[Lecce-sf] Fw: [aa-info] SOLIDARIETA' CON IL DHKP-C !

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Autore: rosario
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: [aa-info] SOLIDARIETA' CON IL DHKP-C !
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From: "Coord. Naz. per la Jugoslavia" <jugocoord@???>
To: <crj-mailinglist@???>; <jugoinfo@???>
Cc: <aa-info@???>; <movimento@???>
Sent: Thursday, April 01, 2004 9:10 PM
Subject: [aa-info] SOLIDARIETA' CON IL DHKP-C !



SOLIDARIETA' CON IL DHKP-C !

In merito agli arresti, effettuati stamattina in diversi
Paesi dell'Unione Europea (UE) ed in Turchia nell'ambito
di una operazione impropriamente definita "antiterrorismo",
il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia:

- denuncia con la massima fermezza la repressione ai danni
di una delle organizzazioni storiche piu' note della
sinistra turca, il Partito e Fronte Rivoluzionario di
Liberazione del Popolo (DHKP-C);

- ricorda che il DHKP-C e' stato protagonista in questi anni
di legittime lotte per la liberta' del proprio paese e di tutti
i popoli oppressi, contro i regimi fascisti e militari succedutisi
in Turchia, contro i poteri occulti e le strutture di repressione
della NATO su quel territorio, contro l'attuale regime
islamista-filooccidentale, nonche' contro la Alleanza Atlantica
e le sue politiche terroristiche, ivi inclusa la piu' recente
aggressione all'Iraq e la conseguente occupazione
coloniale di quel paese;

- sottolinea che negli ultimi anni il DHKP-C e le strutture ad esso
collegate si sono concentrati soprattutto sulle campagne in sostegno ai
prigionieri politici in Turchia (vittime, tra l’altro, di torture,
maltrattamenti ed assassinii in carcere) e ai loro famigliari: campagne
condotte anche con azioni clamorose, quali gli scioperi della fame, e
pagate spesso con la vita;

- rileva che l'ondata di arresti segue di due anni la
gia' vergognosa "messa al bando" di questa organizzazione
da parte della UE: un atto illegittimo, che gia' da solo
getta chiara luce sulla natura reazionaria della Europa che
si va costruendo;

Nello specifico delle implicazioni italiane, il
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia:

- condanna la campagna di stampa scatenata
contestualmente agli arresti e mirata - come sempre
succede nel caso di simili ingiustificate operazioni
repressive - a creare allarme nella pubblica opinione
e difficolta' a tutte le realta' impegnate sui versanti
della solidarieta' internazionalista e della lotta
contro l'imperialismo, il colonialismo e la guerra;

- rileva che il coinvolgimento, e con tanto risalto, del
Campo Antimperialista in questa vicenda segue mesi
di campagne giornalistiche disinformative per metodo
e contenuto. Si vuole intimidire e dividere il movimento
di opposizione alla guerra discreditando quelle componenti
che hanno espresso sostegno alla legittima resistenza
irachena o che – semplicemente ma coerentemente – si
mobilitano per il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq.
Distorcere e strumentalizzare, come è stato fatto da alcuni,
le polemiche sorte all’interno del movimento antimperialista
(anche in merito ad alcune scelte del Campo Antimperialista)
fa parte dei metodi della disinformazione strategica.

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia chiede a
tutti coloro che vogliono esprimere la loro contrarietà
alla guerra di mobilitarsi per:

- la liberazione, subito, di tutti gli arrestati;
- la revoca di tutti i provvedimenti liberticidi ed
antidemocratici presi in seno di UE ai danni della sinistra
turca;
- la cessazione immediata di ogni partecipazione italiana
alla occupazione militare e alla spoliazione dell'Iraq.

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, 1/4/2004


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SULLA STORIA DEL DHKP-C

Giorni fa ricevevamo questo comunicato, che riportiamo
integralmente:


II DHKP ed il DHKC hanno 10 anni

Il mattino del 30 marzo del 1972, nel villaggio di Kizildere,
distretto di Niksar, provincia di Tokat, una casa viene circondata
dall'esercito.
Improvvisamente, un grido: "Noi non siamo venuti fino a qui per fare
una gita, ma per morire "... Era la voce di Mahir Cayan,
segretario generale del Partito Rivoluzionario per la Liberazione della
Turchia (THKP).

In seguito si sono uditi solo i colpi delle armi da fuoco. Lo scambio
di colpi è durato molte ore fino a che tutti gli occupanti della casa
sono stati massacrati: Mahir Cayan, 9 dei suoi compagni ed anche i tre
ostaggi, degli agenti britannici addetti alle intercettazioni che erano
stati rapiti nella base NATO situata ad Ünye.
L'esecuzione dei dirigenti del THKP-C era stata ordinata da
Washington.

Questo avvenimento segnerà profondamente la coscienza della popolazione
della Turchia.

Mahir Cayan diviene un simbolo di resistenza contro l'occupazione
americana tra i lavoratori, i contadini, i giovani e gli intellettuali.
In tutto il paese, delle poesie, dei canti elegiaci e degli inni
militanti commemoravano il martirio dei resistenti di Kizildere.

D'altronde, quasi tutto il movimento di massa che si è sviluppato negli
anni '70 si è articolato sull'eredità politica ed ideologica del
THKP-C. Lo slogan più scandito allora era: « Kizildere non è che
l'inizio. La lotta continua ». Da quel momento, questo slogan non ha
più smesso di essere scandito.

L'appello di Mahir Cayan lanciato da quella casa accerchiata era un
appello alla guerra di liberazione contro l'imperialismo, contro
l'oligarchia turca e contro la dittatura fascista.
E' per questo che la resistenza di Kizildere è largamente considerata
come il Manifesto della rivoluzione anatolica.

Dopo il massacro di Kizildere, circa nel 1978, l'organizzazione
Devrimci Sol, la Sinistra Rivoluzionaria nascerà dalle ceneri del
THKP-C e combatterà per 16 anni con questo nome con lo stesso coraggio
e lo stesso entusiasmo.

In seguito, il 30 marzo del 1994, la direzione del Devrimci Sol
rifonda il partito di Mahir Cayan, questa volta col nome di Partito e
Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo: il DHKP-C.

Il 30 marzo fu scelto come data di fondazione in referimento alla
resistenza di Kizildere.

Ecco allora che sono 10 anni che il DHKP ed il DHKC si battono, a costo
di grandi sacrifici, per creare una Turchia indipendente, democratica e
socialista. Né la prigione, né la tortura, né le esecuzioni sommarie,
né i discorsi ufficiali sulla «democratizzazione», né la demagogia sul
« terrorismo », né l'Impero americano, né l'Europa imperialista ci
faranno dubitare della giustezza della lotta per la libertà e la
giustizia.

Oggi, sulle montagne, nei villaggi, nelle città, nelle fabbriche, nelle
università e nelle prigioni del nostro paese, la lotta per
l'indipendenza, la democrazia ed il socialismo continua.

Continuiamo la lotta fino alla liberazione!
Viva la resistenza dei popoli!
Abbasso l'imperialismo!
Viva il socialismo!

DHKC
Fronte Rivoluzionario di Liberazione del Popolo
Ufficio d'informazione di Bruxelles




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