[Lecce-sf] FW: da leccesera del 5.4.04

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Autore: Verdi Lecce
Data:  
Oggetto: [Lecce-sf] FW: da leccesera del 5.4.04
<html><div style='background-color:'><P><BR><BR></P>
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<DIV class=RTE>
<P><BR><BR></P></DIV>
<DIV></DIV>>From: carla petrachi <c.p@???>
<DIV></DIV>>To: <verdicomlecce@???>
<DIV></DIV>>Subject: da leccesera
<DIV></DIV>>Date: Wed, 07 Apr 2004 17:22:30 +0200
<DIV></DIV>>
<DIV></DIV>>De Giorgi: ³Rilanciare gli impianti di compostaggio. E la differenziata²
<DIV></DIV>>Inceneritore
<DIV></DIV>>³Il danno
<DIV></DIV>>è enorme²
<DIV></DIV>>
<DIV></DIV>>La filiera politica degli inceneritori è presto descritta. Partirebbe dal
<DIV></DIV>>macro livello nazionale rappresentato senza ombra di dubbio dal ministro per
<DIV></DIV>>l¹Ambiente, quell¹Altero Matteoli che in An ha dato vita alla corrente Nuova
<DIV></DIV>>Alleanza, per approdare, in Puglia, al presidente Raffaele Fitto. Che
<DIV></DIV>>infatti con il bando pubblicato in dicembre, e nelle vesti di Commissario
<DIV></DIV>>per l¹emergenza ambientale, individua per ogni provincia la realizzazione di
<DIV></DIV>>un impianto di termovalorizzazione e di fatto boccia senza appello, questo
<DIV></DIV>>temono gli ambientalisti e soprattutto Antonio De Giorgi, ingegnere esperto
<DIV></DIV>>nel settore, direttore peraltro dell¹Agenzia per l¹Energia della Provincia
<DIV></DIV>>di Lecce, logica e ragione della raccolta differenziata, con effetti
<DIV></DIV>>peraltro devastanti non solo sul piano culturale e sociale della gestione
<DIV></DIV>>dei rifiuti, ma anche della salute dei cittadini. ³La svolta politica²,
<DIV></DIV>>commenta infatti lo stesso De Giorgi, ³parte dal livello nazionale per
<DIV></DIV>>approdare a livelli regionali e territoriali. Con una conversione esatta
<DIV></DIV>>verso gli inceneritori. Basti vedere come anche per il Salento la situazione
<DIV></DIV>>si sia, per così dire, evoluta. Dalla originale previsione di un
<DIV></DIV>>inceneritore per 400 tonnellate al giorno si è passati al decreto Bando Por
<DIV></DIV>>per un inceneritore a servizio dell¹ intera provincia da mille tonnellate al
<DIV></DIV>>giorno². Tutto questo, commenta&nbsp;&nbsp;il direttore dell¹Agenzia, quasi nel più
<DIV></DIV>>assoluto silenzio e con scarsissima informazione, e con decisioni importanti
<DIV></DIV>>già assunte da diversi comuni. Quelli dell¹Ato 2, ad esempio, dove due
<DIV></DIV>>delibere in merito sono già state adottate. La prima per autorizzare una
<DIV></DIV>>missione a Dalmine, Bergamo, e visionare l¹impianto già esistente. Una
<DIV></DIV>>successiva, votata peraltro da una maggioranza di poco oltre il 50 per
<DIV></DIV>>cento, con cui si è deciso di dare ampia disponibilità territoriale al
<DIV></DIV>>termovalorizzatore, individuando peraltro anche dei siti².
<DIV></DIV>>I pericoli in agguato? De Giorgi non si nasconde dietro l¹allure delle
<DIV></DIV>>parole, termovalorizzatore piuttosto che inceneritore, e li snocciola quasi
<DIV></DIV>>senza soluzione di continuità. ³E¹ vero, sono impianti di nuova generazione,
<DIV></DIV>>ma il problema dell¹impatto ambientale sussiste, ed è consistente. Certo, si
<DIV></DIV>>prevede una più efficiente depurazione delle emissioni, ma questo non
<DIV></DIV>>elimina la produzione di diossina e altri microinquinanti. D¹altra parte
<DIV></DIV>>parlare di dosi minime, oltre le quali il danno non esiste, è una finzione.
<DIV></DIV>>Si dice spesso: siamo sotto le soglie consentite dalle norme. Come se sotto
<DIV></DIV>>le non avessimo comunque contato migliaia di morti².
<DIV></DIV>>Eppure, se possibile, il danno più rilevante è proprio quello ³culturale²,
<DIV></DIV>>elidere e bypassare con un taglio netto le politiche della raccolta
<DIV></DIV>>differenziata e del riuso dei materiali. ³Quella decisione si pone in rotta
<DIV></DIV>>di collisione con la raccolta differenziata. Teoricamente no, certo, perché
<DIV></DIV>>nell¹incenerimento ci può andare a finire anche il cdr. Di fatto sì perché
<DIV></DIV>>il bando, e non a caso, parla anche di rifiuto tal quale. Se si diffonde un
<DIV></DIV>>modello basato sugli inceneritori il danno è fatto: gli amministratori
<DIV></DIV>>credono di non dover più affrontare, neanche culturalmente, la gestione dei
<DIV></DIV>>rifiuti, e nell¹impianto ci finisce tutto, in modo indifferenziato². C¹è poi
<DIV></DIV>>una ricaduta immediata, e non secondaria. ³Con l¹inceneritore², dice De
<DIV></DIV>>Giorgi, ³non si sa bene di quanto aumenteranno le tariffe, ma comunque
<DIV></DIV>>aumenteranno. D¹altra parte cosa motiva questi impianti se non il profitto?
<DIV></DIV>>Li si realizza proprio in virtù di questo. Lo stesso bando prevede
<DIV></DIV>>un¹incentivo di 5milioni di euro per l¹appaltatore che si aggiudica la gara,
<DIV></DIV>>e una gestione di 17 anni e mezzo. Un cumulo di profitto e un regime di
<DIV></DIV>>monopolio, culturale ed economico: un solo impianto, mille tonnellate di
<DIV></DIV>>rifiuti da poter smaltire ogni giorno, la differenziata che va a languire, e
<DIV></DIV>>la gestione dei costi decisa da chi?².
<DIV></DIV>>Utilizzare lo scenario campano come deterrente? Lo stesso Matteoli,
<DIV></DIV>>nell¹occasione leccese su Città d¹arte e ambiente, non ha fatto altro che
<DIV></DIV>>sponsorizzare la realizzazione dei termovalorizzatori, ventilando proprio lo
<DIV></DIV>>scenario campano, dove peraltro il refrain più in voga è ³se non vuoi gli
<DIV></DIV>>inceneritori sei amico della camorra², visto che l¹organizzazione criminale
<DIV></DIV>>detiene il controllo delle discariche. ³Il punto non è solo dire no agli
<DIV></DIV>>impianti², prosegue De Giorgi, ³ma soprattutto rilanciare la raccolta
<DIV></DIV>>differenziata, e politiche mirate ad evitare l¹emergenza. Supporre che tra
<DIV></DIV>>qualche anno potrebbe replicarsi lo scenario campano significa scelte
<DIV></DIV>>opportune e oculate fin da ora, non nel senso della realizzazione di mega
<DIV></DIV>>impianti di termodistruzione, peraltro favoriti dal miraggio della
<DIV></DIV>>produzione e della vendita dell¹energia elettrica, come se la Puglia ne
<DIV></DIV>>avesse bisogno considerato che già produce il 50 per cento in più
<DIV></DIV>>dell¹energia che le è necessaria, ma nel senso di politiche sensate. Non
<DIV></DIV>>converrebbe, ad esempio, far funzionare il compostaggio, i cui impianti
<DIV></DIV>>costano di meno, impiegano meno tempo di realizzazione, producendo
<DIV></DIV>>ammendante e altro materiale utile? E¹ un nodo del problema, che&nbsp;&nbsp;obbliga
<DIV></DIV>>precise politiche, ad iniziare dalla raccolta a monte dei rifiuti organici².
<DIV></DIV>>La verità è che mai come in questo caso si scontrano scarsa informazione,
<DIV></DIV>>pigrizia amministrativa, e interessi delle grandi lobby energetiche. Come
<DIV></DIV>>non supporre ad esempio che tra le quinte non sia interessata alla partita
<DIV></DIV>>anche l¹Enel, peraltro già disposta alla realizzazione di un inceneritore in
<DIV></DIV>>quel di Brindisi? Nel frattempo, qualche comune dell¹Ato 2 inizia già a
<DIV></DIV>>ripensarci. Come Sannicola, che starebbe annunciando con una lettera la
<DIV></DIV>>decisione di fare marcia indietro.
<DIV></DIV>>Carla Petrachi
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