Autore: Andrea Agostini Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] legno illegale e armi
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DEFORESTAZIONE|La denuncia in un rapporto del Wwf
Italia, troppo legno illegale
Dodici i paesi sotto esame, maglia nera al nostro paese. Ma ad essere
bocciato è l'impegno dei governi europei per contrastare un'attività che
distrugge l'ambiente, impoverisce le popolazioni interessate. E che troppo
spesso è legata al commercio di armi
Italia bocciata in protezione delle foreste. È ancora troppo il legno
illegale che entra nelle frontiere nazionali e per questo in pagella rimedia
un sonoro 5 insieme al Portogallo, su un massimo di 18 punti. Ma la
situazione europea non è poi migliore. Appena sufficienti sei paesi:
Austria, Finlandia, Francia, Grecia, Olanda e Spagna; quota sette per
Germania e Svezia; nove punti alla
Danimarca, dodici al Regno Unito. È questa la classifica EuroBarometro in
merito a impegni, posizioni e attività dei governi in materia di taglio
illegale. Un fronte sul quale punta l'ultimo rapporto del Wwf nel quale si
evidenzia come i governi europei non stiano contrastando efficacemente il
taglio illegale. Dodici i paesi sotto esame e all'Italia il Wwf consegna la
maglia nera. In generale a essere bocciato è l'impegno dei governi europei
per contrastare il taglio forestale illegale.
La valutazione si è basata su nove diversi interventi necessari per
contrastare il problema della deforestazione: nessuno dei paesi considerati
ha raggiunto una prestazione complessiva soddisfacente. La ricerca mostra
come la maggior parte dei governi condivide interventi a livello comunitario
per bandire l'importazione illegale di legno, contrastare il disboscamento
non consentito nei paesi candidati o prossimi a entrare nell'Unione,
sostenere la proposta di un meccanismo su base volontaria capace di chiudere
i confini dell'Ue al legno illegale. «Tuttavia - si legge nel rapporto -
questi stessi paesi non stanno applicando misure efficaci nei rispettivi
mercati interni». Mentre i governi Ue acquistano il 20% dei prodotti
ricavati dal legno venduti nell'Unione per le opere pubbliche, solo sei
paesi (Austria, Danimarca, Francia, Germania, Grecia e Regno Unito) si sono
impegnati a comprare il legno da fonti certificate e sostenibili. Tra
questi, solo la Gran Bretagna sta controllando l'applicazione della propria
politica di acquisto. Quello britannico, inoltre, è l'unico governo ad aver
instaurato una collaborazione con un paese produttore (l'Indonesia) per
contrastare la deforestazione illegale e il commercio a essa legato.
«Il commercio di legno illegale è un giro d'affari multimiliardario, esteso
in tutto il mondo, è un'attività che distrugge l'ambiente, impoverisce le
popolazioni interessate e distorce la concorrenza: i paesi dell'Ue, data la
loro capacità di acquisto, hanno una responsabilità fondamentale nel
contrastarlo raddoppiando gli sforzi», ha detto Duncan Pollard, a capo
dell'European Forest Programme Wwf. Fino a 200 milioni di metri cubi di
legno sono importati ogni anno dai diversi paesi europei. La metà del legno
importato nell'Unione viene dalla Russia e dall'Est europeo (14,5% Russia,
35% da paesi che presto entreranno nell'Unione) e in buona parte si tratta
di legno illegale. Il 20 % arriva da Africa, America Latina e Asia. I
precedenti rapporti del Wwf hanno mostrato, ad esempio, che fino al 50%
dell'intera attività di deforestazione nell'estremo oriente russo e in
Estonia è illegale, così come il 20% circa di quella lettone e il 27% di
quella praticata nella zona nord occidentale della Russia.
«L'Italia è il sesto importatore mondiale di prodotti forestali, il secondo
europeo e il primo importatore dai Balcani - ha sottolineato il responsabile
del Programma foreste del Wwf Italia, Edoardo Isnenghi - il nostro paese è
anche il secondo importatore europeo di legno tropicale dall'Africa, e il
primo dal Camerun. La posizione dell'Italia nel settore delle importazioni
dall'Africa e dai paesi dell'accesso impone che vengano avviate azioni
puntuali per contenere il fenomeno dell'illegalità forestale come
raccomandato dalla Commissione europea».
In sintesi, sono quatto le richieste dell'associazione ambientalista:
mettere a punto accordi bilaterali, per esempio con il Camerun, per
controllare l'illegalità nei paesi produttori. Sviluppare raccomandazioni
per la fornitura di prodotti forestali nel settore pubblico. Incoraggiare le
imprese private ad adottare sistemi di licenze volontarie che accompagnino i
prodotti e permettano ai consumatori il riconoscimento della provenienza
legale di prodotti in legno e carta. Infine, vietare l'importazione di
legname da paesi in guerra, che spesso finanzia il commercio di armi.