Migranti e non" in movimento!
Sintesi della riunione del Tavolo Migranti dei Social Forum Italiani tenutosi a Bologna il 22 maggio
24 maggio 2004
1) Da parte di tutte le situazioni presenti è stato posto al centro della riflessione la necessità di un rilancio dell´iniziativa politica che investa nuovamente la legge Bossi-Fini in quanto tale. Le contraddizioni tra i contratti previsti dalla legge 30 e quanto richiesto dalla Bossi Fini da una parte e la delegittimazione da parte della Corte Costituzionale di momenti significativi della legge, dall´altra contribuiscono a determinare una percezione diffusa del carattere illusorio di ogni tentativo di poter gestire la sanatoria e della necessità di contrastare direttamente la legge. In una situazione che, al di là della gestione più o meno rigida dei rinnovi dei permessi da parte delle singole questure, sta costringendo i migranti a condizioni di precarietà, non solo lavorativa, sempre più drammatiche, è urgente riavviare un percorso che, senza `saltare´ la determinatezza delle rivendicazioni concretamente gestibili nella situazione, abbia tuttavia un carattere evidente di generalità. E´ sotto tale segno di generalità che va ritrovata una convergenza effettiva tra i vari momenti in cui si articola l´iniziativa del movimento antirazzista italiano nelle sue varie componenti e che va riconsolidata la realtà stessa del Tavolo Migranti nazionale, superando, oltre che limiti ed errori soggettivi, le evidenti difficoltà di comunicazione politica e di coordinamento che hanno caratterizzato la recente, durissima fase del movimento dei migranti.
2) In questa prospettiva è emersa la proposta di organizzare, per il prossimo 19 giugno, una vasta giornata di mobilitazione che miri a rendere evidente il collegamento tra la condizione dei migranti e le generali condizioni di precarietà del lavoro contemporaneo. Secondo le modalità già sperimentate il 27 marzo scorso, quando in molte città del nord ha avuto luogo una giornata di lotta coordinata contro le modalità di rilascio dei permessi di soggiorno, si tratta di organizzare momenti di mobilitazione a partire dalla parola d´ordine dello sganciamento del permesso di soggiorno dal contratto di lavoro. Nei prossimi giorni verrà messo e discusso in rete un appello che invita tutte le reti e le realtà che lavorano con i migranti per la costruzione di una scadenza quanto più possibile partecipata e capace di collegare le diverse realtà. La minaccia costante di clandestinizzazione dei migranti rende necessaria una continua presa di parola contro di centri di permanenza temporanea. Per questo il Tavolo Migranti saluta favorevolmente e ritiene di appoggiare per quanto possibile l´iniziativa promossa dai padri comboniani contro i Cpt, prevista per dal 18 al 21 giugno. Fondamentale resta tuttavia la capacità di collegare esplicitamente la lotta contro i centri con quella contro il contratto di soggiorno per lavoro. È il contratto di soggiorno per lavoro lo strumento attraverso il quale i migranti sono ricattati e il loro lavoro e la loro vita resi sempre più precari, la loro stessa visibilità continuamente minacciata.
3) L´impraticabilità di una possibile gestione della sanatoria è un dato che viene registrato anche sul terreno istituzionale. La recente nota congiunta dei sindacati confederali registra il carattere bloccato della situazione: se la proposta formale di un´apertura di un tavolo di trattativa col governo in realtà maschera il totale fallimento dei confronti informali che settori del sindacalismo confederale, soprattutto legati alla CISL, avevano finora tentato con il governo o con componenti `disponibili´ di esso, le prospettate mobilitazioni territoriali e nazionali registrano la pressione delle lavoratrici e dei lavoratori immigrati all´interno del sindacato perché venga ripresa l´indicazione del ciclo breve degli scioperi dei migranti (Vicenza, Reggio Emilia, Lucca) di due anni fa. La prospettiva indicata da Cgil Cisl e Uil nella nota congiunta, come pure il punto della piattaforma contrattuale della Fiom che rifiuta la legge Bossi Fini e chiede la chiusura dei CPT, va messa alla prova dei fatti, valutando gli spazi di agibilità politica che questa potrebbe aprire, soprattutto, ma non solo, a livello locale. In questo senso le varie situazioni concordano nella necessità di produrre, al massimo entro settembre, un momento assembleare per avviare una discussione più ampia sull´ipotesi di uno sciopero generale del lavoro migrante, come proposta politica intorno alla quale costruire nuove mobilitazioni, anche con un respiro nazionale.
4) Come momento di riflessione comune, il Tavolo fa inoltre propria la proposta del Tavolo migranti dei social forum del vicentino di organizzare un "Seminario sull´allargamento a Est dell´Unione europea", al fine di mettere a fuoco un nodo cruciale sia per le trasformazioni delle politiche migratorie a livello europeo, sia per le nuove stratificazioni piramidali che induce sul lavoro migrante.
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