[NuovoLaboratorio] violenza nonviolenza: mistificanti i para…

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Autore: antonio bruno
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Oggetto: [NuovoLaboratorio] violenza nonviolenza: mistificanti i paragoini con vietnam e resistenza
da liberazione=20

Mistificanti i riferimenti
al Vietnam e alla Resistenza
In questo dibattito di grande livello, non per caso "nobilitato" dagli
interventi di Pietro Ingrao, si discute anche della sorte politica del
movimento. La sua divisione, abbiamo pi=F9 volte detto, =E8 obiettivo che mo=
lti
si sono dati in questi anni e che tutti abbiamo contribuito a respingere, a
partire dalla denuncia dell'uso manipolativo della categoria "buoni" e
"cattivi". Proprio per questo ho avvertito un sovrappi=F9 nell'intervento a
quattro firme uscito qualche giorno fa come se la sua priorit=E0 fosse, prim=
a
che la discussione di merito, una "delimitazione di campo". Una scelta
singolare e non proficua. Tanto pi=F9 in un dibattito come questo, dove non =
a
caso, io credo, lo stesso segretario di un partito interviene in prima
persona, non per solitudine o per sovrapposizione, ma per rispondere ad una
esigenza di interrogarsi anche in proprio e fuori dai contesti ravvicinati
della battaglia politica pi=F9 immediata. Anche per evitare qualsiasi rischi=
o
di sovrapporre dinamiche di partito, e interne ai partiti, al movimento. E
per accompagnare la riflessione stessa del movimento che =E8 in corso
collettivamente e in modo impegnato.=20

Il merito dell'articolo di Casarini, Cannav=F2, Bernocchi e Bersani mi pare
un po' "antico", "conservatore", non all'altezza della rottura operata dal
movimento stesso. Certo c'=E8 sempre il rischio di banalizzare le posizioni
altrui ma ci=F2 che non mi convince non =E8 l'articolazione prospettata tra
forme varie assunte in contesti diversi dalle pratiche violente, ma la
contestazione della spirale guerra-terrorismo come fenomeno tipico di
questa fase che opera concretamente per annichilire la politica e in
particolare contro il soggetto che sta in campo, per reinverare la politica
stessa, e cio=E8 il movimento. Qui non sono proprio d'accordo. Se non vediam=
o
che la guerra e il terrorismo nell'era della globalizzazione sono altro da
ci=F2 che sono stati nel '900, non vediamo il nuovo e cio=E8 il carattere
sovrastante delle nuove forme di dominio imperiali e fondamentaliste,
capitalistiche e religiose, portatrici di un conflitto devastante tra
"modernit=E0 barbarica" e "barbarica modernit=E0". E inseguono una vecchia
lettura statualistica dei conflitti che crede ancora centrare la politica
nel suo avvalersi della forza e non coglie l'assolutizzarsi della forza
come distruzione della politica.=20

E' questo elemento del tutto nuovo che rende mistificanti i riferimenti a
epoche passate, dal Vietnam alla Resistenza. Non =E8 la comprensione di
questa novit=E0, come si afferma nel testo di Cannav=F2 e degli altri compag=
ni,
a far "interiorizzare" il punto di vista della strategia della guerra
preventiva e permanente al punto da non saper pi=F9 articolare i giudizi e
percepire le diversit=E0 che permangono nelle pratiche della forza, ma al
contrario =E8 la sottovalutazione della sua portata ad impedire la rottura
necessaria a non essere manipolati o sussunti nell'agire.=20

Nel mondo ci sono tanti conflitti aperti, come =E8 sempre stato, ma il punto
=E8 che ce ne =E8 uno, la spirale guerra-terrorismo che esprime la crisi del=
la
globalizzazione nel suo portato storico potenziale, cio=E8 il suo essere
crisi della modernit=E0 tout court nelle sue forme storicamente costituite,
assolutizzando la forza contro la politica in quanto considera questa
ultima non praticabile e in nome non pi=F9 di idee condivise di progresso ma
di una visione assolutizzante di un "bene" assunto come categoria del
dominio.=20

E' questo prevalente reale, e non la sua interiorizzazione psicologistica,
che bisogna evitare che sussuma tutto il resto. Che non vi sia alcuna
interiorrizzazione psicologistica =E8 evidente nei comportamenti politici de=
l
Movimento e di tutti noi che, appunto, lungi da farsi dividere tra buoni e
cattivi e incorporare l'equivalenza totalizzante, dal terrorismo alla
disobbedienza, troviamo l'unit=E0 nel massimo di radicalit=E0 del contrasto
disobbediente alla guerra e nel massimo di garantismo rispetto alle
pratiche, sapendo leggere le dinamiche concrete dei conflitti e delle
piazze e le asimmetrie tra potere e di chi vi si oppone. Sapendo per=F2 che
quella spirale c'=E8 e che non ne saremo garantiti agendo, come nel '900,
nella pura contraddizione dei poteri in lotta, ma dispiegando l'altro mondo
possibile.=20

Intendiamoci, anche nel '900, questo altro mondo si era dichiarato con il
movimento operaio ma si era poi consegnato a una dinamica statuale, quella
sovietica, che aveva garantito equilibri ma anche imprigionato l'istanza di
cambiamento. Qui la discussione si fa pi=F9 su di noi stessi. Perch=E9, io
penso, che non solo "l'oggettivo" ci porta a pratiche del tutto nuove, come
quelle nel rapporto con la forza e ci=F2 che essa significa, ma anche il
"soggettivo". E anzi, che la rivoluzione come forma storicamente nuova di
modernit=E0 sia proprio un reincontro tra oggettivit=E0 e soggettivit=E0=
come mai
c'=E8 stato, cos=EC come tra umanit=E0 e natura. Ce ne parlano il femminismo=
e
l'ambientalismo. Nessuno mette in discussione la Resistenza e il Vietnam,
di cui siamo tutti figli e figlie, ma oggi posso dire, che ci=F2 che andava
fatto allora, l'uso della forza, vorrei non fosse necessario vogliamo
comunque interrogarci su come la categoria della forza abbia potuto
deformare soprattutto nelle sue pratiche statuali, quella istanza di
liberazione di cui ero e voglio essere portatrice? C'=E8 in questo, tanto de=
l
nuovo movimento, dal valore di tutte le persone, al suo carattere
orizzontale che rifiuta quella verticalizzazione che =E8 gi=E0 violenza. E c=
'=E8
una dimensione collettiva e insieme individuale. Io sono per le pratiche
radicali ma, ancora pi=F9 come donna, vorrei poter contemperare pratiche per
me gestibili e rivendicabili, non per aver interiorizzato la repressione o
per sfuggirla, ma perch=E9 mi consentono di esprimermi in modi inequivocabil=
i
senza lasciarmi attraversare da categorie altrui di cui voglio liberarmi.
Non =E8 una discussione facile, anzi molto difficile, come =E8 a volte
liberarsi dal passato, in un presente difficile, ma guardando al futuro.=20

Patrizia Sentinelli=20
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno

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