Autor: Andrea Agostini Data: Assumpte: [NuovoLaboratorio] il comune vieta un targa per nassyria
Il Secolo XIX Webdal secolo xix
Home Mercoledì 25 Febbraio 2004
Negata la targa per Nassiriya A Sestri esplode la polemica
IL CASO/2 Un tavolo in piazza sabato con Plinio
Sestri Levante La giunta comunale non ha preso in considerazione la
possibilità di dedicare una strada (o in alternativa una targa) alla memoria
dei diciannove militari e civili italiani caduti a Nassirya. La richiesta
era stata avanzata venerdì, nel corso dell'ultimo consiglio comunale, dai
rappresentanti di Forza Italia Graziano Stagni e Gianteo Bordero. La
polemica, nata nel Palazzo, ora scende in strada. Sono molti infatti i
sestresi - e non solo quelli che nelle ore immediatamente successive alla
tragedia avevano fatto pervenire messaggi di cordoglio e solidarietà ai
carabinieri della compagnia di via Val di Canepa - che stentano a capire le
motivazioni del rifiuto.
«Quei militari sono nei nostri cuori - aveva spiegato il capogruppo dei Ds
Simone Pedroni - ma Forza Italia ha sbagliato l'impostazione della
richiesta. Non si può infatti affermare che il nostro contingente sia in
Irak per una missione di pace». Così il caso è diventato tutto politico e,
qualche giorno dopo le affermazioni dell'onorevole Luciano Violante che ha
sollevato un vespaio affermando che «la responsabilitàè del Governo
italiano», nuova benzina finisce sul fuoco. Per il vicepresidente della
regione, Gianni Plinio, subito avvertito, la decisione degli amministratori
di Sestri «è una gravissima offesa rivolta alla fulgida memoria dei valorosi
Caduti. Solo chi è fazioso o in malafede può comportarsi così». Così ieri
pomeriggio Plinio ha annunciato la formazione di un comitato promotore di
una petizione popolare - le prime firme saranno raccolte sabato pomeriggio
davanti al Comune - per far in modo che «anche a Sestri, come sta avvenendo
un po' in tutta Italia, si possano ricordare questi martiri». «Un comitato
al di sopra degli schieramenti politici - ha precisato il vicepresidente
della Regione - perché sono convinto che nessun sestrese in cuo suo pensa
che i nostri militari siano stati degli aggressori».