著者: pkrainer 日付: 題目: [Cerchio] come volevasi dimostrare - da La Repubblica
David Kay, uomo della Cia che coordina il Survey Group,
lascia l'incarico: "Ci sono le prove, Saddam non le produceva"
Si dimette il capo delle ricerche
"In Iraq niente armi proibite"
Powell: "Abbiamo validi rapporti di intelligence precedenti"
Blair "Bastano anche solo i progetti per inchiodare Saddam"
WASHINGTON - "Le armi di distruzione di massa in Iraq non esistono, perciò
mi dimetto". Con questa affermazione sbalorditiva David Kay, il capo della
missione statunitense incaricata di scoprire le armi proibite di Saddam,
dopo dieci mesi di ricerche ha lasciato il suo posto. Un colpo a sorpresa,
una smentita sia per il presidente americano George W. Bush, sia per il
primo ministro inglese Tony Blair, che continuano a sostenere che l'arsenale
militare dell'ex dittatore iracheno è da qualche parte e che valeva la pena
occupare l'Iraq per trovarlo e distruggerlo.
Secondo le relazioni di David Kay, uomo della Cia che per mesi ha avuto a
disposizione 1400 agenti per setacciare l'Iraq, le armi di distruzione di
massa non esistono più già dal 1991. "Abbiamo le prove - afferma Kay - che
gli iracheni non hanno ripreso la produzione su larga scala di armi di quel
tipo dopo quella data".
Pronta la reazione di Washington: la Cia ha già provveduto alla sostituzione
nominando Charles Duelfer, ex numero due del gruppo di esperti per il
disarmo nominati dall'Onu che operarono in Iraq dal 1993 al 2000.
Le dimissioni di Kay riapriranno le polemiche: solo martedì scorso, nel
discorso sullo stato dell'Unione, George W. Bush aveva citato proprio un
rapporto di Kay per giustificare l'intervento militare in Iraq. In risposta
alle affermazioni del funzionario dimissionario un portavoce della Casa
Bianca ha dichiarato venerdì che il governo è convinto che la scoperta
dell'arsenale proibito di Saddam è solo una questione di tempo e che: "La
verità verrà a galla".
Un commento è venuto anche da Colin Powell "La questione ancora irrisolta -
ha affermato il segretario di Stato - riguarda il numero di depositi che
esistevano prima della guerra del '91 e, se esistevano, dove sono finiti. E
poi - conclude Powell - se non esistevano, perché non è mai venuto a galla
prima?" Proprio Powell, nel suo intervento all'Onu nel febbraio 2003, con il
quale aveva esposto i motivi dell'intervento militare americano in Iraq,
aveva puntato in modo preminente sull'esistenza della rmi di distruzione di
massa.
"Lo scorso anno quando intervenni al'Onu - ha commentato il segretario di
Stato - mi sono basato sui migliori dati dei nostri servizi segreti
disponibili in quel momento". Powell lascia aperta la porta al dubbio
"Ancora non sappiamo bene - conclude - ma la mia opinione è che Saddam aveva
chiari progetti in proposito, ma era anche preparato a interrompere di colpo
la produzione se si fosse reso necessario".
Una delle ipotesi avanzate da fonti ufficiali statunitensi è che l'ex
dittatore iracheno abbia trasferito le armi proibite in Siria poco prima
dell'arrivo dell'esercito Usa. Il ministro siriano dell'informazione Ahmad
al-Hassane ha smentito oggi in modo deciso questa ipotesi, definendo
dichiarazioni di questo tipo "menzognere e senza fondamento". "Gli americani
vogliono coprire il loro fallimento - ha continuato - per non aver trovato
nulla in Iraq e aver visto smentire il pretesto con cui hanno iniziato la
guerra".
Si fa difficile anche la posizione del primo ministro inglese Tony Blair,
che ha commentato così le dichiarazioni di Kay: "Sono importanti anche i
programmi - ha detto Blair - perché se hai un progretto per la costruzione
di armi di distruzione di massa, questo è rilevante. Ma c'è un punto fermo:
le armi di distruzione di massa non sono state trovate in Iraq ed io accetto
questo dato di fatto, ma penso comunque che le informazioni di intelligence
del tempo avessero ragione e credo che alla fine di tutto avremo una
spiegazione".