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Autor: Coscione
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Assumpte: [NuovoLaboratorio] Fw:
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From: <husein@???>
To: "coscione mar" <coscio@???>
Sent: Saturday, March 20, 2004 4:53 PM


Con preghiera di facilitare la più ampia circolazione

Disinformazione


Tragedie come quella di Madrid non dovrebbe viverle nessuno, ma
proprio nessuno: né l'Italia, né la Spagna, né la Jugoslavia, né
l'Afganistan, né l'Iraq, né nessun'altra nazione al mondo. Nel
momento in cui le bombe lanciate da quei terroristi dei nostri
governanti procurano distruzione dolore e morte ovunque nel mondo
non possiamo pensare di essere per sempre immuni da quello stesso
dolore, da quella stessa morte.
Mai come ora riteniamo importante non aggiungere altro dolore e
vogliamo quindi riprendere con forza la campagna contro le
deportazioni-estradizioni partendo proprio dai sette tunisini
accusati di terrorismo ma condannati infine solo per documenti
falsi. Uno di loro viene più volte citato in modo strumentale sui
quotidiani di lunedi' in merito alle indagine su Madrid.

Dal corriere della sera di lunedì 15 marzo:
"Non si può certo dire che gli estremisti islamici coinvolti nelle
inchieste italiane di questi ultimi anni non abbiano avuto nulla a
che vedere con la Spagna.Già nel 2001 l'asse Italia - Spagna fu
tracciato dall'inchiesta milanese <<Al Mohajiroun 2>>.Nell'ordinanza
che costò il carcere a un libico, un egiziano e a tre tunisini, si
riuscii a <delineare alcuni aspetti salienti> di un viaggio in
Spagna di Essid Sami Ben Khemais: nome di battaglia Saber, uomo che
organizzava in Italia il reclutamento di combattenti volontari per i
campi di Al Qaeda in Afganistan. Quello che gli investigatori
scoprirono seguendo i suoi spostamenti in treno, le sue tappe a
Parigi, Lione e Pamplona, e un suo <incontro operativo ristretto> in
un luogo non precisato della penisola iberica, confermarono così
scrissero nell'ordinanza che chiuse le indagini- <gli stretti legami
operativi esistenti tra cellule spagnole e italiane>"

Ovvero di come un arabo residente in Italia non possa andare a
trovare i familiari in Francia e tantomeno girare per l'Europa come
meglio crede. Sami che veniva chiamato dai suoi amici saber ma con
il significato di emigrante e non viaggiatore come invece viene più
volte riportato sui mass media andava in Spagna a comperare merce da
rivendere sulle strade italiane come molti suoi compaesani. Ma
soprattutto questi stretti legami tra Sami e vari terroristi
islamici europei non sono stati per nulla provati in tribunale che,
infatti, pur bramando dal desiderio di farlo non è riuscito a
condannarlo per nessun reato di tipo terroristico. Questo
ragionamento vale maggiormente per le presunte intercettazioni con
cui "il corriere della sera" continua il suo dambruosiano articolo.
Migliaia e migliaia di pagine di intercettazioni telefoniche ed
ambientali dalle quali non è sortita nessuna prova con cui poterli
inchiodare. Però sui quotidiani continuano ad apparire frasi che
vengono riportate ogni volta in modo diverso con riferimenti a gas
e\o veleni diversi ma pubblicate come se fosse sempre la stessa
intercettazione. Considerato che neppure un magistrato
giustizialista come Dambruoso è riuscito a dare corpo a quei
presunti legami e a quelle migliaia di pagine piene solo di
sconclusionate traduzioni dall'arabo, forse bisognerebbe lasciare
che Sami e i suoi computati possano finalmente vivere la propria
vita senza essere tirati in ballo ad ogni occasione.

da repubblica di lunedì 15 marzo
"E c'è Sami Essid Ben Khemais, il primo capocellula individuato a
Milano: ha viaggiato in Spagna, con tappa a Pamplona. Entrambi sono
stati dunque nella regione dove viene prodotto l'esplosivo usato
negli attentati dell'11 marzo.(?????????) Una sorta di filo diretto
Italia-Germania-Spagna si ritrova anche nel comportamento di Sami
Essid Ben Khemais che nel marzo 2001, cinque mesi prima degli
attentati in America, lascia Milano senza sapere di essere pedinato
dalla DIGOS. Prende il treno, scende a Parigi, acquista dei thermos
dove potrebbe nascondere documenti falsi. Sparisce con un amico,
ricompare in stazione, altro treno per attraversare la frontiera a
Irun e andare a Pamplona"

E qui parte tutta una serie di collegamenti con tizio che è
conosciuto, caio che è conosciuto pure lui e via dicendo, non un
articolo, una velina
"Sami Essid lascia la borsa da viaggio e sparisce, poco dopo sarà
arrestato...Si capisce perché siano ore insonni, queste, in tutto
l'antiterrorismo europeo."
Ovvero secondo tutto l'antiterrorismo europeo Sami sarebbe un
terrorista islamico doc e Dambruoso non si è sbagliato e conseguenza
non blocchiamo nessuna estradizione.
A parte che leggendo questo articolo sembrerebbe che Sami sia andato
sino a Parigi solo per comperare due termos nascondendo volutamente
che lui invece aveva lì una parte della sua famiglia e che come
tanti fanno è andato a trovare i suoi parenti, poi probabilmente gli
sbirri, che come noto non brillano certo di acume, l'hanno perso di
vista. Ma la cosa più assurda è la storia dei due thermos che dopo
l'arresto (un mese dopo e non subito dopo) sono stati sequestrati a
casa di Essid Sami Ben Khemais e attentamente analizzati dalla
polizia scientifica. Vi riportiamo stralci della documentazione
prodotta dal ten. Col. Edmondo La Manna del centro tecnico militare
chimico fisico biologico di Civitavecchia, come da verbali in nostro
possesso:
PREMESSA
In seguito al conferimento dell'incarico per consulenza tecnica da
parte del sost. Procuratore della repubblica presso il tribunale
ordinario di Milano, dott. Stefano dambruoso, al sottoscritto ten.
Col. Del corpo ingegneri dell'esercito Edmondo La Manna, sono state
avviate le attività finalizzate alla individuazione del contenuto di
due " thermos" sequestrati in data 16 ottobre 2001.

Prelievo dei thermos e operazioni preliminari
§ I due reperti imballati, custoditi presso il laboratorio di sanità
pubblica di Milano, sono stati prelevati dal sottoscritto in data 8
gennaio 2001 e trasportati in sicurezza, con automezzo militare
opportunamente attrezzato, presso i laboratori del centro tecnico
militare chimico fisico e biologico di Civitavecchia dove, nei
giorni successivi, sono state condotte le sotto elencate operazioni
preliminari:
§ Apertura degli imballaggi e immediata bonifica degli stessi e
dell'esterno dei due thermos; dopo tale operazione si è potuto
constatare che uno dei due contenitori (reperto n. 1) aveva la base
di forma ovale e il tappo presentava un beccuccio pieghevole, il suo
volume era di circa 2 litri e sembrava contenesse una sostanza
liquida; l'altro contenitore, apparentemente vuoto, (reperto n. 2)
era di forma cilindrica, del volume di circa 1 litro;
§ Radiografia dei due thermos, che ha consentito di escludere la
presenza di congegni esplosivi e di confermare che il reperto n.1
era quasi completamente pieno di una sostanza liquida e che il
reperto n. 2 era vuoto;
§ Apertura in sicurezza dei due contenitori, sotto cappa-glove box a
flusso laminare dotata di filtro assoluto e di filtro a carbone
attivo. Dal reperto n. 1 sono state prelevate diverse aliquote del
liquido contenuto, che aveva l'aspetto di acqua limpida, e poste in
altrettanti contenitori per le successive analisi. L'interno del
reperto n.2 si presentava perfettamente asciutto e pulito, pertanto,
per l'analisi dei residui, sono stati aggiunti 200 cc di acqua
distillata e sterilizzata e, dopo energica agitazione, ne sono state
prelevate diverse aliquote per le successive analisi.

E il verbale continua con questo tenore per 5 pagine a diluire,
separare, estrarre, ricombinare sostanze dentro i due thermos con
aggiunta di prodotti vari di cui vengono elencate anche le marche,
la più nota è la Carlo Erba.

"RISULTATI E CONCLUSIONI
L'indagine chimica condotta sui campioni provenienti dai due thermos
sequestrati, ha consentito di escludere la presenza di aggressivi
chimici e, più in generale, di sostanze tossiche.
L'indagine microbiologica ha consentito di escludere la presenza di
batteri, data l'assenza del gene batterico 16S; sono pertanto
risultati assenti anche microrganismi di più probabile impiego
bellico/terroristico, quali bacillus antracis (carbonchio),
francisella taularensis (tularemia), yersinia pestis (peste), vibrio
cholerare (colera), coxiella burnetii (tifo). E' stato, altresì,
possibile escludere la presenza di quelle forme virali di più
probabile impiego, quali vaccinia virus (vaiolo), febbre gialla ed
encefalite venezuelana. Sulla base dei risultati delle analisi
effettuate si può concludere che il liquido contenuto nel reperto
n.1 era costituito, molto probabilmente, da acqua potabile; il
reperto n.2, che appariva perfettamente asciutto e pulito, non
presentava tracce delle sostanze e dei microrganismi sopra
menzionati.

"gentile dott. Dambruoso, in esito all'incarico conferitomi in data
14 dicembre 2001, le invio copia della relazione tecnica inerente
all'indagine analitica condotta sul contenuto dei due thermos
sequestrati in data 16 ottobre 2001.
Come avrà modo di constatare, in entrambi i contenitori non esiste
traccia di agenti chimici e batteriologici di possibile impiego
bellico/terroristico."

Dopo un mese da quel viaggio a Parigi le cosiddette "forze
dell'ordine" cercano e sequestrano a casa di Sami, durante il suo
arresto, anche i due thermos e già questo la dice lunga da se. Dopo
tutte le prove chimiche non arrivano a capo di nulla di illegale e
non contenti ben 3 anni dopo, ancora fissati sui termos,
suggeriscono a "La Repubblica" di parlarne collegandoli questa volta
ai documenti falsi.
Questo è il modo in cui vengono svolte le indagini, e i compagni lo
sanno bene, e questo è il modo in cui si viene arrestati, ma questa
volta, questo è anche in il modo in cui si insiste per una condanna
a morte. Né armi né esplosivo sono stati trovati né a casa di Essid
Sami né di nessuno dei suoi sei coimputati. Sono stati condannati
per documenti falsi e sono in carcere per questo. Blocchiamo la
loro estradizione in Tunisia dove come dissidenti politici rischiano
la tortura sino alla morte.

Per aiuti conto corrente postale: c/c p.n. 58001/22 36 50 84
Per contatti telefono: 347 94 50 696 -
e-mail: controrepressioneedeportazioni@???