>Vista la "nostra" incapacità cognitiva e linguistica
>ormai un sacco di gente come i suddetti paladini
>chiama un raduno che dovrebbe essere spontaneo ed
>orizzontale, nazionale. Purtroppo non riesco proprio a
>tollerarlo, come diceva Wittgenstein "i confini del
>nostro mondo sono i confini del nostro linguaggio",
>quindi visto che nel mio mondo non ci sono nazioni e
>governi vi prego di non urtare ulteriormente la mia
>sensibilità e di smetterla di chiamare in questa
>maniera obbrobriosa un "evento" che di per sè dovrebbe
>essere stupendo (N.Moretti "Le parole sono
>importanti"). Non mi stupirei di veder arrivare
>qualcuno di questi idioti linguistici con il tricolore
>svolazzante! Inoltre non pensate di aver a che fare
>con uno (o forse più) idiota, in tutte le vostre
>"definizioni multiple" la parola nazionale è sempre (o
>quasi) la prima (mentre per esempio è totalmente
>sparita intergalattica- una delle migliori proposte-
>grande alessio), così facendo dimostrate di non
>prendere in alcuna considerazione una "piccola" parte
>di questo fenomeno che aveva palesato dei dissensi, ma
>si sà ormai senza la tessera delle logge M.R. e
>S.N.I.A.D.C. non si ha più diritto di parola.
>Scusate ma io comunista (come
>fascista,democristiano,diessino,verdino,repubblichino,
>radicalino, girotondino, disubbidientino,massoncino,
>nazistino, turchino, etc., etc.) non lo sono stato mai
>e credo proprio che mai lo sarò.
>Umilmente chiedo venia per la mia pecca.
>Elvis.
>Anarchy//Peace//Equality.
"Denominare è un modo assai comodo di disporre delle cose e della gente - dicendo che si tratti di tedeschi, di giapponesi, di americani, di indù, si può conferire loro un'etichetta e poi distruggere l'etichetta. Se non si dà etichetta alle persone si è portati, e forzati, a guardarle, ed allora è assai più facile ucciderle. Si può distruggere l'etichetta con una bomba e sentirsi nel giusto, ma se non si dà un'etichetta e pertanto si deve guardare alla singola cosa - si tratti di un uomo, o di un fiore, o di un evento, o di un'emozione - allora si è costretti a considerare la nostra relazione con essa, e con l'azione che ne consegue. Così dare un nome o conferire un'etichetta è un modo estremamente comodo per disporre di qualsiasi cosa, per negarla, condannarla, o giustificarla."
(J. Krishnamurti - Sul denominare ).
"L'erudizione che leggeva come un testo unico la natura e i libri è rimandata alle sue chimere: deposti sulle ingiallite pagine dei volumi, i segni del linguaggio non hanno più come valore che la tenue finzione di ciò che rappresentano. La scrittura e le cose non si somigliano. Tra esse, Don Chisciotte vaga all'avventura."
(M. Foucault - Le parole e le cose - Rappresentare - 1. Don Chisciotte).
Elvis, sto alla Snia, vado al Macchia, mai avuto tessere e mi trovo in difficoltà da una vita pure con le bandiere, nonostante la botta in testa il cervello me funziona malamente come prima, ma mica ce troveremo alla Ciemmona con gli ultras della curva sud de qualche velodromo, no? In realtà dobbiamo fare spazio a Roma per tutti i Don Chisciotte che vagano all'avventura fra le parole e le cose, pedalando quotidianamente. Riscriveremo gli spazi e pedaleremo fra i linguaggi, senza fissazioni, tranquillamente ciarivamo tutti!
Peace, Love & Anarchy. Nunzio.
(Ma quanno se va sul Peglia?)
1deicapimeccaniciciclici.
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