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Aihe: [RSF] COLOMBIA: URIBE IN ITALIA, PROTESTE IN PIAZZA DEL BOICOTTAGGIO COCA-COLA
Date:     Tue, 10 Feb 2004 15:34:01 +0100 (CET)
From:     Ufficio Stampa <stampa_roma_lilliput@???>


COLOMBIA: URIBE IN ITALIA, PROTESTE IN PIAZZA DEL BOICOTTAGGIO COCA-COLA

LA RETE BOICOTTAGGIO COCA-COLA SCENDE IN PIAZZA A ROMA. "IN COLOMBIA
GOVERNO URIBE, PARAMILITARI E COCA-COLA SONO DIVERSE FACCE DELLA STESSA
MEDAGLIA".

COMUNICATO STAMPA DELLA REBOC - RETE BOICOTTAGGIO COCA-COLA

ROMA, 10 FEB 2003 - In occasione dell'arrivo del presidente colombiano
Alvaro Uribe Velez in Italia, la Rete di boicottaggio della Coca-Cola
(Reboc) aderisce a Roma all'iniziativa di protesta "Uribe persona non
gradita" e consegna alla sede della Coca-Cola Italia a Milano le prime
5.000 firme di adesione al boicottaggio. A Roma gli attivisti saranno
domani pomeriggio a Piazza san Marco con un presidio rumoroso e colorato.

"Con questa duplice iniziativa - dichiara Alessandro Pullara della REBOC
- vogliamo simboleggiare il fatto che in Colombia l'attuale governo,
l'esercito, i gruppi paramilitari e le multinazionali come la Coca-Cola
non sono che diversi fili di un intreccio perverso ormai chiaro a tutti".

Secondo Amnesty International la "guerra sporca", attuata dai
paramilitari con la complicità dell'esercito, si è ulteriormente
aggravata nel 2003, dopo l'insediamento di Uribe, con 4.000 civili
uccisi, 2.700 persone sequestrate (di cui almeno 1.500 dalla guerriglia
e dai paramilitari) e più di 500 persone scomparse. Tra i morti anche
gli otto sindacalisti delle ditte colombiane imbottigliatrici della
Coca-Cola.

"Uribe - sostiene Pullara - persegue in maniera sistematica
l'annichilimento di ogni diritto umano, sociale e politico con la Legge
di Sicurezza nazionale, che ha attribuito poteri di polizia giudiziaria
alle forze armate; il coinvolgimento di più di un milione di civili nel
conflitto armato, con la creazione della Rete degli Informatori e la
militarizzazione dei contadini; la copertura e riabilitazione dei
paramilitari, con il Decreto 128 del 2003 che concede amnistia e indulto
ai paramilitari che chiedono verbalmente perdono per gli atti commessi,
mentre sindacalisti e difensori dei diritti umani subiscono arresti e
processi del tutto arbitrari e privi di garanzie."

"Non si tratta di un contesto estremo - prosegue Pullara - in cui
casualmente si iscrive l'attività della Coca-Cola e delle altre
multinazionali, ma di una situazione creata ad hoc per agevolare i loro
affari e per la realizzazione dell'Accordo di libero commercio delle
americhe (Alca) voluto dagli USA, con lo sfollamento forzato delle
comunità indigene (2.900.000 persone dal 1985 al 2002, di cui 355.000
nel solo 2002), che occupano da millenni territori divenuti di interesse
strategico per la presenza di risorse naturali, minerarie e petrolifere,
e con la repressione brutale di tutti i movimenti di opposizione
sociale, dai sindacalisti (1925 assassinati dal 1991 al 2002, di cui 280
nel solo 2002, l'80% dei sindacalisti assassinati nel mondo sono
assassinati in Colombia) ai difensori dei diritti umani (nel 2003 si è
registrata la morte di un difensore dei diritti umani ogni 25 giorni,
sempre al di fuori di scontri armati, con omicidi a sangue freddo in
strada, in casa propria o sul posto di lavoro) tacciati pubblicamente di
terrorismo dallo stesso Uribe".

"L'intreccio tra il Governo Uribe, il paramilitarismo e gli interessi
delle multinazionali è qualcosa di più di un sospetto - aggiunge Pullara
-. Ecco solo qualche esempio chiarificatore. Il giorno dell'elezione di
Uribe, Salvatore Mancuso, capo del gruppo paramilitare AUC, ha
dichiarato di poter contare sul 35% dei deputati eletti al Parlamento.
Non è stato mai smentito. I rapporti tra i capi paramilitari e i
dirigenti delle aziende imbottigliatrici della Coca-Cola sono ampiamente
documentati dall'accusa depositata dall'International Labor Rights Fund
presso la Corte Federale di Miami. Il giudice Martinez nel Marzo 2003 ha
sentenziato che ci sono elementi sufficienti per mandare avanti il
processo. L'avvocato Jaime Bernal Cuellar, che difende le società
imbottigliatrici della Coca-Cola coinvolte nel processo, era il
Procuratore Generale dello Stato negli anni in cui quei crimini venivano
commessi e rimanevano regolarmente impuniti. L'attuale Procuratore
Generale ha punito il ricorso dei sindacalisti alla giustizia
statunitense, accusando formalmente di terrorismo gli stessi firmatari
della denuncia contro Coca-Cola."

"Il gruppo dei Socialisti Europei - conclude Pullara - ha invitato Uribe
per parlare di "lotta al terrorismo", senza rendersi conto di aver
invitato uno dei maggiori esponenti mondiali del Terrorismo di Stato.
L'Italia, che è il terzo partner commerciale europeo della Colombia, ha
invitato Uribe per parlare di affari, senza rendersi conto che in nessun
luogo come in Colombia i soldi sono macchiati di sangue.

Chiediamo al Papa e ai governanti europei e italiani che stanno
incontrando Uribe se si vogliano rendere complici di questi misfatti o
vogliano piuttosto esercitare ogni forma di pressione possibile perché
questa situazione abbia fine. Chiediamo alla Coca-Cola di mettere fine
alla repressione, di risarcire i familiari delle vittime e di
sottoscrivere un Codice di Condotta che impegni anche fornitori e
sub-fornitori ad assicurare condizioni giuste ai lavoratori. Altrimenti
sia l'indignazione mondiale verso gli amici di Uribe sia il boicottaggio
dei prodotti Coca-Cola andranno avanti".

per info: www.nococacola.info <http://www.nococacola.info>



Ufficio stampa nodo di Roma Rete di Lilliput
http://nodi.retelilliput.org/roma/stampa.htm

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