[Consumo critico - Milano Social Forum]aflatossine

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Aihe: [Consumo critico - Milano Social Forum]aflatossine
Premetto che non ho letto l'articolo di Veronesi, ma che non dubito minim=
amente della sua faziosit=E0, e del riferimento improprio
di conoscenze=
scientifiche (magari usate solo per certi aspetti della questione) miste=
all'abuso di notorier=E0 e di ruolo, tipico di
questi personaggi.
Con=
siderato per=F2 che questa mia email rimane nell'ambito del consumo criti=
co, mi sento di dissentire nel merito sulla questione
aflatossine, perc=
h=E8 a mio avviso in buona sostanza =E8 vero che il problema della aflato=
ssine viene sostanzialmente ridotto nei
mais transgenico; diverso =E8 u=
sare questo argomento come prova inconfutabile della bont=E0 dei transgen=
ici; e diverso ancora
trascurare, sull'uso dei transgenici, le enormi i=
mplicazioni ambientali, produttive, (e quindi sociali e politiche).
=0D
=
La piralide del mais =E8 un grosso problema; se si va nei campi di mais d=
ella pianura padana, si rimane impressionati dalla
quantit=E0 di pannoc=
chie che a fine stagione sono lesionate, e strabordanti di muffe (non cer=
to solo le temibili aflatossine), che
finiscono nello stomaco delle muc=
che, e poi nel latte. NESSUNO, che non sia un ciarlatano, pu=F2 neanche i=
potizzare quale sia la
rilevanza epidemiologica sulla popolazione degli=
eventuali tumori allo stomaco indotti direttamente o indirettamente da q=
ueste
tossine (ovvero, se sia davvero un problema epidemiologico, pi=F9=
grave per esempio dei tumori indotti dall'inquinamento
industriale, ch=
e guarda caso non rientra nelle cause principali di tumori, a giudicare d=
all'accanimento governativo contro il fumo e
le muffe). Pi=F9 che dalle=
pubblicazioni, che il pi=F9 delle volte, specialmente sui transgenici, s=
ono "molto influenzate" (diciamo cos=EC)
da enormi interessi economici,=
vale per me quel che mi hanno raccontato ingenuamente dei coltivatori di=
retti, che hanno
coltivato nei loro campi (a titolo sperimentale) mais =
transgenico, e hanno visto coi loro occhi una differenza molto forte nell=
a
resistenza alla piralide, e quindi alle muffe. Anche se la pubblicazi=
one citata fa riferimento ad altri tipi di muffe e non cita le
aflatoss=
ine, non c'=E8 una ragione logica per pensare a una correlazione fra tran=
sgene e TIPO di muffa: la piralide fa un danno
meccanico alla pannocchi=
a (mangiucchia la pianta dal di dentro); poi, a seconda di che spore gira=
no nell'aria, la pannocchia
lesionata sar=E0 attaccata da muffe diverse=
(non scherziamo, questi studi sono tutti ridicolmente limitati a singole=
situazioni: si
vogliono tirare conclusioni su un mais coltivato nello =
Iowa ed estenderle a un altro ceppo analizzato nell'afosa pianura padana,=
o
insilato in Romania?). Non =E8 certo la differenza fra i genotipi di=
ceppi diversi di transgenici l'unica differenza fra due pannocchie.
In=
buona sostanza, mi sembra ragionevole sostenere che VEROSIMILMENTE il fa=
tto di essere resistente alla piralide diminuisce in
generale nel mais =
la probabilit=E0 di essere attaccato da aflatossine (non =E8 qui che =E8 =
attaccabile il discorso di Veronesi). Il punto =E8
che, naturalmente, s=
i pu=F2 e deve pensare ad altre strade per diminuire in primis l'attacco =
della piralide, e poi l'attacco della
muffe ( il che implica tutta un'a=
ltra agricoltura, e i soliti discorsi che facciamo sempre).

Dico ques=
to perch=E8 mi pare importante attaccare queste sparate ministeriali dove=
sono pi=F9 deboli, e non addentrandosi in
questioni che di scientifico=
hanno solo l'etichetta: =E8 forse scienza quella pubblicata da Nature - =
prima rivista mondiale per la
genetica - che pochi anni fa pubblicava=
la notizia che le graminacce transgeniche potevano diffondersi nei campi=
vicini forse
tramite il trasporto di pollini (notizia ormai a conoscen=
za di tutti), e poche settimane dopo costringeva l'autore a ritrattare i =
dati,
li faceva smentire da illustri colleghi, e costringeva l'autore, =
dopo minacce personali a lui e ai familiari, a lasciare il campus dove =0D
=
lavorava? Meno di due anni dopo, si parla tranquillamente del fatto che l=
e coltivazioni transgeniche "contaminano" i campi vicini;
Nature =E8 se=
mpre considerata una delle riviste scientifiche pi=F9 serie al mondo, e n=
oi crediamo ai dati di esperimenti fatti su
quattro pannocchie. Targate=
Monsanto.


> In meriro all?articolo a firma di Umberto Veronesi comp=

arso su La repubblica
> del 30 gennaio u.s., desidererei fare alcune con=

siderazioni di merito e
> di metodo sui supposti vantaggo sanitari deriv=

anti dall?uso di cibi geneticamente
> manipolati. Dando per acquisita la=

nostra piena condivisione della preoccupazione
> del professor Veronesi=

per l?impatto sanitario derivante da fattori ambientali,
> quali inquin=

amento ubiquitario con composti tossici e persistenti, e quelli
> di car=

attere sociale, quali le dipendenze da fumo ed alcol, ci convince
> poco=

l?idea che il mais transgenico in commercio possa presentare una valore=0D
=
> aggiunto nella lotta contro i tumori. Per spiegare meglio ai lettori l=

e
> ragioni di questo dissenso, =E8 necessario fare delle considerazioni=

sull?oggetto
> della discussione, ovvero le aflatossine. Questi compost=

i sono dei prodotti
> dell?attivit=E0 biologica di alcuni funghi (appart=

enenti al genere Aspergillus)
> molto piccoli, che si presentano in form=

a di muffe e che possono colpire
> diverse parti della pianta, soprattut=

to a partire dalle zone lesionate,
> per azione di eventi meteorologici =

(ad esempio la grandine) o a seguito
> di attacco di insetti parassiti. =

In particolare, le piante di mais possono
> essere interessate da questa=

contaminazione dopo l?attacco di larve di una
> farfalla, la piralide, =

che crescono scavando gallerie nel fusto delle piante
> o dentro le pann=

occhie. La propriet=E0 del mais transgenico di prevenire la
> formazione=

di muffe =E8 stata prospettata nel dicembre del 1999 da ricercatori
> d=

ell?Universit=E0 dello Iowa e del centro ricerche agrarie del Dipartiment=
o
> Statunitense per l?Agricoltura (USDA). Nel loro studio, gli scienzia=

ti hanno
> messo in evidenza una riduzione di oltre il 90% di tossine di=

verse dalle
> aflatossine, le fumarosinine, derivanti dall?attacco di un=

fungo appartenente
> al genere Fusarium, che al contrario della tossina=

dell?Aspergillum, non
> sono incluse tra le sostanze cancerogene ricono=

sciute. Per quanto riguarda
> le aflatossine, i ricercatori ne dichiaran=

o una non meglio quantificata
> riduzione che per=F2 ? non =E8 cos=EC dr=

astica come quella riscontrata per le
> fumarosinine? (G.P.Munkvold and =

R.L. Hellmich, 1999. The good news about
> Bt corn. Information System f=

or Biotechnology ). Inoltre, queste caratteristiche
> sono state dimost=

rate in ibridi di due mais transgenici, il MON810 ed il
> Bt11 che non s=

ono presenti sul mercato europeo, dettaglio non trascurabile
> visto che=

gli stessi ricercatori ricordano che non tutte le piante geneticamente=0D
=
> manipolate esprimono eguali propriet=E0. Dal momento che il contenuto i=

n aflatossine
> =E8 regolamentato dalla Comunit=E0 Europea che ha indica=

to le concentrazioni
> massime che possono essere tollerate negli alimen=

ti, ne consegue che, al
> meglio, alcuni tipi di variet=E0 di mais trans=

genico possono contribuire ad
> una non meglio precisata riduzione al di=

sotto dei limiti di legge. Considerando
> la natura cancerogena delle a=

flatossine, ed essendo la politica dei Verdi
> a favore della prevenzion=

e e l?applicazione del principio precuazionale,
> saremmo ben lieti se =

si trovasse il modo di ridurre ulteriormente le loro
> concentrazioni ne=

gli alimenti. (Riteniamo, per=F2, che i danni ambientali
> gi=E0 accerta=

ti per molte piante transgeniche, e quelli sanitari potenziali
> che si =

possono prevedere a seguito di assunzione a medio e lungo termine
> di O=

GM, non consentano di assumere le stesse entusiastiche posizioni espresse=

> dal professore Veronesi. A prescindere dal rischio di contaminazione =

di
> OGM non destinati all?alimentazione umana, come accaduto nel 2000 =

al mais
> Starlink destinato al consumo animale e finito in tacos e mere=

ndine che
> ha provocato un danno di oltre 2 milioni di dollari o la con=

taminazione
> di mais con soia manipolata per produrre un vaccino con un=

virus dei maiali
> accaduto lo scorso anno negli Stati Uniti, il mais B=

t in commercio presenta,
> oltre alle manipolazioni per produrre la toss=

ina e per resistire agli erbicidi
> della ditta produttrice, la caratte=

ristica di resistenza all?ampicillina,
> un antibiotico a largo spettro =

molto usato nella profilassi umana e veterinaria.
> Molti ricercatori ha=

nno paventato il rischio che la diffusione di queste
> caratteristiche t=

ra la flora batterica dello stomaco possa portare alla
> creazione di ce=

ppi batterici patogeni resistenti all?ampicillina, precludendone
> l?eff=

icacia terapeutica. Tutto ci=F2 senza voler considerare gli innumerevoli=0D
=
> interrogativi che riguardano il rischio di ipersensibilizzazioni e/o al=

lergie
> dovute all?ingestione delle nuove proteine espressione dei geni=

aggiunti
> alle piante, o, ancora, il danno ambientale che gli essudati=

radicali del
> mai Bt possono provocare sulla microflora e microfauna d=

el terreno, quell?insieme
> dei microorganismi alla base di una corretta=

crescita vegetale. Fin qui
> il merito. Per ci=F2 che concerne il metod=

o usato da Veronesi per convincere
> i lettori/consumatori sulla necess=

it=E0 di usare mais transgenico nutriamo
> ancor pi=F9 perplessit=E0 all=

orquando si assume la responsabilit=E0 di attribuire
> agli alimenti der=

ivanti da variet=E0 di mais tradizionali un potenziale cancerogeno
> a =

seguito della presenza di aflatossine). In affetti, granaglie provenienti=

> da paesi con scarse praticole agricole e di conservazione delle semen=

ti
> possono essere contaminate con concentrazioni oltre i limiti previs=

ti. Negli
> stessi paesi , la contaminazione di micotossine, tra cui le=

aflatossine,
> =E8 tra la maggiori responsabili dell?insorgenza di pato=

logie tumorali del
> fegato soprattutto tra le fasce meno abbienti, ma n=

ulla lascia pensare che
> in Italia, o in Europa, la percentuale di tum=

ori attribuibile a questo
> fattore sia tale da presentare una situazion=

e tanto allarmante. Visto per=F2
> che l?allarme viene da un oncologo di=

fama internazionale, nonch=E9 ex Ministro
> della Sanit=E0, dobbiamo ri=

tenere che il professor Veronesi sia conoscenza
> di dati che sostengan=

o la necessit=E0 di avvertire i consumatori di questo
> rischio. In tal =

caso, sarebbe asupicabile che si promuovesse un dibattito
> urgente, anc=

he a livello istituzionale, al fine di individuare nuove misure
> di sic=

urezza, oltre quelle gi=E0 in vigore, per evitare l?assunzione alimentare=

> di aflatossine.
>
> ______________________________________________=

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