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Sent: Thursday, April 22, 2004 12:35 PM
Subject: [studentipace] Appello al movimento per la pace e alla società
civile.
> Ciao atutt@
> questo è un appello contro i provvedimenti legali che 9 attivisti contro
la
> guerra (tra cui il sottoscritto)hanno preso relativamente alle
mobilitazioni
> nonviolente dell'anno scorso durante il tentativo di blocco dei convogli
> militari che trasportavano via treno armi destinate all'Iraq raccolte
prsoo la
> base di Camp Darby
> Porterò l'appello a lezione ma ne lascio una copia anche nella bacheca di
corso
> Italia (visto che la settimana prossima non ci sarò)
> a presto Daniele
>
> Appello al movimento per la pace e alla società civile.
>
> È passato poco più di un anno da quando, il Governo, in aperta violazione
> dell'art.11 della costituzione e contro la stragrande maggioranza
> dell'opinione pubblica, ha trascinato il nostro paese in una guerra di
> aggressione a fianco degli USA adducendo necessità che si sono poi
rivelate
> false e pretestuose (le armi di distruzione di massa mai trovate).
> Contro quella guerra si è sviluppato il più grande movimento pacifista
> della
> storia, che ha portato nelle piazze di tutto il mondo 110 milioni di
> persone
> e che, in Italia, ha individuato nella pratica del blocco dei carichi di
> armi in transito verso gli scenari bellici, uno dei suoi terreni di
azione.
> Quelle azioni non furono messe in atto da sparute avanguardie, ma, al
> contrario, furono l'espressione di una moltitudine di uomini e donne che
> scelsero di disobbedire ad una guerra ingiusta con una pratica di
> opposizione radicale ma sempre nonviolenta, moltitudinaria, condivisa
nelle
> forme e negli obiettivi e quindi pubblica e legittima.
> Quelle azioni rappresentarono l'unica via di opposizione reale al massacro
> che si stava per compiere e si sta tuttora compiendo, dopo che nessuna via
> diplomatica o istituzionale era riuscita ad impedire, o anche soltanto a
> rimandare temporaneamente, un'aggressione militare del tutto illegale ed
> illegittima.
> Questi i fatti. Oggi, lontano dai riflettori dei mass-media, si sta per
> consumare la
> vendetta dell'apparato repressivo che, nell'impossibilità di mettere sotto
> processo l'intero movimento, ha preferito caricare su pochi singoli,
perché
> più esposti o semplicemente scelti a caso nel mucchio, tutte le
> responsabilità.
> È così che in un anno si sono accumulate decine di denunce per una
> moltitudine di fatti e comportamenti che solo un anno fa erano considerati
> perfettamente legittimi, oggi si vuole rileggerli in chiave addirittura
> criminale: blocchi stradali, manifestazioni non autorizzate, resistenza a
> pubblico ufficiale etc.
> Proprio qui a Pisa, dove si è espresso il punto più alto della resistenza
> nonviolenta alla guerra, si sta celebrando un processo contro 10 attivisti
> accusati di blocco stradale.
> Oggi come un anno fa è necessario opporsi alla guerra, ufficialmente
> conclusa ma nei fatti ancora in atto. Una guerra che ha valicato i confini
> dell'Iraq e che miete le sue vittime soprattutto tra i civili, a Baghdad
come a
> Madrid.
> Oggi come un anno fa i carichi di armi statunitensi diretti in Iraq
> transitano sui nostri territori utilizzando le infrastrutture civili
> nell'inconsapevolezza generale.
> Oggi come un anno fa la stragrande maggioranza degli italiani è contraria
a
> questa guerra come dimostrano i più di un milione di persone scese in
piazza
> il 20 marzo, che ci dicono che il movimento per la pace è vivo e forte e
che
> fuorilegge è il Governo.
> Per questo crediamo che questo processo riguardi il movimento, per questo
> chiediamo al movimento di difendere le singolarità che lo hanno animato e
> che lo animano, ribadendo il diritto, ovvio in quei giorni, di disobbedire
alla
> guerra.
> Bloccare i trasporti di armi non è reato, illegale è la guerra e chi la
> sostiene.
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