Da semplice lettore, Vi incollo due articoli di oggi, rispettivamente pubblicati dal "Manifesto" e da "Liberazione", invitandovi a confrontarli...l' impressione è che qualche "conto" non torni...;-)........commenti???
Atesia: la paga c'è, il resto è precario
Accordo con la Telecom I 4 mila co.co.co. si trasformano in apprendisti, somministrati, a inserimento e a progetto: insomma, busta paga fissa, ma anche tanta legge Biagi. Firma pure la Cgil
ANTONIO SCIOTTO
La legge 30 comincia a fare il suo ingresso nei posti di lavoro, e ieri è toccato a un luogo simbolo del precariato moderno, il mega call center Atesia, di proprietà della Telecom: 4.350 mila collaboratori coordinati e continuativi appesi al rinnovo ogni tre mesi e pagati a cottimo - tanto telefoni, tanto guadagni. Il compenso veniva stabilito unilateralmente dall'azienda, e la busta paga si comportava «a fisarmonica», a maggio 300 euro, a giugno 600, a luglio di nuovo 300. Niente contributi, ferie, malattie, maternità. Con la cosiddetta «legge Biagi» si è reso necessario da parte dell'azienda superare l'attuale condizione, e così sono stati convocati i sindacati. Al tavolo si è seduta anche la Cgil, e nella tarda serata c'è stata la firma. I lavoratori hanno incassato una busta paga da subordinati e dunque un fisso mensile - il che non è certo poco - ma di fronte a loro si pone un percorso di stabilizzazione che non è affatto certo al 100%, e questo resta un punto debole dell'accordo. Oltretutto, la maggior parte degli operatori non dipenderà più dalla Telecom ma dalla Cos, azienda a cui la Telecom cederà la maggioranza di Atesia e affiderà diverse commesse: posto di lavoro sicuro, ma fino a quando? Il protocollo d'intesa è stato siglato da Telecom e Cgil, Cisl e Uil; nelle prossime settimane i lavoratori dovranno pronunciarsi sull'accordo. A tutti gli operatori verrà applicato il contratto delle telecomunicazioni e lavoreranno 4 ore per cinque giorni a settimana. C'è l'impegno del gruppo Telecom - e dovrebbe essere fatto proprio anche dalla Cos, quando perfezionerà il suo ingresso in partnership - ad avviare un percorso di «stabilizzazione» per i contratti di apprendistato, somministrazione a termine e di inserimento: ma non è scritto nero su bianco che in effetti, a una precisa data, i lavoratori diventeranno tutti a tempo indeterminato. Anno per anno i sindacati incontreranno l'azienda per una verifica, e lì si verificherà la tenuta di tutti i suddetti intenti. Per il momento, tutti i contratti di co.co.co. verranno prolungati almeno fino a fine 2004, dato che la nuova normativa non è ancora completa dal punto di vista dei regolamenti applicativi.
Il gruppo Telecom conserverà alle proprie dirette dipendenze soltanto 1350 lavoratori, che verranno assunti alla Telecontact (100% Telecom), che si occuperà di telefonia fissa: 600 di loro andranno in apprendistato, un rapporto che può durare da 2 a 6 anni (oppure 4, secondo il contratto delle tlc), percependo una percentuale rispetto alla paga base che viene gradualmente aumentata e infine parificata ai dipendenti classici. Gli altri 750, essendo superiori ai 29 anni e dunque «fuori età massima» per l'apprendistato, verranno presi con «somministrazione a tempo determinato», ovvero l'evoluzione del vecchio interinale (dipendenti da un'agenzia che fornisce all'azienda i lavoratori).
E fin qui abbiamo descritto quelli che restano nel gruppo Telecom. Per i restanti 3 mila lavoratori si profila la permanenza in Atesia, che a sua volta passa alla Cos, un gruppo già attivo nel campo dei call center: la Telecom conserverà una quota di minoranza, e si è già impegnata con i sindacati a essere presente ai tavoli «interaziendali» che riguarderanno i lavoratori Atesia nei prossimi anni. La nuova Atesia si occuperà soltanto di telefonia mobile (Tim) e di altre campagne non Telecom. Mille e cento operatori saranno assunti in apprendistato, 550 con contratti di inserimento (dai 9 ai 18 mesi, evoluzione dei vecchi contratti di formazione lavoro, di cui conservano l'obbligatorietà ad assumere a tempo indeterminato almeno il 60% del totale), 1350 con i contratti a progetto, rielaborazione fatta dall'attuale governo dei vecchi e abominevoli co.co.co. Si occuperanno delle campagne non Telecom, quelle meno certe, possono essere tenuti «a progetto» per un anno e poi riconfermati, ma la loro sorte è incertissima: l'unico filo di speranza è il fatto che l'azienda si impegna a dare la precedenza in caso di assunzioni a tempo indeterminato.
La Cgil individua nell'accordo «una scelta di merito importante - dice la segretaria confederale Nicoletta Rocchi - che porta circa il 70% degli attuali co.co.co. a trasformarsi in rapporti di lavoro subordinato, mentre solo quelli relativi a commesse esterne diventano a progetto». «Soprattutto - aggiunge - abbiamo evitato che si costituisse un nuovo grande call center in staff leasing, ovvero con affitto a tempo indeterminato dei lavoratori, proposta che l'azienda aveva avanzato e che sin dall'inizio abbiamo respinto». Anche per Rosario Strazzullo, segretario nazionale Slc Cgil, «l'accordo è buono, perché punta alla stabilizzazione, parola che nel testo è più volte ripetuta, e allo sviluppo industriale, obbligando a impegni precisi anche la società che rileverà la maggioranza di Atesia». Commento positivo pure dal segretario generale Cgil Guglielmo Epifani: «Il più grande call center del paese esce dalla marginalità e dal precariato, si rafforza l'area di applicazione del contratto delle tlc e sancisce il principio che con la qualità del lavoro si punta anche alla valorizzazione delle aziende».
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Addio alla precarietà per tremila addetti dei call center Atesia
Accordo con Telecom
Con il protocollo su Atesia, definito con il gruppo Telecom, 3mila addetti dei call center «escono dalla condizione di precariato» e con le previste gradualità (apprendistato, interinale, inserimento) il loro posto verrà trasformato in lavoro stabile. Ma anche per i restanti mille co. co. co. «che l'accordo prevede bacino privilegiato per future assunzioni», si apre un processo di progressiva stabilizzazione «legato ad un nuovo piano industriale di sviluppo dell'azienda particolarmente consistente». Lo rende noto la Slc Cgil, che saluta con soddisfazione un accordo con il quale «si inverte la rotta» e «che avrà effetti positivi su altre aziende e di rafforzamento del contratto di settore delle Tlc». Quasi tutti i contratti di collaborazione erano in scadenza definitiva a giugno e, con la cessione di parte dell'azienda, si rischiava seriamente per l'occupazione di centinaia di persone in gran parte donne. L'intesa sarà sottoposta ai lavoratori nei prossimi giorni.
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