[Cm-milano] MAYDAY, MAYDAY!! Perche' precari, intermittenti …

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Autore: ajorn
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Oggetto: [Cm-milano] MAYDAY, MAYDAY!! Perche' precari, intermittenti e congitarie si stanno
MAYDAY, MAYDAY!! Perche' precari, intermittenti e congitarie si stanno
ribellando in tutta Europa...

Vi ricordate il primo maggio, la festa globale dei lavoratori, cara ad
anarchici e socialisti di tutto il mondo, nata in America e mummificata in
Russia e Cina, caduta in disuso in Europa col crescere del neoliberismo e la
svendita di molti sindacati?

Bene, a Milano dal 2001 una rete di mediattivisti italiani, francesi,
catalani, sindacati di base, collettivi di precari, centri sociali
autogestiti e occupati, masse critiche di ciclisti, colettivi studenteschi,
gruppi d lavoratori, associazioni di migranti, un vasto assortimento di
comunisti
verdi, anarchici, gay e femministe danno vita al MAYDAY
PARADE, la parata di carri al pomeriggio del primo maggio, la cui
partecipazione è cresciuta da 5000 persone a 50000 persone, innescando
azioni urbane e conflitti sociali che si stanno diffondendo tra i giovani
precari, tra quell* che lavorano a tempo determinato e part-time, tra i
free-lance e cognitari, tra ricercatori e insegnanti, lavoratori e
lavoratrici dei servizi e della cultura in Italia, Francia, Spagna e mille
altri luoghi in tutta Europa.

La MAYDAY non e' solo un evento, ma anche un metodo, un progetto e un
processo: un METODO orizzontale che incrocia le reti del movimento di Genova
con le sezioni radicali del sindacalismo, un metodo basato su subvertising,
picchetti
e organizzazione di base e sulla partecipazione aperta di molte e diverse
identita'
e modalita' di azione, permettendo cosi' l'alleanza tra due generazioni del
conflitto. Un PROCESSO grazie a cui i lavoratori e le lavoratrici
transeuropei della conoscenza e dei servizi che si vanno radicalizzando,
stanno costituendo una identita' insorgente capace di contribuire a un nuovo
SPAZIO politico e sociale europeo al posto di quello fondato da poco a
Bruxelles.

PRECARIETA' e' la condizione in cui viviamo, FLEXICURITY e' la condizione a
cui
aspiriamo. In tutta Eurolandia. E alla svelta. Chiediamo sicurezza e
universalita'
di reddito, contributi sociali e ferie pagate, aumento del tempo libero e
della maggiorazioni di straordinario e limitazioni del lavoro notturno e di
domenica, educazione, casa,
salute e accesso libero ai mezzi di comunicazione e alla formazione pubblici
e sovvenzionati, un salario minimo europeo, il diritto di autorganizzare
sindacati per i lavoratori
temporanei e flessibili, la fine delle discriminazioni di salario e
sindacali
delle imprese tra lavorari a tempo determinato e quelli a tempo
indeterminato, come il fatto che un'ora di lavoro part-time e' pagata meno
di un'ora full-time, e la fine delle leggi xenofobe e di
deportazione di massa che stanno bloccando la libera circolazione delle
persone
di ogni colore, religione e cultura in tutta NEUROPA.

Dopo quanto è avvenuto ad Atocha e in altre stazioni di Madrid, e' chiaro a
tutt* che viviamo in una SOCIETA' DI GUERRA, dove tutt* coloro che amano e
vivono, pensano e lottano, si deprimono o si esaltano, sono diventati carne
da macello per le franchise del terrore quanto per l'unilateralismo
neoliberista. Viviamo costantemente in pericolo, sotto costante minaccia di
distruzione imminente. Non solo i servizi sociali di base, i nostri redditi
e le nostre condizioni di lavoro sono sotto attacco ovunque, ma i nostri
stessi corpi potrebbero essere annichiliti in un istante ad ogni istante, in
un treno, in un palazzo, una metropolitana o un centro commerciale. Il
cinico tentativo di Aznar di manipolare il dolore di spagnoli, catalani,
baschi ed europei gli si e' ritorto contro, facendo crollare uno dei tre
pilastri neoliberisti su cui si fonda l'eurobushismo.

Ora Blair e Berlusconi devono seguire il destino del loro alleato militare,
questo e' quanto chiedono i lavoratori flessibili, temporanei e cognitari di
tutta Europa, come il 20 marzo ha dimostrato senza ambiguita' con le enormi
manifestazioni che hanno pacificamente preso il controllo di tutte le più
grandi metropoli europee. Il 20 marzo puo' essere l'inversione della
dinamica apocalittica scatenata in tutto il mondo dall'11 settembre e dalla
guerra globale che ne e' seguita. M-20 mostra che la Democrazia radicale
puo' sconfiggere il neoliberismo e rendere il mondo un luogo migliore e più
sicuro
per tutti gli esseri umani.

Viviamo in una ECONOMIA DI GUERRA messa in moto da un'aggressione imperiale
per sancire l'egemonia mondiale di un modello neoliberista che si e'
dimostrato incapace di diffondere ricchezza o prevenire crisi economiche.
Nel nome del neoliberismo, le elite politiche dell'Occidente, rafforzate da
norme sociali coercitive, come il proibizionismo o il familismo, il
controllo a distanza costante e la repressione di ogni ribellione o
sconforto, hanno venduto anime e patrimoni pubblici ai mercati finanziari
transnazionali e alle corporations, privatizzando servizi, case, salute,
educazione, etere, rafforzando cosi' la tendenza neoliberista verso
l'aumento della diseguaglianza.

La guerra flessibile di Rumsfeld ha avuto WAL-MART come modello logistico,
grazie ai suoi flussi efficienti di merci e servizi, ad alto contenuto di
informazione e di sfruttamento intensivo del lavoro. Wal-Mart e' la piu'
grande corporation e la piu' grande catena di supermercati della terra. E'
anche un'azienda che paga in media salari sotto la soglia di poverta' e che
importa quantita' enormi di tesssili e altri beni da fabbriche cinesi non
sindacalizzate e semischiavistiche. Catene globali come Wal-Mart, Ikea,
Carrefour, Adecco, Auchan/Alcampo, Manpower, Metro, Yum, McDonald's,
Esselunga, Autogrill sono l'essenza di come le corporation neoliberiste
guardano alle persone: passive, supplichevoli, obbedienti, ossequianti,
manipolabili, disponibili a richiesta e su chiamata, sfruttabili a piacere,
licenziabili a volonta'.
Siamo convinti che al cuore del processo di accumulazione neoliberista
risieda il lavoro flessibile e precario di giovani, donne, migranti e
dipendenti precarizzati, nei crucialiservizi di riproduzione e di
distribuzione e nelle industrie della conoscenza, della cultura e dei media
che forniscono la materia prima su cui il sistema funziona: informazione. Ci
chiamiamo PRECOG perche' incorporiamo il PRECARIATO che lavora al dettaglio
e nei servizi e il COGNITARIATO delle industrie della comunicazione e della
formazione. Siamo i produttori della ricchezza neoliberista, siamo i
creatori di conoscenza, di stili e culture, recintati e cannibalizzati dal
potere di avidi monopolii.

Pensiamo che la celebrazione dell'EURO MAYDAY il primo maggio -- nel 2004
data
d'ingresso nell'Unione di 10 stati dell'Europa Orientale, Centrale e
Mediterranea ma non dei loro migranti, e dal 1886 festa dei lavoratori
insorgenti --- possa COMUNICARE, INTRECCIARE, EVIDENZIARE al mondo le molte
IDENTITA' RADICALI di lavoratori e lavoratrici flessibili e a tempo
determinato, precarizzati, esternalizzati, in subappalto, schiacciati,
degradati, impoveriti, umiliati o molto semplicemente iperstressati in tutta
l'Europa del XXI secolo, che definiamo NEUROPA.

Abbiamo scelto la MAYDAY PARADE, propagata e deturnata attraverso tutti gli
omnimedia indipendenti (poster, spray, radio, video, rete, satellite, ecc),
come il format libertario e multi-identitario che comprende dozzine di carri
musicali, carri carnevaleschi e allegorici, carretti, furgoni, e biciclette
con bambini e adulti, equilibristi della precarietà e contorsionisti della
flessibilita', tutti insieme per esprimere rabbia gioiosa contro
l'esclusione di una intera generazione e presto di tutta la societa' da
diritti sociali con garanzie di autodifesa collettiva. Questi diritti
avranno un raggio continentale, europeo e federale o non saranno. Per dirla
semplicemente, nelle Mayday Parade di Milano, Barcelona e di altri luoghi,
vogliamo dare l'arrembaggio al galeone dell'euro per prendere la parte di
tesoro che ci spetta...

EURO MAYDAY PARADE 004
eco/media activism joins metro/labor radicalism
for a bush-free europe