[Forumlucca] Fwd:Sciopero 21 maggio

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著者: rdblucca@inwind.it
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題目: [Forumlucca] Fwd:Sciopero 21 maggio
21 maggio 2004 - Comunicato RdB CUB Pubblico Impiego

50.000 AL CORTEO DELLA RdB P.I.
PER IL SALARIO, I DIRITTI E LA DIGNITA’

Riuscito in tutto il Paese lo sciopero generale del pubblico impiego. Gli uffici deserti hanno fatto registrare disagi per l’utenza anche a causa delle inadempienze delle Amministrazioni che non hanno adeguatamente pubblicizzato, come previsto dalla legge, l’agitazione del personale.
In 50.000 hanno sfilato nella manifestazione nazionale promossa a Roma dalle Rappresentanze di Base del Pubblico Impiego.
Il corteo era aperto dalla statua di S. Precario, protettore di tutti i precari, giunto direttamente a Roma dal May Day del 1° Maggio di Milano al cui seguito sfilavano migliaia di precari delle pubbliche amministrazioni che da anni lottano per la trasformazione dei vari contratti figli del Pacchetto Treu: Co.co.co. della Asl di Sulmona, i precari del Catasto, della Giustizia, della Ricerca, della Croce Rossa, dei Beni Culturali, dell’Inail e di molte altre amministrazioni.
Seguivano gli striscioni dei lavoratori di ruolo dei Ministeri, della Sanità, del Parastato, dei Vigili del Fuoco, dell’Università e della Scuola e quelli dei coordinamenti RdB del pubblico Impiego delle varie città e regioni che rivendicano l’apertura immediata dei contratti, salari adeguati, il potenziamento della Pubblica Amministrazione e la riconquista della dignità di lavoratori.
Il corteo è sfilato per via XX Settembre sotto il ministero dell’Economia dove si sono levate salve di fischi all’indirizzo dell’inquilino Tremonti che esprimono tutto il disappunto dei lavoratori pubblici verso una politica fiscale a tutto danno dei salari, delle pensioni e dello stato sociale.
Il corteo è terminato alle 13,30 circa sotto le finestre del ministro Maroni dove nel comizio finale è stata messa in evidenza, oltre alle tematiche della giornata, la richiesta dell’immediato ritiro delle truppe dall’Iraq e da ogni altro teatro di guerra, perché le guerre sono sempre contro i lavoratori, i loro salari, le loro pensioni, il loro welfare.