[Lecce-sf] FW: Manifestazione regionale a Bari per la Palest…

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Autore: Andrea Giudiceandrea
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Oggetto: [Lecce-sf] FW: Manifestazione regionale a Bari per la Palestina: ABBATTIAMO IL MURO DELL'APARTHEID!
-----Original Message-----
From: Comitato pugliese per la Palestina [mailto:pugliapalestina@libero.it]
Sent: Tuesday, February 24, 2004 12:45 AM
To: forumlecce@???
Subject: Manifestazione regionale a Bari per la Palestina: ABBATTIAMO IL
MURO DELL'APARTHEID!
Importance: High


ABBATTIAMO IL MURO DELL'APARTHEID!
PALESTINA LIBERA!


    Facendo proprio l'appello internazionale lanciato dalla Campagna contro il
Muro dell'Apartheid www.stopthewall.org, un gruppo di partecipanti
all'assemblea pugliese di giovedì scorso per la "manifestazione nazionale
del 20 marzo" ha raccolto la proposta di attivarsi al più presto per rompere
il silenzio dei nostri media e di gran parte della nostra politica e per
creare momenti di informazione e di protesta contro il Muro e contro
l'occupazione militare israeliana della Palestina.
    A tal fine è stata indetta una manifestazione regionale a Bari, presso la
sede della RAI per il giorno 28 febbraio 2004, alla quale si invita ad
aderire (utilizzando l'e-mail pugliapalestina@???) e a partecipare,
dandone la più ampia pubblicità, anche in funzione della costituzione di un
Comitato pugliese di solidarietà con la Palestina.


ABBATTIAMO IL MURO!
PALESTINA LIBERA!

SABATO 28 FEBBRAIO 2004
DALLE 16:00 ALLE 20:00

PRESIDIO SOTTO LA SEDE RAI REGIONALE
BARI – VIA DALMAZIA

CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO IL MURO DELL’APARTHEID
WWW.STOPTHEWALL.ORG - ITALY.STOPTHEWALL.ORG



PER UNA PACE GIUSTA SERVONO PONTI, NON MURI.

Il prossimo 23 Febbraio la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) dell’Aja
ascolterà gli interventi e le testimonianze sul Muro.
Un momento in cui è necessario far vedere che le società civili in tutto il
mondo si oppongono a questo Muro illegale e che la comunità internazionale
deve assumersi le sue responsabilità di fronte a un progetto già dichiarato
illegale dalle Nazioni Unite. Nei Palestinesi, come in tutte le persone che
vogliono giustizia, cresce la preoccupazione per le pressioni sulla Corte
tendenti ad ostacolare una decisione rapida e giusta contro il Muro,
pressioni che nascono dai timori israeliani per i risultati delle udienze
del ICJ.

Nel frattempo, la costruzione del Muro continua giorno dopo giorno.

Il Muro viola chiaramente i Diritti Umani fondamentali, tra cui il diritto
alla libertà di movimento, il diritto all’educazione, alla salute, al lavoro
e alla proprietà. La costruzione del Muro comporta l’annessione illegale di
un territorio già occupato e come tale è un Crimine di Guerra, una “grave
violazione” della IV Convenzione di Ginevra.

Il governo israeliano infrange continuamente il diritto internazionale per
stringere ancora di più la morsa dell’Occupazione in Palestina, attraverso
la costruzione del Muro che, una volta completato, sarà lungo circa 730 km e
annetterà il 50% della Cisgiordania.

Il Muro rafforza un regime di Apartheid, dal momento che il suo percorso va
tutto a beneficio dei coloni ebrei e dello stato di Israele, a scapito della
popolazione palestinese.

Le norme imposte sulle terre fra la Linea Verde e il Muro richiedono agli
abitanti palestinesi di ottenere permessi per poter restare sulla propria
terra, mentre nulla viene richiesto ai cittadini israeliani e a coloro che
possono usufruire della Legge del Ritorno, istituzionalizzando così
segregazione razziale e discriminazione.

Una delle conseguenze peggiori della costruzione del Muro, attraverso la
creazione di condizioni di vita insostenibili, sarà l’espulsione forzata
della popolazione palestinese, con nuove generazioni di profughi.

Espellendo i Palestinesi e annettendo ulteriori terre per la colonizzazione
ebraica, il Muro risponde all’argomento razzista della “bomba demografica”,
che vede nella presenza dei Palestinesi una minaccia allo stato di Israele,
in quanto minaccia per la supremazia dei cittadini ebrei. Che la sicurezza
sia soltanto un pretesto per nascondere le vere motivazioni, diventa
evidente dal percorso del Muro, che segue esclusivamente la logica dell’
espansione e dell’annessione territoriale. Non a caso, l’idea di costruire
un Muro risale almeno al 1973.

Il Muro devasta irreversibilmente le condizioni della popolazione
palestinese, distrugge i suoi patrimoni, impedisce la vita stessa; la sua
costruzione deve essere fermata immediatamente!

La risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dell’8 dicembre
2003 chiede che la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja si esprima
sulla legalità del Muro. E’ un passo ulteriore per fare pressione su Israele
affinché fermi la costruzione del Muro, e l’opinione della Corte è
importante per il rafforzamento del diritto internazionale e il rispetto dei
diritti dei Palestinesi.

Molti governi dichiarano che il Muro è illegale, ma sono disposti a prendere
posizione contro un coinvolgimento della Corte: oltre 30 governi hanno
invitato l’ICJ a non prendere in considerazione il caso. Alcuni di questi
governi hanno inviato recentemente loro rappresentanti a visitare le
comunità colpite in Palestina e questi hanno testimoniato i crimini e si
sono pronunciati chiaramente contro il Muro. Ma ora, questi governi fanno un
passo indietro, cedono alle pressioni israeliane.

Noi, come singoli, membri della società civile, come attivisti e come
persone che vogliono giustizia, continueremo ad unire i nostri sforzi per
coinvolgere la Comunità Internazionale, per denunciare il Muro illegale e
per far sì che venga distrutto e smantellato.

Chiediamo ai gruppi ed agli individui di mobilitarsi, di far conoscere l’
illegalità del Muro, di fare informazione, di insistere sui governi,
partecipando alle manifestazioni che si terranno in occasione dell’udienza
del ICJ come espressione dell’opposizione popolare in tutto il mondo contro
il Muro dell’Apartheid.

Partecipa alle iniziative per dire:
Il Muro è illegale!
Il Muro dell’Apartheid deve cadere!
Fine dell’Occupazione Israeliana!
Palestina Libera!



APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE INTERNAZIONALE

Le notizie che arrivano dalla Palestina rendono sempre più evidente come il
Muro dell’Apartheid non mira soltanto all’annessione del territorio ma all’
annientamento della società palestinese. La lenta espulsione della
popolazione palestinese dalla loro terra e dalle loro case continua. L’
annessione del territorio, la perdita delle fonti di sostentamento per la
popolazione palestinese e l’isolamento di interi villaggi hanno effetti
sempre più devastanti mentre il Muro taglia Gerusalemme e Betlemme e i primi
bulldozer lavorano alla parte orientale del Muro che annetterà la Valle del
Giordano ad Israele chiudendo il cerchio attorno ai ghetti palestinesi. L’
isolamento dei palestinesi viene ancora accentuato attraverso i nuovi
regolamenti dello stato d’Israele che vieta l’ingresso nella Cisgiordania e
Gaza a tutti gli stranieri, se non previa autorizzazione da parte
israeliana.

Di fronte a questa realtà dobbiamo rompere il silenzio dei nostri media e
della nostra politica e creare momenti di informazione e di protesta contro
il Muro e contro l’Occupazione.

Si è visto il fitto calendario di iniziative coordinate a livello europeo
nel corso della riunione del 19 Dicembre a Bruxelles, ospitata dall’ECCP
(European Coordinating Committee of NGOs on the question of Palestine) e
partecipata da PENGON/Campagna contro il Muro dell’Apartheid e PNGO (rete
delle ONG palestinesi).

Si è quindi ribadito l’importanza di far vivere nella manifestazione contro
la guerra e contro le occupazioni del prossimo 20 marzo una forte
caratterizzazione contro il Muro dell'Apartheid e l'Occupazione in
Palestina.

Il rinvio della questione alla Corte Internazionale di Giustizia è stato
ritenuto il primo appuntamento importante non soltanto per l’eccezionalità
di una tale decisione ma soprattutto per le conseguenze che un giudizio sull
’illegalità del Muro da parte della Corte potrebbe avere sull’opinione
pubblica mondiale e, con questo, sulle decisioni dei nostri governi e di
quello israeliano. Si è quindi proposto di dare rilievo alla prima udienza
alla Corte Internazionale di Giustizia e all’iniziativa pubblica organizzata
da PENGON in cooperazione con una serie di ONG europee a La Hague inviando
eventualmente una delegazione a La Hague e organizzando una settimana di
mobilitazione in Italia.

Si è rilevata l’urgenza di diffondere in maniera più capillare le
informazioni sulla realtà del Muro, per sensibilizzare tutti i settori della
società italiana e costruire momenti di protesta contro il Muro dell’
Apartheid in tutto il territorio italiano, coinvolgendo anche il maggior
numero possibile di municipalità ed enti locali. Il 21 febbraio si terrà a
Roma una grande iniziativa di avvio della settimana di mobilitazione, che
proseguirà in tutte le realtà locali con diverse modalità.

I promotori metteranno a disposizione materiale informativo prodotto da
PENGON/Campagna Palestinese contro il Muro dell’Apartheid e tradotto in
Italiano. Il materiale sarà disponibile sul sito
http://italy.stopthewall.org.

Inoltre, si raccoglierà adesioni da parte di rappresentanti politici eletti
a livello europeo, nazionale e locale all’appello stilato dal ECCP
(Coordinamento Europeo delle ONG sulla questione palestinese) in
cooperazione con PENGON/Campagna contro il Muro dell’Apartheid e PNGO che
chiede l’abbattimento del Muro e la sospensione dei Trattati di Associazione
fra l’Unione Europea e Israele come strumento di pressione dei nostri
governi affinché Israele fermi la costruzione del Muro dell’Apartheid.

I presenti all’incontro del 9 Gennaio si sono impegnati a farsi promotori
della settimana di mobilitazione e della Campagna contro il Muro dell’
Apartheid cercando di coinvolgere tutte le aree delle organizzazioni e dei
movimenti che rappresentano e a cui partecipano e di allargare la Campagna a
settori sempre più ampi della società.

Invitiamo quindi tutte le forze sociali e politiche, le realtà di base,
istituzioni ed enti locali a partecipare e contribuire al successo della
settimana di mobilitazione dal 21 al 25 Febbraio.


Partecipanti alla riunione (fra gli altri):
Luisa Morgantini (europarlamentare)
Alessandra Mecozzi (Fiom nazionale)
Rino Serri (Ass. Italia – Palestina)
Fabio Marcelli (Giuristi Democratici)
Yousef Salman (Ass. Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese)
Forum Palestina
Action For Peace
Donne in Nero
Comitato di solidarietà con l’Intifada
Servizio Civile Internazionale
Maren Karlitzky (PENGON/Campagna contro il Muro dell’Apartheid)