[Cm-roma] Bici, una pacifica invasione nelle città malate di…

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Aihe: [Cm-roma] Bici, una pacifica invasione nelle città malate di traffico
Per chi non lo avesse letto ieri...

A Milano in dieci anni si è passati dal 2 all'8 per cento della mobilità
complessiva. Il 29 maggio a Roma primo raduno italiano del club su due
ruote.

Bici, una pacifica invasione nelle città malate di traffico. I ciclisti
urbani rivendicano il loro diritto a pedalare.

Da due anni anche in Italia è nata "Critical mass", ispirata al movimento
americano. Anche le vendite provano che non è più solo una moda ma una vera
e propria cultura.

Articolo di CECILIA GENTILE.

ROMA - Ciclisti urbani alla riscossa. Se fino a pochi anni fa l'uso della
bicicletta era considerato segno di povertà, triste necessità di chi non
poteva permettersi un mezzo a motore, adesso, nelle nostre metropoli malate
di traffico e di smog, spostarsi in bici è la scelta sempre più diffusa di
chi non vuole rimanere incolonnato tra le automobili o perdere tempo e
denaro per il parcheggio.

I dati dell'Aicc, l'Associazione italiana città ciclabili, dicono che gli
spostamenti in bicicletta a Milano nel 2003 hanno rappresentato l'8% della
mobilità complessiva, rispetto al 2% di dieci anni fa. Stessa crescita, per
esempio, a Livorno e a Pisa: dal 2.5 % al 15 per cento in dieci anni.
Effettuando monitoraggi per le strade, la Fiab, Federazione italiana amici
della bicicletta ha calcolato che a Milano girano ogni giorno 25.000
ciclisti su un totale ai 1.300.000 abitanti.

Insomma, accanto agli appassionati di escursioni fuori città e viaggi sulle
due ruote, si è ormai consolidata una nuova categoria di ciclisti, quella
degli utenti della strada, che, al pari degli automobilisti, dei motoclisti
e dei pedoni, rivendicano il loro legittimo spazio nel traffico urbano. «Noi
non blocchiamo il traffico, noi siamo il traffico», dicono provocatoriamente
quelli di Critical mass, la massa critica dei ciclisti urbani che in varie
città d'Italia si ritrova una sera al mese per rendere visibile la sua
esistenza.

Una pratica importata due anni fa dall'America, dove il fenomeno si è
sviluppato a partire dall'esempio di San Francisco nel 1992. Nel settembre
di quell'anno un gruppo di ciclisti decise di passare ugualmente su un ponte
sopra la baia che esibiva il divieto di transito per le biciclette. «Da quei
ciclisti che reclamavano il diritto di stare per strada, traffico nel
traffico, è nata Critical mass», scrivono gli autori del libro "Manuale di
sopravvivenza ciclica urbana", appena uscito per Terre di mezzo. È la prima
pubblicazione che parla di Critical mass in Italia, scritta dai suoi stessi
protagonisti, riuniti nel nome collettivo "Elsinki".

«Lo abbiamo scelto - spiegano - perché era il nome di battaglia di Elsa
Oliva, partigiana dell'Ossola, una delle prime a capire l'utilità della
bicicletta nella Resistenza». Perché per quelli di Critical mass, e per
molti ciclisti quotidiani, la bici è anche una forma di resistenza: alle
insidie della città e alle insidie della vita. «La bicicletta è molto più di
un mezzo di trasporto - si legge nel manuale - è un leggero telaio capace di
veicolare significati, solidarietà, lotta, poesia». Ancora: «La bicicletta
declina il motto: pensa globalmente, agisci localmente».

In due anni il fenomeno è andato crescendo e adesso cerca un respiro
nazionale. È questo il senso del primo raduno organizzato a Roma per il
prossimo 29 maggio, quando da tutta Italia arriveranno le Critical mass
locali per rivendicare insieme il loro diritto ad esistere. Un diritto che i
ciclisti urbani pagano caro, come dimostrano i dati Aci - Istat: nel 2002 i
ciclisti hanno avuto 11.280 incidenti, che hanno prodotto 10.482 feriti e
320 morti.

Una delle ultime vittime è stata Elena Abate, vent'anni, travolta a Milano
da una betoniera lo scorso 24 giugno 2003, mentre in bicicletta percorreva
piazzale Maciachini. Per lei quelli di Milano hanno organizzato una massa
critica ciclonudista: 1000 ciclisti senza vestiti per ricordare che chi sta
in sella è vulnerabile, ha solo il proprio corpo contro la violenza
dell'automobile.

Azioni dimostrative, ma non solo. Su un altro fronte, ma per lo stesso
obiettivo, lavora la Fiab. La strategia: individuare e tracciare percorsi
per le biciclette, fare pressing sulle amministrazioni e sul governo per
ottenere piste ciclabili e provvedimenti di moderazione del traffico come
incroci rialzati, zone a 30 all'ora, rotatorie al posto degli incroci.
Ancora: laboratori nelle scuole e attività di sensibilizzazione per
diffondere la cultura della bicicletta.

Anche le vendite provano che ormai non si tratta più di una moda, ma di una
cultura. L'Ancma, l'Associazione nazionale cicli e motocicli, fa sapere che
le percentuali delle vendite si sono completamente rovesciate. Prima era la
mountain bike a monopolizzare il mercato. Adesso è la bici da città, con una
percentuale del 40% rispetto alle Mtb che sono scese al 30%, mentre il resto
sono bici da corsa o da bambino.

Tipi su due ruote:

IL FESTIVO. Secondo "Eta Meta Research", che ha disegnato i tipi, pedala
solo la domenica, ma è come se fosse il tour.
IL BOHÉMIENNE. Non si cura del modello di bici. I vestiti sono segno di
protesta: giacconi over size e jeans strappati.
LO STAKANOVISTA. La bicicletta è uno stile di vita, una compagna che non
tradisce, è il mezzo ideale, dentro e fuori della città.
LA FAMIGLIA. La macchina serve solo per portare fuori città le biciclette di
tutta la famiglia per pedalare insieme.
IL RADICAL CHIC. La bici è griffata, oppure ha un tocco di classe perché
deve riflettere l'eleganza di chi ci pedala.
IL RAMBO. Ha mountain bike come carri armati: ammortizzatori, gomme
scolpite, telaio rinforzato.

I numeri:

32.000.000 di biciclette in Italia.
1.500.000 biciclette vendute nel 2003. 1.400.000 nel 2002.
40% Bici da città; 30% Mtb; 30% Bici da corsa e da bambino.
300 - 500 Euro il costo di una buona bici da città.
11.280 Incidenti ai ciclisti nel 2002.
10.482 Ciclisti feriti.
320 Ciclisti morti.

Le iniziative:

Critical mass nazionale "Ciemmona" 29 Maggio ore 17 a Roma al Colosseo.

Bicintreno. Lunedì 12 Aprile, Pasquetta, giornata nazionale Bici + Treno,
promossa da Trenitalia e Fiab: le biciclette viaggiano gratis sui treni
regionali abilitati, il programma delle gite organizzate sul sito della
Fiab.

Bimbinbici. 9 Maggio, corteo di bambini in bicicletta in 100 città d'Italia
per chiedere spazi sicuri, notizie sul sito Fiab.

Albergabici. 400 tra alberghi, campeggi e bed&breakfast amici dei ciclisti.
L'elenco sul sito della Fiab.

Bicitalia. Rete ciclabile nazionale di 15.000 Km dentro e fuori le città,
disegnata dalla Fiab, in corso di realizzazione.

Cicloraduno. Dal 24 al 27 Giugno ciclisti e associazioni Fiab si ritrovano a
pedalare a Venezia e dintorni.

Su internet:

www.fiab-onlus.it Nel sito della federazione dei ciclisti urbani e dei
cicloescursionisti, gli aggiornamenti su escursioni weekend e viaggi in
bici, sulle iniziative in tutte le città d'Italia e sui link amici della
bicicletta.

www.criticalmass.org/    Il sito di critical mass nel mondo, tutto sulla
storia e la filosofia del movimento.


www.inventati.org/criticalmass/ Il sito italiano del movimento.

Pillole di Ciclosofia:

La bici:

restituisce al tempo tutta la sua continuità;
fa riscoprire il valore dell'essenziale;
riattiva il corpo e lo rende capace di percepire il fluire delle stagioni;
tempra lo spirito;
mette in movimento i pensieri migliori;
riconcilia l'uomo con la natura e con se stesso.

Il decalogo del ciclista urbano:

1)      Munirsi di kit per la sicurezza (casco, luci, catarifrangenti,
indumenti fosforescenti per la sera).
2)      Escludere le arterie principali e le strade più trafficate.
3)      Costruire itinerari combinando insieme percorsi ciclabili, parchi,
aree verdi, isole pedonali e strade secondarie.
4)      Rispettare il codice della strada.
5)      Nelle stagioni piovose portarsi dietro un k-way.
6)      D'estate coprirsi il capo e munirsi di borraccia d'acqua.
7)      Non ascoltare musica con gli auricolari.
8)      Ripararsi gli occhi con occhiali da sole e antivento di materiale
infrangibile.
9)      Sfruttare le marce per pedalare in agilità nelle salite, per evitare
di inalare troppo smog sotto uno sforzo eccessivo.
10)  Portarsi una catena per legare la bicicletta quando la si lascia.


Tratto da "la Repubblica" del 4 Aprile 2004.

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