[Cpt] I: [fori-sociali] Genova, campo di concentramento: e' …

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Autor: fabio raimondi
Data:  
Temat: [Cpt] I: [fori-sociali] Genova, campo di concentramento: e' scontro
-----Messaggio originale-----
Da: brunoa01@??? [mailto:brunoa01@aleph.it]
Inviato: mercoledì 17 marzo 2004 9.02
A: forumgenova@???; forumsociale-ponge@???;
fori-sociali@???
Oggetto: [fori-sociali] Genova, campo di concentramento: e' scontro


secolo xix

Centro per stranieri, è scontro
IL CASO Provincia in difficoltà dopo il parere favorevole al sito di
Molassana del comitato tecnico presieduto dal vicepresidente Tizzoni
Plinio: «Finalmente si parte». Il "no" dei movimenti


Un altro atto tecnico, un nuovo caso politico. Dopo la vicenda del G8 in
Comune, che ha portato Rifondazione fuori dalla giunta Pericu, adesso è
l'amministrazione Repetto a fare i conti col parere favorevole del Comitato
tecnico provinciale (presieduto dal vicepresidente Paolo Tizzoni) alla
costruzione in Valbisagno del centro di permanenza dei clandestini. La
notizia pubblicata ieri da "Il Secolo XIX" ha scatenato una serie di
reazioni: mentre Gianni Plinio, vicepresidente della Regione (An) plaude al
«centro di accoglienza-detenzione finalmente in fase di decollo» e auspica
«che le solite sinistre genovesi, con lo stucchevole pretesto del sito, che
invece mi sembra del tutto adeguato, non boicottino una struttura prevista
anche da leggi del governo di centrosinistra», dal mondo dei movimenti si
leva la voce contro l'«abominio umano e urbanistico» che rappresenta
«un'altra grave rottura democratica». Il centro temporaneo «non s'ha da
fare» per la Cgil («Metteremo in campo tu
tte le nostre forze»). Ferma contrarietà anche da parte dei Verdi in
Provincia e dal costituendo comitato guidato da Giordano Bruschi, storico
leader comunista, che minaccia una clamorosa azione simbolica domani davanti
alla prefettura, in occasione della visita di Ciampi.
Giacomo Conti, segretario regionale di Prc e consigliere provinciale,
osserva: «Anche se quello espresso da Paolo Tizzoni si può configurare come
un parere tecnico rispetto al Piano di bacino del torrente Bisagno, ci pare
grave che ciò avvenga in assenza di un giudizio politico di contrarietà». Il
consiglio provinciale e il presidente Repetto, ricorda Conti, si erano già
detti contrari, ma adesso Prc intende riaprire il dibattito in Provincia, in
Comune, in Regione e in tutte le circoscrizioni. «La valutazione tecnica era
dovuta, il dirigente che non l'avesse rilasciata avrebbe potuto subire delle
conseguenze - dice Repetto - ma adesso mi auguro che si apra il dibattito in
città, con ampia partecipazione democratica, sulla valutazione politica.
L'intervento di Plinio è totalmente fuori luogo». Del caso si è parlato ieri
mattina in giunta provinciale, sull'onda della pubblicazione della notizia:
è stato proprio Tizzoni a fare il resoconto ai colleghi, ribadendo che si è
tratta
to solo di un parere di conformità tecnica. Repetto è apparso comunque
molto irritato del fatto che gli uffici non lo avessero informato, essendo
evidenti i risvolti politici della vicenda. Non lo ha fatto nemmeno Tizzoni,
peraltro: «Mi è sfuggito: ma la giunta non era investita della questione, da
parte mia non c'era nessuna volontà di nascondere la pratica».
Anche in Comune, il consigliere di Prc Patrizia Poselli annuncia che
chiederà al sindaco di confermare la sua posizione contraria al centro
temporaneo. Pericu ribadisce di «non essere favorevole» alla struttura, ma
anche di essere un ufficiale di governo e come tale tenuto a rispettare la
legge. Per il momento, riferisce il sindaco, non gli risulta che il Comune
sia stato interpellato sull'argomento.




Andrea Plebe

Nel progetto guardiole e recinzioni Il costruttore: «Collocazione idonea»



E' il progetto del centro di temporanea permanenza per clandestini. E' il
progetto presentato dalla Garaventa, impresa di costruzioni edili nata nel
'57, con la sua sede in via Corsica 2.
Pagina 3: «Il centro prevederà due aree distinte: quella dove sarà
realizzato il complesso, che sarà interamente confinato mediante una
opportuna recinzione di sicurezza, per una superficie totale di 8.067 metri
quadrati e un altro di 25.359 metri quadrati, per un totale di 33.426. Due
lotti: la residenza per richiedenti asilo politico, in aderenza a Rio
Mulinetto. La residenza del centro di permanenza, a Riomaggiore. sarà
realizzato un piccolo manufatto a uso guardiola».
Gianfranco Garaventa, 68 anni, è il presidente del consiglio di
amministrazione della società. Perché la prefettura è arrivata alla
Garaventa? «Hanno fatto una ricerca di mercato. Sulle aziende e sulle
disponibilità di terreno. L'area di nostra proprietà risponde alle
caratteristiche richieste. Soprattutto perchéè lontana dalle abitazioni. Ci
sono solo case disabitate».
Pagina 4. «E' previsto un alto controllo di tutte le aree terrazzate
all'aperto, con un diretto controllo visivo dalla postazione di regia posta
al secondo piano». Pagina 5: «Saranno garantiti standard tecnici per non
consentire agli ospiti di poter praticare atti di vandalismo o
danneggiamento. Sarà tassativo impedire ogni possibile atto di
autolesionismo». «L'autolesionismo - spiega ancora Garaventa - è la prima,
grande preoccupazione di chi ci ha chiesto di concepire quest'opera». Ancora
pagina 5: «Gli ospiti non saranno in grado di lasciare il centro di propria
spontanea volontà. La soddisfazione di tale aspetto dovrà valere anche nei
confronti dell'esterno, perché non si può escludere che esponenti di linee
di pensiero politicamente e socialmente estremiste possano tentare di
penentrare il complesso dall'esterno senza autorizzazione».
Quanto costa realizzare il progetto? «Non sono matto a parlare di crifre -
spiega Garaventa - se ci dev'essere ancora un ballottaggio». Ultimi dettagli
tecnici: «Ogni corpo di fabbrica è diviso in blocchi alloggio, da sei a
dodici letti; blocchi separati in distinte zone ognuna con area all'aperto.
I due lotti saranno separati con una recinzione di sicurezza e tra loro
separati da un'ulteriore linea con recinzioni più leggere». Garaventa, ha
già avuto una risposta dalla prefettura? «No, non ancora. E non è bello, per
un'azienda, non riuscire a programmare un lavoro». E le contestazioni
politiche? «Lo so benissimo che quando si partirà scoppierà il finimondo».



Marco Menduni


I residenti: «Pronti ai blocchi stradali»




«Siamo allibiti, ma come si permettono di fare una cosa del genere?
Costruiscono a pochi passi da casa nostra un centro per immigrati in attesa
di rimpatrio e noi lo veniamo a sapere solo tramite il Secolo XIX?». Così
sbotta Santa Caterina Bocciardo, abitante nella zona del Riomaggiore,
piccolo affluente del Geirato. La notizia della probabile costruzione di un
centro per immigrati in località Molinetti, a Molassana, ha scosso tutti gli
abitanti della zona, che subito hanno operato un vero tam tam: chi ha
telefonato, chi ha citofonato alle palazzine vicine, chi è salito di corsa
in macchina ad avvisare gli amici al bar del fatto che si sta costruendo un
centro a loro insaputa «su uno dei terreni più franosi della città».
«Noi non vogliamo fare nessun tipo di discriminazioni, ci mancherebbe -
spiega Gianna Palumbo, abitante della palazzina all'inizio di via
Riomaggiore - sono persone disgraziate che hanno bisogno di aiuto, ma quel
terreno è troppo franoso e il rio durante le piene è disastroso. Tizzoni
qualche anno fa lo aveva ammesso. Ora cosa fa? Ha cambiato idea?». Gli
abitanti ricordano che il vice presidente della Provincia Paolo Tizzoni,
tempo fa aveva effettuato un sopralluogo con alcuni cittadini della zona,
riconoscendo la pericolosità dell'area e impegnandosi a far eseguire lo
sgombero dai detriti di tutto il rivo.
In località Molinetti non ci sono molte case, la zona dove dovrebbe sorgere
il centro è un canneto a pochi passi dal rio, su un terreno che continua
lentamente e inesorabilmente a scendere verso valle. «Che non mi vengano a
raccontare - continua la Bocciardo - che solo perché la costruzione verrà
eretta a 5 metri di distanza dal bordo del torrente allora si può costruire!
Ma ci prendono in giro? Tutta la collina di Molinetti e San Giacomo è
franosa». Uno dei residenti, Benito Baccini, viene avvicinato dai vicini e
informato dell'accaduto: «E' incredibile, ma non resteremo con le mani in
mano, io sono pronto a stendermi in mezzo alla strada». Anche gli altri si
dicono pronti a scendere in piazza: «Non ci faremo mettere i piedi in
testa - perde la pazienza Angelina Canepa, proprietaria del ristorante "La
Cabannetta" all'inizio di via Riomaggiore - e protesteremo con ogni mezzo
possibile. Questa strada è instabile, non possono transitare camion sopra le
20 tonnellate, ma se iniz
ieranno i lavori non so quanti ne passeranno. Se ci saranno danni alla mia
casa riterrò responsabili gli uffici che hanno autorizzato questa
costruzione».




A. G.


IL GIALLO La prefettura informò il presidente Repetto: «Mai vista quella
lettera»



Nella vicenda del centro per clandestini fa capolino anche un giallo. E'
rappresentato da una missiva, partita dalla prefettura il 19 novembre
dell'anno passato e diretta al presidente della Provincia. «Quest'ufficio -
recitava la missiva - a seguito di un complesso iter istruttorio volto a
individuare il sito destinato a ospitare il Ctpa, ha accolto la proposta
progettuale della Soc. Garaventa, in via Riomaggiore a Molassana». La
missiva rappresenta una comprova: Repetto era stato informato della
decisione. Ma il presidente della Provincia ribatte: «Non ho letto quella
comunicazione. Ogni giorno arrivano decine di lettere, indirizzate per legge
al presidente, ma la disposizione è di dirottarle agli uffici competenti se
trattano di vicende tecniche».


«Stiamo vagliando altre proposte»
LE ISTITUZIONI Il prefetto e il questore commentano il via libera al primo
progetto


«È trapelato un progetto. Ma non è l'unico. Ci sono altre opzioni. Nessuna
decisione è stata ancora presa. Non passerà molto tempo, ma c'è ancora un
ventaglio di possibilità tra le quali decidere». Commenta così il prefetto
Giuseppe Romano. Commenta così il via libera "tecnico" della Provincia al
progetto per il centro-clandestini in Valbisagno. «Siamo determinati a
realizzare il centro - spiega ancora Romano - ma serve il via libera della
commissione del ministero dell'Interno. Che sta ancora vagliando proposte
diverse». Quante? «Non sto a fare la conta», ribatte il prefetto. Certo,
insiste Romano, non si può parlare di fulmine a ciel sereno: «Nessuno ha mai
nascosto la volontà di giungere a una decisione del genere. Anzi: il centro
è stata una delle priorità che ho indicato sin dal giorno del mio
insediamento».
La stessa linea seguita dal questore Oscar Fioriolli: «Il centro di
permanenza è una necessità oggettiva. Il progetto della Valbisagno risponde
oggettivamente a molte esigenze, ma non esistono decisioni già prese».







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