[NuovoLaboratorio] lettera di alcuni verdi su delibera giunt…

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Autor: Stefano Barabino
Data:  
Assumpte: [NuovoLaboratorio] lettera di alcuni verdi su delibera giunta
22-2-04

Ci muove a questo intervento il disagio provocatoci, come militanti verdi
dentro al movimento, dalla posizione a nostro parere superficiale e
insoddisfacente presa dalla federazione ligure del nostro partito in
relazione alla delibera della giunta comunale . Non condividiamo la scelta
del Comune di Genova di costituirsi parte civile nel processo che inizierà
il 2 marzo prossimo a carico di 26 manifestanti. Interpretiamo questa
decisione come un atto politico, oltre che giudiziario, nei confronti dei
manifestanti che saranno processati e di tutto il movimento che si oppose al
g8 nel luglio 2001.
La stampa ed i media in generale ( con poche eccezioni ) continuano a
descrivere il processo del 2 marzo come il “processo al black block”
confortati dall’imputazione di devastazione e saccheggio scelta dalla
magistratura ma questo è falso. Una parte importante degli “atti violenti”
dei manifestanti è stata conseguente alle reiterate e immotivate cariche
contro il corteo partito dallo stadio Carlini. Dal secolo xix del 21/ 7/2001
pag 3 a firma di Carlo Bancalari: “(…)i carabinieri…senza ragione, hanno
cominciato a sparare lacrimogeni. Uno, due, dieci e tanti ad altezza d’uomo.
Era l’inizio dell’inferno. … ormai era stato dato fuoco alle polveri e
quanto accadrà in seguito è stata la conseguenza di un inizio infelice.”.
Sempre Bancalari:”i carabinieri che rispondono al lancio dei sassi
attaccando con i camion salendo sui marciapiedi, quasi volessero metter
sotto i manifestanti”.
Chi ha reagito alla violenza di stato, cominciata giorni prima con le grate,
le perquisizioni e la massiccia presenza intimidatoria di polizia e
carabinieri, lanciando sassi contro i blindati non ha certo compiuto il
reato di devastazione e saccheggio. Come avreste reagito a una camionetta
lanciata a forte velocità sul marciapiede che vi viene addosso in una strada
senza via d’uscita? Noi, sostenitori della nonviolenza, senza risposte
precostituite, laicamente, ce lo chiediamo.
E in generale, c’è ancora qualcuno nelle istituzioni democratiche
interessato a capire il disagio profondo che agita fasce sempre più ampie di
popolazione, soprattutto giovanile, anche nella nostra città nonché la
rabbia e il senso di ingiustizia subita? E le ripercussioni, su questo stato
d’animo già preesistente, della morte di Carlo Giuliani e del nulla di fatto
giudiziario che ne è seguito?
Noi ci auguriamo di si ma, fin’ora, non ne abbiamo avuto sufficienti
segnali.La delibera della giunta e il modo in cui è stata decisa vanno nella
direzione di un legalismo astratto incurante di questo contesto. Ci
piacerebbe, e ci adopereremo in questo senso, che il dibattito sulla
delibera uscisse dall’asfittica dimensione del confronto tra partiti e dei
colloqui privati tra rappresentanti istituzionali e prendesse forma pubblica
e aperta alla cittadinanza.

Stefano Barbino
Marco Tizzi
Gianpiero Fasoli
Michele Ruvioli
Guido Guidi

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