[ssf] I: [referentinodi] INTERVENTO UNITARIO DEL COMITATO FE…

Delete this message

Reply to this message
Author: Walter
Date:  
Subject: [ssf] I: [referentinodi] INTERVENTO UNITARIO DEL COMITATO FERMIAMO LA GUERRA

INTERVENTO UNITARIO DEL COMITATO FERMIAMO LA GUERRA (letto dal palco =
sabato
a Roma)

A un anno dall'inizio della guerra in Iraq, abbiamo risposto oggi
all'appello del movimento per la pace degli Stati Uniti, rilanciato dal
Forum Sociale Europeo di Parigi e dal Forum Sociale Mondiale di Mumbai, =
per
fermare la guerra e l'occupazione.

Siamo tornati in piazza dopo aver attraversato l'Italia con Carovane di =
pace
dal sud e dal nord mentre altre carovane sono in Medio Oriente a =
chiedere
pace e giustizia.

Torniamo in piazza insieme ai movimenti di tutto il mondo, dopo un anno
drammatico e giorni bui -di atrocit=E0 e di lutti.

UN ANNO FA una coalizione di Stati guidata dagli Usa decise di =
utilizzare
tutta la sua potenza per muovere guerra all'Iraq.

Lo ha fatto contro il Consiglio di Sicurezza dell'Onu, violando il =
diritto
internazionale e contro la volont=E0 della grande maggioranza dei popoli =
del
pianeta.

Lo ha fatto con la menzogna, dichiarando che l'Iraq possedeva armi =
terribili
e che era pronta ad usarle e dichiarando legami tra l'Iraq e il =
terribile
attentato alle Torri gemelle.

Lo ha fatto dichiarando che avrebbe portato pace e democrazia per il =
popolo
iracheno e in tutto il Medio Oriente.

Lo ha fatto teorizzando, con la "guerra preventiva", il diritto di =
imporre
la propria volont=E0 e la difesa dei propri interessi, in qualunque =
luogo
della terra.

Questa guerra =E8 gi=E0 costata decine di migliaia di vittime civili e =
militari
irachene, pi=F9 di 600 vittime - tra cui 19 soldati italiani caduti a
Nassiriya - tra le truppe di occupazione, ha comportato distruzioni =
immani e
devastazioni ambientali, ha bruciato miliardi di dollari. Le armi non si
sono trovate.

Gli attentati contro civili inermi si sono susseguiti in molte parti del
mondo.

Pace e democrazia non sono arrivate n=E9 in Iraq n=E9 in Medio Oriente.

AD UN ANNO DI DISTANZA in Iraq la guerra continua a mietere vittime. La
situazione umanitaria in Iraq continua ad essere terribile mentre =
crescono
pericoli di guerra civile. Alla dittatura di Saddam Hussein si =E8 =
sostituita
una occupazione militare che trova crescenti resistenze da parte della
popolazione.

Invece di organizzare libere elezioni si nominano governi dall'alto, si
privatizzano le ricchezze irachene e si chiede di abolire il codice di
famiglia facendo arretrare lo status delle donne. La ricostruzione non =
=E8
nemmeno iniziata e gi=E0 =E8 una torta da spartire con i paesi "amici".

A un anno di distanza in tutto il Medio Oriente la pace =E8 pi=F9 =
lontana che
mai. In Palestina l'occupazione prosegue brutalmente, mietendo migliaia =
di
vittime e rischia di diventare irreversibile con la costruzione del =
Muro. In
Israele si susseguono attentati contro civili inermi, cresce l' =
insicurezza
e la crisi economica.

Il governo Sharon, applica la dottrina della guerra permanente, negando
qualsiasi prospettiva negoziale e imponendo il terreno dello scontro
militare.

Il Muro =E8 una vergogna che calpesta il diritto internazionale, segrega =
un
popolo intero, espropria altra terra, nega la possibilit=E0 di =
convivenza
pacifica fondata sul principio di "due popoli due stati" e sulle =
risoluzioni
dell'Onu che sono alla base di diverse iniziative di pace delle =
societ=E0
civili palestinese e israeliana.

Ad un anno di distanza dall'inizio della guerra in Iraq il mondo =E8 un =
luogo
meno sicuro e pi=F9 ingiusto. La dottrina della guerra "preventiva" ci
minaccia tutti. Minaccia di guerra altri paesi e legittima le guerre e =
le
occupazioni militari, dall'Iraq alla Palestina, all'Afghanistan e alla
Cecenia.

Spinge al riarmo e alla militarizzazione e minaccia la democrazia in =
tutto
il pianeta, dai paesi ricchi a quelli poveri.

Rafforza, nel nord e nel sud del mondo, le culture che predicano lo =
"scontro
di civilt=E0", le guerre di religione, i tanti integralismi impegnati a
distruggere i valori e le pratiche di convivenza.

Rafforza il razzismo, la discriminazione contro i migranti e tutte le
diversit=E0 e spinge verso l'omologazione sociale e culturale.

Nel frattempo, numerose "guerre dimenticate" continuano a provocare =
vittime,
sofferenze e miseria in Africa, in Asia e in Sudamerica senza che =
nessuno
intervenga per mettervi fine.

La povert=E0 e le ingiustizie dilagano nel nord come nel sud del mondo a =
causa
di un sistema neoliberista che la guerra preventiva perpetua.

ANCHE IL GOVERNO ITALIANO =E8 corresponsabile di tanto disastro. Un =
Governo
che, violando l'articolo 11 della Costituzione, nonostante la grande
contrariet=E0 della popolazione italiana, ha deciso di appoggiare la =
guerra in
Iraq e ha inviato 3000 soldati sotto il comando britannico nei luoghi in =
cui
giacciono i campi petroliferi destinati all'Eni, assumendosi la
responsabilit=E0 di esporli a rischi altissimi.

Un Governo che ha deciso di partecipare all'"Autorit=E0 Provvisoria" =
delle
forze di occupazione condividendo cos=EC la responsabilit=E0 delle sue =
scelte
politiche. Un Governo che ha esautorato il Parlamento dei suoi poteri a
cominciare dalla concessione dell'uso dello spazio aereo, delle basi e =
delle
infrastrutture per la guerra.

Un Governo che continua ad ingannare gli italiani: ha detto che i =
soldati
servono a portare gli aiuti umanitari, ma di aiuti se ne sono visti =
pochi
mentre il Pentagono si appresta ad assegnare a alcune ditte italiane =
qualche
contratto per la ricostruzione.

CI SIAMO MOBILITATI per evitare tutto questo. Dicemmo allora, in milioni =
in
tutto il mondo, che quella potenza e quella ricchezza poteva e doveva =
essere
utilizzata per combattere la fame e la sete e la miseria che uccide =
milioni
di esseri umani. Dicemmo allora che si doveva porre fine alle tante =
guerre
dimenticate, invece che cominciarne un'altra.

Dicemmo che la produzione di armi doveva essere riconvertita in =
produzioni
di pace invece che essere rilanciata, che sono le spese militari a dover
essere tagliate: non le spese sociali.

Dicemmo allora e ribadiamo oggi che queste sono iniziative urgenti, =
perch=E9
il peso dell'ingiustizia =E8 intollerabile. Sono iniziative che non =
possono
essere pi=F9 rinviate se non vogliamo scivolare tutti in un abisso di
barbarie, di disperazione, di conflitti, di insicurezza.

NON ABBIAMO CAMBIATO PARERE e continuiamo ad essere la maggioranza del
popolo italiano, nonostante un sistema dell'informazione sempre pi=F9 =
succube
dei tamburi di guerra.

L'Iraq deve tornare agli iracheni, la legalit=E0 internazionale deve =
essere
ripristinata e perch=E9 questo avvenga =E8 necessario innanzitutto che =
cessi
l'occupazione militare. Tutte le truppe occupanti devono essere =
ritirate.
Serve una iniziativa politica internazionale per la restituzione della
sovranit=E0 agli iracheni e la ricostruzione del paese guidata da un =
governo
legittimo.

Per questo ci siamo battuti e continueremo a batterci per il ritiro =
delle
nostre truppe.

Il voto del Parlamento a favore del rifinanziamento della missione =
italiana
=E8 stata una decisione profondamente sbagliata.

Il governo Berlusconi e la sua maggioranza parlamentare sono =
corresponsabili
della tragedia che sta vivendo il popolo iracheno. L'adesione del nostro
governo alla dottrina dell'amministrazione americana della guerra =
preventiva
produce solo morte e distruzione.

E' per questo che la scelta di una parte delle opposizioni di non =
esprimere
un voto contrario si =E8 posta in contraddizione con le ragioni e la
piattaforma di questa manifestazione. La pace ha bisogno di parole e =
atti
coerenti.

CHIEDIAMO che l'Italia rinunci a partecipare all'occupazione militare
dell'Iraq e ritiri le proprie truppe. E' un atto necessario per ricucire =
lo
strappo costituzionale operato un anno fa e per aprire la strada a una =
nuova
strategia.

Chiediamo che l'Unione Europea svolga un ruolo di pace e includa il =
ripudio
della guerra nel proprio trattato costituzionale. Chiediamo che la =
comunit=E0
internazionale metta le Nazioni Unite in condizione di sostenere il =
ritorno
della legalit=E0 in Iraq, favorendo cos=EC la restituzione della =
sovranit=E0 agli
iracheni.

Con la stessa urgenza chiediamo che una decisa iniziativa internazionale
crei le condizioni per una pace giusta in Palestina e in Israele, =
imponendo
la rimozione del muro, la protezione dei civili e un negoziato fondato =
sulle
risoluzioni dell'Onu per la fine dell'occupazione e la convivenza =
pacifica,
ascoltando anche la voce coraggiosa dei giovani israeliani che =
rifiutano,
pagando di persona, di partecipare alla guerra e all'occupazione.

IN QUESTO LUNGO ANNO DI GUERRA, abbiamo continuato a sostenere con mezzi
pacifici le ragioni della pace - progetto alternativo di civilt=E0 - =
nelle
scuole, nelle citt=E0, nei luoghi di lavoro, davanti alle basi militari, =
dai
nostri balconi con le bandiere della pace, nella solidariet=E0 =
internazionale,
nella lotta per il disarmo, nel dibattito sul trattato costituzionale
europeo, nella solidariet=E0 con le popolazioni migranti, con la =
disobbedienza
civile, nell'impegno quotidiano per i diritti umani, sociali e di
cittadinanza.

Lo abbiamo fatto insieme ai movimenti di tutto il mondo, che oggi sono =
in
piazza, perch=E9 la resistenza alla guerra, alla sopraffazione,
all'ingiustizia =E8 un diritto per tutti e per tutte, in tutto il mondo.

L'impegno dei pacifisti statunitensi per riportare le truppe a casa, che
reclamano "giustizia e non vendetta", che denunciano la restrizione dei
diritti civili nella loro patria, che si battono per un'altra America =
=E8
anche il nostro.

Oggi, ci sentiamo profondamente vicini ai pacifisti e all'intero popolo
spagnolo colpito da un terribile attentato.

Di nuovo =E8 la popolazione civile, sono lavoratori, studenti, immigrati =
ad
essere colpiti da una strage che non ha precedenti in Europa -e che
drammaticamente accumuna il nostro continente a tutte le aree del mondo =
che
vivono ogni giorno inaudite violenze contro le popolazioni civili.

Noi ripudiamo tutte le forme di terrorismo da chiunque siano
perpetrate -siano essi Stati, organizzazioni o individui. Allo stesso =
modo
ci opponiamo all'uso della "lotta al terrorismo" per giustificare le =
guerre,
criminalizzare i movimenti popolari e restringere le libert=E0 civili.

La politica della guerra preventiva e permanente, la mancanza di =
soluzione
alle grandi ingiustizie e ai problemi globali hanno finito per rendere =
pi=F9
insicuro e fragile questo nostro pianeta, dando alimento alla strategia =
del
terrore.

Contro questa drammatica situazione, noi movimenti rispondiamo non certo =
con
le politiche di unit=E0 con i governi della guerra, ma con la =
mobilitazione di
massa, con il protagonismo diretto ed autorganizzato della gente,
promuovendo una idea di democrazia che ripudia la barbarie della guerra =
e
delle stragi e quella dello sfruttamento delle persone, dei popoli e
dell'ambiente.

Proprio per questo il ruolo dei movimenti sociali, per la pace,
antiliberisti, democratici diventa ancora pi=F9 importante per tenere =
aperta
la speranza di un mondo diverso e pi=F9 giusto.

La straordinaria mobilitazione della Spagna dopo la strage dell'11 marzo =
e
il voto di domenica dimostrano che esiste una alternativa alla logica =
della
guerra permanente, all'orrore dei terrorismi, alla rassegnazione
all'ingiustizia.

Milioni di persone in Spagna sono scesi nelle piazze per dire una sola e
inequivocabile parola: "Paz", per dire "da Baghdad a Madrid no alla =
guerra e
al terrore", "vostre le guerre, nostre le vittime", per reagire alla =
strage
chiedendo la fuoriuscita della Spagna dalla guerra.

Il loro messaggio =E8 chiaro: si pu=F2 cambiare dal basso, con la =
partecipazione
di tante donne e uomini si possono portare i nostri paesi fuori dalla
guerra. Il nostro impegno dunque continua, incessante.

Non torniamo a casa. Continueremo a lottare, fino a quando l'Iraq sar=E0
riconsegnato agli iracheni e finiranno le loro sofferenze, fino a quando
l'Italia sar=E0 fuori dalla guerra, fino a quando non ci sar=E0 pace in =
Medio
Oriente, in Palestina, in Israele e nel resto del mondo, fino a quando
guerra e ingiustizia saranno fuori dalla storia.

Un mondo diverso =E8 possibile, =E8 necessario e noi vogliamo =
costruirlo.



FUORI LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE DALL'IRAQ
L'IRAQ AGLI IRACHENI

PACE IN MEDIO ORIENTE

BASTA ARMI - BASTA GUERRE