[Lecce-sf] LA GUERRA PREVENTIVA DI PRODI (1)

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Szerző: Antonella Mangia
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Tárgy: [Lecce-sf] LA GUERRA PREVENTIVA DI PRODI (1)
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non e' vero che tutti sono d'accordo!!!

CRITICA AL MANIFESTO PRODI

LETTERA DELLA CONVENZIONE PERMANENTE DI DONNE CONTRO LE GUERRE

Il manifesto politico di Prodi su Guerra e Pace ripropone un approccio tradizionale al tema della guerra giusta. Dopo un inizio in cui si richiama al ripudio costituzionale della guerra e ad una proclamata volontà di ritirare le truppe dall'Iraq, riespone, in aperto contrasto con le dichiarazioni di principio, le posizioni classiche di chi giustifica la guerra e soprattutto le guerre che ha concretamente appoggiato o che si appresta ad appoggiare.
A proposito dell'uso legittimo della forza si ripropone il solito vecchio equivoco che porta a giustificare la guerra in Kosovo, la prima guerra del Golfo e la guerra in Afghanistan. L'equivoco secondo cui vengono assimilate guerra e operazione neutrale di polizia internazionale, vengono assolutamente confusi i soggetti abilitati all'uso legittimo della forza e le modalità di armamenti e di comportamenti che fanno tutta la differenza tra guerra e interposizione. Dice Prodi: " l'uso della forza potrebbe e dovrebbe essere ammesso solo in quei casi in cui essa servisse a proteggere delle popolazioni". Su questa affermazione poniamo domande ineludibili :
" Era per proteggere la popolazione del Kuwait che si sono bombardati i civili in Iraq nel '91 e si è condannato a morte l'esercito iracheno in rotta, bruciandolo col napalm e con l'uranio impoverito (il cui inquinamento ha determinato la sindrome del Golfo per migliaia di persone, soprattutto bambini)?";
"Era per proteggere la popolazione kosovara che si è bombardata Belgrado, si sono distrutti 61 ponti sul Danubio 33 ospedali, innumerevoli scuole e perfino la TV serba, si è fatta la guerra chimica bombardando Pancevo e si è prodotta la più grande devastazione per il popolo serbo?";
"Era per proteggere la popolazione dell'Afghanistan o -con uno strano artificio di pensiero- la popolazione degli USA ,che si sono bruciati i villaggi dell'Afghanistan e prodotti decine di migliaia di morti tra i civili, riaccendendo una guerra civile endemica,ennesima giustificazione per un nuovo contingente stanziale della NATO?"

La concretezza della guerra mostra ancora e sempre la sua insostenibilità, morale, giuridica e politica. Non ci sono e non ci saranno mai guerre giuste o guerre che servono a proteggere popolazioni. Confondere la guerra con l'uso legittimo della forza da parte dell'ONU sarebbe come confondere gli Eurofighter e la portaerei Garibaldi con la polizia urbana. La Carta dell'ONU vieta la guerra e tutti gli armamenti pesanti in grado di coinvolgere nei loro effetti distruttivi le popolazioni civili e l'ambiente. Inoltre, cosa fondamentale quanto ai reali rapporti di forza e agli interessi in gioco sullo scacchiere geopolitico, fa divieto a ogni singola Nazione o coalizione di Stati di intraprendere una guerra, riservando esclusivamente alle N.U. un ruolo di interposizione militare oppure di "missioni di pace".
Il motivo per cui oggi l'ONU non può entrare in Iraq è legato a questo fondamento della pacificazione: non si può nè continuare nè avallare a posteriori una occupazione militare, forma attuale della aggressione al popolo e allo Stato dell'Iraq da parte dela guerra angloamericana.
La protezione della popolazione dell'Iraq potrà avvenire solo se gli attuali aggressori si ritireranno portando con sè i loro 140.000 soldati di invasione e le loro sei basi militari . E portando con sè anche il governo illeggittimo attualmente in carica che ha fatto le leggi ad uso degli occupanti, a cominciare dalla svendita totale di ogni risorsa e bene comune dell'Iraq. E chiudendo i nuovi lager dove rinchiudono i desaparecidos iracheni, frutto dei rastrellamenti nelle case, simili a quelli della Palestina sottoposta all' occupazione del governo israeliano.
Per tutto ciò, continuare ad auspicare l'ingresso dell'ONU in Iraq, senza prima ottenere il ritiro delle forze di occupazione e la formazione di una forza di polizia internazionale -formata rigorosamente dai paesi non belligeranti che erano contrari alla guerra ( e da paesi arabi in un paese arabo !) - significa continuare a confondere le acque e a rinviare l'unica opera di pacificazione possibile: rompere la complicità con la guerra globale permanente, ritirando le truppe subito e unilateralmente per avviare concretamente un processo di pace.
In sintesi le nostre critiche al manifesto Prodi si rivolgono a due aspetti sostanziali:
-LA RIEDIZIONE DELLA DOTTRINA DELLA GUERRA UMANITARIA CHE INCLUDE PERFINO L'AFGHANISTAN e che è purtroppo gravida di futuro perchè la NATO ha imposto per un altro anno l'esercito stanziale in Afghanistan e perchè tutto il Nuovo Modello di Difesa prende a pretesti la presunta lotta al terrorismo e l' umanitarismo armato. Inoltre i corpi civili di pace e le alternative alle missioni militari non vengono neanche considerate.
-LA QUESTIONE DELL'INGRESSO DELL'ONU IN IRAQ rispetto alla quale Prodi parla ecumenicamente di "una collaborazione la più ampia possibile, con la partecipazione di tutti i paesi pronti all'intervento: europei ed extraeuropei, atlantici ed extraatlantici." Il che significa riproporre la presenza angloamericana nell'abbraccio degli alleati e tacere la continuazione della occupazione militare sotto mentite spoglie. Ancora una volta non si pone la condizione preliminare per una neutralità dell'intervento ONU e cioè il ritiro degli aggressori.
Fin dal '91 noi donne pacifiste lanciammo il nostro grido di protesta: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA . Oggi e sempre lo riproponiamo come unica forma possibile di convivenza tra i popoli e unica possibilità di futuro per il mondo.Allo stesso modo siamo convinte che , per il ruolo dell'Europa e dell'Italia, a fondamento di una nuova politica estera basata sul disarmo e sulle politiche attive di pace, sia maturo il momento per dichiarare e sostenere , a partire dal ripudio della guerra in Costituzione europea, LA NEUTRALITA' MILITARE DELL'EUROPA, obiettivo politico generale per il quale ,come portavoce della Convenzione permanente di donne contro le guerre ,siamo impegnate nel lavoro comune.


IMMA BARBAROSSA, ELENA BELTRAME, MARIA DI RIENZO, NELLA GINATEMPO, MONICA LANFRANCO, LIDIA MENAPACE, ROSANGELA PESENTI.


Gaetano Bucci <gaetanobucci@???> wrote:



L’occhio di Spartaco

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ROMANO PRODI VA ALLA GUERRA PREVENTIVA

Da Nigrizia alla lettera-manifesto Prodi tratteggia una “dottrina” della guerra del “centrosinistra” che assimila il concetto “neocon” di “pre-emptive” dell’estrema destra reazionaria americana, prefigurando che il comportamento dell’Italia, se dovesse vincere lui e l’Ulivo, saranno similari e in continuità coi governi di destra e di Berlusconi, sotto cui non smetteremo di vivere solo sostituendo il governo.



E due. Dopo Nigrizia la "lettera-manifesto". Per la seconda volta in poche settimane Romano Prodi ha fatto il botto, ma “pacifisti” e “sinistra” è come se non avessero sentito. Forse non c'erano. O se c'erano dormivano. O più probabilmente sono dotati di “occhiali” speciali che permette loro di selezionare e vedere solo facce e non contenuti, solo i leader e non ciò che dicono . Per cui se la faccia è quella di Berlusconi fanno come i tori, se invece è quella di Prodi pensano di mettercisi a tavola insieme, magari con qualche rabbuffo o buffetto, a mangiare tortellini.

Eppure, il professore, dietro la maschera nasconde i denti aguzzi dell'imprenditore, abituato a comandare e ad imporre. Suvvia. Non è mica diventato presidente della commissione Ue servente dei "pescicani" del capitale finanziario e della BCE, solo perché gli piace andare in bicicletta. E sappiamo che con le “privatizzazioni” e le svendite ha fatto regali mica da poco al capitale privato. A cominciare dell'Alfa Romeo letteralmente regalata alla Fiat perché la rottamasse eliminando un pericoloso concorrente. E poi le aziende agrolimentari. Per finire ai verbali di Tanzi sui soldi Parmalat al suo Centro studi.

Ma qui Prodi nella sua lettera “manifesto” va oltre, molto oltre. Quel che dice e molto peggio di un Berlusconi che si è limitato ad acconsentire "politicamente" con Bush e a fare presenza "post bellica" in Irak: che è già meno, molto meno dell'aver fatto in prima linea e con ruolo decisivo - perché senza l'Italia non si poteva fare - la guerra all'uranio e di aggressione alla Jugoslavia, la prima e unica guerra effettivamente combattuta dall'Italia in 50 anni.     Qui Prodi indica una "dottrina", che ha poco da invidiare ai neocon dell'estrema destra americana. 


Già sulla “pacifista” e "no-si global" cattolica Nigrizia (vedi "Il Triclo armato del popolo da Convention") aveva affermato con chiarezza che la guerra serve alla pace, finanche citando la stessa frase in latinorum detta da Berlusconi in Senato il 6 febbraio 2003: "Si vis pacem, para bellum". "Sarà anche brutale - aveva aggiunto - ma non c’è alternativa ad una credibile capacità militare di dissuasione se si vuole preservare, garantire o" - notare - "imporre la pace"(sic). Più chiaro di così…

Altro che “riformismo” che, storicamente, oltre che rifarsi comunque all’obbiettivo del socialismo, su guerra e pace con Turati diceva l’opposto. “Questa è la spietata lezione – proseguiva su Nigrizia - che la guerra in Irak ha dato a tutti, compresi coloro che hanno sempre creduto legittimamente nel valore insostituibile del multilateralismo e del rispetto della legge internazionale”.

La tragedia è che non c’è alcuna contraddizione in questo militarismo guerrafondaio di Prodi. E’ del tutto coerente col suo passato, come ha confermato alla convention del Triciclo, dove si è vantato di aver “Lui si” fatto la guerra, non Berlusconi, ricevendo in cambio i frenetici applausi di una platea di “pacifisti” con le facce dipinte coi colori della pace.

Certo non lo dice nei raduni “pacifisti” e “global” o alle assemblee dei Rifondatori del partito radicale di Bertinotti. Ma le dice. Chi non è coerente sono i c.d. “pacifisti” e “sinistra” che non hanno ne intendono proclamare alcuna incompatibilità Prodi, nemmeno dopo il suo vero e proprio atto di fede nella violenza militare – non nella forza: vale qui la distinzione del Croce – e nell’uso della medesima, sia per fare le guerre che necessitano, sia come deterrenza.

Il significato era già chiarissimo: la guerra all’Irak, in se va benissimo, al massimo andava strappata all’iniziativa Usa. E ora guai a ritirarsi dall’Irak.

         Per le tre scimmiette “sinistra”, pacifisti” e “global” che non avevano ne sentito, ne visto ne parlato, ora lo ridice apertamente nella lettera-manifesto. Nella  frase chiave in cui riconosce che la situazione irakena, guerra civile, terrorismo e rischi che ci sono, configura “una di quelle ipotesi in cui è pienamente giustificato e, anzi, indispensabile, l’intervento della comunità internazionale”. Non propone il ritiro e non cerca nella comunità internazionale ragioni per andarsene dall’Irak; cerca ragioni per restarvi e portarci anche altri che ad ora non ci sono andati, con un nuova risoluzione dell’Onu.


E in una negazione radicale del pacifismo, identifica lo strumento militare come legittima e utile leva a disposizione della comunità internazionale rispetto a “atti di genocidio, guerra civile, aggressione d’uno stato e atti di terrorismo”.

         Me c’è di più: identifica le linee guida di una guerra preventiva del centrosinistra;  “umanitaria”, si capisce, perché tali non sono solo quelle che fanno gli altri.   


Prefigura le linee di comportamento dell’Italia se dovesse vincere lui e l’Ulivo, che saranno quelle della continuità con la politica dei governi di destra e di Berlusconi, sotto cui non smetteremo di vivere solo sostituendo il governo. Del resto, abbiamo più volte specificato, che è questo il significato e lo scopo del bipolarismo maggioritario: due fronti ideologicamente omogenei che competono elettoralisticamente in una alternanza bipartisan per proseguire in una stessa linea politica con piccoli aggiustamenti, cambiando i tedofori o gli staffettisti che la portano avanti. Ed è cosa talmente evidente, che in questi giorni in tutti i paesi europei, sotto tiro sono i governi: quelli di destra in Spagna e in Francia dove alla competizione intercapitalista con gli Usa sul piano internazionale si è accompagnata una politica interna francese del tutto simile a quella americana; quelli di sinistra in Grecia e in Germania. Destra o sinistra, chi sta al governo fa una politica anti
popolare
che scontenta e che viene sanzionata dando il voto a chi non governa solo per dare contro a chi governa. Si che cambiato il somaro, essa andrà avanti sin che la ripulsa colpirà anche lui e allora si cambierà un’altra volta e via alternando uomini e coalizioni d’interesse, non “politiche”.

L’omogeneità ideologica destra/sinistra si vede meglio in politica internazionale, ed è tale che Prodi arriva ad assimilare il concetto di “preventivo” dell’estrema destra reazionaria americana, o c.d. neocon. Il prode Prodi dice, infatti, con riferimento all’Irak, che la protezione “comporta ammettere che questo tipo di interventi possono essere attuati quando indispensabili, anche in forma preventiva”.

         Poi smascherando la retorica strumentale della “sinistra” sull’ONU, dice di vedere il rischio che un’azione di guerra “per quanto pienamente giustificata e giustificabile” possa essere bloccata dal potere di veto nel consiglio Onu. 


Quindi, l’uso della forza non solo può essere preventivo, ma può essere legittimo anche senza la copertura Onu “tenendo in conto le dimensioni regionali dell’eventuale intervento”.

Una “dottrina” in piena regola, per quanto non originale e copiata, con la sola differenza che l’imperialismo Usa ha i mezzi militari per farla, a questo punto, secondo Prodi, legittimamente: perché non è concepibile che si possa criticarla solo in quanto ha anche i mezzi per applicarla che altri non hanno; l’imperialismo europeo invece no, per ora. Ma non è escluso che quanto prima le “sinistre” di varie specie che continuano a tifare per il capitalismo e l’imperialismo Ueuropa, col grande picconatore Ciampi e i suoi politici e intellettuali con in testa i Toni Negri, i Bronzini, i Ferraioli, ecc., riusciranno finalmente a mettere a disposizione della “comunità internazionale” una sua capacità di fare le guerre, “umanitarie e di pace”, con forza, violenza militare, bombe, aerei e armi proprie. In nome, naturalmente, del ripudio della guerra come mezzo per la soluzione delle controversie della nostra Carta e di quella dell’Onu.

L’importante è che vincano le elezioni e che a fare la guerra sia la “sinistra della destra” e non la “destra della sinistra”. Perché come freudianamente e scappato di dire ad Amato in Triciclo: “il riformismo, non è la destra della sinistra”. Già. Lo sapevamo. Perché se nel 1914, votando i crediti di guerra si era detto che la socialdemocrazia era uscita dal movimento operaio, con la guerra ai Balcani e quelle “umanitarie” è uscita dalla sinistra. Diventando “sinistra della destra”.




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 interposizione. Dice Prodi: " l'uso della forza potrebbe e dovrebbe essere ammesso solo in quei casi in cui essa servisse a proteggere delle popolazioni". Su questa affermazione poniamo domande ineludibili :<BR>" Era per proteggere la popolazione del Kuwait che si sono bombardati i civili in Iraq nel '91 e si è condannato a morte l'esercito iracheno in rotta, bruciandolo col napalm e con l'uranio impoverito (il cui inquinamento ha determinato la sindrome del Golfo per migliaia di persone, soprattutto bambini)?";<BR>"Era per proteggere la popolazione kosovara che si è bombardata Belgrado, si sono distrutti 61 ponti sul Danubio 33 ospedali, innumerevoli scuole e perfino la TV serba, si è fatta la guerra chimica bombardando Pancevo e si è prodotta la più grande devastazione per il popolo serbo?";<BR>"Era per proteggere la popolazione dell'Afghanistan o -con uno strano artificio di pensiero- la popolazione degli USA ,che si sono bruciati i villaggi dell'Afghanistan e prodotti de
 cine di
 migliaia di morti tra i civili, riaccendendo una guerra civile endemica,ennesima giustificazione per un nuovo contingente stanziale della NATO?"<BR><BR>La concretezza della guerra mostra ancora e sempre la sua insostenibilità, morale, giuridica e politica. Non ci sono e non ci saranno mai guerre giuste o guerre che servono a proteggere popolazioni. Confondere la guerra con l'uso legittimo della forza da parte dell'ONU sarebbe come confondere gli Eurofighter e la portaerei Garibaldi con la polizia urbana. La Carta dell'ONU vieta la guerra e tutti gli armamenti pesanti in grado di coinvolgere nei loro effetti distruttivi le popolazioni civili e l'ambiente. Inoltre, cosa fondamentale quanto ai reali rapporti di forza e agli interessi in gioco sullo scacchiere geopolitico, fa divieto a ogni singola Nazione o coalizione di Stati di intraprendere una guerra, riservando esclusivamente alle N.U. un ruolo di interposizione militare oppure di "missioni di pace". <BR>Il motivo per cui 
 oggi
 l'ONU non può entrare in Iraq è legato a questo fondamento della pacificazione: non si può nè continuare nè avallare a posteriori una occupazione militare, forma attuale della aggressione al popolo e allo Stato dell'Iraq da parte dela guerra angloamericana. <BR>La protezione della popolazione dell'Iraq potrà avvenire solo se gli attuali aggressori si ritireranno portando con sè i loro 140.000 soldati di invasione e le loro sei basi militari . E portando con sè anche il governo illeggittimo attualmente in carica che ha fatto le leggi ad uso degli occupanti, a cominciare dalla svendita totale di ogni risorsa e bene comune dell'Iraq. E chiudendo i nuovi lager dove rinchiudono i desaparecidos iracheni, frutto dei rastrellamenti nelle case, simili a quelli della Palestina sottoposta all' occupazione del governo israeliano. <BR>Per tutto ciò, continuare ad auspicare l'ingresso dell'ONU in Iraq, senza prima ottenere il ritiro delle forze di occupazione e la formazione di una forza 
 di
 polizia internazionale -formata rigorosamente dai paesi non belligeranti che erano contrari alla guerra ( e da paesi arabi in un paese arabo !) - significa continuare a confondere le acque e a rinviare l'unica opera di pacificazione possibile: rompere la complicità con la guerra globale permanente, ritirando le truppe subito e unilateralmente per avviare concretamente un processo di pace.<BR>In sintesi le nostre critiche al manifesto Prodi si rivolgono a due aspetti sostanziali:<BR>-LA RIEDIZIONE DELLA DOTTRINA DELLA GUERRA UMANITARIA CHE INCLUDE PERFINO L'AFGHANISTAN e che è purtroppo gravida di futuro perchè la NATO ha imposto per un altro anno l'esercito stanziale in Afghanistan e perchè tutto il Nuovo Modello di Difesa prende a pretesti la presunta lotta al terrorismo e l' umanitarismo armato. Inoltre i corpi civili di pace e le alternative alle missioni militari non vengono neanche considerate.<BR>-LA QUESTIONE DELL'INGRESSO DELL'ONU IN IRAQ rispetto alla quale Prodi pa
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 ecumenicamente di "una collaborazione la più ampia possibile, con la partecipazione di tutti i paesi pronti all'intervento: europei ed extraeuropei, atlantici ed extraatlantici." Il che significa riproporre la presenza angloamericana nell'abbraccio degli alleati e tacere la continuazione della occupazione militare sotto mentite spoglie. Ancora una volta non si pone la condizione preliminare per una neutralità dell'intervento ONU e cioè il ritiro degli aggressori.<BR>Fin dal '91 noi donne pacifiste lanciammo il nostro grido di protesta: FUORI LA GUERRA DALLA STORIA . Oggi e sempre lo riproponiamo come unica forma possibile di convivenza tra i popoli e unica possibilità di futuro per il mondo.Allo stesso modo siamo convinte che , per il ruolo dell'Europa e dell'Italia, a fondamento di una nuova politica estera basata sul disarmo e sulle politiche attive di pace, sia maturo il momento per dichiarare e sostenere , a partire dal ripudio della guerra in Costituzione europea, LA
 NEUTRALITA' MILITARE DELL'EUROPA, obiettivo politico generale per il quale ,come portavoce della Convenzione permanente di donne contro le guerre ,siamo impegnate nel lavoro comune. <BR><BR><BR>IMMA BARBAROSSA, ELENA BELTRAME, MARIA DI RIENZO, NELLA GINATEMPO, MONICA LANFRANCO, LIDIA MENAPACE, ROSANGELA PESENTI. 
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<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Eppure, il professore, dietro la maschera nasconde i denti aguzzi dell'imprenditore, abituato a comandare e ad imporre. Suvvia. Non è mica diventato presidente della commissione Ue <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">servente</SPAN></I> dei "pescicani" del capitale finanziario e della BCE, solo perché gli piace andare in bicicletta. E sappiamo che con le “privatizzazioni” e le svendite ha fatto regali mica da poco al capitale privato. A cominciare dell'Alfa Romeo letteralmente regalata alla Fiat perché la rottamasse eliminando un pericoloso concorrente. E poi le aziende agrolimentari. Per finire ai verbali di Tanzi sui soldi Parmalat al suo Centro studi. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Ma qui Prodi nella sua lettera “manifesto” va oltre, molto oltre. <B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Quel che dice e molto peggio di un Berlusconi che si è limitato ad acconsentire "politicamente" con Bush e a fare presenza "post bellica" in Irak:</SPAN></B> che è già meno, molto meno dell'aver fatto in prima linea e con ruolo decisivo - perché senza l'Italia non si poteva fare - la guerra all'uranio e di aggressione alla Jugoslavia, la prima e unica guerra effettivamente combattuta dall'Italia in 50 anni.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN><U>Qui Prodi indica una "dottrina", che ha poco da invidiare ai <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">neocon</SPAN></I> dell'estrema destra americana</U>. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Già sulla “pacifista” e "no-si global" cattolica Nigrizia</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"> (vedi "Il Triclo armato del popolo da Convention") <B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">aveva affermato con chiarezza che <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">la guerra serve alla pace</SPAN></I></SPAN></B>, finanche <B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">citando la stessa frase in <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">latinorum</SPAN></I> detta da Berlusconi</SPAN></B> in Senato il 6 febbraio 2003: "<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">Si vis pacem, para bellum</SPAN></I>". "<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">Sarà anche brutale - aveva aggiunto - ma non c’è alternativa ad una credibile capacità militare di dissuasione se si vuole preservare, garantire o" -
</SPAN></I>notare<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic"> - "imporre la pace</SPAN></I>"(sic). Più chiaro di così…<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Altro che “riformismo” che, storicamente, oltre che rifarsi comunque all’obbiettivo del <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">socialismo</SPAN></I>, su <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">guerra e pace</SPAN></I> con Turati diceva l’opposto. “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">Questa è la spietata lezione – proseguiva su Nigrizia - che la guerra in Irak ha dato a tutti, compresi coloro che hanno sempre creduto legittimamente nel valore insostituibile del multilateralismo e del rispetto della legge internazionale</SPAN></I>”. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">La tragedia è che non c’è alcuna contraddizione in questo militarismo guerrafondaio di Prodi.</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"> E’ <U>del tutto coerente col suo passato</U>, come ha confermato<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>alla <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">convention del Triciclo,</SPAN></I> dove si è vantato di aver “Lui si” fatto la guerra, non Berlusconi, ricevendo in cambio i frenetici applausi di una platea di “pacifisti” con le facce dipinte coi colori della pace.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN><o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Certo non lo dice nei raduni “pacifisti” e “global” o alle assemblee dei Rifondatori del partito radicale di Bertinotti. Ma le dice. <U>Chi non è coerente sono i c.d. “pacifisti”<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>e “sinistra” che non hanno ne intendono proclamare alcuna incompatibilità Prodi</U>, <U>nemmeno<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>dopo il suo vero e proprio atto di fede nella violenza militare</U> – non nella <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">forza:</SPAN></I> vale qui la distinzione del Croce – <U>e nell’uso della medesima</U>, sia per fare le guerre che necessitano, sia come deterrenza. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoBodyTextIndent><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Il significato era già chiarissimo: la guerra all’Irak, in se va benissimo, al massimo andava strappata all’iniziativa Usa. E ora guai a ritirarsi dall’Irak</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoBodyText><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN><SPAN style="mso-tab-count: 1">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN>Per le tre scimmiette “sinistra”, pacifisti” e “global” che non avevano ne sentito, ne visto ne parlato, <B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">ora lo ridice apertamente nella lettera-manifesto</SPAN></B>. Nella<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>frase chiave in cui riconosce che la situazione irakena, guerra civile, terrorismo e rischi che ci sono, configura “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">una di quelle ipotesi in cui è pienamente giustificato e, anzi, indispensabile, l’intervento della comunità internazionale</SPAN></I>”. Non propone il ritiro e non cerca nella <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">comunità internazionale</SPAN></I> ragioni per andarsene dall’Irak; cerca ragioni per restarvi e portarci anche altri che ad ora non ci sono andat
i, con
un nuova risoluzione dell’Onu.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">E in una negazione radicale del <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">pacifismo</SPAN></I>, identifica lo strumento militare come legittima e utile leva a disposizione della comunità internazionale rispetto a “atti di genocidio, guerra civile, aggressione d’uno stato e atti di terrorismo”.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN><SPAN style="mso-tab-count: 1">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN><B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Me c’è di più: <U>identifica le linee guida di <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">una guerra preventiva del centrosinistra</SPAN></I></U>;<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>“umanitaria”, si capisce, perché tali non sono solo quelle che fanno gli altri.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;&nbsp; </SPAN><o:p></o:p></SPAN></B></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Prefigura le linee di comportamento dell’Italia se dovesse vincere lui e l’Ulivo, che saranno quelle della <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">continuità</SPAN></I> con la politica dei governi di <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">destra </SPAN></I>e di Berlusconi, sotto cui non smetteremo di vivere solo sostituendo il governo. </SPAN></FONT><FONT face=Verdana><SPAN style="FONT-FAMILY: Verdana">Del resto, abbiamo più volte specificato, che è questo il significato e lo scopo del bipolarismo maggioritario: due fronti ideologicamente omogenei che competono elettoralisticamente in una alternanza bipartisan per proseguire in una stessa linea politica con piccoli aggiustamenti, cambiando i tedofori o gli staffettisti che la portano avanti. Ed è cosa talmente evidente, che in questi giorni in tutti i paesi europei, sotto tiro sono i gov
erni:
quelli di <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">destra</SPAN></I> in Spagna e in Francia dove alla competizione intercapitalista con gli Usa sul piano internazionale si è accompagnata una politica interna francese del tutto simile a quella americana; quelli di <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">sinistra</SPAN></I> in Grecia e in Germania. <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">Destra o sinistra</SPAN></I>, chi sta al governo fa una <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">politica antipopolare</SPAN></I> che scontenta e che viene sanzionata dando il voto a chi non governa solo per dare contro a chi governa. Si che cambiato il <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">somaro</SPAN></I>, essa andrà avanti sin che la ripulsa<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>colpirà anche lui e allora si cambierà un’altra volta e via alternando uomini e coalizioni d’interesse, non “politiche”.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN><o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">L’omogeneità ideologica <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">destra/sinistra</SPAN></I> si vede meglio in politica internazionale</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">, ed è tale che Prodi <U>arriva ad assimilare il concetto di “preventivo”</U> dell’estrema destra reazionaria americana, o c.d. <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">neocon</SPAN></I>. <B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Il prode Prodi dice, infatti, con riferimento all’Irak, che la protezione “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">comporta ammettere che questo tipo di interventi possono essere attuati quando indispensabili, anche in forma preventiva</SPAN></I></SPAN></B>”.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoBodyText><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;</SPAN><SPAN style="mso-tab-count: 1">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; </SPAN><U>Poi smascherando la retorica strumentale della “sinistra” sull’ONU</U>, dice di vedere il rischio che un’azione di guerra “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">per quanto pienamente giustificata e giustificabile</SPAN></I>” possa essere bloccata dal potere di veto nel consiglio Onu. <o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoBodyText><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Quindi, l’uso della forza non solo può essere <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">preventivo</SPAN></I>, ma può essere legittimo anche senza la copertura Onu</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"> “tenendo in conto le dimensioni regionali dell’eventuale intervento”.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoBodyText style="TEXT-INDENT: 35.4pt"><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">Una “dottrina” in piena regola, per quanto non originale e copiata</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">, con la sola differenza che <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">l’imperialismo Usa</SPAN></I> ha i mezzi militari per farla, a questo punto, secondo Prodi, legittimamente: perché non è concepibile che si possa criticarla solo in quanto<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>ha anche i mezzi per applicarla che altri non hanno; <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">l’imperialismo europeo</SPAN></I> invece no, per ora. Ma non è escluso che quanto prima le “sinistre” di varie specie che continuano a tifare per il capitalismo e l’imperialismo Ueuropa, col <I><U><SPAN style="FONT-STYLE: italic">grande picconatore</SPAN></U></I> Ciampi e i suoi politici e intellettuali
con in
testa i Toni Negri, i Bronzini, i Ferraioli, ecc., riusciranno finalmente a mettere a disposizione della “comunità internazionale” una sua capacità di fare le guerre, “umanitarie e di pace”, con forza, violenza militare, bombe, aerei e armi proprie. In nome, naturalmente, del <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">ripudio della guerra come mezzo per la soluzione delle controversie</SPAN></I> della nostra Carta e di quella dell’Onu.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P>
<P class=MsoNormal style="TEXT-INDENT: 35.4pt; TEXT-ALIGN: justify"><B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold; FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana">L’importante è che vincano le elezioni e che a fare la guerra sia la “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">sinistra della destra</SPAN></I>” e non la “<I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">destra della sinistra</SPAN></I>”.</SPAN></FONT></B><FONT face=Verdana size=2><SPAN style="FONT-SIZE: 10.5pt; FONT-FAMILY: Verdana"><SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp; </SPAN>Perché come <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">freudianamente</SPAN></I> e scappato di dire ad Amato in <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">Triciclo</SPAN></I>: “<U>il riformismo, non è la destra della <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">sinistra</SPAN></I></U>”. Già. Lo sapevamo. Perché se nel 1914, votando i <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">crediti di guerra</SPAN></I> si era detto che la socialdemocrazia era uscita dal movimento operaio, con la
guerra
ai Balcani e quelle “umanitarie” è uscita dalla <I><SPAN style="FONT-STYLE: italic">sinistra</SPAN></I>.<SPAN style="mso-spacerun: yes">&nbsp;&nbsp; </SPAN>Diventando “sinistra della destra”.<o:p></o:p></SPAN></FONT></P></DIV></BLOCKQUOTE><p><br><hr size=1><A HREF="http://it.yahoo.com/mail_it/foot/?http://it.mail.yahoo.com/"><b>Yahoo! Mail</a></b>: 6MB di spazio gratuito, 30MB per i tuoi allegati, l'antivirus, il filtro Anti-spam
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