[Lecce-sf] Lecce - Moratti, la protesta è fai da te

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Szerző: luisa rizzo
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Tárgy: [Lecce-sf] Lecce - Moratti, la protesta è fai da te
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Moratti, la protesta =E8 fai da te


Caos nelle scuole, silenzio nelle strade. Prova del nove: lo sciopero del 26

di Melissa Perrone


Silenzio. A pochi giorni dallo sciopero generale della scuola contro la=20
Riforma Moratti indetto dai sindacati, dalle organizzazioni di base e dai=20
partiti (Arci, Associazione =93Per la Scuola della Repubblica=94, Cidi,=20
Coordinamento genitori democratici, Ds, Didaweb, Verdi, Fnism, Legambiente,=
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Libera, Mce, Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione Comunista,=20
Proteo fare sapere) ancora poco o nulla si muove nella nostra citt=E0. A=
meno=20
che, insomma, il lavoro organizzativo non sia tutto interno alle=20
associazioni, (e salvo sorprese dell=92ultima ora) sar=E0 difficile il 26=
veder=20
sfilare per le nostre strade un grande corteo.

Se dietro questa poca frenesia ci siano ragioni di diffuso consenso=20
politico al discusso documento Bertagna (frutto dell=92analisi di una=20
commissione ristretta che pur criticando la struttura della riforma, poi=20
finisce per salvarne quanto meno gli intenti, ndr) o semplicemente una=20
disaffezione, o peggio un disincanto, sull=92efficacia dello strumento=20
sciopero, ancora =E8 presto per dirlo. Certo =E8 che il disagio nelle scuole=
di=20
ogni ordine e grado =E8 indubbio. I consigli di circolo sono pi=F9 infuocati=
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che mai; i dirigenti scolastici, nel tentativo di adeguare la situazione=20
reale con i modelli imposti dal decreto Moratti, vanno sviluppando doti da=
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prestigiatore, ed i genitori, completamente disorientati da uno scenario=20
ancora tutto da definire, o non sanno proprio che pesci prendere o sono=20
completamente all=92oscuro del fuoco che cova sotto le aule dei loro figli.=
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In una parola: il caos.

A creare problemi non solo questioni di ordine ideologico didattico - a=20
questo punto, passata la legge, insormontabili - ma soprattutto pratici.=20
Come fare a garantire una buona qualit=E0 dell=92offerta formativa ed i=
tagli=20
orari ad alcune cattedre, come italiano, educazione tecnica, ed inglese=20
nelle medie, che dovranno far posto alla seconda lingua prevista dal=20
decreto? Come salvaguardare tutte le cattedre esistenti? Come organizzare=20
l=92orario salvaguardando anche la salute dei piccoli delle elementari,=20
costretti o a tour de force di ben 5 ore e mezza, o ad orari ballerini il=20
sabato? E ancora, in quali strutture organizzare i laboratori, evitando di=
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dover ricorrere alle aule e al conseguente e caotico spostamento dei=20
piccoli da una classe all=92altra? E come mandar gi=F9 questo ritorno alla=
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divisione dei ruoli maschio-femmina, che si traduce, durante l=92ora di=20
educazione tecnica, al riservare alle ragazze lezioni di economia domestica=
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(ricamo, cucito...)? Tutte questioni, insomma, cui le scuole, in un modo o=
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nell=92altro, sono chiamate a rispondere. Esclusa infatti la possibilit=E0=
di=20
rifiutare alcune direttive, come l=92attivazione della seconda lingua nelle=
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medie, non rimane che cercare escamotage di vario genere. Cos=EC, se in=
molte=20
scuole per non impazzire si tende a rifiutare i progetti, mantenendosi sul=
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monte ore di lezione minimo, di 27 ore, in altre si tenta di offrire ai=20
genitori al momento dell=92iscrizione un modulo che comprenda gi=E0 delle=20
materie opzionali compatibili con le competenze dei docenti interni, cos=EC=
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da non dover ricorrere ad incarichi esterni e a spiacevoli tagli di orario=
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ai propri professori. Altro che arricchimento dell=92offerta formativa,=
dunque.

I problemi, insomma, sono davvero tanti. Fondi che non ci sono, strutture=20
carenti, docenti che vedono messo in forse il posto di lavoro, tempo pieno=
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che non esiste pi=F9 (con probabili pingui guadagni per il fiorente mercato=
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dei doposcuola privati). Certo, probabilmente altrove, dove le situazioni=20
di partenza sono differenti, le scuole incontreranno qualche problema=20
organizzativo in meno, ma =E8 innegabile che qui al Sud il prossimo anno=20
scolastico per molti rischia di diventare un incubo. D=92altra parte i dati,=
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anche occupazionali, parlano chiaro. In una nota la deputata Ds Alba Sasso=
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riporta dei dati tutt=92altro che rassicuranti: =93Scorrendo la bozza del=20
decreto interministeriale, scopriamo che sono quasi seicento le cattedre su=
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cui in Puglia si abbatte la scure del ministero: per la precisione, la=20
scuola primaria si vede tagliate 247 unit=E0, la secondaria di primo grado=
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dovr=E0 fare a meno di 103 professori e 245 sono le cattedre tagliate alla=
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secondaria di secondo grado=94. Una realt=E0, dunque, con cui=
necessariamente=20
si dovr=E0 fare i conti. Nelle aule, nelle direzioni, o nelle piazze.

Melissa Perrone=20
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<b>Moratti, la protesta =E8 fai da te<br><br>
<h1><b>Caos nelle scuole, silenzio nelle strade. Prova del nove: lo
sciopero del 26</b></h1>&nbsp;di Melissa Perrone<br><br>
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Silenzio. A pochi giorni dallo sciopero generale della scuola contro la
Riforma Moratti indetto dai sindacati, dalle organizzazioni di base e dai
partiti&nbsp; (Arci, Associazione =93Per la Scuola della Repubblica=94, Cidi=
,
Coordinamento genitori democratici, Ds, Didaweb, Verdi, Fnism,
Legambiente, Libera, Mce, Comunisti Italiani, Partito della Rifondazione
Comunista, Proteo fare sapere) ancora poco o nulla si muove nella nostra
citt=E0. A meno che, insomma, il lavoro organizzativo non sia tutto interno
alle associazioni, (e salvo sorprese dell=92ultima ora) sar=E0 difficile il
26 veder sfilare per le nostre strade un grande corteo. <br><br>
Se dietro questa poca frenesia ci siano ragioni di diffuso consenso
politico al discusso documento Bertagna (frutto dell=92analisi di una
commissione ristretta che pur criticando la struttura della riforma, poi
finisce per salvarne quanto meno gli intenti, ndr) o semplicemente una
disaffezione, o peggio un disincanto, sull=92efficacia dello strumento
sciopero, ancora =E8 presto per dirlo. Certo =E8 che il disagio nelle scuole
di ogni ordine e grado =E8 indubbio. I consigli di circolo sono pi=F9
infuocati che mai; i dirigenti scolastici, nel tentativo di adeguare la
situazione reale con i modelli imposti dal decreto Moratti, vanno
sviluppando doti da prestigiatore, ed i genitori, completamente
disorientati da uno scenario ancora tutto da definire, o non sanno
proprio che pesci prendere o sono completamente all=92oscuro del fuoco che
cova sotto le aule dei loro figli. In una parola: il caos.<br><br>
A creare problemi non solo questioni di ordine ideologico didattico - a
questo punto, passata la legge, insormontabili - ma soprattutto pratici.
Come fare a garantire una buona qualit=E0 dell=92offerta formativa ed i tagl=
i
orari ad alcune cattedre, come italiano, educazione tecnica, ed inglese
nelle medie, che dovranno far posto alla seconda lingua prevista dal
decreto? Come salvaguardare tutte le cattedre esistenti? Come organizzare
l=92orario salvaguardando&nbsp; anche la salute dei piccoli delle
elementari, costretti o a tour de force di ben 5 ore e mezza, o ad orari
ballerini il sabato? E ancora, in quali strutture organizzare i
laboratori, evitando di dover ricorrere alle aule e al conseguente e
caotico spostamento dei piccoli da una classe all=92altra? E come mandar
gi=F9 questo ritorno alla divisione dei ruoli maschio-femmina, che si
traduce, durante l=92ora di educazione tecnica, al riservare alle ragazze
lezioni di economia domestica (ricamo, cucito...)? Tutte questioni,
insomma, cui le scuole, in un modo o nell=92altro, sono chiamate a
rispondere. Esclusa infatti la possibilit=E0 di rifiutare alcune direttive,
come l=92attivazione della seconda lingua nelle medie, non rimane che
cercare escamotage di vario genere. Cos=EC, se in molte scuole per non
impazzire si tende a rifiutare i progetti, mantenendosi sul monte ore di
lezione minimo, di 27 ore, in altre si tenta di offrire ai genitori al
momento dell=92iscrizione un modulo che comprenda gi=E0 delle materie
opzionali compatibili con le competenze dei docenti interni, cos=EC da non
dover ricorrere ad incarichi esterni e a spiacevoli tagli di orario ai
propri professori. Altro che arricchimento dell=92offerta formativa,
dunque. <br><br>
I problemi, insomma, sono davvero tanti. Fondi che non ci sono, strutture
carenti, docenti che vedono messo in forse il posto di lavoro, tempo
pieno che non esiste pi=F9 (con probabili pingui guadagni per il fiorente
mercato dei doposcuola privati). Certo, probabilmente altrove, dove le
situazioni di partenza sono differenti, le scuole incontreranno qualche
problema organizzativo in meno, ma =E8 innegabile che qui al Sud il
prossimo anno scolastico per molti rischia di diventare un incubo.
D=92altra parte i dati, anche occupazionali, parlano chiaro. In una nota la
deputata Ds Alba Sasso riporta dei dati tutt=92altro che rassicuranti:
=93Scorrendo la bozza del decreto interministeriale, scopriamo che sono
quasi seicento le cattedre su cui in Puglia si abbatte la scure del
ministero: per la precisione, la scuola primaria si vede tagliate 247
unit=E0, la secondaria di primo grado dovr=E0 fare a meno di 103 professori =
e
245 sono le cattedre tagliate alla secondaria di secondo grado=94. Una
realt=E0, dunque, con cui necessariamente si dovr=E0 fare i conti. Nelle
aule, nelle direzioni, o nelle piazze.<br><br>
Melissa Perrone</body>
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