Da Lecce Sera del 5 aprile 2004
Inceneritore Il danno è enorme
De Giorgi: Rilanciare gli impianti di compostaggio.
E la differenziata
La filiera politica degli inceneritori è presto descritta. Partirebbe dal
macro livello nazionale rappresentato senza ombra di dubbio dal ministro per
lAmbiente, quellAltero Matteoli che in An ha dato vita alla corrente Nuova
Alleanza, per approdare, in Puglia, al presidente Raffaele Fitto. Che
infatti con il bando pubblicato in dicembre, e nelle vesti di Commissario
per lemergenza ambientale, individua per ogni provincia la realizzazione di
un impianto di termovalorizzazione e di fatto boccia senza appello, questo
temono gli ambientalisti e soprattutto Antonio De Giorgi, ingegnere esperto
nel settore, direttore peraltro dellAgenzia per lEnergia della Provincia
di Lecce, logica e ragione della raccolta differenziata, con effetti
peraltro devastanti non solo sul piano culturale e sociale della gestione
dei rifiuti, ma anche della salute dei cittadini. La svolta politica,
commenta infatti lo stesso De Giorgi, parte dal livello nazionale per
approdare a livelli regionali e territoriali. Con una conversione esatta
verso gli inceneritori. Basti vedere come anche per il Salento la situazione
si sia, per così dire, evoluta. Dalla originale previsione di un
inceneritore per 400 tonnellate al giorno si è passati al decreto Bando Por
per un inceneritore a servizio dellintera provincia da mille tonnellate al
giorno. Tutto questo, commenta il direttore dellAgenzia, quasi nel più
assoluto silenzio e con scarsissima informazione, e con decisioni importanti
già assunte da diversi comuni. Quelli dellAto 2, ad esempio, dove due
delibere in merito sono già state adottate. La prima per autorizzare una
missione a Dalmine, Bergamo, e visionare lmpianto già esistente. Una
successiva, votata peraltro da una maggioranza di poco oltre il 50 per
cento, con cui si è deciso di dare ampia disponibilità territoriale al
termovalorizzatore, individuando peraltro anche dei siti.
I pericoli in agguato? De Giorgi non si nasconde dietro lallure delle
parole, termovalorizzatore piuttosto che inceneritore, e li snocciola quasi
senza soluzione di continuità. E vero, sono impianti di nuova generazione,
ma il problema dellmpatto ambientale sussiste, ed è consistente. Certo, si
prevede una più efficiente depurazione delle emissioni, ma questo non
elimina la produzione di diossina e altri microinquinanti. Daltra parte
parlare di dosi minime, oltre le quali il danno non esiste, è una finzione.
Si dice spesso: siamo sotto le soglie consentite dalle norme. Come se sotto
le non avessimo comunque contato migliaia di morti.
Eppure, se possibile, il danno più rilevante è proprio quello culturale,
elidere e bypassare con un taglio netto le politiche della raccolta
differenziata e del riuso dei materiali. Quella decisione si pone in rotta
di collisione con la raccolta differenziata. Teoricamente no, certo, perché
nellincenerimento ci può andare a finire anche il cdr. Di fatto sì perché
il bando, e non a caso, parla anche di rifiuto tal quale. Se si diffonde un
modello basato sugli inceneritori il danno è fatto: gli amministratori
credono di non dover più affrontare, neanche culturalmente, la gestione dei
rifiuti, e nellimpianto ci finisce tutto, in modo indifferenziato. Cè poi
una ricaduta immediata, e non secondaria. Con lnceneritore, dice De
Giorgi, non si sa bene di quanto aumenteranno le tariffe, ma comunque
aumenteranno. Daltra parte cosa motiva questi impianti se non il profitto?
Li si realizza proprio in virtù di questo. Lo stesso bando prevede
unincentivo di 5milioni di euro per lappaltatore che si aggiudica la gara,
e una gestione di 17 anni e mezzo. Un cumulo di profitto e un regime di
monopolio, culturale ed economico: un solo impianto, mille tonnellate di
rifiuti da poter smaltire ogni giorno, la differenziata che va a languire, e
la gestione dei costi decisa da chi?
Utilizzare lo scenario campano come deterrente? Lo stesso Matteoli,
nelloccasione leccese su Città darte e ambiente, non ha fatto altro che
sponsorizzare la realizzazione dei termovalorizzatori, ventilando proprio lo
scenario campano, dove peraltro il refrain più in voga è se non vuoi gli
inceneritori sei amico della camorra, visto che lorganizzazione criminale
detiene il controllo delle discariche. Il punto non è solo dire no agli
impianti, prosegue De Giorgi, ma soprattutto rilanciare la raccolta
differenziata, e politiche mirate ad evitare lemergenza. Supporre che tra
qualche anno potrebbe replicarsi lo scenario campano significa scelte
opportune e oculate fin da ora, non nel senso della realizzazione di mega
impianti di termodistruzione, peraltro favoriti dal miraggio della
produzione e della vendita dellenergia elettrica, come se la Puglia ne
avesse bisogno considerato che già produce il 50 per cento in più
dellenergia che le è necessaria, ma nel senso di politiche sensate. Non
converrebbe, ad esempio, far funzionare il compostaggio, i cui impianti
costano di meno, impiegano meno tempo di realizzazione, producendo
ammendante e altro materiale utile? E un nodo del problema, che obbliga
precise politiche, ad iniziare dalla raccolta a monte dei rifiuti organici.
La verità è che mai come in questo caso si scontrano scarsa informazione,
pigrizia amministrativa, e interessi delle grandi lobby energetiche. Come
non supporre ad esempio che tra le quinte non sia interessata alla partita
anche lEnel, peraltro già disposta alla realizzazione di un inceneritore in
quel di Brindisi? Nel frattempo, qualche comune dellAto 2 inizia già a
ripensarci. Come Sannicola, che starebbe annunciando con una lettera la
decisione di fare marcia indietro.
Carla Petrachi
Segue Ordine del Giorno presentato dal capogruppo VERDI del Comune di
ANDRIA, inviatoci dal nostro Presidente Regionale Michele DI LORENZO,che può
essere ripreso anche nella nostra realtà territoriale
Gruppo consiliare dei VERDI
Al Signor Sindaco del Comune di Andria
e p.c. al Signor Presidente del Consiglio Comunale
Ordine del giorno
sulla problematica degli inceneritori
Premesso
Che nelle ultime settimane è apparsa sui mezzi di stampa una polemica
relativa alla costruzione degli inceneritori nel nostro territorio a cui
hanno partecipato numerose associazioni ambientaliste ed importanti figure
istituzionali.
ATTESO che appare indispensabile una dettagliata relazione del Sindaco,
anche nella sua qualità di Presidente dell'Autorità per la gestione del
rifiuti solidi urbani del bacino BA/1, sulla problematiche giuridiche
ambientali al fine di interessare direttamente i consiglieri comunali sulla
vicenda suindicata;
VISTO il Bando del 16.12.2003 emanato dal Commissario Straordinario per
l'emergenza Rifiuti con il Decreto Commissarlale n. 306 del 13.12.2003
relativo all'affidamento del pubblico servizio di gestione degli Impianti
complessi nel bacino BA/1;
STANTE la previsione di Impianti quali: impianto di produzione di CDR e/o
impianto di termovalorizzazione al servizio del bacino Ba/1 e del bacino
Ba/4;
CONSIDERATA lassenza di una decisione univoca da parte dell'Assemblea
dell'Autorità per la gestione del rifiuti solidi urbani nel baçino BA/1 che
si attendeva nellultima riunione del Marzo/2004;
ATTESO che lAutorità di Bacino Ba/1 bene avrebbe fatto a rivendicare il
proprio diritto di individuare - nel rispetto del principio di autonomia ed
autosufficienza nella raccolta, gestione e smaltimento del rifiuti la
tipologia e le localizzazioni per gli impianti;
CONSIDERATA ALTRESI' la posizione del Commissario Straordinario, espressa in
più occasioni, che ha specificato inequivocabilmente che i Bandi prevedono
"lacquisizione della volontà del Comune in ordIne alla possibilità di
ospitare nel proprio territorio l'impianto di produzione di CDR e/o di
termovalorizzazione" e che "viene richiesto al concorrente di produrre il
parete favorevole alla localIzzazione dell'Impianto proposto...., con
deliberazione dell'organo competenti
IL CONSIGLIO COMUNALE
DELIBERA
DI DICHIARARE di non rendere disponibile il territorio comunale
all'insediamento di "impianti di produzione di CDR e/o di
termovalorizzazione" che costituirebbero grave danno alla economia locale
ed un inaccettabile rischio di impatto ambientale;
CHE il Comune di Andria non consente, per quanto di competenza, e non
renderà disponibile in futuro il proprio territorio all'insediamento di
"Impianto di produzione di CDR e/o di termovalorizzazione", a prescindere
dal soggetto proponente;
DI AUSPICARE che stanti le ricadute ambientali ed economiche di tali
impianti non circoscrivibili ai limiti territoriali - i Comuni limitrofi
e/o confinanti pongano omologa pregiudiziale;
DI IMPEGNARSI in considerazione anche delle vigenti normative, ampiamente
deregolative delle facoltà di controllo e di autorizzazione dell'Ente
Comunale (Legge 9 aprile 2002, n. 55 "Sbloccacentrali) a non procedere in
futuro ad approvare Atti deliberativi quali varianti al P.R..G. variazioni
di destinazione di area... - funzionali, anche potenzialmente, a favorire la
installazione sul territorio comunale di impianti industriali per il
trattamento e lo stoccaggio del rifiuti e/o per la produzione di energia;
DI RIBADIRE la condivisione della necessità -, anche in sede di Bacino di
determinare una posizione collegiale dei Comuni che sono stati esautorati
nelle scelte strategiche che attengono lo sviluppo ecocompatibile del
proprio territorio.
DI IMPEGNARE Il sindaco, anche in qualità di Presidente dell'Autorità a
sostenere e difendere tale volontà, a partire dalle prossime riunioni
dellAssemblea e/o delle competenti Commissioni Tecniche, anche con un
ricorso - diretto o ad adiuvandum in associazione ad altri Enti comunali o
sovracomunali - alle vie legali;
DI ATTIVARSI perché l'Autorità Ba/1 in continuità con l'attività da tempo
avviata ed i propri scopi Statutari, individui, avvalendosi di Enti di
Ricerca Indipendenti e anche di tecnici esterni al Comuni, la tipologia di
impianti, con caratterizzazione di titolarità Pubblica e la relativa loro
più idonea localizzazione, nell'ambito di un Modello di Gestione del Ciclo
Integrato dei Rifiuti che si incentri sulla Raccolta Differenziata spinta e
sul Riciclaggio, in netta alternativa alla strategia dell'incenerimento e
relativa filiera impiantistica e organizzativa che contrasterebbe totalmente
con le vocazioni agricole, turistiche, sociali ed economiche dell'intero
territorio del nostro bacino;
DI INVITARE, inoltre, il Sindaco, anche in qualità di Presidente
dellAutorità di Bacino Ba/1, ad attivarsi immediatamente avviando, per
tutte le problematiche di carattere ambientale, procedure di partecipazione
e condivisione dei cittadini e delle associazioni ambientaliste secondo i
meccanismi di Agenda XXI, sin qui purtroppo mai attuate.
DI DISPORRE che la presente Deliberazione venga inviata in tempi brevi ai
Sindaci degli altri 9 Comuni dell'A.T.O., al Presidente ed ai Capigruppo
Consiliari alla Provincia e alla Regione.
Il Capogruppo Consiliare
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