" del settore è per molti aspetti del tutto analoga a quella degli autoferrotranvieri, seppur infinitamente peggiore dal punto di vista contrattuale.
Mi sembra un po' troppo per parlare di distrazione! Che esistano scelte di "opportunità" sul dare il giusto risalto ad alcune vertenze e lotte (Melfi, Autoferrotranvieri...) e tralasciarne altre che investono settori "delicati" quali, ad esempio, quello cooperativo e del "No Profit"...mi pare perlomeno plausibile! Ma far finta di niente, quando è proprio attraverso questi settori che si va distruggendo lo Stato Sociale, i diritti all' assistenza pubblica per gli anziani, i disabili, le fasce deboli ed emarginate...mi pare molto grave!
Solo ieri, quì a Genova, presso l' Isforcoop (Legacoop), Marta Vincenzi ha "incontrato il mondo della Cooperazione Sociale" per un "aperitivo elettorale"...io, lavoratore cooperativo in appalto dal Comune di Genova (poco piu' di 600 euro di salario mensile) non sono stato invitato...immagino che molti "compagni" presidenti o "compagni" consiglieri d' amministrazione abbiano partecipato alle libagioni!
Certamente non mi risulta che Rifondazione abbia in programma iniziative analoghe, per fortuna...diciamo però che, forse, quando si tratta di prendere il toro per le corna, senza avere la certezza del consenso di grandi masse lavoratrici (FIOM) alle spalle...tende alla "latitanza".
Paginate intere sul MayDay del Primo Maggio...due scarne veline su di un accordo come quello Atesia/Telecom...
Che ne pensi...
Ciao Sergio, un abbraccio,
Carlo
----- Original Message -----
From: Sergio Casanova
To: forumgenova@???
Sent: Wednesday, May 26, 2004 12:09 PM
Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...


Ciao Carlo, credo che qualcuno debba rispondere alle tue ripetute mail. Dato che si tratta di questioni delle quali mi occupo con impegno e passione, proverò a farlo io, sia pure a titolo assolutamente personale. E' evidente che l'articolo di "Liberazione" è, ad essere benevoli, superficiale, liquidatorio ed incompleto. Ad essere malevoli sembra una velina della CGIL ultima maniera. La CGIL, infatti ha svolto per circa un anno un prezioso ruolo di denuncia ed analisi dei guasti della L. 30, ma ultimamente è incorsa, in fase di applicazione di quella legge, in più di uno scivolone. Da tempo sostengo che Rifondazione comunista, tra le altre iniziative in materia, dovrebbe chiedere un confronto alla CGIL stessa anche per verificarne la conseguenzialità di comportamento rispetto alle condivisibilissime critiche a tutto campo rivolte all'opera di precarizzazione del mercato del lavoro messa in atto, tra il 2001 e il 2003, coi decreti legislativi sul contratto a termine, sull'orario di lavoro e, infine, col D.lgs. 276/2003 applicativo della L. 30. Credo che sollevare critiche e fare sponda politica con le posizioni assunte negli ultimi anni dalla CGIL in materia di diritti dei lavoratori sia indispensabile anche per sostenere la lotta della FIOM che, su questi ed altri temi (salario, organizzazione del lavoro, politica dei redditi, ecc.) sostiene posizioni avanzate e di rottura con la politica sindacale della "concertazione", assolutamente perdente per i lavoratori, come dimostrano gli esiti che ha dato. Posizioni che hanno contribuito in modo determinante alla vittoria dei lavoratori di Melfi e che stanno affermandosi largamente nel Congresso FIOM attualmente in svolgimento. Il PRC si muove sulla linea che ho qui brevemente tracciato. Ignoro perchè "Liberazione" sia incorsa in quell'infortunio, ma certamente non rappresenta "rifonda" e spero che torni sull'argomento per fare corretta informazione. Un abbraccio, Sergio



>From: "Carlo Ghione" <carlo_coord_ge@???>
>Reply-To: Mailing list del Forum sociale di Genova <forumgenova@???>
>To: "Mailing list del Forum sociale di Genova" <forumgenova@???>
>Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...
>Date: Wed, 26 May 2004 00:32:37 +0200
>
>In un' altra lista di discussione cui sono iscritto, ho posto stamane lo stesso invito al confronto sulle diverse "sensibilità" di giudizio
>sull' accordo (Telecom/Atesia/Sindacato) poste dai due quotidiani (Il Manifesto e Liberazione).
>Una mail riportava:
>
>(...) E' un pacco, segmenta e divide un esempio di precariato fra i più
>combattivi d'Italia. Invece di convertire tutti i co.co.co nel medesimo
>rapporto contrattuale, blandisce e spezzatina i precari in tempo
>determinato, somministrazione, outsourcing, contratto a progetto, ecc.
>Ma allora perché il giornale di rifonda è così esaltato dall'esito della
>vertenza? (...)
>
>Giro volentieri la domanda, senza alcuno spirito provocatorio, ai "miei" compagni di Rifondazione e a tutti coloro che percepiscono l' enorme importanza dell' argomento in oggetto per le tante implicazioni sindacali e non solo che esso racchiude.
>
>----- Original Message -----
> From: coord_coopsoc_genova
> To: Mailing list del Forum sociale di Genova
> Sent: Tuesday, May 25, 2004 11:37 PM
> Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...
>
>
> ATESIA: un accordo che fa a pezzi i lavoratori e i loro diritti
>
>
> ATESIA gruppo Telecom (il mega call center), è una azienda con oltre 4350
> cococo e 177 lavoratori a rapporto subordinato, di fatto simbolo dei
> processi di precarizzazione ma anche di lotta per i diritti.
>
> L'accordo, come da copione, arriva come risposta ad un annunciato ricatto
> occupazionale con i contratti di collaborazione in scadenza a giugno e con
> la cessione di parte dell'azienda: cgil-cisl-uil firmano la resa.
>
> I contenuti dell'accordo: 4000 cococo si trasformano in apprendisti,
> somministrati, a inserimento e a progetto. E' il primo grande sterminio di
> diritti targato Legge 30.
>
> Buttata all'ortica l'unica richiesta sensata dei lavoratori: l'applicazione
> di normali contratti di lavoro.
>
> L'accordo e gli "impegni" ad un ulteriore processo di stabilizzazione sono
> stati firmati dalla Telecom che, però, cederà la maggioranza di Atesia alla
> subentrante COS.
>
> Il gruppo Telecom conserverà alle proprie dirette dipendenze soltanto 1350
> lavoratori, che verranno assunti alla Telecontact (100% Telecom), che si
> occuperà di telefonia fissa:
>
> - 600 di loro andranno in apprendistato, un rapporto che può durare da 2 a 6
> anni (oppure 4, secondo il contratto delle tlc), percependo una percentuale
> minore rispetto alla paga base.
>
> - 750, essendo superiori ai 29 anni e dunque «fuori età massima» per
> l'apprendistato, verranno presi con «somministrazione a tempo determinato»,
> ovvero in affitto.
>
> I restanti 3000 lavoratori rimangono in Atesia, che a sua volta passa alla
> COS che si occuperà soltanto di telefonia mobile (Tim) e di altre campagne
> non Telecom:
>
> - 1100 operatori saranno assunti in apprendistato
>
> - 550 con contratti di inserimento (dai 9 ai 18 mesi, "evoluzione" dei
> contratti di formazione lavoro)
>
> - 1350 con i contratti a progetto, ex co.co.co. per un anno
>
> I lavoratori del più grande call center del paese vengono quindi
> "spezzettati" e confermati nella loro condizione di precarietà e
> ricattabilità.
>
> E' evidente che l'azienda tra cessioni e l'utilizzo di ben 5 forme
> contrattuali ottiene il risultato di dividere i lavoratori a proprio
> vantaggio.
>
  >     ----- Original Message ----- 
  >     From: Carlo Ghione 
  >     To: Mailing list del Forum sociale di Genova 
  >     Sent: Tuesday, May 25, 2004 1:13 PM 
  >     Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione... 

>
>
  >     I numeri dell' uscita dalla marginalità e dal precariato: 

>
  >     Telecom: i contratti co.co.co prorogati sino alla fine del 2004 
  >     600 contratti di apprendistato o inserimento 
  >     750 a tempo determinato 
  >     Atesia: 1100 contratto da apprendista 
  >     1350 a progetto 
  >     550 contratto di inserimento 

>
>
  >       ----- Original Message ----- 
  >       From: Carlo Ghione 
  >       To: forumgenova@??? 
  >       Sent: Tuesday, May 25, 2004 12:39 PM 
  >       Subject: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione... 

>
>
  >       Da semplice lettore, Vi incollo due articoli di oggi, rispettivamente pubblicati dal "Manifesto" e da "Liberazione", invitandovi a confrontarli...l' impressione è che qualche "conto" non torni...;-)........commenti??? 

>
>
  >       Atesia: la paga c'è, il resto è precario 

>
  >       Accordo con la Telecom I 4 mila co.co.co. si trasformano in apprendisti, somministrati, a inserimento e a progetto: insomma, busta paga fissa, ma anche tanta legge Biagi. Firma pure la Cgil 
  >       ANTONIO SCIOTTO 

>
  >       La legge 30 comincia a fare il suo ingresso nei posti di lavoro, e ieri è toccato a un luogo simbolo del precariato moderno, il mega call center Atesia, di proprietà della Telecom: 4.350 mila collaboratori coordinati e continuativi appesi al rinnovo ogni tre mesi e pagati a cottimo - tanto telefoni, tanto guadagni. Il compenso veniva stabilito unilateralmente dall'azienda, e la busta paga si comportava «a fisarmonica», a maggio 300 euro, a giugno 600, a luglio di nuovo 300. Niente contributi, ferie, malattie, maternità. Con la cosiddetta «legge Biagi» si è reso necessario da parte dell'azienda superare l'attuale condizione, e così sono stati convocati i sindacati. Al tavolo si è seduta anche la Cgil, e nella tarda serata c'è stata la firma. I lavoratori hanno incassato una busta paga da subordinati e dunque un fisso mensile - il che non è certo poco - ma di fronte a loro si pone un percorso di stabilizzazione che non è affatto certo al 100%, e questo resta un punto debole dell'accordo. Oltretutto, la maggior parte degli operatori non dipenderà più dalla Telecom ma dalla Cos, azienda a cui la Telecom cederà la maggioranza di Atesia e affiderà diverse commesse: posto di lavoro sicuro, ma fino a quando? Il protocollo d'intesa è stato siglato da Telecom e Cgil, Cisl e Uil; nelle prossime settimane i lavoratori dovranno pronunciarsi sull'accordo. A tutti gli operatori verrà applicato il contratto delle telecomunicazioni e lavoreranno 4 ore per cinque giorni a settimana. C'è l'impegno del gruppo Telecom - e dovrebbe essere fatto proprio anche dalla Cos, quando perfezionerà il suo ingresso in partnership - ad avviare un percorso di «stabilizzazione» per i contratti di apprendistato, somministrazione a termine e di inserimento: ma non è scritto nero su bianco che in effetti, a una precisa data, i lavoratori diventeranno tutti a tempo indeterminato. Anno per anno i sindacati incontreranno l'azienda per una verifica, e lì si verificherà la tenuta di tutti i suddetti intenti. Per il momento, tutti i contratti di co.co.co. verranno prolungati almeno fino a fine 2004, dato che la nuova normativa non è ancora completa dal punto di vista dei regolamenti applicativi. 

>
  >       Il gruppo Telecom conserverà alle proprie dirette dipendenze soltanto 1350 lavoratori, che verranno assunti alla Telecontact (100% Telecom), che si occuperà di telefonia fissa: 600 di loro andranno in apprendistato, un rapporto che può durare da 2 a 6 anni (oppure 4, secondo il contratto delle tlc), percependo una percentuale rispetto alla paga base che viene gradualmente aumentata e infine parificata ai dipendenti classici. Gli altri 750, essendo superiori ai 29 anni e dunque «fuori età massima» per l'apprendistato, verranno presi con «somministrazione a tempo determinato», ovvero l'evoluzione del vecchio interinale (dipendenti da un'agenzia che fornisce all'azienda i lavoratori). 

>
  >       E fin qui abbiamo descritto quelli che restano nel gruppo Telecom. Per i restanti 3 mila lavoratori si profila la permanenza in Atesia, che a sua volta passa alla Cos, un gruppo già attivo nel campo dei call center: la Telecom conserverà una quota di minoranza, e si è già impegnata con i sindacati a essere presente ai tavoli «interaziendali» che riguarderanno i lavoratori Atesia nei prossimi anni. La nuova Atesia si occuperà soltanto di telefonia mobile (Tim) e di altre campagne non Telecom. Mille e cento operatori saranno assunti in apprendistato, 550 con contratti di inserimento (dai 9 ai 18 mesi, evoluzione dei vecchi contratti di formazione lavoro, di cui conservano l'obbligatorietà ad assumere a tempo indeterminato almeno il 60% del totale), 1350 con i contratti a progetto, rielaborazione fatta dall'attuale governo dei vecchi e abominevoli co.co.co. Si occuperanno delle campagne non Telecom, quelle meno certe, possono essere tenuti «a progetto» per un anno e poi riconfermati, ma la loro sorte è incertissima: l'unico filo di speranza è il fatto che l'azienda si impegna a dare la precedenza in caso di assunzioni a tempo indeterminato. 

>
  >       La Cgil individua nell'accordo «una scelta di merito importante - dice la segretaria confederale Nicoletta Rocchi - che porta circa il 70% degli attuali co.co.co. a trasformarsi in rapporti di lavoro subordinato, mentre solo quelli relativi a commesse esterne diventano a progetto». «Soprattutto - aggiunge - abbiamo evitato che si costituisse un nuovo grande call center in staff leasing, ovvero con affitto a tempo indeterminato dei lavoratori, proposta che l'azienda aveva avanzato e che sin dall'inizio abbiamo respinto». Anche per Rosario Strazzullo, segretario nazionale Slc Cgil, «l'accordo è buono, perché punta alla stabilizzazione, parola che nel testo è più volte ripetuta, e allo sviluppo industriale, obbligando a impegni precisi anche la società che rileverà la maggioranza di Atesia». Commento positivo pure dal segretario generale Cgil Guglielmo Epifani: «Il più grande call center del paese esce dalla marginalità e dal precariato, si rafforza l'area di applicazione del contratto delle tlc e sancisce il principio che con la qualità del lavoro si punta anche alla valorizzazione delle aziende». 
  >       www.ilmanifesto.it 

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  >       Addio alla precarietà  per tremila addetti  dei call center Atesia 
  >       Accordo con Telecom 

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  >       Con il protocollo su Atesia, definito con il gruppo Telecom, 3mila addetti dei call center «escono dalla condizione di precariato» e con le previste gradualità (apprendistato, interinale, inserimento) il loro posto verrà trasformato in lavoro stabile. Ma anche per i restanti mille co. co. co. «che l'accordo prevede bacino privilegiato per future assunzioni», si apre un processo di progressiva stabilizzazione «legato ad un nuovo piano industriale di sviluppo dell'azienda particolarmente consistente». Lo rende noto la Slc Cgil, che saluta con soddisfazione un accordo con il quale «si inverte la rotta» e «che avrà effetti positivi su altre aziende e di rafforzamento del contratto di settore delle Tlc». Quasi tutti i contratti di collaborazione erano in scadenza definitiva a giugno e, con la cessione di parte dell'azienda, si rischiava seriamente per l'occupazione di centinaia di persone in gran parte donne. L'intesa sarà sottoposta ai lavoratori nei prossimi giorni. 
  >       www.liberazione.it 

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