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Comunicato stampa REBOC Rete Boicottaggio Coca-Cola
REBOC, Rete Boicottaggio Coca-Cola: Giulio Sardi 320/0885215
Colombia, 5.000 firme per Coca-Cola. Che non si assume nessuna=20
responsabilit=E0.
La Campagna REBOC lancia la seconda fase di boicottaggio
Milano, 12 febbraio 2004 - La campagna di boicottaggio della Coca-Cola
raggiunge in Italia le 5.000 adesioni proprio in occasione dell'arrivo=20=
in
Italia di Alvaro Uribe Velez, presidente della Colombia, teatro della
repressione della multinazionale di Atlanta nei confronti dei=20
sindacalisti
del SINALTRAINAL. Nella mattinata di oggi un rappresentante della REBOC=20=
si
=E8 recato presso gli Uffici della Coca-Cola Italia a Sesto San Giovanni=20=
e ha
consegnato le prime 5000 firme raccolte nelle mani del Responsabile
Relazioni Esterne Nicola Raffa.
La risposta della Coca-Cola alle 5000 firme =E8 contenuta in un =
comunicato
stampa datato 12 Febbraio 2004 che Nicola Raffa ha consegnato al
rappresentante della REBOC ed in cui non si dice sostanzialmente nulla=20=
di
nuovo rispetto alle pesanti accuse di coinvolgimento con i gruppi
paramilitari che imperversano negli impianti di imbottigliamento=20
colombiani
e che stanno massacrando il sindacato SINALTRAINAL, con una repressione=20=
che
ha portato all'assassinio di otto sindacalisti e ad innumerevoli=20
sequestri,
sfollamenti, torture ed intimidazioni nei confronti dei lavoratori, dei
sindacalisti e dei loro familiari. Otto mesi di boicottaggio=20
internazionale
non hanno spostato di un millimetro la posizione della multinazionale di
Atlanta che continua a sostenere la falsit=E0 delle accuse.
"Ce l'aspettavamo - dichiara il rappresentante della REBOC - la=20
Coca-Cola
ha una lunga tradizione di scarsissima considerazione per le giuste
rivendicazioni di lavoratori e consumatori, oltre che di violazione dei
diritti umani, sociali e ambientali. A questo punto prendiamo atto del
fatto che la Coca-Cola, al di l=E0 degli attestati di solidariet=E0 =
formali
offerti al SINALTRAINAL durante l'incontro pubblico di Dicembre a Roma e
ribaditi in questo comunicato, continua a non assumersi le proprie
responsabilit=E0 e protesta la propria innocenza con argomentazioni=20
dirette e
indirette che non reggono."
Per quanto riguarda le prime, Coca-Cola afferma che n=E9 la company n=E9 =
i=20
suoi
imbottigliatori colombiani intrattengono rapporti con i gruppi=20
paramilitari
e sostiene che questo =E8 stato riconosciuto dal giudice di Miami. Non =E8=
=20
cos=EC.
Il giudice di Miami ha sostenuto l'esatto contrario, affermando che
esistono prove sufficienti del coinvolgimento tra paramilitari e=20
aziende di
imbottigliamento, a partire dai rapporti comprovati tra dirigenti=20
aziendali
e capi paramilitari fino alla presenza dei paramilitari stessi negli
impianti e addirittura sul libro paga dell'azienda, per finire con la
"strana" coincidenza temporale tra le violenze dei paramilitari e le
vertenze contrattuali tra Coca-Cola e il sindacato.
Proprio per questi motivi nei confronti delle societ=E0 di=20
imbottigliamento
il procedimento prosegue, mentre il giudice statunitense ha stralciato=20=
la
posizione della Coca-Cola di Atlanta in quanto, secondo le sue=20
valutazioni,
il contratto di franchising (cosiddetto "accordo dell'imbottigliatore")=20=
non
d=E0 sufficienti poteri alla Coca-Cola per intervenire negli impianti
colombiani e modificare questa situazione.A prescindere dal fatto che
l'accusa ha presentato ricorso contro questa parte della decisione, =E8 =
la
stessa Coca-Cola che rigetta l'argomentazione del giudice di Miami.
Primo: la stessa Coca-Cola, anche in questo comunicato, non declina le
proprie responsabilit=E0 rispetto ai comportamenti degli imbottigliatori
colombiani ma associa pienamente la sua posizione alla loro, protestando
infatti la loro innocenza, anche perch=E9 si =E8 impegnata con un Codice =
di
condotta firmato a Ginevra nel 1977 ad assicurare il rispetto dei=20
diritti
umani, sociali, sindacali ed ambientali per tutta la sua filiera
produttiva, quindi anche presso fornitori, subfornitori e licenziatari.
Secondo: la Coca-Cola possiede direttamente il 40% del capitale della
Coca-Cola FEMSA, proprietaria a sua volta delle societ=E0 di=20
imbottigliamento
coinvolte nell'accusa.
Terzo: nessuno pu=F2 pensare che la Coca-Cola Company con il suo=20
strapotere
commerciale e finanziario, al di l=E0 dei contratti esistenti, non sia =
in
grado di influenzare il comportamento della Coca-Cola FEMSA e degli=20
altri
imbottigliatori, veri e propri licenziatari mono-marca che lavorano in
esclusiva per la multinazionale di Atlanta, che ha quindi su di loro=20
potere
di vita o di morte".
Per quanto riguarda le argomentazioni indirette, Coca-Cola si appoggia a
tre pronunce contrarie alle accuse e al boicottaggio:
- quella del sindacato SINALTRAIMBEC, che =E8 per=F2 un sindacato =
di
comodo creato dalla stessa azienda per scompaginare il SINALTRAINAL e
recentemente soppresso dalla stessa multinazionale con la chiusura
dell'impianto di riferimento ed il licenziamento di tutti i lavoratori;
- quella della magistratura colombiana che ha stabilito =
l'estraneit=E0
del sistema Coca-Cola rispetto agli episodi di violenza ed=20
intimidazione,
ma il Procuratore generale dello Stato colombiano all'epoca era Jaime
Bernal Cuellar, cio=E8 colui che oggi =E8 l'avvocato che difende =
Coca-Cola=20
nel
procedimento di Miami. Questo dovrebbe chiarire il suo grado di
indipendenza.
Inoltre l'ONU, l'OIL e innumerevoli ONG, tra cui Amnesty International,
sono tutte concordi nell'affermare la totale inaffidabilit=E0 del =
sistema
giudiziario colombiano, che assicura l'impunit=E0 nel 95% dei casi di
violenza attuata dai paramilitari, percentuale che sale al 98% nel caso=20=
di
gravi violazioni dei diritti umani.
- quella della CGIL che, secondo la Coca-Cola avrebbe dichiarato
infondati i motivi del boicottaggio. Anche questa =E8 una palese =
falsit=E0.=20
Il
sig. Nicola Raffa era presente all'incontro di Dicembre a Roma, quando
Marco Gentile della CGIL da una parte conferm=F2 che il suo sindacato =
non
concorda in linea generale con il boicottaggio come strumento di
rivendicazione dei diritti dei lavoratori e dall'altra afferm=F2 che la
stessa CGIL ha assunto l'impegno di sostenere le rivendicazioni dei
sindacalisti colombiani, arrivando al punto di affiliare Edgar Paez,
segretario internazionale del SINALTRAINAL, al fine di poter tutelare la
sua vita in maniera diretta.
"A questo punto - conclude il rappresentante della REBOC - visto che le
5000 firme raccolte in Italia e gli otto mesi di boicottaggio mondiale=20=
non
sono stati sufficienti perch=E9 la Coca-Cola assumesse le proprie
responsabilit=E0 e agisse di conseguenza, rilanciamo la seconda fase del
boicottaggio, chiedendo alle 5000 persone e alle 60 associazioni che=20
hanno
aderito in Italia di produrre il massimo sforzo per ampliare ancor di=20
pi=F9
la campagna, con la raccolta di altre 5000 firme e la moltiplicazione=20
sul
territorio delle iniziative di boicottaggio". (GS)
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Comunicato stampa REBOC Rete Boicottaggio Coca-Cola
REBOC, Rete Boicottaggio Coca-Cola: Giulio Sardi 320/0885215
Colombia, 5.000 firme per Coca-Cola. Che non si assume nessuna
responsabilit=E0.
La Campagna REBOC lancia la seconda fase di boicottaggio
Milano, 12 febbraio 2004 - La campagna di boicottaggio della Coca-Cola
raggiunge in Italia le 5.000 adesioni proprio in occasione dell'arrivo
in
Italia di Alvaro Uribe Velez, presidente della Colombia, teatro della
repressione della multinazionale di Atlanta nei confronti dei
sindacalisti
del SINALTRAINAL. Nella mattinata di oggi un rappresentante della
REBOC si
=E8 recato presso gli Uffici della Coca-Cola Italia a Sesto San Giovanni
e ha
consegnato le prime 5000 firme raccolte nelle mani del Responsabile
Relazioni Esterne Nicola Raffa.
La risposta della Coca-Cola alle 5000 firme =E8 contenuta in un
comunicato
stampa datato 12 Febbraio 2004 che Nicola Raffa ha consegnato al
rappresentante della REBOC ed in cui non si dice sostanzialmente nulla
di
nuovo rispetto alle pesanti accuse di coinvolgimento con i gruppi
paramilitari che imperversano negli impianti di imbottigliamento
colombiani
e che stanno massacrando il sindacato SINALTRAINAL, con una
repressione che
ha portato all'assassinio di otto sindacalisti e ad innumerevoli
sequestri,
sfollamenti, torture ed intimidazioni nei confronti dei lavoratori, dei
sindacalisti e dei loro familiari. Otto mesi di boicottaggio
internazionale
non hanno spostato di un millimetro la posizione della multinazionale
di
Atlanta che continua a sostenere la falsit=E0 delle accuse.
"Ce l'aspettavamo - dichiara il rappresentante della REBOC - la
Coca-Cola
ha una lunga tradizione di scarsissima considerazione per le giuste
rivendicazioni di lavoratori e consumatori, oltre che di violazione dei
diritti umani, sociali e ambientali. A questo punto prendiamo atto del
fatto che la Coca-Cola, al di l=E0 degli attestati di solidariet=E0 =
formali
offerti al SINALTRAINAL durante l'incontro pubblico di Dicembre a Roma e
ribaditi in questo comunicato, continua a non assumersi le proprie
responsabilit=E0 e protesta la propria innocenza con argomentazioni
dirette e
indirette che non reggono."
Per quanto riguarda le prime, Coca-Cola afferma che n=E9 la company n=E9 =
i
suoi
imbottigliatori colombiani intrattengono rapporti con i gruppi
paramilitari
e sostiene che questo =E8 stato riconosciuto dal giudice di Miami. Non =E8=
cos=EC.
Il giudice di Miami ha sostenuto l'esatto contrario, affermando che
esistono prove sufficienti del coinvolgimento tra paramilitari e
aziende di
imbottigliamento, a partire dai rapporti comprovati tra dirigenti
aziendali
e capi paramilitari fino alla presenza dei paramilitari stessi negli
impianti e addirittura sul libro paga dell'azienda, per finire con la
"strana" coincidenza temporale tra le violenze dei paramilitari e le
vertenze contrattuali tra Coca-Cola e il sindacato.
Proprio per questi motivi nei confronti delle societ=E0 di
imbottigliamento
il procedimento prosegue, mentre il giudice statunitense ha stralciato
la
posizione della Coca-Cola di Atlanta in quanto, secondo le sue
valutazioni,
il contratto di franchising (cosiddetto "accordo
dell'imbottigliatore") non
d=E0 sufficienti poteri alla Coca-Cola per intervenire negli impianti
colombiani e modificare questa situazione.A prescindere dal fatto che
l'accusa ha presentato ricorso contro questa parte della decisione, =E8
la
stessa Coca-Cola che rigetta l'argomentazione del giudice di Miami.
Primo: la stessa Coca-Cola, anche in questo comunicato, non declina le
proprie responsabilit=E0 rispetto ai comportamenti degli imbottigliatori
colombiani ma associa pienamente la sua posizione alla loro,
protestando
infatti la loro innocenza, anche perch=E9 si =E8 impegnata con un Codice =
di
condotta firmato a Ginevra nel 1977 ad assicurare il rispetto dei
diritti
umani, sociali, sindacali ed ambientali per tutta la sua filiera
produttiva, quindi anche presso fornitori, subfornitori e licenziatari.
Secondo: la Coca-Cola possiede direttamente il 40% del capitale della
Coca-Cola FEMSA, proprietaria a sua volta delle societ=E0 di
imbottigliamento
coinvolte nell'accusa.
Terzo: nessuno pu=F2 pensare che la Coca-Cola Company con il suo
strapotere
commerciale e finanziario, al di l=E0 dei contratti esistenti, non sia =
in
grado di influenzare il comportamento della Coca-Cola FEMSA e degli
altri
imbottigliatori, veri e propri licenziatari mono-marca che lavorano in
esclusiva per la multinazionale di Atlanta, che ha quindi su di loro
potere
di vita o di morte".
Per quanto riguarda le argomentazioni indirette, Coca-Cola si appoggia a
tre pronunce contrarie alle accuse e al boicottaggio:
- quella del sindacato SINALTRAIMBEC, che =E8 per=F2 un sindacato =
di
comodo creato dalla stessa azienda per scompaginare il SINALTRAINAL e
recentemente soppresso dalla stessa multinazionale con la chiusura
dell'impianto di riferimento ed il licenziamento di tutti i lavoratori;
- quella della magistratura colombiana che ha stabilito =
l'estraneit=E0
del sistema Coca-Cola rispetto agli episodi di violenza ed
intimidazione,
ma il Procuratore generale dello Stato colombiano all'epoca era Jaime
Bernal Cuellar, cio=E8 colui che oggi =E8 l'avvocato che difende =
Coca-Cola
nel
procedimento di Miami. Questo dovrebbe chiarire il suo grado di
indipendenza.
Inoltre l'ONU, l'OIL e innumerevoli ONG, tra cui Amnesty International,
sono tutte concordi nell'affermare la totale inaffidabilit=E0 del =
sistema
giudiziario colombiano, che assicura l'impunit=E0 nel 95% dei casi di
violenza attuata dai paramilitari, percentuale che sale al 98% nel
caso di
gravi violazioni dei diritti umani.
- quella della CGIL che, secondo la Coca-Cola avrebbe dichiarato
infondati i motivi del boicottaggio. Anche questa =E8 una palese
falsit=E0. Il
sig. Nicola Raffa era presente all'incontro di Dicembre a Roma, quando
Marco Gentile della CGIL da una parte conferm=F2 che il suo sindacato =
non
concorda in linea generale con il boicottaggio come strumento di
rivendicazione dei diritti dei lavoratori e dall'altra afferm=F2 che la
stessa CGIL ha assunto l'impegno di sostenere le rivendicazioni dei
sindacalisti colombiani, arrivando al punto di affiliare Edgar Paez,
segretario internazionale del SINALTRAINAL, al fine di poter tutelare
la
sua vita in maniera diretta.
"A questo punto - conclude il rappresentante della REBOC - visto che le
5000 firme raccolte in Italia e gli otto mesi di boicottaggio mondiale
non
sono stati sufficienti perch=E9 la Coca-Cola assumesse le proprie
responsabilit=E0 e agisse di conseguenza, rilanciamo la seconda fase del
boicottaggio, chiedendo alle 5000 persone e alle 60 associazioni che
hanno
aderito in Italia di produrre il massimo sforzo per ampliare ancor di
pi=F9
la campagna, con la raccolta di altre 5000 firme e la moltiplicazione
sul
territorio delle iniziative di boicottaggio". (GS)
--Apple-Mail-1--471338183--
From GC Lucca" <lucca@??? Thu Feb 12 23:14:27 2004
From: GC Lucca" <lucca@??? (GC Lucca)
Subject: [Forumlucca] Appello per 28/29 febbraio e 2 marzo a Genova
Message-ID: <000901c3f1bd$f7292e50$7ad2b450@CPQ14201597555>
Date: Thu, 12 Feb 2004 23:14:27 +0100
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Inoltro l'appello lanciato oggi dalla mamma di Carlo e da Lorenzo =
Guadagnucci, a nome del comitato verit=E0 e giustizia, per le giornate =
di movimento a Genova del 28-29 febbraio e del 2 marzo, data della prima =
udienza del processo alle/ai 26 compagn* manifestanti imputati per i =
fatti del 20 luglio 2001 nel corso del G8.
In my honest opinion, =E8 opportuno diffonderlo quanto pi=F9 possibile =
come veicolo di mobilitazione e di aggregazione intorno a quelle =
giornate: nella forma della circolazione in tutte le reti, della stampa =
di locandine e della distribuzione di volantini, con le realt=E0 =
unitarie (quando ci sono e quando possibile) locali cos=EC come =
direttamente con le nostre forze e in tutte le nostre iniziative
a.
**************************************
12.02.04
Ai 300.000 di Genova=20
APPELLO
Ai 300.000 di Genova,
ai portavoce del Genoa Social Forum,
a tutti i democratici
Il 2 marzo comincia il primo processo per i fatti del G8. Gli imputati =
sono 26 manifestanti e rischiano pene altissime. Siamo preoccupati.=20
Dai giorni di Genova sono passati due anni e mezzo ma non abbiamo =
dimenticato nulla. Nemmeno i dettagli. Non abbiamo dimenticato l'odore =
dei lacrimogeni, il frastuono degli elicotteri, il terrore di fronte a =
quegli agenti che inseguivano le persone e le arrestavano senza motivo. =
Non abbiamo dimenticato l'orrore della scuola Diaz, le manganellate, i =
calci, il sangue, le decine di barelle che uscivano dalla scuola, =
sfilando davanti ai dirigenti della polizia di Stato. Non abbiamo =
dimenticato le torture di Bolzaneto e neanche quelle del Forte San =
Giuliano. E non potremo mai accettare l'insensata uccisione di Carlo.=20
Sono passati due anni e mezzo e continuiamo a chiedere giustizia. La =
cercheremo nei tribunali, ma la vogliamo anche nella societ=E0, e non =
importa se lo Stato ha gi=E0 archiviato l'uccisione di Carlo, perch=E9 =
non c'=E8 niente di archiviabile. La ricerca della verit=E0 non si ferma =
nelle aule dei palazzi di giustizia, perci=F2 non ci stancheremo di =
mostrare e dimostrare come fu davvero ucciso Carlo. Abbiamo il dovere di =
farlo.
Giorno dopo giorno, da quel luglio 2001, abbiamo sentito crescere in noi =
l'indignazione: migliaia di persone erano venute a Genova con gioia, =
spinte dalla voglia di fare qualcosa per un mondo pi=F9 giusto; sono =
tornate a casa terrorizzate, ferite, umiliate. L'indignazione =E8 =
cresciuta perch=E9 il terrore organizzato di quei giorni =E8 ancora =
senza colpevoli e senza perch=E9. Ci sono due inchieste della =
magistratura, e qualcuno forse dovr=E0 rispondere per quanto accaduto =
alla Diaz e Bolzaneto, ma intanto alcuni degli indagati di grado pi=F9 =
alto sono stati promossi. Non sappiamo ancora nulla delle =
responsabilit=E0 politiche e c'=E8 chi vorrebbe riscrivere la storia di =
quei giorni. Quante volte abbiamo dovuto sentire dai politici, dai =
media, dalle troppe persone che ancora non conoscono i fatti, che Genova =
=E8 stata devastata da migliaia di violenti? Quante volte ci hanno detto =
che le forze dell'ordine hanno solo risposto a un'aggressione? Lo hanno =
ripetuto fino allo sfinimento, tanto che molti hanno finito per =
crederci.
Ci rivolgiamo ai trecentomila di Genova, ai portavoce del Genoa social =
forum che organizz=F2 le manifestazioni, a tutti i democratici, perch=E9 =
ci aiutino a respingere queste menzogne. A Genova, nel luglio 2001, sono =
state commesse ingiustizie di ogni tipo. Tutto =E8 documentato: ci sono =
libri, filmati, fotografie, decine e decine di testimonianze. Abbiamo =
girato l'Italia, in questi due anni e mezzo, per raccontare che cosa =E8 =
stata Genova. Ma ancora non basta.=20
Il 2 marzo comincia il processo contro 26 manifestanti. Sono accusati =
per episodi diversi ma a tutti viene contestato un reato gravissimo che =
si chiama "devastazione e saccheggio". Comporta una pena minima di otto =
anni. Otto anni. Pi=F9 di quanti se ne infliggano normalmente a uno =
stupratore. Non crediamo che sia compito nostro giudicare le singole =
azioni degli uni e degli altri. Ma =E8 compito nostro impedire che si =
arrivi a una sentenza esemplare, con pene altissime, sproporzionate =
rispetto agli stessi episodi che il dibattimento dovr=E0 dimostrare, e =
un gruppo di persone sbattute in galera per coprire le responsabilit=E0 =
politiche e operative di chi gest=EC l'ordine pubblico nei giorni del =
G8.
Per queste ragioni vi chiediamo di venire a Genova il 28 e 29 febbraio e =
il 2 marzo, per le iniziative organizzate dai nostri comitati. E' =
qualcosa che vi riguarda. Vi chiediamo di portare a Genova la memoria di =
quei giorni, il racconto di ci=F2 che avete fatto, visto, sub=ECto, =
delle scelte che avete compiuto; vi chiediamo di portare a Genova la =
vostra indignazione per le ingiustizie compiute in quei giorni e la =
vostra voglia di battervi affinch=E9 la verit=E0 sia rispettata nei =
tribunali e nella societ=E0.=20
Nel fine settimana porteremo in piazza tutta la storia del G8: la Diaz, =
Bolzaneto, Forte San Giuliano, piazza Alimonda, l'assalto al corteo in =
via Tolemaide, le aggressioni a piazza Manin e in corso Italia. =
Parleremo dei diritti civili, di una petizione per migliorare le leggi =
dello Stato. Il 2 marzo ci piacerebbe attraversare Genova con la =
'carovana di pace' che il 20 marzo raggiunger=E0 Roma. Ci piacerebbe che =
la carovana, prima di arrivare a piazza De Ferrari, passasse dalla =
caserma di Bolzaneto, davanti alla scuola Diaz, in piazza Alimonda. Sono =
alcuni dei luoghi del G8: vi sono accadute cose che hanno indignato il =
mondo e che non devono accadere in un mondo di pace e di giustizia.=20
Vorremmo vivere queste tre giornate con la forza delle nostre ragioni, =
senza esporci alla minima provocazione, senza rischiare contatti con chi =
probabilmente far=E0 in modo di blindare la citt=E0. Non ci interessano, =
perch=E9 non ci convincono: abbiamo il vantaggio di non avere nulla da =
nascondere e molto, moltissimo da dire.=20
Vi aspettiamo.=20
Haidi Giuliani, Comitato Piazza Carlo Giuliani=20
Lorenzo Guadagnucci, Comitato Verit=E0 e Giustizia per Genova
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Lorenzo=20
Guadagnucci, a nome del comitato verit=E0 e giustizia, per le giornate =
di=20
movimento a Genova del 28-29 febbraio e del 2 marzo, data della prima =
udienza=20
del processo alle/ai 26 compagn* manifestanti imputati per i fatti del =
20 luglio=20
2001 nel corso del G8.<BR>In my honest opinion, =E8 opportuno =
diffonderlo quanto=20
pi=F9 possibile come veicolo di mobilitazione e di aggregazione intorno =
a quelle=20
giornate: nella forma della circolazione in tutte le reti, della stampa =
di=20
locandine e della distribuzione di volantini, con le realt=E0 unitarie =
(quando ci=20
sono e quando possibile) locali cos=EC come direttamente con le nostre =
forze e in=20
tutte le nostre=20
iniziative<BR>a.<BR>**************************************<BR>12.02.04<BR=
>Ai=20
300.000 di Genova <BR>APPELLO<BR>Ai 300.000 di Genova,<BR>ai portavoce =
del Genoa=20
Social Forum,<BR>a tutti i democratici<BR>Il 2 marzo comincia il primo =
processo=20
per i fatti del G8. Gli imputati sono 26 manifestanti e rischiano pene=20
altissime. Siamo preoccupati. <BR>Dai giorni di Genova sono passati due =
anni e=20
mezzo ma non abbiamo dimenticato nulla. Nemmeno i dettagli. Non abbiamo=20
dimenticato l'odore dei lacrimogeni, il frastuono degli elicotteri, il =
terrore=20
di fronte a quegli agenti che inseguivano le persone e le arrestavano =
senza=20
motivo. Non abbiamo dimenticato l'orrore della scuola Diaz, le =
manganellate, i=20
calci, il sangue, le decine di barelle che uscivano dalla scuola, =
sfilando=20
davanti ai dirigenti della polizia di Stato. Non abbiamo dimenticato le =
torture=20
di Bolzaneto e neanche quelle del Forte San Giuliano. E non potremo mai=20
accettare l'insensata uccisione di Carlo. <BR>Sono passati due anni e =
mezzo e=20
continuiamo a chiedere giustizia. La cercheremo nei tribunali, ma la =
vogliamo=20
anche nella societ=E0, e non importa se lo Stato ha gi=E0 archiviato =
l'uccisione di=20
Carlo, perch=E9 non c'=E8 niente di archiviabile. La ricerca della =
verit=E0 non si=20
ferma nelle aule dei palazzi di giustizia, perci=F2 non ci stancheremo =
di mostrare=20
e dimostrare come fu davvero ucciso Carlo. Abbiamo il dovere di =
farlo.<BR>Giorno=20
dopo giorno, da quel luglio 2001, abbiamo sentito crescere in noi=20
l'indignazione: migliaia di persone erano venute a Genova con gioia, =
spinte=20
dalla voglia di fare qualcosa per un mondo pi=F9 giusto; sono tornate a =
casa=20
terrorizzate, ferite, umiliate. L'indignazione =E8 cresciuta perch=E9 il =
terrore=20
organizzato di quei giorni =E8 ancora senza colpevoli e senza perch=E9. =
Ci sono due=20
inchieste della magistratura, e qualcuno forse dovr=E0 rispondere per =
quanto=20
accaduto alla Diaz e Bolzaneto, ma intanto alcuni degli indagati di =
grado pi=F9=20
alto sono stati promossi. Non sappiamo ancora nulla delle =
responsabilit=E0=20
politiche e c'=E8 chi vorrebbe riscrivere la storia di quei giorni. =
Quante volte=20
abbiamo dovuto sentire dai politici, dai media, dalle troppe persone che =
ancora=20
non conoscono i fatti, che Genova =E8 stata devastata da migliaia di =
violenti?=20
Quante volte ci hanno detto che le forze dell'ordine hanno solo risposto =
a=20
un'aggressione? Lo hanno ripetuto fino allo sfinimento, tanto che molti =
hanno=20
finito per crederci.<BR>Ci rivolgiamo ai trecentomila di Genova, ai =
portavoce=20
del Genoa social forum che organizz=F2 le manifestazioni, a tutti i =
democratici,=20
perch=E9 ci aiutino a respingere queste menzogne. A Genova, nel luglio =
2001, sono=20
state commesse ingiustizie di ogni tipo. Tutto =E8 documentato: ci sono =
libri,=20
filmati, fotografie, decine e decine di testimonianze. Abbiamo girato =
l'Italia,=20
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ancora=20
non basta. <BR>Il 2 marzo comincia il processo contro 26 manifestanti. =
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accusati per episodi diversi ma a tutti viene contestato un reato =
gravissimo che=20
si chiama "devastazione e saccheggio". Comporta una pena minima di otto =
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Otto anni. Pi=F9 di quanti se ne infliggano normalmente a uno =
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crediamo che sia compito nostro giudicare le singole azioni degli uni e =
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altri. Ma =E8 compito nostro impedire che si arrivi a una sentenza =
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pene altissime, sproporzionate rispetto agli stessi episodi che il =
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coprire le=20
responsabilit=E0 politiche e operative di chi gest=EC l'ordine pubblico =
nei giorni=20
del G8.<BR>Per queste ragioni vi chiediamo di venire a Genova il 28 e 29 =
febbraio e il 2 marzo, per le iniziative organizzate dai nostri =
comitati. E'=20
qualcosa che vi riguarda. Vi chiediamo di portare a Genova la memoria di =
quei=20
giorni, il racconto di ci=F2 che avete fatto, visto, sub=ECto, delle =
scelte che=20
avete compiuto; vi chiediamo di portare a Genova la vostra indignazione =
per le=20
ingiustizie compiute in quei giorni e la vostra voglia di battervi =
affinch=E9 la=20
verit=E0 sia rispettata nei tribunali e nella societ=E0. <BR>Nel fine =
settimana=20
porteremo in piazza tutta la storia del G8: la Diaz, Bolzaneto, Forte =
San=20
Giuliano, piazza Alimonda, l'assalto al corteo in via Tolemaide, le =
aggressioni=20
a piazza Manin e in corso Italia. Parleremo dei diritti civili, di una =
petizione=20
per migliorare le leggi dello Stato. Il 2 marzo ci piacerebbe =
attraversare=20
Genova con la 'carovana di pace' che il 20 marzo raggiunger=E0 Roma. Ci =
piacerebbe=20
che la carovana, prima di arrivare a piazza De Ferrari, passasse dalla =
caserma=20
di Bolzaneto, davanti alla scuola Diaz, in piazza Alimonda. Sono alcuni =
dei=20
luoghi del G8: vi sono accadute cose che hanno indignato il mondo e che =
non=20
devono accadere in un mondo di pace e di giustizia. <BR>Vorremmo vivere =
queste=20
tre giornate con la forza delle nostre ragioni, senza esporci alla =
minima=20
provocazione, senza rischiare contatti con chi probabilmente far=E0 in =
modo di=20
blindare la citt=E0. Non ci interessano, perch=E9 non ci convincono: =
abbiamo il=20
vantaggio di non avere nulla da nascondere e molto, moltissimo da dire. =
<BR>Vi=20
aspettiamo. <BR>Haidi Giuliani, Comitato Piazza Carlo Giuliani =
<BR>Lorenzo=20
Guadagnucci, Comitato Verit=E0 e Giustizia per=20
Genova<BR><BR></TT><TT></DIV></TT><BR><!-- |**|end egp html banner|**| =
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