SABATO 25 GENNAIO 2004 - demo agaist the World Economic Forum
Ancora una volta a Davos e in Svizzera a contestare la sfilata dei potenti=
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in settimana bianca al World Economic Forum. I ricchi, gli imprenditori,=20
gli scienziati, gli economisti e i leader politici e religiosi si sono=20
riuniti per l'ennesima volta nella ormai blindatissima localita' sciistica.=
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2100 partecipanti, tra cui 30 capi di stato, 78 ministri e 28 leader=20
religiosi, si confrontano informalmente (e' stata "vietata" la cravatta nel=
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forum quest'anno!!!) riguardo "sicurezza e prosperita' economica". A=20
proteggerli i soliti 6500 agenti mobilitati fra polizia cantonale, federale=
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e truppa antisommossa tedesca.
E' ormai noto da tempo che il movimento antiglobalizzazione e il movimento=
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anticapitalista non si lasciano sfuggire l'occasione di presentare il conto=
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dei danni sociali, umani e ambientali a questa potente lobby. Anche=20
quest'anno, quindi, i gruppi antiWTO della svizzera, tra i quali l'Alleanza=
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di Olten e l'Alleanza Rivoluzionaria, hanno organizzato rispettivamente un=
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corteo a Coira e un blocco a Davos. Precedentemente, mercoled=EC 21 gennaio,=
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in alcuni punti chiave della Svizzera erano state bloccate strade,=20
autostrade e un aereoporto.
Sabato gran parte dei contestatori prende il treno a Zurigo per raggiungere=
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le mete della contestazione. Circa 1000 persone riempiono il treno,=20
ovviamente occupato, che porta fra le nevi del cantone dei Grigioni. Un=20
piccolo gruppo di attivisti scende a Landquart (il paese a valle piu'=20
vicino a Davos) per tentare di raggiungere il blocco dell'Alleanza=20
Rivoluzionaria.
Intanto i manifestanti, una cinquantina circa, che hanno raggiunto Davos=20
con i propri mezzi, cercano ugualmente di formare un corteo ma la polizia=20
li respinge duramente dentro la stazione. Intanto tre bus (120 persone) e=20
un treno con 70 persone sono bloccati dalla polizia. 8 persone vengono=20
trattenute in stato di fermo. 2 arrestate.
Il grosso della contestazione pero' si concentra a Coira, capoluogo del=20
cantone e sede del consoglio cantonale. Circa 2000 attivisti, dai verdi ai=
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marxisti-leninisti, dai gruppi degli artisti di strada al blocco nero=20
dell'antifa, hanno dato vita a un breve corteo girando tutto il paese.=20
Moltissimi manifestanti hanno allontanato attivamente, chi piu'=20
goliardicamente chi piu' rabbiosamente, le telecamere dei giornalisti che=20
ronzano attorno alla demo a caccia di qualche scoop. Per tutto il tragitto=
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centinaia di palle di neve hanno colpito telecamere e operatori, al grido=20
"Fuck off mainstream!". Un cameramen, piu' volte invitato a non filmare i=20
manifestanti in azione, e' rimasto ferito in volto da una lastra di=
ghiaccio.
Dopo una vivace e verbale contestazione sotto la sede del Consiglio=20
Cantonale alcuni gruppi hanno bersagliato con uova colorate le sedi delle=20
banche (UBS e KantonalBank) e della SwissCom incontrate durante il=20
percorso. All'incrocio nei pressi di una stazione della polizia, dove erano=
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state erette barriere con reti metalliche, un sostenuto lancio di petardi,=
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neve, bottiglie e uova ha rifiutato la presenza delle celere. La polizia=20
non ha battuto ciglio e la manifestazione e' andata avanti. Inevitabili, ma=
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non isterici, i dissensi interni fra alcuni gruppi degli "organizzatori" e=
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alcuni collettivi del blocco nero quando sono state colpite le vetrine=20
dell'UBS e dell'Adecco. Per il resto la manifestazione e' proseguita=20
tranquilla a palle di neve, scritte, petardi e concerto hip hop dal carro=20
in coda.
Verso le 15.30 un treno con circa mille attivisti si muove verso Zurigo,=20
mentre nei vagoni si decide se fermarsi a Landquart e fare un blocco in=20
solidarieta' con gli arrestati di Davos o se tornare a Zurigo e=20
riorganizzare una contestazione nella citt=E0.
Ci pensa le polizia stessa a sciogliere lo spinoso dilemma. A Landquart i=20
reparti antisommossa hanno circondato totalmente la stazione ferroviaria,=20
innalzando addirittura una rete metallica sopra i binari (!) serrando=20
totalmente il passo al treno (che per=F2 conteneva anche "normali"=20
passeggeri). Staccano pure la corrente elettrica per non far ripartire il=20
mezzo. Il blocco, una pura provocazione, stupisce per il dispiegamento di=20
forze. Un'idrante e' piazzato di fronte alla locomotiva, subito dopo la=20
rete, un altro all'ingresso della stazione. Tutto intorno, a 360 gradi,=20
reti, transenne e decine e decine di celerini. Anche l'autostrada che=20
fiancheggia lateralmente la ferrovia e' occupata dalla celere tedesca e=20
zurighese.
Alcuni manifestanti, armati di palle di neve, o addirittura a mani alzate=20
vanno dalla polizia a ridicolizzarli e per tutta risposta le guardie aprono=
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il getto d'acqua gelida. La trattativa salta anche perche' si decide che a=
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questo punto si vuole restare a Landquart in solidarieta' con gli arrestati=
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di Davos, almeno finche' non rilasciano i fermati.
La situazione tende a tranquillizzarsi e l'autocontrollo collettivo,=20
nonostante la chiara provocazione della polizia, regge. Alcuni=20
manifestanti, chitarra in mano e maschere carnevalesche in volto, inscenano=
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una gag proprio di fronte allo schieramento della polizia.
Proprio mentre la situazione sembra farsi gestibile e una gioiosa=20
creativita' colora i vagoni bloccati del treno, giungono delle grida da=20
fuori alla stazione. Sono un guppo di una trentina di nazi (merde!) che=20
sbandierando grandi bandiere celtiche insultando la nostra presenza.=20
Davanti a loro a proteggerli un idrante della polizia tedesca e decine di=20
celerini, pronti a caricare gli/le antifascist*. Il gestore di piazza al=20
megafono invita i manifestanti a ritornare nel treno. La provocazione e'=20
palese, enorme, esagerata. I nazi sono vicini ma irraggiungibili, a debita=
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distanza per non farsi male ma ben visibili. Una pioggia di sassi, raccolti=
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fra le rotaie e i binari, cerca invano di raggiungerli, precipitando sulla=
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polizia. L'odio e la frustrazione sono palpabili e attraversa come un=20
ruggito i manifestanti nel piazzale davanti la stazione. Gli idranti=20
respingono i dimostranti indietro mentre una mezza carica sgombra i nazisti=
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da un lato della strada, solo per farli ritornare poco dopo da un altro=20
isolato adiacente la piazza.
La tensione diventa incontenibile e quando la celere tedesca viene a=20
schierarsi dietro le barriere piu' vicine al treno non c'=E8 santo che=
tenga.=20
Una sassaiola li accoglie e la risposta non tarda: pepper spray, una bomba=
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assordante, proiettili di gomma e lacrimogeni. Alcuni gruppi invitano alla=
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calma, si cerca di non cedere, di resistere. Loro vogliono vederci=20
ingaggiare gli scontri per fare un fermo (e una identificazion)e di massa.=
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E la loro trappola funziona.
Quando i nazi ritornano ad affacciarsi sul piazzale con i loro saluti=20
romani si riscatenano i tafferugli. Questa volta la polizia ci va pesante,=
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come evidentemente preordinato. Idranti da due fianchi e proiettili di=20
gomma da dietro il treno. I manifestanti sono circondati da tutti e quattro=
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lati mentre il cerchio si stringe. La polizia avanza di tre passi alla=20
volta e via via ci si ritrova in uno spazio sempre piu' stretto. Sassi,=20
estintori e bottiglie per fare breccia nel muro degli assediatori (per=20
andare dove, poi?). Il senso di claustofobia monta, soprattutto quando la=20
polizia comincia a giocare sporco lanciando bombolette di pepper spray e=20
lacrimogeni nei vagoni stipati di gente che si ripara dai tafferugli.
Si e' tutti sulla banchina del treno. Chiusi. Sappiamo che si deve solo=20
resistere e reggere alla stretta finale. Sono le 17.30 e nella innevata=20
Landquart sta tramontando velocemente il sole. Parte l'ultima e piu'=20
furiosa carica da dietro, mentre una pioggia di gas urticanti spingono la=20
folla nell'unica direzione consentita, il parcheggio davanti la stazione.=20
Occhi gonfi, gola in fiamme, nausea e panico: scene viste e vissute, il=20
prezzo ormai scontato della lotta antiglobalizzazione. Siamo=20
definitivamente braccati.
Chiusi in un recinto, con gli idranti puntati che sprigionano acqua=20
nell'aria tagliente e con i riflettori montati e puntati fissi sulle facce=
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stravolte dai gas. I fasci dietro se ne vanno soddisfatti sbandierando le=20
loro croci di morte. Chiusi ma non sconfitti: le urla squarciano lo=20
scenario di sbarre, recinti, fari e sirene: "La solidarieta' e' un'arma!".
La polizia, fra provocazioni e soprusi, inizia l'identificazione prelevando=
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quattro attivisti alla volta. E la piazza e' gremita di quasi mille=20
persone. Il lento e deteriorante fermo "open-air" procede fino alle 23.00.=
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Cade la neve, e il calore di un fuoco acceso non e' pari a quello della=20
solidarieta' che percorre come un brivido i fermati. Un trenino umano=20
comincia a marciare canticchiando per prendere in giro quei pupazzetti=20
degli sbirri. Tanta rabbia si trasforma, visto l'impari lotta militare, in=
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una gara creativa a trovare l'insulto piu' sottile e divertente da fare=20
alle decine di agenti che piantonano il parcheggio. Seri e immobili i=20
guardiani, sorridenti e a ballare i prigionieri; non sono le gabbie, il=20
ghiaccio, i fari puntati, la stanchezza a far desistere di stare, in fondo,=
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dalla parte migliore della recinzione, quindi dal lato giusto della=
barricata.
Identificati tutti e tutte infine (con qualcuno che si e' anche sentito=20
male per il gelo), mentre giunge la voce che a Zurigo i nazi attaccano i=20
manifestanti che, 40 alla volta, vengono rispediti indietro con un=20
contigente di poliziotti. Una bomba carta e' esplosa nella stazione e una=20
carica dei fascisti ha disperso i compagni. Sembra che la polizia insegua i=
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fasci con gli idranti nella citt=E0 vecchia.
Quando l'ultimo convoglio con gli ultimi attivisti raggiunge Zurich HB,=20
decine di guardie sono schierate per la citta' e per la stazione, davanti=20
tutti gli obbiettivi sensibili. Ma non di fronte a una quindicina di nazi=20
che spavaldi, col braccio teso accolgono gli ultimi stanchissimi arrivati.=
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"Nazis Raus!", un altro grido di battaglia. La polizia, dopo aver bloccato=
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gli/le antifascist*!, si dirige verso di loro invitandoli ad uscire fuori=20
la stazione. Le merde rasate si spostano di pochi metri, liberi di fare le=
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ronde con le macchine attorno alla stazione a caccia di "punk e comunisti".=
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Altri (se ne scopre un gruppo davanti a un McDonald - bella accoppiata!)=20
pedinano quelli che tornano a piedi. Comunque a parte la tensione alle=20
stelle, non sappiamo di aggressioni avvenute dopo le due di notte.
COMMENTO MOLTO PERSONALE A MARGINE:
Credo che forse il movimento ha mancato, nonostante la scelta di fare la=20
manifestazione a Coira, di fantasia. La costruzione di un immaginario di=20
critica diverso deve essere possibile, perche' ormai le manifestazioni=20
contro il WEF sono diventate prevedibili, e se non e' stato un film gia'=20
visto quello di quest'anno, non e' per originalita' nostra ma e' solo=20
perche' purtroppo la polizia si e' dimostrata tatticamente piu' pronta,=20
anticipando addirittura i nostri movimenti (hanno bloccato loro Landquart=20
prima ancora che noi decidessimo di farlo!). Pero', francamente, non so che=
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strategie suggerire (c'e' da pensarci bene) se non che l'importante resta=20
sempre e comunque esserci per dare visibilita' al nostro rifiuto totale=20
dell'esistente imposto dalle lobby come il WEF.
Un'ultima considerazione: mai come questa volta ho visto in Svizzera un uso=
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sistematico e strumentale dei fascisti. Nei giornali e nei quotidiani e'=20
passata molto la logica dello scontro fra estremisti, minimizzando le gia'=
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poco visibili critiche poste dal movimento radicale al Forum. Le merde sono=
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state un problema, non e' una novit=E0 ma quest'anno hanno fatto come gli=20
pareva. Cosi'... a titolo informativo e per meglio pensare in prospettiva.
ciao
lascio anche la URL del bilancio della polizia del cantone dei grigioni:
http://www.indymedia.ch/it/2004/01/18035.shtml