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Auteur: Stefano
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Anciens-sujets: [Consumo critico - Milano Social Forum]Verbale 9/3/04
Sujet: [Consumo critico - Milano Social Forum]Risposta all'articolo di Veronesi sul Transgenico
Risposta dei Verdi a Veronesi sul Transgenico, Abbracci Stefano

In meriro all?articolo a firma di Umberto Veronesi comparso su La repubbl=
ica
del 30 gennaio u.s., desidererei fare alcune considerazioni di merito e
di metodo sui supposti vantaggo sanitari derivanti dall?uso di cibi genet=
icamente
manipolati. Dando per acquisita la nostra piena condivisione della preocc=
upazione
del professor Veronesi per l?impatto sanitario derivante da fattori ambie=
ntali,
quali inquinamento ubiquitario con composti tossici e persistenti, e quel=
li
di carattere sociale, quali le dipendenze da fumo ed alcol, ci convince
poco l?idea che il mais transgenico in commercio possa presentare una val=
ore
aggiunto nella lotta contro i tumori. Per spiegare meglio ai lettori le
ragioni di questo dissenso, =E8 necessario fare delle considerazioni sull=
?oggetto
della discussione, ovvero le aflatossine. Questi composti sono dei prodot=
ti
dell?attivit=E0 biologica di alcuni funghi (appartenenti al genere Asperg=
illus)
molto piccoli, che si presentano in forma di muffe e che possono colpire
diverse parti della pianta, soprattutto a partire dalle zone lesionate,
per azione di eventi meteorologici (ad esempio la grandine) o a seguito
di attacco di insetti parassiti. In particolare, le piante di mais posson=
o
essere interessate da questa contaminazione dopo l?attacco di larve di un=
a
farfalla, la piralide, che crescono scavando gallerie nel fusto delle pia=
nte
o dentro le pannocchie. La propriet=E0 del mais transgenico di prevenire =
la
formazione di muffe =E8 stata prospettata nel dicembre del 1999 da ricerc=
atori
dell?Universit=E0 dello Iowa e del centro ricerche agrarie del Dipartimen=
to
Statunitense per l?Agricoltura (USDA). Nel loro studio, gli scienziati ha=
nno
messo in evidenza una riduzione di oltre il 90% di tossine diverse dalle
aflatossine, le fumarosinine, derivanti dall?attacco di un fungo apparten=
ente
al genere Fusarium, che al contrario della tossina dell?Aspergillum, non
sono incluse tra le sostanze cancerogene riconosciute. Per quanto riguard=
a
le aflatossine, i ricercatori ne dichiarano una non meglio quantificata
riduzione che per=F2 ? non =E8 cos=EC drastica come quella riscontrata pe=
r le
fumarosinine? (G.P.Munkvold and R.L. Hellmich, 1999. The good news about
Bt corn. Information System for Biotechnology ). Inoltre, queste caratte=
ristiche
sono state dimostrate in ibridi di due mais transgenici, il MON810 ed il
Bt11 che non sono presenti sul mercato europeo, dettaglio non trascurabil=
e
visto che gli stessi ricercatori ricordano che non tutte le piante geneti=
camente
manipolate esprimono eguali propriet=E0. Dal momento che il contenuto in =
aflatossine
=E8 regolamentato dalla Comunit=E0 Europea che ha indicato le concentrazi=
oni
massime che possono essere tollerate negli alimenti, ne consegue che, al
meglio, alcuni tipi di variet=E0 di mais transgenico possono contribuire =
ad
una non meglio precisata riduzione al di sotto dei limiti di legge. Consi=
derando
la natura cancerogena delle aflatossine, ed essendo la politica dei Verdi=

a favore della prevenzione e l?applicazione del principio precuazionale,=

saremmo ben lieti se si trovasse il modo di ridurre ulteriormente le loro=

concentrazioni negli alimenti. (Riteniamo, per=F2, che i danni ambientali=

gi=E0 accertati per molte piante transgeniche, e quelli sanitari potenzia=
li
che si possono prevedere a seguito di assunzione a medio e lungo termine
di OGM, non consentano di assumere le stesse entusiastiche posizioni espr=
esse
dal professore Veronesi. A prescindere dal rischio di contaminazione di
OGM non destinati all?alimentazione umana, come accaduto nel 2000 al mai=
s
Starlink destinato al consumo animale e finito in tacos e merendine che
ha provocato un danno di oltre 2 milioni di dollari o la contaminazione
di mais con soia manipolata per produrre un vaccino con un virus dei maia=
li
accaduto lo scorso anno negli Stati Uniti, il mais Bt in commercio presen=
ta,
oltre alle manipolazioni per produrre la tossina e per resistire agli erb=
icidi
della ditta produttrice, la caratteristica di resistenza all?ampicillina=
,
un antibiotico a largo spettro molto usato nella profilassi umana e veter=
inaria.
Molti ricercatori hanno paventato il rischio che la diffusione di queste
caratteristiche tra la flora batterica dello stomaco possa portare alla
creazione di ceppi batterici patogeni resistenti all?ampicillina, preclud=
endone
l?efficacia terapeutica. Tutto ci=F2 senza voler considerare gli innumere=
voli
interrogativi che riguardano il rischio di ipersensibilizzazioni e/o alle=
rgie
dovute all?ingestione delle nuove proteine espressione dei geni aggiunti
alle piante, o, ancora, il danno ambientale che gli essudati radicali del=

mai Bt possono provocare sulla microflora e microfauna del terreno, quell=
?insieme
dei microorganismi alla base di una corretta crescita vegetale. Fin qui
il merito. Per ci=F2 che concerne il metodo usato da Veronesi per convin=
cere
i lettori/consumatori sulla necessit=E0 di usare mais transgenico nutriam=
o
ancor pi=F9 perplessit=E0 allorquando si assume la responsabilit=E0 di at=
tribuire
agli alimenti derivanti da variet=E0 di mais tradizionali un potenziale =
cancerogeno
a seguito della presenza di aflatossine). In affetti, granaglie provenien=
ti
da paesi con scarse praticole agricole e di conservazione delle sementi
possono essere contaminate con concentrazioni oltre i limiti previsti. Ne=
gli
stessi paesi , la contaminazione di micotossine, tra cui le aflatossine,=

=E8 tra la maggiori responsabili dell?insorgenza di patologie tumorali de=
l
fegato soprattutto tra le fasce meno abbienti, ma nulla lascia pensare ch=
e
in Italia, o in Europa, la percentuale di tumori attribuibile a questo
fattore sia tale da presentare una situazione tanto allarmante. Visto per=
=F2
che l?allarme viene da un oncologo di fama internazionale, nonch=E9 ex Mi=
nistro
della Sanit=E0, dobbiamo ritenere che il professor Veronesi sia conoscen=
za
di dati che sostengano la necessit=E0 di avvertire i consumatori di quest=
o
rischio. In tal caso, sarebbe asupicabile che si promuovesse un dibattito=

urgente, anche a livello istituzionale, al fine di individuare nuove misu=
re
di sicurezza, oltre quelle gi=E0 in vigore, per evitare l?assunzione alim=
entare
di aflatossine.