[RSF] Quello che abbiamo fatto e quello che faremo...

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Autor: gpferrari@katamail.com
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Il Comitato “Scanziamo le Scorie” - Roma

In data 14 novembre 2004 il Governo Berlusconi, individuava, in Scanzano Jonico (MT), fra le miniere di salgemma, il sito unico nazionale per lo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi di II e III categoria. L’emanazione del decreto legge n. 314/03, ha sconvolto la vita di tutta la gente lucana, si è costituito a Roma Il Comitato “scanziamo le scorie” - roma.

IL RISVEGLIO DI UN’IDENTITA’ NEGATA
In seguito alla notizia del decreto, la gente lucana è insorta in massa e, nel giro di poche ore, la Lucania è stata letteralmente occupata. Si sono formati autonomamente comitati spontanei che hanno organizzato le proteste nelle varie forme possibili al fine di esprimere il proprio dissenso.

Intanto a Roma, tramite Internet, si è organizzata un’assemblea, in strada, a San Lorenzo: siamo arrivati in tanti, ed è nato così “IL COMITATO SCANZIAMO LE SCORIE - ROMA”, riprendendo il nome del comitato che ha occupato i pozzi di salgemma di Terzo Cavone, nei pressi di Scanzano Jonico.

Dunque, all’indomani della decisione governativa, che mal celava la preoccupante scelta di una più generale politica di ripresa del nucleare, attraverso la strada della forzatura antidemocratica e dell’assenza di trasparenza, il Comitato Scanziamo le Scorie, ha contribuito a non far passare sotto silenzio un atto politico di tale gravità, e ha fatto sì che la voce dell’indignazione non rimanesse implosa, ma si facesse sentire in maniera forte.

LE TAPPE DELLA PROTESTA
Il Comitato ha portato avanti con convinzione e fermezza una dura battaglia contro le disposizioni del Governo.

Varie sono state le iniziative portate avanti, qui, a Roma: sono stati organizzati sit-in di protesta di fronte alle varie sedi delle Istituzioni nazionali, di fronte alle sedi RAI, in via Teulada, contro una TV nazionale - gestore del cosiddetto servizio pubblico - che non ha dato voce e spazio ad un urlo di ribellione di un’intera Regione e della sua gente, ma che ha, anzi, deliberatamente oscurato.

E’ stata organizzata una grande manifestazione in Piazza SS. Apostoli, che ha radunato e raccolto varie voci di protesta dalla Basilicata e dall’ Italia intera.

Numerose e continuative, poi, sono state le assemblee organizzate e gestite dal Comitato, che hanno rappresentato, non solo un punto di aggregazione e di confronto politico, ma uno strumento di profonda crescita ed approfondimento, abbiamo partecipato, inoltre a vari seminari organizzati dal WWF, dalla CGIL, da GEENPEACE.

Numerosi sono stati gli appelli e i comunicati posti in essere, tra cui una lettera diretta al Presidente della Repubblica per la non promulgazione della legge di conversione del decreto 314, ed un comunicato contro l’atto del Governo di impugnativa della legge con cui la Regione Basilicata dichiarava “denuclearizzato” il proprio territorio.

E’ stato gestito, e si gestisce tuttora, uno spazio di informazione e approfondimento radiofonico dal tema “Spazio Nucleare” attraverso Radio Onda Rossa.
In ogni caso, ancora numerose sono le iniziative che il Comitato intende ancora realizzare e a cui sta già attivamente lavorando.

Nel frattempo, il decreto 314/03 è stato convertito in legge dai due rami del Parlamento. A nulla è valso il nostro appello a Ciampi per la non promulgazione, stante l’incostituzionalità manifesta della legge. Nel testo modificato è stato cancellato il nominativo di Scanzano, ma tutti i dubbi e le perplessità rimangono sull’incostituzionalità, irragionevolezza ed assoluta mancanza di trasparenza delle disposizioni normative emanate. Soprattutto, rimangono forti i dubbi, le perplessità e gli interrogativi su come è stata gestita, ed è tutt’ora gestita, la delicata questione delle “scorie nucleari”, del “sito di stoccaggio” e della “politica nucleare”, complessivamente intesa”. Forti i dubbi, le perplessità e gli interrogativi sui protagonisti <<Istituzionali>> dell’intera questione.

Il tutto si riallaccia alla problematica questione della militarizzazione dei territori. La militarizzazione del territorio viene in rilievo poichè avrebbe dovuto riguardare la gestione del sito di stoccaggio di Scanzano. Ma sempre di militarizzazione del territorio si deve parlare, ora, anche nel caso di Taranto, dove si intende realizzare una base militare Nato, gestita dagli americani, con sommergibili a reazione nucleare oltre ad un molo di attracco di tali sommergilbili nella stessa Brindisi. Fatti di cui le popolazioni locali non sono informate, ma rispetto ai quali gli allarmi e i richiami di attenzione si levano da più parti..

Il risveglio e la determinazione della gente lucana nei confronti di una nuova aggressione, quella di un tentato ritorno del nucleare in Italia, è un segno che va collocato in una visione globale di conflitto sociale che, oggi, scaturisce dall’attuazione e aggressione politica dei Governi nei confronti della società civile globale.

Il Nostro Comitato è la voce di protesta di tanti giovani che ribadiscono il fondamentale diritto a decidere democraticamente della propria vita e del proprio futuro, attraverso la riappropriazione popolare del territorio e della stessa politica, da intendersi come discussione pubblica sui propri diritti, sui propri desideri e sul senso di sviluppo che non deve più essere, da questo momento storico, estraneo e distante dalla coesione sociale.

Pertanto diciamo NO al NUCLEARE sia civile che militare, e diciamo NO all’incubo delle servitù nucleari, energetiche e militari.

PERCHE' SIAMO ANCORA QUI?
Siamo ancora qui per affermare la nostra contrarietà anche a questa legge di conversione del Decreto 314 modificato, emendato, che stabilisce che in Italia, entro 12 mesi, si dovrà scegliere un sito unico per lo smaltimento delle scorie di terza categoria. Questa decisione, di importanza fondamentale, sarà presa dagli enti governativi, con l’esile aggiunta nel dibattito degli enti locali, attraverso la nomina di 5 membri nella commissione di tecnici, ma in ultima istanza, se non sarà raggiunto un accordo, deciderà per tutti il “nostro caro” Presidente del Consiglio. Escludendo ancora una volta i diretti interessati, coloro che subiranno tali decisioni: la gente, la società civile.

Aspiriamo, infine, come “Comitato Scanziamo le Scorie - Roma” a contribuire alla riapertura di un dibattito sepolto sotto la coltre dell’ipocrisia del potere:
IL DIBATTITO SUL NUCLEARE A LIVELLO INTERNAZIONALE.

Ne va del nostro futuro, del futuro dei nostri figli, del futuro dell’umanità! Perciò, oggi, noi gridiamo:
E MO’ BASTA! dal Comitato romano "Scanziamo Le Scorie"
scanziamolescorie@???