UN 1° MAGGIO di LOTTA!
Il 1° maggio nasce come momento di lotta dei lavoratori. La prima Internazionale nel 1866 lancia la proposta delle otto ore come limite massimo dell'attività lavorativa.
Nel 1886, dopo che la polizia aveva già sparato sugli operai provocando 4 vittime, nei giorni successivi al 1° maggio, a Chicago, nel corso di una manifestazione, durante scontri con la polizia in cui furono uccisi otto operai, viene lanciata una bomba. Del fatto vennero accusati, senza prove, otto anarchici. Quattro di loro vennero impiccati in carcere. Il ricordo dei martiri di Chicago diviene il simbolo della lotta per le otto ore che rivive nella giornata a loro dedicata: il 1° maggio. Nel 1891 il congresso dell'Internazionale rende permanente tale ricorrenza ''il 1° maggio diventa la festa dei lavoratori di tutti i paesi, in cui manifestare la comunanza delle loro rivendicazioni e la reciproca solidarietà.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. I padroni, con i vari governi di centrosinistra e di centrodestra, con le loro leggi Treu e legge 30, grazie ad accordi con i sindacati concertativi Cgil, Cisl e Uil, hanno ridotto di nuovo il 1° maggio a una giornata di sfruttamento come e peggio di tutte le altre, soprattutto, ma non solo, per i lavoratori precari.
Ma se nulla è più come prima è giusto che tutti sappiano che la misura è colma e che i lavoratori intendono riconquistare diritti, dignità e reddito.
Proprio il precariato sociale è divenuto un nuovo soggetto politico. Milioni di donne e di uomini che in Italia e in Europa lavorano a futuro indeterminato e a salario incerto, di notte e di giorno, di sabato e di domenica. Milioni di persone, di giovani non possiedono più né vita né affetti, ormai dati interamente in pegno alle imprese.
Un 1 maggio di lotta, per rivendicare garanzia di reddito, contributi sociali e ferie, diritto di autorganizzazione sindacale e fine della discriminazione tra chi è precario e chi no, tra chi è part time e chi è full time, accesso sussidiato alla cultura, alla formazione, alla casa, alla sanità e ai servizi sociali di base, accesso al credito e alla possibilità di mutuo, limitazione del lavoro festivo e notturno e della turnazione e mobilità selvagge.
LEUROMAYDAYPARADE, al quale partecipano tutti i lavoratori, è dedicata proprio a questo nuovo soggetto politico perché il precariato sta al postfordismo come il proletariato stava al fordismo: i precari sono il gruppo sociale prodotto dalla trasformazione neoliberista delleconomia. E il terziariato degli ipermercati e delle catene commerciali, dei servizi alle imprese e alle persone; è il cognitariato della tecnologia dellinformazione e dellindustria della comunicazione: siamo ormai, anche noi del pubblico impiego, quasi tutti precari e flessibili.
Questanno è tutto molto più grande.
La Parade è diventata un grande appuntamento transnazionale. Si svolgeranno due manifestazioni in contemporanea a Milano e Barcellona (Spagna e Italia sono i due Paesi con più alto tasso di precari) ma si terranno iniziative anche a Parigi Londra e Berlino. Sono in arrivo migliaia di lavoratori a tempo indeterminato, precari, parasubordinati a tempo pieno, a part-time, a termine, in apprendistato, in cooperativa, in subappalto, dalla nuova e vecchia Europa.
Sarà un 1 maggio contro la guerra e per il ritiro delle truppe doccupazione dallIRAK.
Contro uneconomia di guerra messa in moto da unaggressione imperialista con lo scopo di sancire legemonia mondiale di un modello neoliberista che si è dimostrato incapace di diffondere ricchezza o prevenire crisi economiche. Nel nome del neoliberismo, lélite politiche dellOccidente, rafforzate da norme sociali coercitive, hanno venduto anime e patrimoni pubblici ai mercati finanziari e alle imprese transnazionali, privatizzando servizi, case, salute, educazione, etere, rafforzando così la tendenza neoliberista verso laumento della disuguaglianza.
Siamo convinti che al cuore del processo di accumulazione neoliberista risieda lattacco alle tutele e ai diritti del mondo del lavoro, il lavoro flessibile e precario di giovani, donne, migranti.
Il corteo partirà alle ore 15 da Porta Ticinese e si concluderà in Piazza Castello.
La manifestazione si svolgerà separatamente da quella di Cgil-Cisl-Uil che ripropongono la politica concertativa che ha spianato la strada alle politiche antisociali di Berlusconi e di Confindustria e che ha reso precario e sottopagato il lavoro, ridimensionato la previdenza pubblica a favore dei fondi pensione, favorito la trasformazione della scuola in azienda, della salute in merce.
Un 1 maggio di lotta e non un patetico concerto!
percorso: raduno in piazza XXIV Maggio quindi sfilata per corso di Porta Ticinese, via De Amicis, via Cesare Correnti, via Torino, Piazza Duomo, via Orefici, Cordusio, via Broletto, via Ponte Vetero, via Mercato, corso Garibaldi, largo La Foppa, via Moscova, piazza Lega Lombarda, piazza Tinaglia, via Legnano, piazza Marengo, Foro Bonaparte, Largo Cairoli, Piazza Castello.
PER INFORMAZIONI:
federazione nazionale RdB/CUB 06762821
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