Autor: Silverio Tomeo
Data:
Assunto: [Lecce-sf] Documento conclusivo Assemblea Meridianadei Movimenti
> > LA DICHIARAZIONE DI SCANZANO
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> > Noi Movimenti del Sud, riuniti a Scanzano, abbiamo preso la parola per
> > narrare le nostre gioie e i nostri desideri, le nostre storie di
soffrenze
> > e lotte e ci siamo riconosciuti minacciati dagli stessi incubi che
> > vorrebbero negarci il diritto a decidere democraticamente della vita e
del
> > futuro nostro e dei nostri territori. Questi incubi si chiamano servitù
> > nucleari, energetiche e militari, cementificazioni, opere devastanti,
> > impianti inquinanti, sottrazione di beni comuni (come lâ?Tacqua, la
> > terra, la biodiversità , le culture, la salute), precarizzazione e
> > negazione del lavoro, ricatto delle criminalità organizzate. Tutti
questi
> > incubi sono prodotti dal sonno della ragione che si chiama
globalizzazione
> > neoliberista. Scanzano, straordinario esempio di riappropriazione
popolare
> > del proprio destino, ha vinto la sua lotta e noi siamo qui perché tutti
> > insieme vogliamo vincere le nostre battaglie per la vita. Narrando ed
> > ascoltando abbiamo scritto questa nostra dichiarazione che
sottoscriviamo
> > e che chiamiamo tutti a sottoscrivere e che porteremo in carovana della
> > pace nei luoghi del conflitto.
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> > Nessuno può decidere contro la volontà dei territori democraticamente
> > espressa.
> >
> > Riteniamo utile e opportuno costruire e consolidare una rete solidale
tra
> > le esperienze di lotta a partire dai conflitti esistenti sui territori
> > meridiani.
> >
> > Diciamo no al nucleare, sia civile che militare.
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> > I nostri beni ambientali, le nostre culture, la nostra storia, le nostre
> > relazioni umane, sono la nostra risorsa più preziosa che non deve
essere
> > sottratta e compromessa.
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> > Lâ?Tacqua è un bene comune che non può essere privatizzato, che va
> > garantito come diritto di tutte e tutti. Lâ?Tenergia che vogliamo è
> > quella che viene dal sole e dalle fonti rinnovabili: bene comune, da
> > risparmiare, utile per una diversa economia e una diversa società ; e
non
> > quella che inquina e serve solo ai profitti di chi non ha alcun rapporto
> > col nostro territorio.
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> > La nostra terra non può servire a produrre solo merci che ingrassano
> > multinazionali e grandi catene commerciali ma garanzia di tutela del
> > territorio, di coesione sociale e di reddito per il lavoro.
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> > Non ci servono grandi opere che devastino il territorio come il ponte
> > sullo stretto o lâ?Tennesimo traforo sul Gran Sasso ma risanamento dei
> > nostri territori, treni e servizi veramente utili.
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> > Non vogliamo bruciare o seppellire i rifiuti inquinando la nostra aria e
> > la nostra terra ma riciclare tutto ciò che si produce.
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> > Non vogliamo i CPT, le carceri per migranti, sui nostri territori.
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> > Vogliamo un sistema della comunicazione democratico, indipendente,
> > costruito dal basso, in un sud in cui i media sono totalmente funzionali
> > ai poteri forti locali.
> >
> > Vogliamo lavoro gratificante e pulito e non sporco e precario perché
solo
> > il lavoro gratificante costruisce una buona società . Lavoro
gratificante
> > è quello che promuove i territori, le risorse ambientali e culturali,
> > poggia sui diritti e non, ad esempio, il modello di fabbrica integrata
> > della FIAT SATA di Melfi.
> >
> > Vogliamo il reddito di cittadinanza quale pratica concreta di
> > ridistribuzione della ricchezza socialmente prodotta.
> >
> > Salute, scuola, cultura, servizi, lavoro, diritti sono per noi la vera
> > misura della civiltà e non gli aridi numeri dellâ?Teconomia.
> >
> > La sovranità alimentare è diritto a lavorare e mangiare della nostra
> > terra, non inquinata e non modificata geneticamente e brevettata.
> >
> > A noi serve il pubblico perché per noi il privato è sinonimo di
> > â?oprivazioneâ?; ma serve un pubblico che sia per noi e non sopra di
noi.
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> > La nostra terra è terra di pace che ripudia la guerra e non vuole
vecchie
> > e nuove servitù militari per la guerra permanente
> >
> > Sempre più il nostro Sud è sinonimo di ingiustizie, prevaricazioni che
> > sono di tutti perché imposte a tutti da questo mondo ingiusto. Tutti
> > siamo Sud. Noi vogliamo essere Sud senza guardare a nessun â?onordâ?
che
> > sia potere o modello da imitare. Abbiamo imparato, nelle mille vertenze
> > ambientali e di lavoro aperte al Sud, a capovolgere lâ?Tidea di un
destino
> > che ci vuole moderna colonia per le razzie dei mercati globali. Le
nostre
> > lotte sono intrise di radicalità , di pratica di vita, di bisogno di
> > futuro: anche perché hanno smentito lâ?Timmagine di una passivitÃ
> > meridionale che è una raffinata invenzione delle classi dominanti.
> >
> > Il Sud vitale delle tante Scanzano è stato il processo di
> > riappriopriazione della politica come discussione pubblica sui propri
> > diritti e sui propri desideri, prassi di contestazione pratica dei
poteri,
> > rifondazione del senso medesimo dellâ?Tessere comunità , accumulo e
> > socializzazione di saperi, allargamento permanente della mobilitazione,
> > protesta non violenta e disobbedienza civile e sociale come nuovo
alfabeto
> > di una politica non separata.
> >
> > I tentativi di criminalizzare queste lotte sono da noi respinti con
> > fermezza e non riusciranno a frenare il movimento a partire dal
tentativo
> > di voler riscrivere la verità su Genova e Cosenza.
> >
> > Se mille lotte e vertenze si mettono in rete, si fanno narrazione comune
e
> > nuova cultura, soggetto di una socialità alternativa e sperimentazione
> > concreta di una inedita democrazia partecipata a partire dai municipi,
> > allora comincerà una storia mai scritta, di liberazione e giustizia,
per
> > tutti e per tutte.
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> > Scanzano Jonico, 15 febbraio 2004
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