Autor: pkrainer Data: Assumpte: [Cerchio] da L'Unità: la costituzione irachena
08.03.2004
La nuova Costituzione irachena sotto una cattiva stella
di Gabriel Bertinetto
Nasce zoppa la Costituzione provvisoria dell'Iraq, finalmente firmata
lunedì 8 marzo dal Consiglio dei 25 dopo una settimana di rinvii. Zoppa
perché nel momento in cui viene partorita con grave travaglio, da molte
parti già le sparano addosso. Dall'estero arrivano le bordate del potente
vicino turco, dall'interno i siluri lanciati dall'influentissimo Ali
al-Sistani, capo spirituale della popolazione di fede sciita, vale a dire il
sessanta per cento degli iracheni.
Per diverse ragioni sia il governo di Ankara sia il grande ayatollah della
città santa di Najaf, sono animati da sospettoso timore nei confronti dell'
eccessivo potere attribuito alla comunità curda grazie ad alcuni articoli
della Carta. Il timore della Turchia è sempre lo stesso che essa manifesta
sin dal momento in cui si palesò il disegno americano di rovesciare Saddam:
il graduale scivolamento dall'autonomia del Kurdistan iracheno verso la
secessione, ed il conseguente rischio di un effetto calamita sul Kurdistan
turco dove la tentazione indipendentista potrebbe trarne rinnovato vigore.
In Sistani la preoccupazione è doppia. Lo angustia la prospettiva della
frantumazione dell'Iraq, ma vede insidie anche nel mantenimento dell'unità
nazionale, qualora la distribuzione del potere politico, privilegiando i
curdi al di là della loro consistenza numerica, non rispecchiasse
adeguatamente i rapporti di forza demografici, che sono nettamente a favore
degli sciiti.
Il grande ayatollah di Najaf afferma che la Costituzione provvisoria
«intralcia l'approdo ad una Costituzione permanente che preservi l'unità del
paese e i diritti dei cittadini in tutte le loro componenti etniche e
religiose». Aggiunge, con una sorta di preventivo potenziale svuotamento di
ogni atto emanato sulla base della Carta varata ieri a Baghdad, che
«qualunque legge preparata nel periodo transitorio non avrà legittimità sino
a quando non sarà approvata da un'assemblea nazionale eletta». Sistani non
difende solo un astratto principio democratico, ma la facoltà di usare l'
arma che la preponderanza demografica mette in mano agli sciiti, cioè il
voto, per abrogare ogni precedente disposizione che non risulti gradita.
C'è un punto in particolare che attira le critiche di Sistani, ed è il
potere di veto che le tre province curde del nord si vedono riconosciuto
sull'approvazione della futura Costituzione permanente, che sarà elaborata l
'anno prossimo da un'assemblea eletta a suffrgio universale. Agli occhi dell
'ayatollah, ma anche di molti politici che ne riconoscono il magistero
spirituale, questa disposizione è una sorta di spada di Damocle appesa sull'
avvenire dell'Iraq. E tuttavia i dirigenti politici sciiti hanno deciso di
approvare comunque la Costituzione provvisoria per evitare che l'intero
processo di cambiamento in atto si bloccasse.
Forti sono state le pressioni americane di fronte al pericolo che il piano
per il passaggio di poteri si impantanasse nelle polemiche. Completata la
cerimonia della firma da parte del Consiglio dei 25, Paul Bremer, il
proconsole di Bush a Baghdad, ha commentato soddisfatto: «Siamo testimoni
della nascita della democrazia e la nascita è dolorosa. Non tutti hanno
ottenuto tutto ciò che volevano. Ma questa è la democrazia». Bush, dagli
Stati Uniti, ha definito «questo documento un passo importante verso
l'insediamento di un governo provvisorio il 30 giugno». Esso «getta le
fondamenta per elezioni democratiche e per una nuova Costituzione». Anche
se, ha ammesso, «resta molto lavoro difficile da fare per arrivare alla
democrazia in Iraq, la firma è un passo avanti cruciale in quella
direzione».
Quanto alla Turchia, il ministro degli esteri Andullah Gul ha reso noto ieri
di avere ricevuto una telefonata dal segretario di stato americano, Colin
Powell. Questi gli ha assicurato che gli Usa «tengono nel dovuto conto» le
esigenze e le preoccupazioni della Turchia riguardo alla Costituzione
irachena, che lo stesso Gul aveva ricordato a Powell con una sua lettera la
notte prima. Gul ha aggiunto che Powell gli ha ricordato che la Costituzione
è provvisoria e che «c'è tempo» per preparare quella definitiva.
Quasi a dimostrare che le riserve da varie parti espresse sulla Costituzione
erano fondate, una manifestazione di giubilo di militanti curdi a Kirkuk è
degenerata in scontri con arabi e turcomanni. Tre i morti.