Amici miei
queste buone nuove sono in una forma un po' insolita.
Senza togliere nulla alla lettura di questa splendida testimonianza che ci ha dato Olivier di una giornata insolita in un luogo insolito, vi lascio con un fortissimo abbraccio.
pfa ste
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B U O N E N U O V E
Agenzia di stampa elettronica umanista
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Pubblica solo notizie sui progressi sociali,
scientifici, culturali dell'essere umano.
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N.186 20 Maggio 2004
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** EDITORIALE ** Speciale Punta de Vacas di Olivier Turquet
Scusate il ritardo ma il vostro caporedattore era dall'altra parte del
mondo e qui sotto trovate il suo articolo e testimonianza sulle parole di
Silo proninciate il 4 di maggio a Punta de vacas nonche il discorso in
questione.
Scuse sentite a coloro che hanno mandato notizie in questi ultimi tempi
e le troveranno nel prossimo numero che faremo a breve.
Chi fosse interessato a qualunque cosa inerente il discorso puo'
scriverci a buonenuove@??? oppure consultare il sito
www.silo.net dove trovera' anche il video dell'evento.
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I nostri sguardi
Impressioni di una giornata indimenticabile, la celebrazione del
Messaggio di Silo a Punta de Vacas, il 4 Maggio 2004.
Arriviamo a Punta de Vacas con Ana, suo figlio Mauricio e Ivan verso
le dieci del mattino del 4 di Maggio. Il sole e' splendido e quasi non c'e'
vento. Le montagne ci accolgono e ci mostrano la loro potenza. Il
luogo dove tutto si svolgera' e' accanto all'unica strada che porta da
Santiago a Mendoza, a pochi chilometri dal confine tra Cile e
Argentina, a 2800 metri d'altezza; di norma qui non vive nessuno, non
c'e' energia elettrica, non ci sono alberi e la poca vegetazione, timidi
arbusti, lotta ogni giorno con la montagna e le sue leggi ferree.
Gia' a quest'ora il posto e' curiosamente popolato da una fauna insolita:
esseri umani. Sono gia' arrivati dall'Argentina numerosi pullman e la
gente che sta organizzando lavora tranquillamente per rendere
possibile questa cosa un po' da pazzi, fare una celebrazione quassu',
con gente da tutte le parti del mondo, in mezzo alle montagne. Ieri
notte, quando siamo venuti qua sotto la luna piena, a mezzanotte,
infagottati nelle nostre tenute da sci, non c'era nulla, solo il monolito di
acciaio lucido che dice, semplicemente "1969-1999" ricordando le altre
due date in cui qui Silo ha parlato.
Ora e' pieno di bandiere multicolori e la fontana costruita da poco
zampilla di acqua cristallina di montagna. La gente si abbraccia, chi
distribuisce libri, chi installa striscioni multicolori, chi fotografa, chi
installa telecamere e altoparlanti, un'infinita serie di saluti agli amici
conosciuti e sconosciuti. Il monolito e' il centro manifesto di tutto cio',
svetta e brilla nel sole abbagliante piantato su questa collinetta che
guarda la "carretera" da un lato e la montagna dall'altro, e che fornisce
un anfiteatro naturale dove la gente si sta accampando.
Un po' alla volta arrivano i bus dal Cile e ricevono, uno a uno, un
grande applauso dalla collina; sono partiti alle 4 del mattino da una
Plaza Italia di Santiago deserta ma invasa; hanno passato la
burocrazia della frontiera e si vanno a piazzare nel parcheggio
inventato da una ruspa per l'occasione; a mezzogiorno arriveranno gli
ultimi e li aspetteremo per cominciare.
Il popolo che si e' riunito qui e' multicolore, sembra l'espressione stessa
della diversita': di tutti i colori, di tutte le eta', sciamani e militanti
politici, atei e mistici, curiosi e siloisti della prima ora incrociano i loro
sguardi, si salutano, si abbracciano, chiacchierano.
In realta' tutto si svolge cosi' intensamente che quello che e' successo
in due ora sembra essere durato in eterno. Il Negro, come lo
chiamano, che parla nel sole: "voliamo sulle ali di un uccello chiamato
tentativo" mentre due condor volteggiano sopra di lui. Mario parla per
15 minuti che sembrano eterni per la quantita' di cose che riesce a
dire, dalla politica internazionale fino alla contraddizione intima di
ognuno. Poi, alla fine "mentre le parole vanno scomparendo con
calma, i nostri sguardi le sostituiscono, i nostri sguardi si incontrano e
si comprendono in profondita'".
Cosi', immersi tra i nostri sguardi, continuiamo con le cerimonie, la
Forza, il Benessere, la Protezione dei bambini, i Matrimoni e poi, come
in ogni buona festa, la musica, la merenda, alcune tonnellate di pollo
fritto escono dal cofano dell'auto di Anna e brindiamo con acqua e
bibite gassate, mentre il sole va nascondendosi dietro la montagna,
ricordandoci gentilmente che la frontiere chiude ad una certa ora e che
bisogna partire.
Oggi e' iniziata una Nuova Era, oggi ho sentito, ma sono certo che lo
hanno sentito tutti, che vale la pena pensare, sentire ed agire a favore
dell'umanizzazione della terra; mi sono sentito vicino a tutti coloro che
conosco e a tutti quelli che devo ancora conoscere che stanno
tracciando questo cammino, in qualunque modo lo stiano tracciando. A
tutti voi, umili costruttori, va dall'alto di queste montagne un saluto da
cuore a cuore.
Olivier
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Parole di Silo in occasione della prima celebrazione annuale del
Messaggio di Silo.
Punta de Vacas. 4 Maggio 2004.
Cari amici.
Abbiamo fallito. pero' insistiamo!
Abbiamo fallito ma insistiamo col nostro progetto di umanizzazione del
mondo.
Abbiamo fallito e continueremo a fallire una e mille volte perche'
cavalchiamo sulle ali di un uccello chiamato "tentativo" che vola al di
sopra delle frustrazioni, delle debolezze e delle piccolezze.
È la fede nel nostro destino, e' la fede nella giustezza della nostra
azione, e' la fede in noi stessi, e' la fede nell'essere umano, la forza
che anima il nostro volo.
Perche' non e' la fine della Storia, ne' la fine delle idee, ne' la fine
dell'uomo, e non e' neppure il trionfo definitivo della malvagita' e della
manipolazione, per questo possiamo sempre tentare di cambiare le
cose e cambiare noi stessi.
Questo e' il tentativo che vale la pena vivere perche' e' il
proseguimento delle migliori aspirazioni della gente buona che ci ha
preceduto. È il tentativo che vale la pena vivere perche' e' il
precedente per le future generazioni che trasformeranno il mondo.
Due grandi anime che hanno lottato contro la discriminazione e
l'ingiustizia accompagnano il nostro incontro. Guide ispiratrici della
non-violenza: Mahatma Gandhi e Luther King, conobbero il fallimento
ma non cessarono mai il loro tentativo. Oggi sono molto presenti nella
nostra mente e nel nostro cuore.
In questo mondo disgraziato in cui la forza e l'ingiustizia
spadroneggiano nei campi e nelle citta', come si pensa di porre fine la
violenza?
Forse pensano di essere un esempio ispiratore per le nuove
generazioni quando travestiti da video game inveiscono contro il
mondo; quando minacciano facendo mostra del peggiore teppismo;
quando, infine, inviano i loro ragazzi ad invadere, a uccidere e a
morire in terre lontane. Questa non e' una buona strada ne' un buon
esempio.
Forse pensano che tornare alle primitive pratiche della pena di morte,
sara' un grande esempio sociale.
Forse pensano che penalizzando progressivamente il delitto
commesso da ragazzini, scomparira' il delitto. o scompariranno i
ragazzini!
Forse credono che trasferendo la pratica del "pugno duro" nelle strade,
le strade saranno sicure.
Certamente questi problemi esistono e attualmente si moltiplicano, ma
dall'approccio violento alla violenza non ne derivera' la pace.
Non risultera' la pace da questa visione zoologica della vita che
sostiene la lotta per la sopravvivenza, la lotta per il predominio del piu'
adatto. Non avra' successo questo mito. Non risultera' la pace
manipolando le parole o censurando le genuine denunce che vengono
fatte contro ogni sopruso e ogni atrocita' che si commette contro gli
esseri umani. A questo punto faro' attenzione a non menzionare i
"diritti umani" perche' anch'essi sono stati svuotati di contenuto e falsati
nel loro significato. Oggi succede che si bombarda popolazioni indifese
per proteggere i loro diritti umani.
Non risultera' la pace da questa visione zoologica della vita che
sostiene un ordine sociale basato su premi e castighi trasportando
l'addomesticamento animale all'onorato cittadino che comincia ad
allenarsi alla diffidenza, alla delazione e a mercanteggiare i suoi affetti.
"Ma bisogna fare qualcosa", si sente dire dappertutto. Va bene, io diro'
cosa bisogna fare, ma non servira' a niente dirlo perche' nessuno
l'ascoltera'.
Io dico che nell'ordine internazionale, tutti quelli che stanno invadendo
territori dovrebbero ritirarsi immediatamente e rispettare le risoluzioni e
raccomandazioni delle Nazioni Unite.
Dico che nell'ordine interno delle nazioni si dovrebbe lavorare per far
funzionare la legge e la giustizia per quanto imperfette, prima di
indurire leggi e disposizioni repressive che cadranno nelle stesse mani
di quelli che ostacolano la legge e la giustizia.
Dico che nell'ordine domestico la gente dovrebbe fare cio' che predica
uscendo dalla sua retorica ipocrita che avvelena le nuove generazioni.
Dico che nell'ordine personale ognuno dovrebbe sforzarsi per riuscire a
far coincidere cio' che pensa con cio' che sente e con cio' che fa,
modellando una vita coerente e sfuggendo alla contraddizione che
genera violenza.
Ma niente di quello che dico sara' ascoltato. Cio' nonostante, gli stessi
avvenimenti faranno si' che gli invasori si ritirino; che i duri siano
ripudiati dalle popolazioni che esigeranno il semplice adempimento
della legge; che i figli rimproverino ai padri la loro ipocrisia; che
ognuno rimproveri se' stesso per la contraddizione che genera in se' e
in coloro che lo circondano.
Siamo alla fine di un oscuro periodo storico e ormai nulla sara' come
prima. Poco a poco comincera' a schiarirsi l'alba di un nuovo giorno; le
culture cominceranno a capirsi, i popoli sperimenteranno un'ansia
crescente di progresso per tutti comprendendo che il progresso di
pochi finisce nel progresso di nessuno. Si, ci sara' pace e per
necessita' si comprendera' che si comincia a profilare una nazione
umana universale.
Nel frattempo, noi che non siamo ascoltati lavoreremo a partire da oggi
in tutte le parti del mondo per fare pressione su coloro che decidono,
per diffondere gli ideali di pace in base alla metodologia della non-
violenza, per preparare il cammino dei nuovi tempi.
Si, vale la pena che questo Messaggio e questo Umanesimo
Universalista prendano forza. Vale la pena che la gente giovane
incrementi questa Forza Morale come una variabile della Storia. che
questo fiume sia incontenibile y si senta il suo rumore in tutte le lingue
della Terra. Allora, le nuove generazioni cominceranno ad insegnare a
quelle adulte con un nuovo affetto e una nuova comprensione.
Infine, amici, io vorrei condividere con tutti questa certezza profonda
che dice: "il Sacro e' in noi e nulla di male puo' succedere in questa
ricerca profonda dell'Innominabile". Credo che qualcosa di molto
buono succedera' quando gli esseri umani incontrino il Senso tante
volte perduto e tante volte ritrovato nelle svolte della Storia.
Io vorrei, amici, che si sentisse il Messaggio del Profondo. Non e' un
Messaggio chiassoso, e' un messaggio molto sommesso che non lo si
puo' ascoltare quando lo si vuole afferrare.
Io vorrei, amici, trasmettere la certezza dell'immortalita'. Ma, come
potrebbe cio' che e' mortale generare qualcosa immortale? Magari
dovremmo domandarci come e' possibile che cio' che e' immortale
generi l'illusione della mortalita'.
Che buono e' stare qui assieme a considerare il presente ed il futuro.
Che buono e' che in questo momento stiano assistendo a questo
incontro migliaia di amici di differenti latitudini. Ma, d'altra parte, ormai
non c'e' bisogno che cerchiamo luoghi lontani per esprimerci senza
offendere nessuno, perche' queste parole stanno arrivando molto
lontano. Quindi bisognera' chiedere scusa a coloro che si siano sentiti
aggrediti dalle nostre parole che senza dubbio non volevano essere
personali ma piuttosto si volevano riferire a situazioni e a momenti
storici precisi.
Mentre le parole muoiono con calma i nostri sguardi le sostituiscono.
I nostri sguardi si incontrano e si comprendono in profondita'.
Salutiamo tutti con tutto il cuore.
Silo
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