Autore: Andrea Agostini Data: Oggetto: [NuovoLaboratorio] legambiente la tassa sul ponte - messina -
da lanuovaecologia.it
venerdi 16 aprile 2004
GRANDI OPERE|
Ieri il bando sulla Gazzetta Ufficiale
La tassa sul Ponte
100 milioni di Euro l'anno. E' quanto dovranno pagare le Fs, secondo
Legambiente, alla Stretto di Messina spa. Mentre Verdi e Wwf chiedono di
fermare la gara per la selezione del General contractor
E' partita ieri la gara internazionale per la selezione del General
contractor al quale affidare la realizzazione del ponte sullo Stretto di
Messina. Un bando da 4,4 miliardi di euro, il più grande mai realizzato in
Italia, che prevede l'attraversamento dello Stretto e i suoi collegamenti
stradali e ferroviari sui versanti Sicilia e Calabria. Tutto,
secondo quanto pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale", nel giro di 6 anni e 6
mesi dall'inizio delle attività previsto per la fine del 2005. E con un
impegno di spesa per il General contractor (che dovrà candidarsi entro il
prossimo 13 luglio) pari ad almeno il 10% del valore dell'opera e con un
limite massimo fissato per legge al 20%.
Un atto, la pubblicazione del bando, che segna secondo Pietro Ciucci
(amministratore delegato della Stretto di Messina spa) «definitivamente
l'avvio della fase realizzativa». Ma che non ha mancato di sollevare le
proteste degli ambientalisti. A partire da Legambiente che ha chiesto
esplicitamente di stracciare la Convenzione fra governo e Società Stretto di
Messina. «Le Fs sono costrette a pagare una tassa di oltre 100 milioni di
Euro all'anno - dice Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - Il che
vuol dire 4 miliardi di Euro nell'arco dei 30 anni della Convenzione, a cui
aggiungere almeno 1,2 miliardi di Euro tra opere di collegamento e
partecipazione alla Società. Insomma, si metteranno letteralmente in
ginocchio le ferrovie nel Mezzogiorno».
Un vero e proprio salasso al quale Legambiente ha dedicato un intero
Dossier. Dimostrando come non sia vero, come sostiene la Stretto di Messina
spa, che il
ponte non avrà contributi pubblici e che servirà soprattutto a rilanciare il
trasporto ferroviario. «In realtà - aggiunge Della Seta - a leggere bene la
convenzione si capisce il vero e proprio trucco messo in atto da Berlusconi
e Lunardi per far finta che saranno i privati a finanziare la loro "grande
opera": si fa pesare sulle Ferrovie un vero e proprio fardello che le
condannerà per anni a deficit insostenibili e le costringerà ad aumenti
significativi delle tariffe solo per garantire ai privati un ritorno del
prestito che altrimenti sarebbe impossibile».
Il no al ponte intanto è stato ribadito anche dal Wwf, che giudica gli
annunci «un bluff propagandistico ad una settimana dal voto del Parlamento
Ue sulle reti transeuropee, nel corso del quale l'assemblea di Strasburgo
tornerà a esprimersi, dopo la prima bocciatura, sull' inserimento del Ponte
nelle grandi opere europee». Mentre i Verdi che chiedono al ministro delle
Infrastrutture, Pietro Lunardi, di venire in Parlamento «per spiegare come
il governo intenda risolvere le grandi incognite che ancora pesano sul
progetto del Ponte sullo Stretto, come il piano finanziario ed il costo
reale del progetto e dell'ipoteca lanciata sui futuri bilanci di Ferrovie
dello Stato».