[Cerchio] ---> Tuula!

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Szerző: Tuula Haapiainen
Dátum:  
Tárgy: [Cerchio] ---> Tuula!
----- Original Message -----
From: <djm@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Thursday, March 11, 2004 9:36 PM
Subject: [Cerchio] ---> Tuula!


>
> Tuula! Ho notato che hai inserito il tuo commento anche sull'altra lista,

alla
> quale mi sono poi iscritto, però rispondo solo qui, perché sull'altra

voglio
> prima vedere che aria tira!
>
> Questione complessa quella che tiri in ballo, comprensibile direi.

Chiaramente
> in alcuni tratti il reportage mostra caratteri, diciamo così, patriottici,

e va
> quindi immediatamente inserito nella realtà sociale nel quale è stato

scritto.
> Alla sua base non penso ci sia la volontà di lanciare un diretto atto
> accusatorio nei confronti dei soldati americani e del loro ruolo nelle

correnti
> occupazioni, che in un simile contesto parrebbe fuori luogo, ma piuttosto

di
> scattare una drammatica fotografia su uno degli aspetti censurati di

questa
> guerra schifosa, e la non tanta velata attribuzione di responsabilità su

quei
> fascisti che stanno alla Casa Bianca.
>
> Quando parli di eroi ti riferisci alla prima parte dell'articolo che

sicuramente
> tende a scivolare verso questo tipo di retorica, ma che poi preso nel suo
> complesso tutto è tranne che una apologia delle forze armate Statunitensi,
> piuttosto un tentativo di fare luce su uno di quei brutali aspetti delle

guerre
> attuali (parte della orwelliana 'guerra al terrore'), e della quale la
> cosiddetta 'pubblica opinione' Americana ignora, colpevolmente. Il livello

di
> disinformazione è talmente elevato che i numeri dei morti sia di parte

Americana
> (500) che di quella Irachena (10.000) sono relegate nell'informazione

cosiddetta
> alternativa on line, comprese naturalmente le questioni riguardanti i GI
> mutilati che sono ricoverati all'ospedale Walter Reed a Washington.
>
> E quindi pure un articolo come questo che vista la moderazione di

approccio
> dovrebbe potere avere una larga diffusione, trova spazio solo on line, e

anche
> se non segue criteri di radical chicchismo, rimane una forte immagine che
> bisogna guardare.
>
> Comunque il paragone tra Vietnam e Iraq è un qualcosa che circola

ampiamente
> nella stampa di sinistra Americana, e quindi queste analogie non

dovrebbero
> sorprenderti più di tanto. Nel caso di questo articolo poi i riferimenti

al
> Vietnam non erano così centrati sui soldati come li hai visti tu, ma

piuttosto
> su alcuni elementi (quale l'ospedale Walter Reed), che supportano la

tendenza a
> tracciare paralleli fra quella e questa guerra di occupazione. Per come

funziona
> la gerarchia interna alle forze armate americane, ho seri dubbi che molti

di
> questi soldati abbiano scelto volontariamente di andarsene in Iraq o in
> Afghanistan, ci sono piuttosto andati perché mandatici e la maggior parte

di
> loro forniti della giusta indottrinazione per compiere il cosiddetto

'dovere'.
> Le stesse caratteristiche capitalistiche che gli attribuisci (Grucciolo!)

sono
> accuse che potrebbero essere benissimo applicate anche a coloro che hanno
> combattuto in Vietnam, ma si finirebbe comunque per semplificare in

entrambi i
> casi.
>
> Questi soldati sono stati dimenticati, e probabilmente se la sono cercata,

ma il
> silenzio calato anche sul loro dramma dispiega in una ulteriore

sfaccettatura il
> carattere totalitario dell'America di Bush e giustifica la fortissima

necessità
> di un cambiamento radicale!
>
> Ciao
> M

**************
caro Maurizio, continuo a pensare che hai fatto bene a tradurre questo
articolo, tanto più perché mi sta risvegliando ulteriori riflessioni sulla
situazione come viene vista e vissuto in USA, dove tutti sono coinvolti in
un modo o l'altro con questa sporca guerra in Iraq.

La giornalista è pienamente e americanamente patriottica, mentre la sua
"rabbia" è rivolta contro Bush, e non al fatto stesso che L'America è andata
a fare la guerra in un paese sovrano. Lei fa una comparazione un po'
subdolamente fra Vietnam da una parte e L'iraq e Afganistan dall'altra,
senza mai ripudiare queste due guerre.
La grande differenza di queste due guerre colonizatrici e imperialistici sta
nel fatto che i soldati mandati nella guerra del Vietnama rischiavano la
corte marziale se si rifiutavano di andarci, e ce ne erano tantissimi che
non sarebbero mai partiti se non fossero stati davvero obbligati dal Governo
degli statiuniti. Molti, certo, ci andarono, sempre obbligatariamente, ma
credendo di fare un'azione patriottica. ma ci DOVEVANO ANDARE IN OGNI CASO.
C'era la coscrizione forzata.

Questi che sono andati nell'Iraq, saranno pure stati indottrinati, ma
sopratutto ci sono andati accativati da un guadagno; sono dei MERCENARI,
caro Maurizio.
E quello che si è fatto espolodere la bomba in mano, non stava proteggendo
dei civili ma i suoi commilitoni, che seminavano le mine antiuomo in
Afganistan ricoperti da pupazzi e giochini vari, affinche i bambini li
portassero dai campi al centro abitato dove poi scoppiavano..

Insomma, l'articolo è tutto nello spirito di "i nostri ragazzi eroi di
guerra", "trascurati dal cattivo papà Bush", nonostante fossero anadati in
Iraq per una "buona causa", detto con le parole di uno dei feriti, che parla
di poveri, ma "fottuti" iracheni che "meritano di morirere tutti".
Io so che i bambini afgani che hanno perso braccia o gambe con le mine
americane, non hanno mai avuto delle protesi decenti, tanto meno
computerizzati, come questi giovani assassini da facce d'angelo in nome
della lor patria salvatrice del mondo...

Mi dispiace, la mia durezzza con questi, che non credo affatto angeli, bensì
dei figli di bush, che si sentono maschi potenti e liberatori di questi
"fottuti iracheni che non sapevano liberarsi da sé"; come vedi, loro sono
solo incazzati col mondo perché gli è andato male, ma non si sono pentiti di
esser andati a fare quella sporca guerra, che pensavano sciovinisticamente
che dovesse essere fatto...

..., ma questo articolo era davvero illuminante, su come vengono trattati
questi soldati, mine vaganti dell'esercito americano, dopo che li hanno
spremuto bene bene, ma con la loro propria complicità, seppure qualche volte
incosciente.

Il patriottismo è una brutta cosa, e molto pericoloso per chi lo
persegue...nonche' agli altri..
ciao maurizio!
tuula



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