Fw: [Lecce-sf] R: Ancora sull'"operazione vernissage" del Re…

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Autore: Gaetano Bucci
Data:  
Oggetto: Fw: [Lecce-sf] R: Ancora sull'"operazione vernissage" del Regina Pacis





La menzogna (il falso indiscutibile), in una società spettacolare matura, non deve essere considerata un espediente ma una caratteristica costitutiva del funzionamento del meccanismo spettacolare stesso: "Dal momento in cui si detiene il meccanismo che comanda l'unica verifica sociale , che si fa riconoscere pienamente e universalmente, si dice quel che si vuole. Il movimento della dimostrazione spettacolare si prova semplicemente girando in tondo: tornando in dietro, ripetendosi, continuando ad affermare sull'unico terreno in cui risiede ormai ciò che si può affermare pubblicamente e far credere , perché è solo di ciò che tutti saranno testimoni. Inoltre l'autorità spettacolare può negare qualunque cosa, una, tre volte, e dire che non ne parlerà più, e parlare d'altro"

Guy Debord, La società dello spettacolo, Baldini&Castoldi, Milano, 1997, p.201.


----- Original Message -----
From: Segreteria Maritati
To: Alessandro Presicce ; forumlecce@??? ; s.galieni@??? ; cpt@???
Sent: Monday, May 24, 2004 3:45 PM
Subject: [Lecce-sf] R: Ancora sull'"operazione vernissage" del Regina Pacis


Gentile signor Presicce, [cari compagni del forum]

le sue considerazioni, che leggiamo sempre con attenzione inducono valutazioni sia di ordine politico che psicologico.

Per quanto riguarda le prime:

1.. accettare un invito non vuol dire legittimare alcunché. Fosse vero quello che lei dice dovremmo partecipare solo alle cose organizzate da sette dentro le quali ciascuno fa rimbalzare sempre la stessa immagine. Ne soffrirebbe la capacità di relazione, di dialogo che è cosa essenziale alla vita;
2.. tra i valori in cui ciascuno di noi crede (l'etica della convinzione) e l'agire politico (etica della responsabilità) c'è uno spazio che è quello del "pensiero". Come fare nella dimensione politica a tenere fermi i propri valori senza rinunciare a costruire una politica possibile, insieme ad altri, nelle condizioni storiche in cui ci si trova. Molti fanno fatica a fare questo esercizio, perché costa fatica. La via più breve è una sorta di eticismo, di posizione etica dalla quale si giudica la realtà delle cose e degli uomini per poi condannare tutto ciò che non piace o non si conforma per "emanazione". Le suggerisco la lettura dell'ultima "Tesi su Feurbach" del vecchio Marx; sulla questione della pace mi rendo conto, appunto, che per lei è difficile capire la tensione problematica tra i valori di uno straordinario movimento e la ricerca di una politica estera concretamente perseguibile in Europa e nel mondo;
3.. lei dovrebbe discutere le posizioni che una persona esprime in modo pubblico, ad esempio sui CPT; non ciò che dimostrerebbe la partecipazione alla visione di un film . Sarebbe come dire che per combattere alcune idee non bisogna leggere i libri che le diffondono e avere alcun tipo di relazione con gli autori.


Per quanto riguarda le seconde:

1.. non si capisce perché lei abbia una fissazione per le posizioni del senatore Maritati di cui arriva a sindacare persino aspetti della sua vita di relazione; non so se lei si interroga su fenomeni di questo tipo;
2.. colpisce sempre quanto, in certe posizioni cosiddette antagoniste, la persone verso cui si getta la rabbia di cui noi uomini siamo capaci è sempre il "compagno traditore" piuttosto che l'avversario politico; ciò sembra essere una traslazione, transfert per la psicoanalisi, del rapporto con una funzione genitoriale insoddisfacente; un padre che delude, di cui misurare continuamente la capacità di essere in relazione con i bisogni del figlio, fino a sentire l'esigenza di trovare qualcosa che non va per giustificare il proprio risentimento e la propria inquietudine esistenziale. La politica scatena queste dinamiche e lei ne sembra (non dico che lo sia perché non la conosco) vittima; faccia un esercizio di analisi da questo punto di vista del modo in cui dice le cose;
3.. se vuole discutere continui ad utilizzare l'indirizzo della segreteria del senatore e troverà disponibilità anche a riconsiderare posizioni politiche personali; se ha bisogno di lanciare anatemi tutte le volte che il senatore Maritati non la soddisfa risparmi la fatica di digitare questo indirizzo; potrebbe utilizzare l'energia per miglior causa.




Roberto Metrangolo

Segreteria Maritati





P.S.

Il signo Galieni o non era presente alla manifestazione di Roma o dice il falso poiché sono stati presenti, per tutta la serata, l'on.le Antonio Rotundo; il sen. Giovanni pellegrino; gli onorevoli Lisi e Lazzari e il sen. Chirilli.





-----Messaggio originale-----
Da: Alessandro Presicce [mailto:apresi@tin.it]
Inviato: sabato 22 maggio 2004 13.52
A: forumlecce@???
Oggetto: Ancora sull'"operazione vernissage" del Regina Pacis
Priorità: Alta



Giro questa mail di Galieni, apparsa sulla lista CPT.

Anche per me ogni commento è superfluo.



Forse per il sen. Maritati il modo di essere "contro la logica dei CPT" (come va ipocritamente sbandierando) è quello di legittimare con la propria presenza operazioni di questo tipo.





Continuando di questo passo troverà nell'urna solo il voto di Ruppi, sempre che abbia preso la residenza a Lecce.



Alessandro









Da: "Stefano Galieni" <s.galieni@???>     
Inviato: Sabato 22/05/2004 09:40:31  
A: <cpt@???>  
Oggetto: [Cpt] Film Reginapacis   


Ho avuto modo di assistere alla proiezione in anteprima del video girato da
Camarca all'interno del centro e in Moldavia.
Per maggiori dettagli vi rimando ad un articolo che uscirà nei prossimi
giorni sul Manifesto, scritto dall'ottima Giovanna Boursier.
Alcune segnalazioni però vorrei farle:
Il video è una apologia di don Cesare, inquadrato per buona parte dei 50
minuti che parla, parla, parla, distillando provocazioni e perle di umana
saggezza.
Ma - ignorando totalmente le modalità di detenzione -c'è anche il tempo per
mostrare quanto è pulito il centro, quanto sono bravi gli agenti delle forze
dell'ordine che con spirito di fratellanza universale accompagnano gli
"ospiti" nelle loro stanze. Manca solo sentir dire "A che ora vuole che le
sia servita la colazione sir?".
Poi l'attenzione si sposta sulle ragazze sfuggite alla tratta con l'articolo
18.
Sono loro a parlare, a raccontare storie tremende di abusi e di schiavitù,
loro a sorridere perché grazie a Don Cesare vivono una nuova vita. Alla
faccia della privacy le ragazze vengono inquadrate in primo piano (ma non
era proibito alle telecamere entrare nei centri?) e si raccontano. Quando il
film troverà una ampia distribuzione (poco ma sicuro) magari in Rai "prima
serata" quelle che si sono rifatte una vita si ritroveranno al centro
dell'attenzione. Una di loro dice orgogliosamente di aver denunciato 25
protettori, speriamo che nessuno di questi sia in condizione di nuocere.
Ma, ripeto, leggetevi l'articolo della Boursier.
Ultima chicca: in un pubblico composto in maggior parte da giornalisti,
poliziotti in borghese e no, eminenze di vario genere, spiccava la presenza
di un solo uomo politico che è stato ringraziato tanto da Mobns. Ruppi
quanto da Lodeserto per la collaborazione.
Si tratta dell'onorevole Maritati (DS).
Ogni commento è superfluo



Stefano Galieni





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