[Lecce-sf] Fw: [aa-info] Belgrado 24 marzo '99

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Autore: rosario
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Oggetto: [Lecce-sf] Fw: [aa-info] Belgrado 24 marzo '99
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Sent: Wednesday, March 24, 2004 4:21 PM
Subject: [aa-info] Belgrado 24 marzo '99



COMITATI
CONTRO LA GUERRA
MILANO





Il 24 marzo 1999 partono i bombardamenti NATO sulla Jugoslavia; il governo
italiano di centro"sinistra" rende il nostro Paese promotore e protagonista
dell'aggressione.
La popolazione jugoslava presidia i ponti minacciati dai bombardamenti: il
"target" disegnato sui cartelli è un segno di sfida e di resistenza agli
aggressori.
La guerra "umanitaria" all'uranio ha prodotto migliaia di morti, mutilati e
profughi, avvelenamento del territorio, miseria e devastazione sociale, ha
assicurato mano libera agli "autodeterminati" miliziani grandalbanesi del
Kosovo per la persecuzione di quelle minoranze (serbi e rom in particolare,
ma anche albanesi) che si riconoscono nella sconfitta Jugoslavia socialista
e multietnica. La guerra "umanitaria" ha però aperto la via delle riserve
petrolifere del Caspio per gli oleodotti americani e facilitato la
penetrazione coloniale del capitalismo occidentale, delle imprese italiane,
della finanza "internazionale" nella regione balcanica.
Scriveva Alberto Negri su Il Sole 24 Ore del 30 luglio '99: "Qual'è la reale
posta in gioco nella ricostruzione dei Balcani? L'integrazione della regione
in Europa, ma soprattutto lo sviluppo e il controllo delle vie di
comunicazione ed energetiche verso il Medioriente e l'Asia Centrale che
fanno ancora del Balcani un'area strategicamente importante. ... gli USA
hanno un dichiarato interesse per l'8° corridoio ... [mentre] la Germania
[è] concentrata sulla direttrice Nord-Sud: ... Bloccato in Serbia il 10°
corridoio ... la 'balcanizzazione della ricostruzione' promette di rendere
il dopoguerra incandescente".
La resistenza civile che ha espresso consenso a quella dell'esercito e
delle rappresentanze istituzionali del Paese, come il presidente Milosevic,
ha impedito, invece, nonostante l'inevitabile sconfitta militare,
l'invasione e l'occupazione militare dell'intero territorio di Serbia e
Montenegro come preteso dal trattato di Rambouillet - proposto dagli USA e
accettato dai "rappresentanti" kosovaro-albanesi [vedi nota*].
Non diversamente oggi la Resistenza opposta in Iraq alle truppe di
occupazione anglo-italo-ispano-americane contrasta il piano di
balcanizzazione e di ricolonizzazione del Medioriente intero ad opera del
capitalismo occidentale: l'ambasciatore di Israle in Italia, Ehud Gol,
scrive su Il Sole 24 Ore del 21 marzo '04 "L'iniziativa del governo italiano
denominata 'piano Marshall per l'Autorità palestinese' si inserisce proprio
in un quadro di rafforzamento economico della regione. ... L'iniziativa
americana di promuovere riforme e cambiamenti nel mondo arabo e musulmano,
con un accento particolare sulla democratizzazione ("Greater Middle-East") è
un progetto ambizioso e a lungo termine, che contribuirà alla futura
creazione di un'area economico-commerciale di dimensioni imponenti, la quale
godrà di una stabilità politica senza precedenti."
Alla democrazia delle bombe e alla dittatura del mercato, oggi come ieri, i
popoli preferiscono l'indipendenza politica e la sovranità sulle proprie
risorse economiche; e combattono per mantenerla.

* il trattato di Rambouillet, il cui rifiuto da parte della Federazione
Jugoslava - presieduta da S. Milosevic - ha fornito il pretesto per i
bombardamenti NATO del '99 su Belgrado, la Serbia e il Kosovo, intendeva
imporre la completa occupazione militare di Serbia e Montenegro:
art.8-all.B - "Il personale della NATO dovrà godere, con i suoi veicoli,
vascelli, aerei ed equipaggiamento, libero e incondizionato transito
attraverso l'intero territorio della Federazione delle Repubbliche
Jugoslave, ivi compreso l'accesso al suo spazio aereo e alle sue acque
territoriali. Questo dovrà includere, ma non essere a questo limitato, il
diritto di bivacco, di manovra e di utilizzo di ogni area o servizio
necessario al sostegno, all'addestramento e alle operazioni."
Il precedente art.7 precisa che: "Il personale NATO sarà immune da ogni
forma di arresto, inquisizione e detenzione da parte delle autorità della
RFJ."



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