[Cpt] I: [fori-sociali] G. Casarino: migranti ed anno della…

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Autore: fabio raimondi
Data:  
Oggetto: [Cpt] I: [fori-sociali] G. Casarino: migranti ed anno della cultura
-----Messaggio originale-----
Da: Luisa Conte [mailto:dwbsco@tin.it]
Inviato: martedì 16 marzo 2004 19.14
A: forumsociale-ponge@???; fori-sociali@???;
forumgenova@???
Oggetto: [fori-sociali] G. Casarino: migranti ed anno della cultura


Cari tutti,
la notizia del concretarsi anche a Genova del materialissimo "fantasma" di
un CPT (Centro di permanenza temporanea per migranti cosidetti irregolari)
acuisce la mia rabbia ed anche il mio disagio in relazione ad un episodio
molto personale ma significativo, di censura, che mi sta capitando quale
autore di un saggio che dovrà (dovrebbe) comparire nei volumi collettanei
Storia della cultura ligure, in occasione del fatidico anno 2004.
Come tutti gli episodi del genere ( le persone che le mettono in essere sono
solo meri esecutori, ingranaggi del sistema, pure "reificazioni", "colleghi"
accademici, che non mette neanche conto di menzionare: gli abusi di potere
sono la normalità), essi vanno denunciati pubblicamente: l'esperienza
dimostra che questa è la sola "forza contrattuale" di cui una persona
isolata può avvalersi.
In breve, sono stato (solo e confidenzialmente!) "pregato" di omettere
quello che a me sembrava un doveroso risarcimento alla memoria (si dice
così?), sia pure da parte di un singolo cittadino, cui, se non altro come
"autore", dovrebbero essere riconosciute dignità ed assunzione di
responsabilità.
Parlo dell'"incidente" alla Darsena e della morte del migrante albanese
Albert Kolgjeja: non certo che la città si ponga l'interrogativo (che so?)
di dedicargli il nome di una strada od altro (vedremo se l'ineffabile
Presidente Ciampi all'atto dell'inaugurazione del Museo del Mare si
ricorderà di rendergli omaggio, e magari di denunciare anche gli "omicidi
bianchi" ).
Insomma, a partire dall'anno della cultura dedicato al viaggio (si parla
dei transatlantici e forse delle emigrazioni italiane, ma in realtà il
modello culturale cui ci si ispira sembra piuttosto essere quello
aristocraticissimo del Gran Tour di Antico Regime, il viaggio di formazione
del "giovin signore" europeo), a Genova come altrove al viaggiatore per
eccellenza (e per necessità), il migrante, toccheranno alternativamente ed
emblematicamente le sorti o della morte sul lavoro in sub-subappalto o del
confino arbitrario in una landa semi-deserta in quel di Molassana.
Scusate lo sfogo, ma per me è liberatorio: ne va anche dell'equilibrio
psicologico.

Fraterni saluti

                                                            Giacomo Casarino
                          (Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea
dell'Università di Genova)




PS. Ecco il testo censurato:

Alla memoria di Albert Kolgjeja, migrante albanese:
Genova, 8 novembre 2003, cantiere del costruendo Museo del Mare

"...tutto ciò deve la sua esistenza non solo alla fatica dei grandi geni che
l'hanno fatto, ma anche al servaggio senza nome dei loro contemporanei. Non
è mai un documento della cultura senza essere insieme un  documento della
barbarie..."
                                  WALTER BENJAMIN, Sul concetto di storia,
Torino 1997




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