[Cerchio] I Soldati Dimenticati di Operazione "Iraqi Freedom…

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Szerző: Tuula Haapiainen
Dátum:  
Tárgy: [Cerchio] I Soldati Dimenticati di Operazione "Iraqi Freedom"
----- Original Message -----
From: <djm@???>
To: <cerchio@???>
Sent: Wednesday, March 10, 2004 2:24 PM
Subject: [Cerchio] I Soldati Dimenticati di Operazione "Iraqi Freedom"


>
> Lunghissimo lavoro di traduzione, luuunghissimo - ma andava fatto senza

alcun
> dubbio, e adesso leggete e fatevi scuotere da questo incredibile

reportage, per
> andare ancora più in profondità negli orrori di questo schifo di

occupazione.
>
> Se è ritenuto un lavoro decente, chiederei il favore a Tuula di inviare

questo
> articolo anche su quelle liste alle quali non sono iscritto, questo non è
> chiesto certo per la gloria, ma solo perchè articoli come questo devono
> circolare ed essere letti dal maggior numero di persone possibili! Grazie.
>
> M
>


Ecco fatto, metto qua, a questa mail e traduzione, meritevole, anche
l'indirizzo di libertari@???! :-))
ma se ti ci vorresti iscrivere ( e me lo auguro!:-))
basta che mandi una mail vuota all'indirizzo

libertari-subscribe@???
un abbraccio
tuula

____________________________________________________
>
> I SOLDATI DIMENTICATI DI OPERAZIONE "IRAQI FREEDOM"
>
> di Natasha Saulnier
>
> Domenica, 7 Marzo 2004
>
> Tradotto da M - djm@??? - www.melektro.com
>
> _____________________________________________________
>
> Il suo nome è Maurice. E' un ragazzo di 26 anni dal viso d'angelo e una

protesi
> computerizzata piazzata dove prima stava la sua gamba sinistra - Il suo

nome è
> Victor e sembra ancora un ragazzino. La sua faccia angelica, contrastata

da
> capelli biondi, viene tormentata da una domanda senza risposta, ogni volta

che i
> suoi occhi agitati cadono involontariamente sul moncone: "Perchè?"- Il suo

nome
> è Steve e voi non potreste immaginare un soldato più Americano di lui - se

solo
> non avesse perso il suo braccio destro. Lui è un vero, buon patriota,

sempre in
> pieno controllo di sé e ha l'aria di un eroe Americano - Il suo nome è

Rob.
> Incatenato a una sedia a rotelle, è infuriato contro il mondo intero ed

esplode
> facilmente in una marea di insulti verso tutto e tutti per la perdita

della sua
> gamba destra e per l'inutilità di quella sinistra.
>
> Maurice, Victor, Steve e Rob sono solo alcuni delle migliaia di GI di

ritorno
> dall'Iraq -- spesso con uno o più arti amputati, trasportati di notte

quasi
> segretamente e portati all'ospedale militare Walter Reed a Washington D.C.

Qui
> vengono operati, trattati, forniti di protesi quando ciò è possibile,

medicati
> generalmente, e sottoposti a terapia psicologica e fisica. E' giusto

menzionare
> che Walter Reed è lo stesso ospedale nel quale in passato venivano portati

i
> soldati feriti che tornavano dal Vietnam. Ma nessuna fanfara viene suonata

per
> questi eroi. Oltre alle lesioni che hanno dovuto subire ai loro corpi e ai

loro
> cuori, tornano a casa destinati ad essere ignorati dai tradizionali media
> Americani. Soltanto una stazione televisiva Inglese, Channel 4, ha

considerato
> degno di notizia andare all'ospedale ad intervistare i soldati feriti.
> Naturalmente, tutti gli intervistati devono essere selezionati in anticipo

e
> istruiti dagli alti ufficiali dell'esercito per qualunque conversazione

che
> abbiano con i giornalisti. Stranamente, le attuali statistiche degli

infortuni
> pubblicate dal Pentagono contraddicono in pieno quelle dell'Esercito degli

Stati
> Uniti. Mentre il Pentagono sostiene che a partire dal 1 Marzo sono stati

2722 i
> soldati che sono stati feriti in azione e 417 quelli invece da fuoco non

ostile,
> l'Air Force degli Stati Uniti ha confidato di avere trasportato in questi

ultimi
> 9 mesi circa 12.000 soldati feriti nella propria base Andrews. Con la

severità
> delle lesioni subite, sembra quasi che le stime ridotte del Pentagono

stiano lì
> a coprire lo scandalo che potrebbe costare a George Bush la rielezione.
>
> "Vengono portati qui [all'ospedale Walter Reed] ragazzi di 19 e 20 anni, e
> quando li vedo andare via con gli arti mancanti. ho visto fino a 3 soldati
> mutilati impazzire.penso solo che durante la nostra generazione, non

abbiamo
> mai visto un danno simile inferto ai giovani", ha spiegato il Generale

Maggiore
> Delaune alla radio pubblica del Minnesota. "Durante la Guerra del Golfo,

c'erano
> circa 3 soldati feriti per ogni morto. Nella corrente guerra in Iraq, ci

sono
> invece 7 feriti per ogni morto", riporta un articolo intitolato "Le nuove
> tecnologie e pratiche mediche salvano vite in Iraq " in un giornale
> Knight-Ridder. I fatti sostengono questa dichiarazione: le maglie Kevlar

che i
> soldati adesso indossano gli salvano sì la vita, ma non gli arti. Il

giornale
> Inglese The Guardian segnala come il personale medico, completamente
> sopraffatto, lavori mediamente fino a 70-80 ore alla settimana e secondo

la CBS,
> il più grande ospedale militare di Washington ha dovuto prendere in

prestito
> letti dal proprio reparto per i malati di cancro per soddisfare le

enormemente
> cresciute esigenze del reparto di prostetica. Ma nonostante tutto questo
> l'ospedale non riesce a reggere il sovraccarico e parecchi soldati feriti

sono
> quindi stati alloggiati in un hotel vicino. Per questa ragione sono

riuscita ad
> incontrare alcuni di loro là nell'hotel dopo che mi era stato proibito di
> continuare la mia intervista nel reparto dell'ospedale, perché non avevo
> ottenuto il permesso dell'esercito, non ero passata dal processo di

selezione e
> il soldato che stavo intervistando non era stato istruito su come

rispondere.
> Superando ogni ostacolo, ero inizialmente riuscita a passare attraverso il
> cancello di sicurezza all'entrata del complesso medico-militare, ad

entrare
> nell'edificio e a salire fino al quinto piano.
>
> "Devo mettermi nudo per l'intervista? Posso tenere le scarpe? ! Oops! Ho

detto
> le 'mie scarpe... Devo proprio prendere l'abitudine di dire 'la scarpa' ",

butta
> fuori amaramente Rob. "E' come se fosse ieri, sono andato a comprare un

paio di
> scarpe da tennis e ho sconvolto il ragazzo del negozio. La sua faccia si è

fatta
> tutta rosso fuoco quando gli ho chiesto se me ne poteva vendere solo una,

solo
> una, a metà prezzo", dice ridendo sarcasticamente. Ma Rob, sempre

tagliente,
> non ha ancora finito il suo duello con l'umanità, o con sé stesso.

Difende il
> suo dolore con scherzi sadici e auto-lesionisti "Oh guarda, ho perso una

gamba!
> Devo averla lasciata fuori". Ad un altro soldato ferito: " Non è che per

caso
> l'hai vista tu? Penso che potrei aver lasciato il piede vicino al bidone

della
> spazzatura". Il suo ultimo masochistico gesto viene incassato con scomode

risate
> soppresse e teste girate. Ma Rob è orgoglioso del suo senso dell'umorismo.
>
> 3 dicembre 2003. Prigione di Abu Gharib. La Humvee di Rob, accompagnata da

altri
> due veicoli, cade improvvisamente in un'imboscata. La sua jeep è colpita

da un
> lancia granate. "Mi ci sono voluti 20 minuti perché fossi capace di

reagire, ed
> ecco che mi vedo sanguinante, la carne della gamba sinistra è bruciata e

la mia
> gamba destra è andata...ANDATA!" Dice questo mentre ripetutamente scuote

la
> gamba vuota dei suoi blue jeans. In qualche modo, comunque si sa che sta
> lasciando fuori il peggio. Gli intervistati lo suggeriscono soltanto,

dicendo
> che la pazzia, la distruzione, il sangue e la carne bruciata possono fare
> impazzire l'uomo più forte. Nel loro silenzio, i soldati si zittiscono

tanto
> quanto i media, impegnati a mostrare un basso profilo del bagno di sangue

che è
> in atto sul campo di battaglia, e questo per supportare l'immagine pulita

di un
> individuo (o di una nazione) alla guerra. Il The Times Picayune è stato

uno dei
> pochi giornali a descrivere la fortissima scena censurata: "Le esplosioni
> frantumano e recidono gambe e braccia. Carbonizzano la carne e guidano i

residui
> in profondità nel tessuto molle che rimane. Muscoli staccati, nervi e

tendini
> ciondolano intorno. Le schegge roventi di granata a volte perforano i

torsi
> sotto il giubbotto di protezione lungo fino alla vita, strappando viscere

e
> vesciche. Le contusioni feriscono il cranio e il cervello e i soldati
> scaraventati in aria vengono feriti ancora una volta quando colpiscono

terra".
>
> "Vuoi vedere una gamba da 100.000 dollari?" chiede Rob che indica la sua

protesi
> computerizzata, che è poi la stessa che ha avuto anche Maurice. Numerosi

soldati
> raccontano la stessa storia.erano a bordo di un veicolo Humvee quando è

stato
> colpito da un D.E.I. (Dispositivo Esplosivo Improvvisato). Ma la storia di
> Victor è invece differente. Victor era stato messo di stanza in

Afghanistan per
> un anno. Quando una granata è rotolata sul suo camion, l'ha presa

istintivamente
> in mano per lanciarla via il più lontano possibile. Ma solo quando si è
> apprestato a gettarla, si è reso conto di essere completamente circondato

dai
> suoi colleghi soldati. L'ha quindi tenuta in mano ed "è scoppiato" con

lei,
> perdendo il suo braccio e danneggiando l'intero suo lato destro. "L'ho

tenuta in
> mano perché non volevo ferire qualcun altro. C'era troppa gente che mi

stava
> intorno". Per questo atto eroico Victor dovrebbe ricevere una medaglia

("una
> delle più alte medaglie possibili", questo secondo Maurice). Ma mentre

dovrebbe
> essere George Bush ad appuntargliela, si ha come l'impressione che Victor

dovrà
> aspettare per un bel pezzo prima che questo accada. Purtroppo per Victor,

la
> guerra in Afghanistan esiste appena nei media ma contrariamente a Maurice

che
> nonostante il suo dolore, si lascia vestire da una maschera di felicità e

a
> Steve, al quale Bush ha conferito un Purple Heart, Victor è incazzato. Si

è
> lasciato alle spalle qualunque forma di patriottismo e dice: "Mio padre è

un
> Veterano del Vietnam ed è molto arrabbiato. Prova a metterti nei suoi

panni, la
> mia vita rovinata ed ora mio fratello che sta per partire per l'Iraq."

Victor è
> pure disgustato dalla sua paga di inabilità. "Mi daranno il 50% di

inabilità e
> ciò significa che metterò su 30.000 dollari l'anno, come pensano che possa
> vivere con questa somma?". Lui non è esattamente il perfetto boy mutilato

per il
> poster del Pentagono e potrebbe benissimo arrivare a scagliare la sua

sofferenza
> e a dirigere la propria rabbia contro la faccia di Bush. E per quanto

riguarda
> Rob? Rob, quella sorta di anti-eroe che si è sempre tenuto lontano dalla

vista
> pubblica, è come una bomba a orologeria che aspetta solo di esplodere. E

nel
> frattempo, un animale domestico dei signori della guerra si vanta sui

media.
> Paul Wolfowitz, ha scritto questo titolo su Time Magazine, sotto la foto

della
> testa trasandata di Saddam Hussein: "'Lo abbiamo preso!': Al Sergente

Maurice
> Craft, un vero eroe Americano": ed ecco qui per voi la pietà

conservatrice.
>
> Oltre al dolore fisico (molti mutilati riferiscono ripetutamente del

dolore
> provocato dagli arti mancanti), è il trauma e l'ansia per il futuro quello

che
> tormenta di più questi soldati. Tutti gli intervistati, con l'eccezione di
> Steve, si lamentano di non potere dormire, nonostante le massicce e sempre
> crescenti dosi quotidiane di sonniferi e di antidepressivi. Amaro, Rob

tira
> fuori un sacchetto di plastica pieno di pillole e lo svuota sul suo

letto.
> 'Vedi, ho un intero sacchetto di farmaci per i diversi periodi del giorno

e
> della notte. Non posso dormire la notte, non importa quante pillole

prenda,
> riesco solo a sonnecchiare, questo è tutto. Hanno dovuto aumentare le

dosi, ma
> non è servito a niente". "E' così dura. Ecco perchè ci danno così tanti

farmaci,
> molti di loro sono giusto per la depressione", spiega Maurice." Il mio

braccio è
> amputato ma un mio intero lato è andato e adesso, spenderò la mia vita
> domandandomi se troverò mai una ragazza... ", grida Victor, provocando una
> reazione spontanea da parte di Maurice. "Inizialmente, mia moglie non

voleva
> venire a trovarmi per vedermi ridotto in questo stato, ha semplicemente

detto
> che non poteva. È stata davvero dura perché pensavo veramente che si

sarebbe
> comportata come molte delle mogli o delle ragazze, che lasciano i loro

uomini
> subito dopo averli visti all'ospedale. Ho due figlie... Ma adesso va tutto
> bene". "Grazie al cielo sono singolo. Non vorrei dovere passare per quello

a cui
> vanno incontro gli altri ragazzi. C'è qui un soldato che ha perso la vista

ed
> entrambe le braccia. Sua moglie è adesso incinta ma lui sa che non potrà

mai
> tenere nelle braccia il suo bambino", dice Rob.
>
> La maggior parte dei soldati intervistati crede che gli Iracheni erano

troppo
> poveri per continuare a vivere nella maniera in cui stavano facendo e che

era
> quindi necessario rimuovere Saddam Hussein, senza riguardo al fatto che il
> dittatore rappresentasse o meno una minaccia imminente per gli Stati

Uniti.
> Soltanto Rob la pensa diversamente: "Lo avrebbero potuto rovesciare loro

stessi,
> quegli Iracheni f**uti... sono convinto che la gente che stiamo

addestrando là
> sono gli stessi che stanno combattendoci, perché il processo di selezione

è
> troppo debole. Non ho rispetto per quegli Iracheni f**uti. Più ne muoiono,
> meglio è. Usano le donne per nascondere le loro armi e i bambini per farle
> esplodere, ma noi invece dobbiamo rimanere fedeli alle Convenzioni di

Ginevra...
> Almeno in pubblico". E in privato? "Non rispondo a questa", dice con fare
> insinuante. Victor, e ad un livello inferiore Maurice, pensano di essere

stati
> semplicemente usati da questa amministrazione. "All'Aeroporto

Internazionale di
> Bagdad, c'erano 15 D.E.I ogni due settimane. Ogni volta che c'era

un'esplosione,
> l'intero campo veniva tagliato fuori, i computer e i telefoni si

interrompevano
> del tutto all'improvviso...E venivamo quindi a sapere che un soldato era

stato
> appena ucciso perché non ci permettevano di raggiungere la sua famiglia

prima
> che fosse l'esercito a poterlo fare".
>
> 2004 -- from the Greg Palast web site
>

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>
> per cancellarsi dalla lista, andare su

https://www.inventati.org/mailman/listinfo/cerchio