[Lecce-sf] Fwd: [fori-sociali] LETTERA DA NELLA GINATEMPO SU…

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Aihe: [Lecce-sf] Fwd: [fori-sociali] LETTERA DA NELLA GINATEMPO SUL 20 MARZO
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nella ginatempo <nellagin@???> wrote:A: ,
,


Da: "nella ginatempo"
Data: Wed, 25 Feb 2004 16:09:24 +0100
Oggetto: [fori-sociali] DA NELLA UNA LETTERA

Lo so che sono lunga, ma la situazione è troppo complicata e ho sentito l'esigenza di chiarire tante cose. Saluti a chi mi leggerà e anche a chi cestinerà. Nella Ginatempo



LETTERA SUL 20 MARZO E DINTORNI



La situazione politica attorno al movimento per la pace si è fatta grottesca.

Vorrei porre le seguenti domande a tutte e tutti coloro che nel Comitato Fermiamo la guerra e nel movimento altermondialista si battono autenticamente per la pace e contro la guerra senza se e senza ma.



- Perché la maggioranza dell'opposizione in Italia anziché opporsi al governo di guerra e alle sue scelte si è astenuta in Senato sul voto di guerra ?

- Perché questo è avvenuto dopo l'impegno comune assunto fin dal 15 febbraio 2003 tra movimento pacifista e forze politiche per fermare la guerra all'Iraq e impedire la complicità italiana a questa guerra ?

- Perché i maggiori dirigenti dell'attuale "triciclo" hanno partecipato non solo al 15 febbraio 2003 ma anche alla più recente Marcia Perugia-Assisi, assumendosi un impegno morale e politico di difesa e rappresentanza delle richieste del movimento per la pace?

- Perché il grande schermo della kermesse del "triciclo" trasmetteva le immagini del corteo arcobaleno con grande sventolìo di bandiere, alludendo ad una implicita rappresentanza e stretta connessione tra pacifisti e Ulivo2 ?

- Perchè questi stessi dirigenti, dopo essersi astenuti sul voto cruciale contro la guerra e quindi dopo aver disatteso gli impegni assunti, pretendono di partecipare alla manifestazione del 20 marzo, il cui obiettivo è proprio ciò che essi hanno negato in Parlamento ?



Sembra una farsa di Dario Fo. Ma noi, dico noi pacifisti, come ci stiamo in tutto ciò ?

A queste domande è stato pubblicamente risposto da più voci del movimento pacifista.

"Chi non è portatore di questa richiesta (ritiro immediato delle truppe italiane dall'Iraq) non appartiene al movimento per la Pace.Le forze politiche e, in ciascuna di esse, i parlamentari che rifiuteranno queste richieste non dovranno mai più contare sul voto di chi si sente tradito sui temi decisivi della Pace." (Ciotti, Strada, Zanotelli).

"Il comportamento della maggioranza della lista riformista segna una rottura gravissima con il movimento pacifista ed è incompatibile con la manifestazione del 20 marzo"(Agnoletto).

"Diciamo a quei partiti e a quei parlamentari che si sono astenuti sulla guerra, dopo aver aderito in varie forme al movimento per la pace, che non possono più travestirsi di arcobaleno e sventolare le nostre bandiere, usandoci come vestito buono per rifarsi il look. Chi si è astenuto sulla guerra si astenga dall'esibire ancora un pacifismo di facciata e dal partecipare alla manifestazione del 20 marzo. Questa è ispirata dalle lotte dei veri pacifisti in tutto il mondo."( Ginatempo- Maestri)

"Ci sentiamo impegnate a produrre sempre e ovunque pratiche di pace pertanto considereremo sgradita la presenza alla manifestazione del 20 marzo di chiunque non si sia apertamente opposto alle scelte che sostengono la guerra e manterremo questo criterio di giudizio in tutte le prossime occasioni elettorali democratiche del nostro paese" (Convenzione permanente di donne contro le guerre).

"Ricordiamo a quelli (singoli parlamentari o partiti) che si sono assunti la gravissima responsabilità di avallare la prosecuzione dell'occupazione militare dell'Iraq, che tale scellerata posizione è del tutto incompatibile con la piattaforma del 20 marzo e di conseguenza con una eventuale partecipazione e presenza in piazza" (Conf. Cobas).



Dunque è evidente che riteniamo il comportamento dei maggiori dirigenti del "centrosinistra" non solo incoerente e incompatibile col movimento per la pace ma anche ipocrita e opportunista, soprattutto quando il segretario dei DS pretende di partecipare alla manifestazione per il ritiro delle truppe dopo essersi astenuto sul ritiro delle truppe. Pretesa certo arrogante, che ignora l'etica della politica, offende sul piano umano oltre che politico i valori della verità, della autenticità, della fedeltà agli impegni. Tutti valori essenziali per il movimento pacifista. Ma vorrei dire un 'altra cosa: come pacifista mi sento offesa e beffata. Dal '91 sono impegnata per la pace, da quando, insieme a tante donne coraggiose abbiamo urlato FUORI LAGUERRA DALLA STORIA: ho ignorato da allora la carriera accademica e la mia torre d'avorio dell'Università. Insieme a migliaia di attivisti/e per la pace in tutto il mondo abbiamo lavorato lungamente per arrivare a costruire il movimento globa
le
contro la guerra senza se e senza ma. Solo in Italia ci sono state l'anno scorso ben 7000 manifestazioni contro la guerra. C'è in gioco la speranza e l'impegno di milioni di persone, perché il lavoro degli attivisti rappresenta realmente oggi in Italia la maggioranza dell'opinione pubblica. Tutto questo non solo non trova sufficiente rappresentanza da parte di tutta l'opposizione in Parlamento, ma non trova neanche rispetto e riconoscimento autentico da parte dei maggiori rappresentanti del Triciclo. Veniamo prima usati, per ottenere facili consensi elettorali, per rifarsi sui massmedia la maschera di pacifisti dell'ultima ora, ma soprattutto veniamo beffati quando si annuncia di voler sfilare insieme a noi nella manifestazione che con tanto sacrificio stiamo costruendo. Mancanza di rispetto, sì, perché affermare: "io vengo lo stesso", ignorando le gravissime critiche e contestazioni già da noi rivolte, è un atto di arroganza. La democrazia sostanziale significa dare voce al
popolo,
significa fare autocritica quando si sbaglia, significa dismettere lo stile del potere.

Si è deciso nell'ultima riunione del Comitato fermiamo la guerra di non mettere veti alla partecipazione di nessuno perché noi siamo quelli della libera circolazione, della libertà di manifestare, della contestazione ad ogni zona rossa. Bene, ho già detto che sono d'accordo a non mettere ostacoli fisici e a non trasformare sui media gli ipocriti in vittime. Ma ho ribadito in riunione e l'ho ridetto alla manifestazione politica del Capranica che il vincolo di coerenza è un vincolo morale e politico; ho detto anche che questo vincolo è stato infranto e che questo ha prodotto una rottura politica col movimento per la pace che reclama oggi una diversa alleanza politica tra i veri pacifisti.

Ora io credo che proprio la rottura del vincolo di coerenza deve indurci non ad un buonismo di facciata, ma ad alzare il tiro della nostra critica politica e della nostra contestazione a chi si è assunto la responsabilità della rottura politica con noi.

Ho anche richiesto alla riunione che si dichiarasse in un comunicato, agendo poi di conseguenza, che "le adesioni alla manifestazione da parte di chi si astiene in Parlamento sono politicamente inaccettabili". La mia proposta è stata respinta con motivazioni che non condivido, relative all'unità e all'allargamento.



Circa lo spirito inclusivo della manifestazione del 20 marzo e circa la necessaria "unità" vorrei invitarvi a riflettere, per favore. L'anno scorso abbiamo fatto la più larga unità con chi ieri votava e praticava la guerra (dal Kosovo all'Afghanistan, all'esercito europeo, alle scelte di riarmo) con la motivazione che sull'IRAQ eravamo d'accordo e che ci univamo per fermare la guerra. Risulta oggi evidente che sull'Iraq non siamo più d'accordo. Inoltre sono venute meno, purtroppo, le motivazioni umanitarie che potevano indurci ad una alleanza ambigua. Voglio dire che la causa umanitaria - salvare migliaia di vite umane e fermare la guerra - è perduta. Non c'è più riparo alle decine di migliaia di morti che ci sono già stati in Iraq e a quelli che ci saranno a causa della continuazione dell'infame occupazione militare e della guerra civile. Ci rimane allora la causa politica: costruire e rafforzare l'opposizione globale alla guerra permanente per condizionare le scelte dei Sig
nori
della guerra e impedire che la Global War si estenda e si allarghi. Ottenere non solo che la guerra non passi nella coscienze, ma neanche nei territori e sui corpi delle persone. Compito immane e di lungo periodo. Perché si possa produrre questo processo è indispensabile la verità. La verità viene prima di ogni considerazione unitaria e di ogni tattica politica, viene prima dell'esito elettorale di qualunque prossima elezione, è l'unica condizione basilare per una vera svolta politica. Dunque affermare oggi la verità e cioè che l'astensione di guerra è incompatibile col movimento per la pace è propedeutico ad ogni futura alleanza politica o patto di pace. Così come affermare oggi che siamo contro tutte le guerre e che le missioni militari di occupazione come l'Afghanistan sono guerra sporca esattamente come l'Iraq. Così come affermare che non accettiamo la complicità italiana alla guerra globale, sotto nessuna forma, compresa la NATO e l'esercito europeo .

Perderemo anche la causa politica se non facciamo chiarezza subito, oggi qui e ora. Oggi non ci serve più una unità se non è basata sulla radicalità e la massima chiarezza politica.

E la chiarezza riguarda anche i nostri rapporti politici con la direzione dei DS che pretende oggi di avere la patente di pacifista, anche se gli abbiamo detto a chiare lettere che astenendosi sono usciti dal movimento per la pace. Anche se insistono a voler manifestare contro se stessi (posizione in piazza contro posizione in Parlamento), in una manifestazione che chiaramente li contesta nella sostanza e con la quale non hanno alcuna connessione sentimentale, non faranno che squalificarsi agli occhi del popolo della pace. Non mi preoccupa certo l'insuccesso elettorale che otterranno, mi preoccupa il fatto che il popolo della pace non abbia adeguati e sufficienti rappresentanti là dove si decide.

Mi preoccupa che ancora una volta la nostra inclusività e spirito democratico sia utilizzata per non smascherare gli ipocriti e gli opportunisti, per non respingere le manovre di potere, per non contestare chi si merita di essere contestato e criticato. Dunque, rivendico per bastaguerra e per tutti/e coloro che condividono la mia indignazione il diritto di contestazione dei finti pacifisti in ogni luogo e occasione sia possibile esprimerla, in forme nonviolente ma inequivocabili.

Al sit-in davanti al Senato Bastaguerra di Roma ha esposto un cartello con disegno dove si diceva ULIVO CON L'ELMETTO IPOCRITA PERFETTO. So che in altre città come a Genova sono state fatte contestazioni e proteste sotto la sede dei DS per l'annunciata astensione di guerra. Ma non è che l'inizio, è ancora poco, troppo poco.

Personalmente non sono disposta ad accogliere alla testa del corteo, dietro il nostro striscione, i dirigenti dei Ds e del Triciclo che hanno violato il vincolo di coerenza, che per me resta valido sul piano etico e politico. Se costoro vogliono partecipare alla manifestazione coprendosi di ridicolo, lo facciano lontano da noi, altrimenti si coprirebbe di ridicolo - e si esporrebbe a contestazioni - anche il Comitato Fermiamola Guerra, ma NON IN MIO NOME.

Chiedo verità, non prendiamoci più in giro. Parto per la carovana di pace cercando aria più fresca e nuova.

Saluti Nella Ginatempo


[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]



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i è
astenuta in Senato sul voto di guerra ?<BR><BR>- Perché questo è avvenuto dopo l'impegno comune assunto fin dal 15 febbraio 2003 tra movimento pacifista e forze politiche per fermare la guerra all'Iraq e impedire la complicità italiana a questa guerra ?<BR><BR>- Perché i maggiori dirigenti dell'attuale "triciclo" hanno partecipato non solo al 15 febbraio 2003 ma anche alla più recente Marcia Perugia-Assisi, assumendosi un impegno morale e politico di difesa e rappresentanza delle richieste del movimento per la pace?<BR><BR>- Perché il grande schermo della kermesse del "triciclo" trasmetteva le immagini del corteo arcobaleno con grande sventolìo di bandiere, alludendo ad una implicita rappresentanza e stretta connessione tra pacifisti e Ulivo2 ?<BR><BR>- Perchè questi stessi dirigenti, dopo essersi astenuti sul voto cruciale contro la guerra e quindi dopo aver disatteso gli impegni assunti, pretendono di partecipare alla manifestazione del 20 marzo, il cui obiettivo è proprio
ciò che
essi hanno negato in Parlamento ?<BR><BR><BR><BR>Sembra una farsa di Dario Fo. Ma noi, dico noi pacifisti, come ci stiamo in tutto ciò ?<BR><BR>A queste domande è stato pubblicamente risposto da più voci del movimento pacifista.<BR><BR>"Chi non è portatore di questa richiesta (ritiro immediato delle truppe italiane dall'Iraq) non appartiene al movimento per la Pace.Le forze politiche e, in ciascuna di esse, i parlamentari che rifiuteranno queste richieste non dovranno mai più contare sul voto di chi si sente tradito sui temi decisivi della Pace." (Ciotti, Strada, Zanotelli).<BR><BR>"Il comportamento della maggioranza della lista riformista segna una rottura gravissima con il movimento pacifista ed è incompatibile con la manifestazione del 20 marzo"(Agnoletto).<BR><BR>"Diciamo a quei partiti e a quei parlamentari che si sono astenuti sulla guerra, dopo aver aderito in varie forme al movimento per la pace, che non possono più travestirsi di arcobaleno e sventolare le nostre ba
ndiere,
usandoci come vestito buono per rifarsi il look. Chi si è astenuto sulla guerra si astenga dall'esibire ancora un pacifismo di facciata e dal partecipare alla manifestazione del 20 marzo. Questa è ispirata dalle lotte dei veri pacifisti in tutto il mondo."( Ginatempo- Maestri)<BR><BR>"Ci sentiamo impegnate a produrre sempre e ovunque pratiche di pace pertanto considereremo sgradita la presenza alla manifestazione del 20 marzo di chiunque non si sia apertamente opposto alle scelte che sostengono la guerra e manterremo questo criterio di giudizio in tutte le prossime occasioni elettorali democratiche del nostro paese" (Convenzione permanente di donne contro le guerre).<BR><BR>"Ricordiamo a quelli (singoli parlamentari o partiti) che si sono assunti la gravissima responsabilità di avallare la prosecuzione dell'occupazione militare dell'Iraq, che tale scellerata posizione è del tutto incompatibile con la piattaforma del 20 marzo e di conseguenza con una eventuale partecipazione
e
presenza in piazza" (Conf. Cobas).<BR><BR><BR><BR>Dunque è evidente che riteniamo il comportamento dei maggiori dirigenti del "centrosinistra" non solo incoerente e incompatibile col movimento per la pace ma anche ipocrita e opportunista, soprattutto quando il segretario dei DS pretende di partecipare alla manifestazione per il ritiro delle truppe dopo essersi astenuto sul ritiro delle truppe. Pretesa certo arrogante, che ignora l'etica della politica, offende sul piano umano oltre che politico i valori della verità, della autenticità, della fedeltà agli impegni. Tutti valori essenziali per il movimento pacifista. Ma vorrei dire un 'altra cosa: come pacifista mi sento offesa e beffata. Dal '91 sono impegnata per la pace, da quando, insieme a tante donne coraggiose abbiamo urlato FUORI LAGUERRA DALLA STORIA: ho ignorato da allora la carriera accademica e la mia torre d'avorio dell'Università. Insieme a migliaia di attivisti/e per la pace in tutto il mondo abbiamo lavorato lun
gamente
per arrivare a costruire il movimento globale contro la guerra senza se e senza ma. Solo in Italia ci sono state l'anno scorso ben 7000 manifestazioni contro la guerra. C'è in gioco la speranza e l'impegno di milioni di persone, perché il lavoro degli attivisti rappresenta realmente oggi in Italia la maggioranza dell'opinione pubblica. Tutto questo non solo non trova sufficiente rappresentanza da parte di tutta l'opposizione in Parlamento, ma non trova neanche rispetto e riconoscimento autentico da parte dei maggiori rappresentanti del Triciclo. Veniamo prima usati, per ottenere facili consensi elettorali, per rifarsi sui massmedia la maschera di pacifisti dell'ultima ora, ma soprattutto veniamo beffati quando si annuncia di voler sfilare insieme a noi nella manifestazione che con tanto sacrificio stiamo costruendo. Mancanza di rispetto, sì, perché affermare: "io vengo lo stesso", ignorando le gravissime critiche e contestazioni già da noi rivolte, è un atto di arroganza. La
democrazia sostanziale significa dare voce al popolo, significa fare autocritica quando si sbaglia, significa dismettere lo stile del potere.<BR><BR>Si è deciso nell'ultima riunione del Comitato fermiamo la guerra di non mettere veti alla partecipazione di nessuno perché noi siamo quelli della libera circolazione, della libertà di manifestare, della contestazione ad ogni zona rossa. Bene, ho già detto che sono d'accordo a non mettere ostacoli fisici e a non trasformare sui media gli ipocriti in vittime. Ma ho ribadito in riunione e l'ho ridetto alla manifestazione politica del Capranica che il vincolo di coerenza è un vincolo morale e politico; ho detto anche che questo vincolo è stato infranto e che questo ha prodotto una rottura politica col movimento per la pace che reclama oggi una diversa alleanza politica tra i veri pacifisti.<BR><BR>Ora io credo che proprio la rottura del vincolo di coerenza deve indurci non ad un buonismo di facciata, ma ad alzare il tiro della nostr
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critica politica e della nostra contestazione a chi si è assunto la responsabilità della rottura politica con noi. <BR><BR>Ho anche richiesto alla riunione che si dichiarasse in un comunicato, agendo poi di conseguenza, che "le adesioni alla manifestazione da parte di chi si astiene in Parlamento sono politicamente inaccettabili". La mia proposta è stata respinta con motivazioni che non condivido, relative all'unità e all'allargamento.<BR><BR><BR><BR>Circa lo spirito inclusivo della manifestazione del 20 marzo e circa la necessaria "unità" vorrei invitarvi a riflettere, per favore. L'anno scorso abbiamo fatto la più larga unità con chi ieri votava e praticava la guerra (dal Kosovo all'Afghanistan, all'esercito europeo, alle scelte di riarmo) con la motivazione che sull'IRAQ eravamo d'accordo e che ci univamo per fermare la guerra. Risulta oggi evidente che sull'Iraq non siamo più d'accordo. Inoltre sono venute meno, purtroppo, le motivazioni umanitarie che potevano indurci a
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alleanza ambigua. Voglio dire che la causa umanitaria - salvare migliaia di vite umane e fermare la guerra - è perduta. Non c'è più riparo alle decine di migliaia di morti che ci sono già stati in Iraq e a quelli che ci saranno a causa della continuazione dell'infame occupazione militare e della guerra civile. Ci rimane allora la causa politica: costruire e rafforzare l'opposizione globale alla guerra permanente per condizionare le scelte dei Signori della guerra e impedire che la Global War si estenda e si allarghi. Ottenere non solo che la guerra non passi nella coscienze, ma neanche nei territori e sui corpi delle persone. Compito immane e di lungo periodo. Perché si possa produrre questo processo è indispensabile la verità. La verità viene prima di ogni considerazione unitaria e di ogni tattica politica, viene prima dell'esito elettorale di qualunque prossima elezione, è l'unica condizione basilare per una vera svolta politica. Dunque affermare oggi la verità e cioè che
l'astensione di guerra è incompatibile col movimento per la pace è propedeutico ad ogni futura alleanza politica o patto di pace. Così come affermare oggi che siamo contro tutte le guerre e che le missioni militari di occupazione come l'Afghanistan sono guerra sporca esattamente come l'Iraq. Così come affermare che non accettiamo la complicità italiana alla guerra globale, sotto nessuna forma, compresa la NATO e l'esercito europeo . <BR><BR>Perderemo anche la causa politica se non facciamo chiarezza subito, oggi qui e ora. Oggi non ci serve più una unità se non è basata sulla radicalità e la massima chiarezza politica.<BR><BR>E la chiarezza riguarda anche i nostri rapporti politici con la direzione dei DS che pretende oggi di avere la patente di pacifista, anche se gli abbiamo detto a chiare lettere che astenendosi sono usciti dal movimento per la pace. Anche se insistono a voler manifestare contro se stessi (posizione in piazza contro posizione in Parlamento), in una manife
stazione
che chiaramente li contesta nella sostanza e con la quale non hanno alcuna connessione sentimentale, non faranno che squalificarsi agli occhi del popolo della pace. Non mi preoccupa certo l'insuccesso elettorale che otterranno, mi preoccupa il fatto che il popolo della pace non abbia adeguati e sufficienti rappresentanti là dove si decide.<BR><BR>Mi preoccupa che ancora una volta la nostra inclusività e spirito democratico sia utilizzata per non smascherare gli ipocriti e gli opportunisti, per non respingere le manovre di potere, per non contestare chi si merita di essere contestato e criticato. Dunque, rivendico per bastaguerra e per tutti/e coloro che condividono la mia indignazione il diritto di contestazione dei finti pacifisti in ogni luogo e occasione sia possibile esprimerla, in forme nonviolente ma inequivocabili.<BR><BR>Al sit-in davanti al Senato Bastaguerra di Roma ha esposto un cartello con disegno dove si diceva ULIVO CON L'ELMETTO IPOCRITA PERFETTO. So che in a
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città come a Genova sono state fatte contestazioni e proteste sotto la sede dei DS per l'annunciata astensione di guerra. Ma non è che l'inizio, è ancora poco, troppo poco.<BR><BR>Personalmente non sono disposta ad accogliere alla testa del corteo, dietro il nostro striscione, i dirigenti dei Ds e del Triciclo che hanno violato il vincolo di coerenza, che per me resta valido sul piano etico e politico. Se costoro vogliono partecipare alla manifestazione coprendosi di ridicolo, lo facciano lontano da noi, altrimenti si coprirebbe di ridicolo - e si esporrebbe a contestazioni - anche il Comitato Fermiamola Guerra, ma NON IN MIO NOME. <BR><BR>Chiedo verità, non prendiamoci più in giro. Parto per la carovana di pace cercando aria più fresca e nuova. <BR><BR>Saluti Nella Ginatempo <BR><BR><BR>[Sono state eliminare la parti non di testo del messaggio]<BR><BR><BR><BR>Moderiamoci: no reply alla lista, messaggi personali alle persone, no flames. Gli attachment sono stati
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