riportiamo di seguito il testo delle osservazioni di ITALIA NOSTRA, 
LEGAMBIENTE, WWF e VERDI(Ass;ne di Lecce )allo scellerato progetto di "parco 
eolico" (che dovrebbe sorgere in agro di Lecce a poca distanza dall'abitato 
di Surbo e nelle vicinanze del parco di RAUCCIO).
Mauro Pascariello
OSSERVAZIONI  AL PROGETTO "PARCO EOLICO LECCE 3 NORD"
1. PREMESSA
La presente relazione illustra le osservazioni delle Associazioni e 
Organizzazione sottoscritte al Parco eolico indicato, ai senso dell'art. 12, 
comma 1, della Legge Regionale 12.04.2001 n.11. Saranno evidenziati le 
principali carenze ed i limiti intrinseci del progetto, con particolare 
attenzione all'impatto ambientale, allo scopo di fornire agli Enti 
competenti dati e valutazioni utili ad inquadrare correttamente i possibili 
effetti sul territorio e sull'ambiente dell'insediamento.
2. APPROCCIO METODOLOGICO
Si riscontra anche in questo progetto un approccio comune a molti studi 
simili, che tende a valutare come degradato e povero di qualità ambientali 
il territorio interessato. Tale approccio appare, oltre che fuorviante 
rispetto alla realtà del sito, anche pericoloso, al punto che, pur di 
minimizzare le valenza dell'area, si giunge ad affermare che " ... le 
qualità ambientali in generale e paesaggistiche in particolare dell'area ... 
al momento sono state fortemente modificate e la loro memoria storica è solo 
di carattere letterario".
Ciò, anzitutto, è profondamente errato, in quanto nellarea sono presenti 
numerose e concrete testimonianze storico-architettoniche, come si dirà 
appresso (Masserie).
Si ignora così il fondamentale principio del recupero ambientale, per cui, 
se pure esistono fattori negativi di degrado e di antropizzazione, occorre 
prevedere la loro rimozione, e non consentire ulteriori interventi dal 
pesante impatto, che renderebbero ancora più difficile e lontano nel tempo 
il recupero della zona.
Unaltra gravissima carenza del progetto, sotto laspetto metodologico, 
consiste nella mancanza di analisi ambientale in tutta larea interessata 
dallimpatto dellinsediamento, e non solo nella ristretta superficie 
impegnata dalle installazioni (area di pertinenza). Ciò determina, come 
vedremo, limpossibilità di valutare le conseguenze determinate 
dallimpianto sul territorio, per carenza di dati.
3. ALTERNATIVE DI LOCALIZZAZIONE
Nello studio di impatto ambientale, allegato al progetto, si illustrano le 
motivazioni della scelta del sito, ma non viene riportata alcuna 
considerazione su alternative di localizzazione; ciò in evidente contrasto 
con l'art.8, comma 2, punto e), della Legge Regionale n.11/2001 citata, che 
prevede "l'esposizione dei motivi della scelta compiuta illustrando 
soluzioni alternative possibili di localizzazione e di intervento, compresa 
quella di non realizzare l'opera o l'intervento".
4. QUADRO DI PROGRAMMAZIONE ENERGETICA
Il progetto manca totalmente di un quadro di programmazione energetica, al 
punto da apparire come slegato da qualunque previsione di settore. Si tenga 
presente a tale scopo che:
- tra gli oltre 500 i progetti di nuove centrali elettriche presentati al 
Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale (GRTN), per una potenza 
complessiva di circa 100.000 MW (maggiore dellattuale parco nazionale 
installato), oltre 20 centrali sono localizzate nella Regione Puglia;
- che nel 2000 la Regione Puglia presentava una produzione netta di energia 
elettrica destinata al consumo pari a 23.510 GWh, a fronte di una richiesta 
16.878 GWh, con un esubero di produzione quindi di 6.633 GWh, pari al 39,3%;
- in assenza di azioni correttive della tendenza attuale, la Regione Puglia 
rischierebbe di subire una proliferazione incontrollata di centrali 
elettriche (da fonti rinnovabili e non), con una produzione ulteriore, 
rispetto a quella esistente, che potrebbe superare di gran lunga (fino al 
doppio) le proprie necessità, caratterizzandosi come una vera e propria 
colonia energetica, destinata ad alimentare centri di consumi lontani, con 
gravi danni socio-ambientali;
- la Regione Puglia, pur avendo predisposto uno Studio in merito, deve 
ancora approvare il Piano Energetico Regionale, previsto dallart.5 della 
Legge n.10/91;
- la Provincia di Lecce non ha ancora approvato il Programma per la 
promozione del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili, previsto dal 
D.Lgv. 112/98, pur avendo in corso avanzato di approvazione tale strumento;
- il Comune di Lecce non ha ancora predisposto il Piano Energetico Comunale, 
come previsto dallart.5 della (lontana) Legge n.10/91; pertanto manca anche 
un fondamentale strumento di pianificazione del territorio; ciò non deve 
significare, però, licenza di prevedere interventi senza alcuna regola, ma 
deve suggerire ulteriore cautela nellautorizzare insediamenti al di fuori 
di qualunque programmazione.
5. VALUTAZIONE CONGIUNTA DEGLI IMPATTI DI PIU' IMPIANTI
Nello stesso Comune di Lecce, e nello stessa area a Nord del Capoluogo, sono 
previsti altri impianti eolici, oltre a quello proposto, per cui sono in 
corso le procedure di qualificazione dei siti. Vedasi in proposito La 
Gazzetta del Mezzogiorno del 14.11.2003, in cui citano tre progetti 
presentati dalla Società Nuova Energia di Galatina, per un totale di 72 
generatori ed una potenza di 60 megawatt, ed il Quotidiano del 28.04.2003, 
in cui si fa riferimento ad una previsione, nel Comune di Lecce, di 85 
turbine, per un totale di 140 megawatt. Oltre a confermare il pericolo di 
una incontrollata proliferazione di impianti eolici, tali previsioni 
avvalorano la necessità di un approccio razionale di programmazione 
complessiva, che non può ridursi alla valutazione separata e successiva di 
più progetti, da esaminare in fasi successive, ma richiede un'indagine 
organica e contestuale.
6. MANCANZA DI DATI ANEMOMETRICI
Il fattore saliente nella progettazione di un campo eolico è la ventosità 
del sito, cioè la conoscenza delle velocità medie annue, delle direzioni 
prevalenti, delle frequenze, della distribuzione dei parametri nel corso 
dell'anno. Per ogni tipologia di generatore e per ogni ipotesi di campo 
eolico, si può individuare una soglia di velocità media annua - 
indicativamente 5-7 metri al secondo per i generatori di media taglia - che 
rende la produzione eolica competitiva con quelle tradizionali.
Sulla base dei dati di ventosità riscontrati, si può prevedere se l'impianto 
potrà generare flussi di cassa convenienti con la produzione elettrica e la 
sua immissione in rete, oppure se l'insediamento rischia di avere inadeguati 
ritorni economici; in questo caso, all'interesse per la realizzazione 
subentra il persistente impatto sul territorio ed una gestione deficitaria.
Nel caso in oggetto, non si dispone di alcun elemento per valutare la 
disponibilità di vento nel sito. Si cita solo genericamente (pag. 1 della 
Relazione descrittiva) di "verifica delle condizioni anemometriche" svolte 
da più di due anni, senza però citare alcun dato in merito. Resta quindi da 
dimostrare la qualificazione del sito sotto questo aspetto. Anzi, i dati 
disponibili (vedasi la Mappa eolica preliminare della Regione Puglia, 
contenuta nello Studio del Piano Energetico Regionale), che riportano le 
aree in cui si prevede una velocità media annua del vento superiore a 25 
metri/secondo, escludono il sito in questione dalle aree ventose. Ciò in 
linea con le rilevazioni disponibili (vedasi al riguardo le Mappe Eoliche 
del CNR del 1981), che assegnano velocità più alte alle fasce costiere (ma 
qui siamo a circa 7-8 km dalla costa) e alle serre.
7. AREA DIMPATTO
Limpianto ha potenzialmente un impatto ambientale in generale, e 
paesaggistico in particolare, su unarea ben più vasta di quella interessata 
direttamente dalle installazioni. Per una valutazione dello spazio 
geografico entro il quale si prevedono gli impatti più evidenti 
dellimpianto su territorio, il raggio di tale area intorno al sito può 
essere assunto con buona approssimazione, sulla base della letteratura 
disponibile (vedasi tra laltro le Linee Guida della Regione Toscana) quello 
(connesso con limpatto visivo) derivante dalla formula:
R = (100+N) x H        in cui:
R = raggio minimo dellarea di impatto potenziale (m)
N = numero degli aerogeneratori dellimpianto eolico
H = altezza massima delle torri degli aerogeneratori (m).
La formula deriva da esperienze pratiche, secondo le quali a distanze 
maggiori di quelle indicate le torri hanno un impatto visivo marginale, 
occupando una modesta porzione del campo visivo.
Nel caso in esame, per un campo eolico di 17 generatori, con unaltezza 
della torre di 80 metri, larea di impatto potenziale avrà un raggio minimo 
di 9.300 metri, comprendendo, oltre al Comune di Lecce e relative marine, 
anche i centri abitati dei Comuni di Trepuzzi, Squinzano, Campi salentina, 
Novoli, Cariano, Arnesano, Monteroni, Tequile, S.Cesario, Cavallino, nonché 
il Comune di Torchiarolo in Provincia di Brindisi. E evidente che per tale 
area non sia stata condotta unanalisi dimpatto visivo del campo eolico, 
che si limita (vedasi Tavola 8.4) alla sola area di pertinenza dellimpianto 
di 151 ettari, mancando quindi qualunque simulazione di visibilità al di 
fuori di take area. Ciò appare grave in quanto nellarea con raggio di 10 km 
dal sito sono comprese aree vincolate ai sensi della Legge 1497/39, cioè la 
fascia costiera a nord-est di Lecce (planimetria allegata), distante solo 
250 metri dal sito. E evidente e grave il fatto che limpianto abbia un 
impatto visivo pesante su aree limitrofe a quelle esaminate dal progetto, su 
cui non è stata condotta alcuna analisi ambientale e paesaggistica.
8. RIPRISTINO DELLO STATO DEI LUOGHI
Il Decreto Legislativo 29.12.2003 n.387 (Attuazione della direttiva 
2001/77/CE) prevede per lapprovazione dei progetti di impianti alimentati 
da fonti rinnovabili lobbligo alla rimessa in rimessa in pristino dello 
stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione 
dellimpianto. Il progetto non prevede al contrario (SIA, pag. 58):
- leliminazione di tutte le opere non più necessarie, quali piste, 
depositi, aree di cantiere, infrastrutture;
- leliminazione degli elettrodotti;
- il ripristino morfologico, la stabilizzazione ed eventualmente 
linerbimento di tutte le aree sottoposte a movimento terra;
- il ripristino la viabilità pubblica e privata danneggiata a seguito dei 
lavori.
Non si evidenziano tra laltro nel progetto garanzie finanziarie reali 
sulleffettivo smantellamento dellimpianto, che resta quindi affidato alla 
discrezione del proponente, una S.R.L. con capitale sociale minimo.
9. MASSERIE
Il progetto, come si è notato, nega una qualche apprezzabile valenza 
ambientale e culturale allarea interessata. Ciò denota, tra laltro, una 
inadeguata analisi ambientale del sito. Vedasi al riguardo, tra laltro, le 
numerose ed interessanti masserie e masserie fortificate che ricadono nel 
raggio di 10 km dallarea, come si evidenza nella planimetrie allegate, 
tratte dal testo Le Masserie del Salento di Antonio Costantini, Editore 
Congedo. Si contano infatti, in tale intorno di 10 km, una trentina di 
masserie fortificate ed oltre un centinaio di masserie non fortificate! Tali 
manufatti, di notevole interesse storico-culturale-architettonico, sono 
decisamente incompatibili con lintervento (trattasi, si ricorda, di un 
insediamento industriale), anche in considerazione delle possibili vocazioni 
di sviluppo del territorio (es. agriturismo, turismo rurale, case per 
vacanze).
10. FOTOMONTAGGI
I fotomontaggi riportati nel progetto non corrispondono alle reali esigenze 
di tutela paesaggistica.
11. IMPATTO ACUSTICO
Nel progetto (SIA) si afferma erroneamente che il Comune di Lecce non ha 
effettuato la zonizzazione acustica dellarea dintervento. Poiché invece 
il Comune si è dotato di tale strumento di pianificazione, che è stato 
evidentemente ignorato nella proposta, occorre evidentemente verificare le 
previsioni progettuali, considerando limpatto dellintervento sui territori 
dei Comuni di Lecce e Surbo.
12. STRUMENTI URBANISTICI E DI SALVAGUARDIA
La destinazione dellarea ad usi agricoli (zone agricole produttive normali 
E1), non appare compatibile con la produzione eolica, secondo le attuali 
previsioni del Piano Regolatore vigente. Infatti il parco eolico, per la sua 
taglia e le sue caratteristiche, si configura a tutti gli effetti come un 
impianto industriale.
Per quanto riguarda la parte ricadente in ambito C (valore distinguibile, 
titolo II punto 2.02 N.T.A: del PUTT/P, essa è soggetta a:
- salvaguardia e valorizzazione dellassetto attuale, se qualificato;
- trasformazione dellassetto attuale, se compromesso, per ripristino e 
riqualificazione;
- trasformazione dellassetto attuale, se compatibile con la 
riqualificazione paesaggistica.
In nessuna delle tre condizioni può rientrare il progetto in questione, 
stante la rilevante invasività dellinserimento delle opere di cui si 
tratta.
Per quanto concerne la restante parte ricadente in ambito D (valore 
relativo), si ha esclusivamente:
- valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali 
panoramiche.
Tali visuali, con particolare riferimento a quelle da e verso i manufatti 
vincolati (es. S.Maria dAurio, sec. XI°, vedi Allegato Vincoli), le zone 
vincolate ex legge 1497/39, la diffusa rete di murature in pietra a secco 
che caratterizzano e qualificano gli spazi naturali del paesaggio, 
allinterno dei quali è inoltre presente rilevante quantità di masserie 
fortificate e non (vedi allegato), sono totalmente compromesse dallimpianto 
in oggetto.
Resta da verificare, nella relativa Tavola, lesclusione delle torri n.2 e 
n.5 nellarea soggetta a vincolo militare, con conseguenti probabili 
gravissime interferenze con le reti di telecomunicazioni sia civili che, 
soprattutto, militari.
13. IMPATTO SUI COMUNI LIMITROFI
Ove venisse ignorato o sottovalutato il pesante impatto dellimpianto sul 
territorio, nella estensione indicata e conseguente alle previsioni 
dimpatto, i comuni limitrofi allinsediamento si troverebbero nella 
condizione inaccettabile di subire tutte le conseguenze di impatto, a 
partire da quello visivo, su tutte le altre possibili vocazioni del 
territorio, senza poter influire in alcun modo sul processo decisionale né 
sulle caratteristiche dellinsediamento.
14. IMPATTO SULLAVIFAUNA
Larea di intervento, caratterizzata essenzialmente da seminativi, ove sono 
rinvenibili tutti i rettili presenti nella Provincia di Lecce ( SIA pag. 
20), favorisce la presenza di rapaci, che privilegiano le aree prive di 
vegetazione arborea, poiché facilitati nellosservazione del suolo da una 
visuale significativa.
Tale presenza, unitamente a quella di altre specie tipiche notturne, che si 
annidano essenzialmente nelle masserie abbandonate presenti nellarea 
(barbagianni, civette ecc.) risulta fortemente penalizzata dagli impianti in 
oggetto.
La presenza di 17 torri, con pale in movimento di giorno e di notte, 
esercita un pesante impatto sulla fauna innanzi indicata.
Il sito individuato risulta quindi molto importante per la presenza di 
numerose specie di rapaci e per il transito di svariate specie migratorie, 
anche per la vicinanza di zone umide.
E noto e documentato il rischio diretto per molti volatili costituito dalle 
pale dei generatori, oltre che dal degrado ambientale connesso con la 
presenza degli impianti.
Quasi tutte le specie di rapaci sono incluse nellAllegato 1 della Direttiva 
CE 79/409, che comprende le specie particolarmente meritevoli di tutela e 
per le quali gli stati membri (art.4) sono tenuti alladozione di misure 
speciali per la conservazione del loro habitat.
La realizzazione dellimpianto eolico in questione costituirebbe quindi 
violazione di precisi obblighi comunitari.
Lecce, 27.02.2004                        Firme
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