[Cpt] I: cpt

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Auteur: Simone Sabattini
Date:  
Sujet: [Cpt] I: cpt

 -----Messaggio originale-----
Da:     Simone Sabattini [mailto:simone.sabattini@legalgamb.it]
Inviato:    mercoledì 25 febbraio 2004 9.29
A:    'tanaliberatutti@???'
Oggetto:    cpt


IMMIGRAZIONE: BORGHI A MONARI, CPT DIVENTATI INACCETTABILI
PURTROPPO ORA C'E' LEGGE BOSSI-FINI E NON TURCO-NAPOLITANO
(ANSA) - BOLOGNA, 24 FEB - "I Cpt, alla luce della Legge Bossi-Fini, sono
diventati qualcosa di inaccettabile e purtroppo oggi abbiamo a che fare con
la Legge Bossi-Fini, non con la Turco-Napolitano": l' assessore regionale
alle politiche sociali, Gianluca Borghi, commenta così - rispondendo a una
domanda - la proposta di Marco Monari, coordinatore regionale della
Margherita, di far gestire i Cpt alle Regioni visto che il Governo "non è in
grado e non vuole occuparsene". Borghi ricorda di aver già espresso la
"posizione ufficiale della Giunta regionale" poco più di due settimane fa,
rispondendo ad alcune interrogazioni: aveva parlato della necessità di un
"superamento dei Cpt" per "individuare soluzioni alternative". Oggi ha
ricordato che "il presidente Errani è in attesa da un anno e mezzo" della
risposta del Governo alla proposta regionale di un intervento congiunto per
migliorare le condizioni di vita nei Cpt: "Il fatto che nemmeno si risponda
a una Regione è grave". E qusto mentre "tutto è giocato sull' ordine
pubblico e la paura" e si esclude "ogni intervento di tipo sociale" in
relazione all' immigrazione: "in tre anni - ha precisato Borghi - le Regioni
non sono mai state chiamate a discutere di immigrazione al Ministero degli
affari sociali". (ANSA).


IMMIGRAZIONE: MONARI, GOVERNO FACCIA GESTIRE CPT A REGIONI
NO A GESTIONE CARCERARIA, RIPORTARLI A SCOPO ORIGINARIO
(ANSA) - BOLOGNA, 24 FEB - "Errani chieda che la gestione dei Cpt venga
lasciata alla Regione, è ovvio che il Governo non é in grado e non vuole
occuparsene": l' esortazione è del coordinatore della Margherita dell'
Emilia-Romagna, Marco Monari, in un incontro stampa assieme ai consiglieri
regionali Mauro Bosi e Graziano Dlerio, tenuto in Regione a margine dell'
esame del progetto di legge per l' immigrazione avviato in aula. "In quanto
a esperienza - ha aggiunto - portato culturale e volontà di occuparsi di
persone con bisogni sociali, siamo in grado di fare meglio di loro": Monari
ha definito la propria proposta "un pò provocatoria e fatta tra il serio e
il faceto", ma si è chiaramente espresso contro l' attuale "concezione
gestionale di tipo carcerario" osservata nei Cpt. E per Bosi sono "peggio
del carcere", ha rilevato il consigliere precisando di aver visitato sia il
Cpt sia il carcere di Bologna. Delrio, relatore del pdl, ha chiesto con
Monari che i Cpt venga riportati al loro "scopo originario" allora sancito
dalla Legge Turco-Napolitano: "non centri di detenzione, ma centri di
permanenza temporanea", ha detto. Il relatore ha anche precisato,
rispondendo ad alcune domande, l' intenzione della Margherita ("stiamo
lavorando anche con i Ds", ha detto) di arrivare a "emendare" la risoluzione
per la chiusura dei Cpt presentata da Prc, Pdci, Idv e Verdi: per Delrio
serve "non una chiusura immediata - ha detto - ma riportare i Cpt al loro
scopo originario". Sul progetto di legge, dopo il lungo esame in commissione
e i molti emendamenti già accolti in quella sede, Monari e i due consiglieri
hanno espresso "grande soddisfazione" della Margherita. E' un progetto di
legge che "cambia l' ottica con cui guardare il fenomeno migratorio, visto
come un fattore di crescita e di sviluppo", e che offre "grande dignità alle
personé". Gli immigrati, ha aggiunto Delrio, "non sono 'braccia che
lavorano' come suggerisce la Legge Bossi-Fini, sono persone". Sul diritto di
voto agli immigrati, ha precisato Delrio, il progetto di legge non può
dirimere: "Dopo una serie di verifiche, è stato appurato che la competenza
resta nazionale. Appena il livello nazionale ce lo consentirà, la Regione è
pronta a dare il via". (ANSA).
IMMIGRAZIONE: BORGHI, LEGGE PER USCIRE DA LOGICA BOSSI-FINI
NECESSARIA PER I 230.000 IMMIGRATI REGOLARI IN EMILIA-ROMAGNA
(ANSA) - BOLOGNA, 24 FEB - "Uscire dalla logica della Legge Bossi-Fini per
assicurare ai cittadini stranieri gli stessi diritti e doveri degli altri,
non con servizi appositi, ma facilitando l' accesso a quelli esistenti": la
Giunta regionale presenta così, in una nota, i principi del progetto di
legge sull' immigrazione approdato all' esame d' aula. Il primo che una
Regione discute dopo la riforma del Titolo quinto della Costituzione,
precisa in un incontro stampa l' assessore alle politiche sociali, Gianluca
Borghi, che la definisce una "legge federalista". L' assessore critica più
volte la Legge Bossi-Fini: per i Cpt ha una gestione solo "di ordine
pubblico e di paura", per i permessi di soggiorno "ha prodotto code infinite
per la regolarizzazione", ricordando che "il Governo non ha ancora emanato i
provvedimenti attuativi" e che "centinaia di ricorsi pendono davanti alla
Consulta per le espulsioni". E la critica anche per rispondere a Forza
Italia giudicando "necessaria" una legge per l' immigrazione, "in una
regione come l' Emilia-Romagna, con 230.000 immigrati regolari, il 6% della
popolazione". Al capogruppo Villani replica inoltre: "ma come? una legge non
serve, se anche Forza Italia ne aveva presentata una, firmata da Bertolini e
Garagnani, ora deputati?". Una volta approvata, con la legge arriverà un
Programma triennale per l' immigrazione, "in raccordo con il Piano sociale
regionale e i Piani di zona". E dal Fondo sociale regionale continueranno ad
arrivare i fondi per gli interventi nel settore (circa 2,5 milioni di euro
l'anno dal 2000 in poi, diventati 3 milioni nel 2003). Previsti contributi
alle Province e al Terzo settore (per interventi di integrazione sociale
come sportelli informativi, corsi e iniziative interculturali); e al Terzo
settore, alle Fondazioni e a privati per realizzare centri di accoglienza e
alloggi sociali. Per le politiche abitative sono previste anche Agenzie per
la casa che favoriscano l' incontro di domanda e offerta. Per l' assessore è
poi importante che la legge promuova la partecipazione degli stranieri alla
vita pubblica, in attesa del via libera nazionale al diritto di voto per gli
immigrati residenti: "la cooptazione dei cittadini stranieri all' interno
delle istituzioni è ormai un dato irrinunciabile", sottolinea. E ricorda le
esperienze già avviate in alcune zone della Regione, dove sono stati eletti
"consiglieri comunali aggiunti" e Consulte comunali o provinciali dei
cittadini stranieri. La legge prevede l' istituzione di una Consulta
regione, dove siederanno 18 immigrati eletti nelle 9 province dell'
Emilia-Romagna ("con garanzie per la rappresentanza delle donne"), più
rappresentanti regionali degli imprenditori, dei sindacati, del Terzo
settore, dell' Ufficio scolastico e della Direzione del lavoro. La Consulta,
presieduta dal presidente della Regione o dall' assessore delegato, resterà
in carica sei anni per il primo mandato e cinque per i successivi (da
rinnovare con ogni nuova legislatura). Per le elezioni dei suoi
rappresentanti stranieri le Province avranno un ruolo di coordinamento. La
legge, ha proseguito l' assessore, è valida anche per i richiedenti asilo e
per i rifugiati politici, "ottemperando a norme europee non ancora accolta a
livello nazionale". E prevede un 'Centro regionale conto le discriminazioni
razziali, etniche o religiose' e un 'Osservatorio sull' immigrazioné con l'
obiettivo di "indicare annualmente il fabbisogno lavorativo nella regione".
Con la legge, la Regione promuove anche forme di collaborazione con le parti
sociali per favorire l' inserimento lavorativo. E sostiene programmi di
istruzione e formazione professionale nei Paesi d' origine dei flussi
migratori. (ANSA).