[NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...

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Autore: coord_coopsoc_genova
Data:  
Oggetto: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...
----- Original Message -----
From: <mansi.x@???>
To: <chainworkers@???>
Cc: <precog@???>
Sent: Wednesday, May 26, 2004 9:46 AM
Subject: [Precog] su atesia e contratti call center da stefo


Sono stato due settimane fa a Roma ad un incontro organizzato da aziende
del settore con tutti i resp. Risorse umane di Tim, Wind, Cos, Athesia,
Vodafone e via dicendo
C?era anche Ambrogio Pozzi che ha appena firato con Nidil Cisl e Cgil un
accordo simile a quello di Atesia, anzi ne è stato il precursore (lo trovate
su www.assocallcenter.it).
Non vi starò ad annoiare con le parole dei sopraddetti e nemmeno con le
espressioni del loro viso quando ho iniziato a parlare dei contatti arrivati
a Cw, delle mie 50 interviste ai lavoratori dei call cener, di telecontrollo,
di precarietà, di calcolo dei secondi etc. etc.
Dico solo che x fargli cambiare idea bisogna fargli perdere soldi.
Solo i profitti capiscono, nient?altro.
Per ottenerli sono disposti a firmare qualsiasi cosa con tutti quelli che
ci stanno.
Dobbiamo avere il coraggio tutti di smentire Manifesto, Liberazione, Nidil,
Uil, Epifani e quanti altri. Basta con i giornalisti fuffa che telefonano
al sindacalista di riferimento e poi fanno il loro bravo pezzettino. Ma
avete mai lavorato , voi, in un call center. Sapete cosa significa o scrivete
e parlate a vanvera?
Questi contratti non sono una vittoria ma una legalizzazione della precarietà.
Una sconfitta civile piuttosto che ?politica?.
Ma come? La telefonia mobile (curo da due anni e mezzo come giornalista
precario il mensile ?Il telefono cellulare? e qualche dato ce l?ho anch?io)
è l?unico settore in crescita in questi ultimi anni. I call center impiegano
in tutta italia più di 300 mila lavoratori e altrettanti sono quelli all?interno
di aziende che non fanno solo call center , quelli in nero o a ritenuta
d?acconto e altrettanti sono i venditori telefonici e i telelavoratori.
I profitti di Tim,Vodafone, e Wind scompaiono oltre confine. Questo è il
vero punto. Nei macchinoni da 100 mila euro che ho visto parcheggiati fuori
dalla conferenza, o nelle cravatte con le iniziali ricamate a mano dei manager.

Nulla rimane, nemmeno i soldi per pagare le future pensioni dei loro lavoratori.
Blocchiamoli impedendogli di fare soldi. Infanghiamone l?immagine. Facciamo
cadere Megan Gayle dalla torre.
E soprattutto guardiamo prima in casa nostra.
Svergognamo chi canta vittoria sulla pelle dei precari.

Stefano Mansi
Redazione ?Il telefono cellulare?
Via s. Anatalone 15, Milano
02.4121605
----- Original Message -----
From: Carlo Ghione
To: Mailing list del Forum sociale di Genova
Sent: Wednesday, May 26, 2004 12:32 AM
Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...


In un' altra lista di discussione cui sono iscritto, ho posto stamane lo stesso invito al confronto sulle diverse "sensibilità" di giudizio
sull' accordo (Telecom/Atesia/Sindacato) poste dai due quotidiani (Il Manifesto e Liberazione).
Una mail riportava:

(...) E' un pacco, segmenta e divide un esempio di precariato fra i più
combattivi d'Italia. Invece di convertire tutti i co.co.co nel medesimo
rapporto contrattuale, blandisce e spezzatina i precari in tempo
determinato, somministrazione, outsourcing, contratto a progetto, ecc.
Ma allora perché il giornale di rifonda è così esaltato dall'esito della
vertenza? (...)

Giro volentieri la domanda, senza alcuno spirito provocatorio, ai "miei" compagni di Rifondazione e a tutti coloro che percepiscono l' enorme importanza dell' argomento in oggetto per le tante implicazioni sindacali e non solo che esso racchiude.

  ----- Original Message ----- 
    From: coord_coopsoc_genova 
    To: Mailing list del Forum sociale di Genova 
    Sent: Tuesday, May 25, 2004 11:37 PM
    Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...



    ATESIA: un accordo che fa a pezzi i lavoratori e i loro diritti



    ATESIA gruppo Telecom (il mega call center), è una azienda con oltre 4350
    cococo e 177 lavoratori a rapporto subordinato, di fatto simbolo dei
    processi di precarizzazione ma anche di lotta per i diritti.


    L'accordo, come da copione, arriva come risposta ad un annunciato ricatto
    occupazionale con i contratti di collaborazione in scadenza a giugno e con
    la cessione di parte dell'azienda: cgil-cisl-uil firmano la resa.


    I contenuti dell'accordo: 4000 cococo si trasformano in apprendisti,
    somministrati, a inserimento e a progetto. E' il primo grande sterminio di
    diritti targato Legge 30.


    Buttata all'ortica l'unica richiesta sensata dei lavoratori: l'applicazione
    di normali contratti di lavoro.


    L'accordo e gli "impegni" ad un ulteriore processo di stabilizzazione sono
    stati firmati dalla Telecom che, però, cederà la maggioranza di Atesia alla
    subentrante COS.


    Il gruppo Telecom conserverà alle proprie dirette dipendenze soltanto 1350
    lavoratori, che verranno assunti alla Telecontact (100% Telecom), che si
    occuperà di telefonia fissa:


    - 600 di loro andranno in apprendistato, un rapporto che può durare da 2 a 6
    anni (oppure 4, secondo il contratto delle tlc), percependo una percentuale
    minore rispetto alla paga base.


    - 750, essendo superiori ai 29 anni e dunque «fuori età massima» per
    l'apprendistato, verranno presi con «somministrazione a tempo determinato»,
    ovvero in affitto.


    I restanti 3000 lavoratori rimangono in Atesia, che a sua volta passa alla
    COS che si occuperà soltanto di telefonia mobile (Tim) e di altre campagne
    non Telecom:


    - 1100 operatori saranno assunti in apprendistato


    - 550 con contratti di inserimento (dai 9 ai 18 mesi, "evoluzione" dei
    contratti di formazione lavoro)


    - 1350 con i contratti a progetto, ex co.co.co. per un anno


    I lavoratori del più grande call center del paese vengono quindi
    "spezzettati" e confermati nella loro condizione di precarietà e
    ricattabilità.


    E' evidente che l'azienda tra cessioni e l'utilizzo di ben 5 forme
    contrattuali ottiene il risultato di dividere i lavoratori a proprio
    vantaggio.


      ----- Original Message ----- 
      From: Carlo Ghione 
      To: Mailing list del Forum sociale di Genova 
      Sent: Tuesday, May 25, 2004 1:13 PM
      Subject: Re: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...



      I numeri dell' uscita dalla marginalità e dal precariato:


      Telecom: i contratti co.co.co prorogati sino alla fine del 2004
      600 contratti di apprendistato o inserimento
      750 a tempo determinato
      Atesia: 1100 contratto da apprendista
      1350 a progetto
      550 contratto di inserimento



        ----- Original Message ----- 
        From: Carlo Ghione 
        To: forumgenova@??? 
        Sent: Tuesday, May 25, 2004 12:39 PM
        Subject: [NuovoLaboratorio] Manifesto Vs. Liberazione...



        Da semplice lettore, Vi incollo due articoli di oggi, rispettivamente pubblicati dal "Manifesto" e da "Liberazione", invitandovi a confrontarli...l' impressione è che qualche "conto" non torni...;-)........commenti???



        Atesia: la paga c'è, il resto è precario


        Accordo con la Telecom I 4 mila co.co.co. si trasformano in apprendisti, somministrati, a inserimento e a progetto: insomma, busta paga fissa, ma anche tanta legge Biagi. Firma pure la Cgil
        ANTONIO SCIOTTO


        La legge 30 comincia a fare il suo ingresso nei posti di lavoro, e ieri è toccato a un luogo simbolo del precariato moderno, il mega call center Atesia, di proprietà della Telecom: 4.350 mila collaboratori coordinati e continuativi appesi al rinnovo ogni tre mesi e pagati a cottimo - tanto telefoni, tanto guadagni. Il compenso veniva stabilito unilateralmente dall'azienda, e la busta paga si comportava «a fisarmonica», a maggio 300 euro, a giugno 600, a luglio di nuovo 300. Niente contributi, ferie, malattie, maternità. Con la cosiddetta «legge Biagi» si è reso necessario da parte dell'azienda superare l'attuale condizione, e così sono stati convocati i sindacati. Al tavolo si è seduta anche la Cgil, e nella tarda serata c'è stata la firma. I lavoratori hanno incassato una busta paga da subordinati e dunque un fisso mensile - il che non è certo poco - ma di fronte a loro si pone un percorso di stabilizzazione che non è affatto certo al 100%, e questo resta un punto debole dell'accordo. Oltretutto, la maggior parte degli operatori non dipenderà più dalla Telecom ma dalla Cos, azienda a cui la Telecom cederà la maggioranza di Atesia e affiderà diverse commesse: posto di lavoro sicuro, ma fino a quando? Il protocollo d'intesa è stato siglato da Telecom e Cgil, Cisl e Uil; nelle prossime settimane i lavoratori dovranno pronunciarsi sull'accordo. A tutti gli operatori verrà applicato il contratto delle telecomunicazioni e lavoreranno 4 ore per cinque giorni a settimana. C'è l'impegno del gruppo Telecom - e dovrebbe essere fatto proprio anche dalla Cos, quando perfezionerà il suo ingresso in partnership - ad avviare un percorso di «stabilizzazione» per i contratti di apprendistato, somministrazione a termine e di inserimento: ma non è scritto nero su bianco che in effetti, a una precisa data, i lavoratori diventeranno tutti a tempo indeterminato. Anno per anno i sindacati incontreranno l'azienda per una verifica, e lì si verificherà la tenuta di tutti i suddetti intenti. Per il momento, tutti i contratti di co.co.co. verranno prolungati almeno fino a fine 2004, dato che la nuova normativa non è ancora completa dal punto di vista dei regolamenti applicativi.


        Il gruppo Telecom conserverà alle proprie dirette dipendenze soltanto 1350 lavoratori, che verranno assunti alla Telecontact (100% Telecom), che si occuperà di telefonia fissa: 600 di loro andranno in apprendistato, un rapporto che può durare da 2 a 6 anni (oppure 4, secondo il contratto delle tlc), percependo una percentuale rispetto alla paga base che viene gradualmente aumentata e infine parificata ai dipendenti classici. Gli altri 750, essendo superiori ai 29 anni e dunque «fuori età massima» per l'apprendistato, verranno presi con «somministrazione a tempo determinato», ovvero l'evoluzione del vecchio interinale (dipendenti da un'agenzia che fornisce all'azienda i lavoratori).


        E fin qui abbiamo descritto quelli che restano nel gruppo Telecom. Per i restanti 3 mila lavoratori si profila la permanenza in Atesia, che a sua volta passa alla Cos, un gruppo già attivo nel campo dei call center: la Telecom conserverà una quota di minoranza, e si è già impegnata con i sindacati a essere presente ai tavoli «interaziendali» che riguarderanno i lavoratori Atesia nei prossimi anni. La nuova Atesia si occuperà soltanto di telefonia mobile (Tim) e di altre campagne non Telecom. Mille e cento operatori saranno assunti in apprendistato, 550 con contratti di inserimento (dai 9 ai 18 mesi, evoluzione dei vecchi contratti di formazione lavoro, di cui conservano l'obbligatorietà ad assumere a tempo indeterminato almeno il 60% del totale), 1350 con i contratti a progetto, rielaborazione fatta dall'attuale governo dei vecchi e abominevoli co.co.co. Si occuperanno delle campagne non Telecom, quelle meno certe, possono essere tenuti «a progetto» per un anno e poi riconfermati, ma la loro sorte è incertissima: l'unico filo di speranza è il fatto che l'azienda si impegna a dare la precedenza in caso di assunzioni a tempo indeterminato.


        La Cgil individua nell'accordo «una scelta di merito importante - dice la segretaria confederale Nicoletta Rocchi - che porta circa il 70% degli attuali co.co.co. a trasformarsi in rapporti di lavoro subordinato, mentre solo quelli relativi a commesse esterne diventano a progetto». «Soprattutto - aggiunge - abbiamo evitato che si costituisse un nuovo grande call center in staff leasing, ovvero con affitto a tempo indeterminato dei lavoratori, proposta che l'azienda aveva avanzato e che sin dall'inizio abbiamo respinto». Anche per Rosario Strazzullo, segretario nazionale Slc Cgil, «l'accordo è buono, perché punta alla stabilizzazione, parola che nel testo è più volte ripetuta, e allo sviluppo industriale, obbligando a impegni precisi anche la società che rileverà la maggioranza di Atesia». Commento positivo pure dal segretario generale Cgil Guglielmo Epifani: «Il più grande call center del paese esce dalla marginalità e dal precariato, si rafforza l'area di applicazione del contratto delle tlc e sancisce il principio che con la qualità del lavoro si punta anche alla valorizzazione delle aziende». 
        www.ilmanifesto.it



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        Addio alla precarietà  per tremila addetti  dei call center Atesia
        Accordo con Telecom


        Con il protocollo su Atesia, definito con il gruppo Telecom, 3mila addetti dei call center «escono dalla condizione di precariato» e con le previste gradualità (apprendistato, interinale, inserimento) il loro posto verrà trasformato in lavoro stabile. Ma anche per i restanti mille co. co. co. «che l'accordo prevede bacino privilegiato per future assunzioni», si apre un processo di progressiva stabilizzazione «legato ad un nuovo piano industriale di sviluppo dell'azienda particolarmente consistente». Lo rende noto la Slc Cgil, che saluta con soddisfazione un accordo con il quale «si inverte la rotta» e «che avrà effetti positivi su altre aziende e di rafforzamento del contratto di settore delle Tlc». Quasi tutti i contratti di collaborazione erano in scadenza definitiva a giugno e, con la cessione di parte dell'azienda, si rischiava seriamente per l'occupazione di centinaia di persone in gran parte donne. L'intesa sarà sottoposta ai lavoratori nei prossimi giorni. 
        www.liberazione.it


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