[Lecce-sf] 2 giugno "Blocchiamo le parate militari"

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Autore: Antonella Mangia
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Oggetto: [Lecce-sf] 2 giugno "Blocchiamo le parate militari"
2 giugno "Blocchiamo le parate militari"
Il movimento contro la guerra prepara l'accoglienza a Bush e dà appuntamento per "disturbare" la festa della Repubblica l'appello dei pacifisti

"Bloccare dove possibile le parate militari del 2 giugno". Il movimento pacifista apre un nuovo fronte di contestazione dopo le azioni previste il 4 giugno per far capire a Bush che "è indesiderato" e si prepara a "disturbare" le sfilate militari organizzate per la festa della Repubblica. Un appello quello a manifestare contro le parate di reparti e mezzi corazzati che riunisce il movimento pacifista ancora diviso, invece, sull'accoglienza da riservare a Bush.

"Sabotiamo le parate di guerra", dicono i Giovani comunisti per bocca del nuovo segretario Michele De Palma. "La nostra contestazione - dice il neosegretario dei giovani di Rifondazione - servirà a restituire alla festa della Repubblica il suo vero significato: ovvero che l'Italia ripudia la guerra".

"Manifesteremo il dissenso verso la parata militare ancora più inopportuna in un momento come questo" gli fa eco Riccardo Troisi della Rete Lilliput, il network delle associazioni pacifiste e non violente di cui molte di ispirazione cattolica. Dunque è tutto il movimento che si prepara a contestare le sfilate dei reparti un po' in tutto il Paese con, in testa, ovviamente la grande celebrazione di Roma. "Di sicuro - dice Troisi - stenderemo le bandiere arcobaleno sui ponti di Roma e poi in qualche modo, vedremo quale, renderemo visibile il nostro dissenso rispetto alla parata".

Ma intanto continua la discussione per l'accoglienza da riservare a George Bush. Di sicuro il 4 giugno sarà una giornata difficile per la capitale. Inizierà al mattino con "azioni che renderanno ingovernabile ed ingestibile la città" come dicono i Disobbedienti. Da un'assemblea cittadina è uscito un appello "alla cittadinanza romana nelle sue figure sociali, studenti, lavoratrici e lavoratori, precarie e precari, comunità migranti, ad attivarsi in questo senso, fermando le attività nelle scuole, nelle università, nei luoghi di lavoro, nei circuiti della produzione e della distribuzione, nella circolazione e negli esercizi commerciali, ed a riconquistare liberamente le sue strade, contro l'esproprio da parte dei poteri illegittimi della guerra". Tradotto significa che il movimento non accetterà "zone rosse" e divieti a manifestare.

Ma anche dalla Rete Lilliput annunciano oltre ad una piazza tematica contro tutte le guerre che durerà tutta la giornata anche "azioni diffuse simboliche e non violente che manifestano inospitalità al signore della guerra".

Nel pomeriggio è previsto un corteo nazionale che, nella volontà di Disobbedienti e centri sociali, dovrebbe sfilare nelle vie del centro cittadino ma su questo punto le perplessità sono tante. "Se non è chiaro un patto con le altre realtà di movimento noi non ci stiamo - dice ancora Troisi - non ci interessa un confronto muscolare. Il movimento è maturo per andare oltre il classico corteo per di più in una zona militarizzata". Insomma i pacifisti vogliono garanzie e cercano di sfuggire al "modello Genova" con il confronto diretto nei pressi delle zone dove si muoverà Bush così come successe a Genova nel 2001.




        
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