[NuovoLaboratorio] su mumbay 21.1.04

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Szerző: antonio bruno
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Tárgy: [NuovoLaboratorio] su mumbay 21.1.04
da liberazione

La marcia finale del quarto Social Forum parte oggi a mezzogiorno
dall'August Krandi Maidan, nella zona di Kamathipura, ad un paio di
chilometri dal C
La marcia finale del quarto Social Forum parte oggi a mezzogiorno
dall'August Krandi Maidan, nella zona di Kamathipura, ad un paio di
chilometri dal Consolato americano e non troppo lontano da Colaba, il
centro della megalopoli indiana.=20

Il prossimo anno la manifestazione torner=E0 a Porto Alegre, la capitale del
Rio Grande in Brasile che ha ospitato le tre edizioni precedenti.=20

Tra le risoluzioni che si annunciano a conclusione dell'incontro di Bombay
c'=E8 anche una "diffida" alla World Trade Organization contro l'annunciata
convocazione di un vertice mondiale sull'agricoltura. =ABSiamo pronti a farl=
o
fallire=BB, ha dichiarato il rappresentante italiano Vittorio Agnoletto.=20
-----------

da www.aTTAC.IT

utore : Xavier

Questo elemento =E8 una traduzione : =AB Walden Bello: nous AVONS des
alternatives! =BB (francese)

Walden Bello, presidente di Focus on Global South:

=93Passiamo sistematicamente per dei nichilisti, per gente che non sa dire
altro che no, sotto il pretesto di avere delle alternative all=92attuale
sistema. Ma le alternative sono note da decenni. Semplicemente, i detentori
del potere esigono che le nostre alternative siano =93efficienti=94. Ma esse=
re
efficienti secondo le loro esigenze, =E8 perpetuare la logica della crescita=
,
della sovrapproduzione, della riduzione dei costi, del profitto, tutto ci=F2
che noi non vogliamo! Questo non =E8 il nostro progetto alternativo. Noi
vogliamo un=92alternativa reale, completa e non solo efficace secondo i
criteri neoliberali. Un=92alternativa =93sostenibile=94. Un'organizzazione
economica che abbia innanzitutto lo scopo di liberare gli uomini e non di
farne dei consumatori.=94=20

=93Bisogna rimettere la societ=E0 al si sopra dei mercati, dell=92economia e=
del
profitto=94, dichiara l=92universitario filippino. Noi ci rifiutiamo di esse=
re
sottomessi alla speculazione finanziaria, noi vogliamo un commercio equo,
noi vogliamo che la produzione rifletta i veri bisogni della societ=E0. E pe=
r
questo, =E8 necessario creare un=92istituzione di controllo dei mercati. Non=
=E8
una lotta tecnocratica, ma una lotta sociale, fatta di istruzione e cultura.=
=20

"Questo esige un cambiamento del sistema economico globale. Una
decostruzione ai livelli nazionali e internazionali. Con le istituzioni
internazionali (quelle di Brentton Woods: Fondo monetario internazionale,
Banca mondiale, Organizzazione mondiale del commercio, ndr) tutte le nostre
alternative sono condannate a rimanere ai margini. Troppo vicine al
capitalismo globale, le istituzioni economiche mondiali che sono il FMI, la
BM e l=92OMC devono abbandonare il loro potere. E inutile credere ad un FMI,
ad una BM o ad un=92OMC alternativi. Bisogna solo far spazio alle economie
nazionali e alla giustizia. Riassumiamo: ridurre o smantellare queste
istituzioni, rivitalizzare le istituzioni delle Nazioni Unite, soffiargli
uno spirito nuovo, liberarle dall=92influenza delle istituzioni economiche,
rafforzare il potere di organismi regionali come il Mercosur, l'Asean,il
Sadec, ecc.,=20

=93Al posto di un potere globale puramente economico, bisogna creare un
organo di controllo e di bilancio che sia pluralista, di media dimensione e
dai mezzi limitati, che unisca tutta una vasta gamma di organizzazioni di
medie dimensioni e potere. Si tratta della =93deglobalizzazione=94 afferma
Bello, (formula che fa da titolo al suo ultimo libro, ndr), il che non vuol
dire rompere con l=92economia internazionale ma che questa dia il suo posto
ad ogni paese.=94=20

Traduzione a cura di Francesco Verde

=20
=20

dal manifesto

Globalizzazione, cuore del Forum=20
Dopo il monopolio dei temi legati alla guerra e all'esclusione, il
dibattito al Wsf torna a centrarsi sul dominio dell'economia mondiale, con
le ricette di Stiglitz e Patnaik. Fuori dal Forum, pochi si accorgono dei
marginalizzati l=EC accanto
MARINA FORTI
INVIATA A MUMBAI (BOMBAY)=20
Il tema =E8 =ABl'impatto della globalizzazione economica sul lavoro e sulla
sicurezza sociale=BB e il luogo =E8 appropriato. In effetti il Centro delle
esposizioni di Goregaon =E8 una fabbrica di macchinari tessili dismessa negl=
i
anni '80: ne conserva il nome - Nesco, che sta per New standard enginering
company - e anche la struttura, le cancellate d'ingresso che danno sulla
via di grande scorrimento (l'autostrada occidentale), la palazzina degli
uffici e i giganteschi capannoni di cemento, alti come un edificio di
quattro piani, tetti spioventi a lastroni. I macchinari servivano finch=E9
Bombay era la capitale dell'industria tessile, tra la met=E0 dell'800 e gli
scorsi anni '70 (e anche la capitale dell'industria chimica,
metalmeccanica...). Poi sono cominciate le ristrutturazioni industriali, il
tessile si =E8 ridimensionato, negli ultimi vent'anni le grandi fabbriche
hanno lasciato spazio a piccole unit=E0 -fabbrichette e officine - oppure
sono emigrate verso stati dell'India che offrono costi minori e varie
agevolazioni, una =ABdelocalizzazione=BB interna. Insomma: il luogo che ospi=
ta
il quarto Forum sociale mondiale rappresenta un pezzo della
deindustrializzazione di questa citt=E0. E' dunque in un capannone
industriale che ieri mattina l'illustre economista Prabat Patnaik,
dell'universit=E0 Javaharlal Nehru di New Delhi, ha parlato di un =ABattacco
globale contro la classe lavoratrice=BB e ha ipotizzato una sorta di nuovo
=ABkeynesismo globale=BB. Il punto di partenza =E8 una constatazione: la
globalizzazione economica si risolve =ABin un attacco a tutto campo contro i
lavoratori perch=E9 riguarda i salari, l'occupazione, l'organizzazione del
lavoro, i diritti=BB. Per gli esempi basta affacciarsi sul viale del Centro
esposizioni, dove ieri volantinavano attivisti giapponesi del sindacato dei
ferrovieri, denunciando =ABla vita sotto le multinazionali=BB, e dove il gru=
ppo
dei sudcoreani ha esposto fotografie di picchetti operai: si vedono agenti
della sicurezza di fabbrica con le pistole puntate sugli operai.
L'economista filippino Antonio Tujan, della fondazione Ibon (un centro di
ricerca sociale) spiega che dalle sue parti =ABflessibilit=E0=BB significa=
che le
aziende assumono e licenziano dopo meno di sei mesi, cio=E8 prima che
l'assunzione diventi a tempo indeterminato e il lavoratore maturi il
diritto di iscriversi al sindacato.

Questo attacco generalizzato alla classe lavoratrice =AB=E8 stato giustifica=
to
con teorie false e tendenziose=BB, insiste Patnaik, una sorta di truffa
ideologica. =ABCi =E8 stato detto che l'occupazione cala nei paesi ricchi
perch=E9 le industrie delocalizzano nel terzo mondo. Ma il numero di posti d=
i
lavoro non =E8 quantit=E0 data e fissa, che se vanno da un lato si tolgono
dall'altro: possono espandersi o meno, dipende dalla domanda. Seconda falsa
idea: ci dicono che un mercato del lavoro flessibile farebbe aumentare
l'occupazione. Invece, flessibilit=E0 =E8 sinonimo di riduzione dei salari e=
di
precariet=E0, e questo alla fine fa diminuire il potere d'acquisto e quindi
la domanda. Ci dicono poi che siamo nell'era della `crescita senza lavoro'
per via dell'innovazione tecnologica che aumenta la produttivit=E0. Ma sono
tutti falsi ideologici=BB, dice questo economista di scuola marxista.

Il punto =E8 che siamo nell'era della finanza globalizzata, dei =ABcapitali
buttati in movimenti predatori sui mercati azionari=BB, =ABpura speculazione=
in
cui i soldi passano e vanno senza costruire nessuno sviluppo=BB. E
nell'economia mondiale dominata dal capitale finanziario, che =ABvola=BB in
tempo reale dove trova pi=F9 convenienza, =E8 impossibile per un governo
nazionale fare una politica di gestione della domanda tale da creare
occupazione: il =ABkeysenismo in un solo paese=BB non =E8 possibile. I singo=
li
governi sono prigionieri dell'ideologia del controllo della spesa. =ABCerto,
negli Stati uniti l'amministrazione Bush ha tranquillamente aumentato il
deficit per finanziare la guerra in Iraq. Ma se lo pu=F2 permettere perch=E9=
=E8
l'unica superpotenza mondiale=BB. Se per=F2 tanti paesi decidessero di
aumentare la spesa per creare domanda interna e posti di lavoro, si
potrebbe creare un'onda...

I termini del discorso di Joseph Stiglitz sono diversi. Il premio Nobel per
l'economia, gi=E0 economista capo della Banca mondiale da cui usc=EC sbatten=
do
la porta nel 2000, =E8 venuto al Social forum mondiale a dire che =ABle
politiche economiche non possono essere delegate a tecnocrati delle
istituzioni finanziarie internazionali ma dovrebbero essere al centro del
dibattito democratico in ogni singolo paese=BB. Il fatto =E8 che le decision=
i
del Fondo monetario internazionale, insiste, sono affidate ai ministri del
tesoro, ma poi si ripercuotono su tutta la societ=E0 - e tra quei ministri
del tesoro, =E8 noto, conta uno solo: quello di Washington. Il Fmi ha fatto
pressione sui paesi del sud perch=E9 aprissero i mercati e riformassero i
sistemi di sicurezza sociale, finendo per erodere quel poco di tutela che
avevano milioni di lavoratori. Se invece avessero offerto accesso ai
mercati per creare occupazione...

Cos=EC, nelle due ultime giornate del Social forum il dibattito sulla
=ABglobalizzazione=BB torna sulla scena, eclissato finora dal tema della
guerra, anzi dei tanti conflitti che percorrono il pianeta, e dal
protagonismo dei movimenti sociali e delle mille forme di esclusione qui
rappresentate in abbondanza.

Ai bordi del centro Nesco, gli effetti della precarizzazione del lavoro
stanno a guardare: s=EC, sotto forma di un micro-slum, una sorta di
accampamento fatto di bamb=F9 e pezze di tela, focolari e stoviglie e donne
che attingono acqua ai rigagnoli. Sono lavoratori temporanei, o itineranti,
vengono da zone rurali anche lontane e si accampano dove c'=E8 lavoro -
cantieri, lavori stradali. In questi giorni hanno convissuto con un Social
forum mondiale che si =E8 a malapena accorto di loro.
-----------------
Oltre il Wsf, =E8 Mumbai Resistance=20
Chiuso ieri il =ABforum alternativo=BB dei pi=F9 radicali. Nume tutelare,=
Mao
MEENA DESAI
MUMBAI (BOMBAY)=20
Mumbai Resistance e Social forum ufficiale: pochi minuti a piedi, tra le
due diverse piattaforme del movimento indiano, entrambe lungo la stessa
trafficatissima autostrada. Ma la distanza non potrebbe essere pi=F9 enorme.
Per linguaggio, icone e ideologie di riferimento, stile di comunicazione.
Al posto di Gandhi, con il suo bagaglio di opposizione non violenta, ecco
l'immagine di Bhagat Singh, il martire del movimento di liberazione
anti-coloniale, impiccato dagli inglesi. Invece della straordinaria
inclusivit=E0 da tutti respirata in questi giorni nella cittadella del Forum=
,
la circospezione della militanza. =ABDi l=E0 si parla, si discute e si dibat=
te,
persino troppo. Chi veramente lotta ha aderito a Mumbai Resistance=BB, mi
assicura uno degli organizzatori. Arrivare a parlare con i =ABcapi=BB, Darsh=
an
Pal o il suo luogotenente Sai Baba, si rivela in effetti un'impresa: ci
sono filtri da oltrepassare, procedure informali di scrutinio, scorte che
si succedono ad accompagnarmi anche se il tutto sembra pi=F9 dettato da
esigenze di messa in scena (o forse dalla scarsa organizzazione) che da
reali necessit=E0 di sicurezza. Ma il tenore e i contenuti dell'interscambio
sono all'altezza delle premesse. La globalizzazione =E8 frutto della logica
del profitto e del capitale e quindi non =E8 curabile, inutile dibattere di
misure di correzione. Il capitalismo (=E8 chiaro) si abbatte, non si cambia.
L'obiettivo =E8 la rivoluzione. E la rivoluzione, nella visione di Mumbai
Resistance, dovr=E0 essere anzitutto contro lo Stato indiano. =ABPrima si
abbatte il sistema che ci opprime dentro casa nostra e poi si combatte
contro Bush & Co. Prima la localizzazione dei conflitti e poi
l'internazionalizzazione della resistenza... La coalizione internazionale
tra movimenti di resistenza nelle varie aree continuer=E0 a crescere. Ma
strategicamente la priorit=E0 =E8 acutizzare lo scontro in tutti i suoi punt=
i.
E in India i punti sono molti: nelle aree rurali la resistenza armata sta
guadagnando terreno...=BB.

Quindi perch=E9 impegnare tante energie per organizzare un Forum alternativo=
?
=ABPerch=E9 era giusto smascherare la natura socialdemocratica e superflua d=
i
eventi come il Forum sociale: smascherare l'immanenza implicita nella
nozione di `societ=E0 civile', che annulla quella ben pi=F9 produttiva di
`lotta fra le classi', in India oltretutto fra caste; denunciare il ruolo
di cooptazione, di palliativo, se non di aperta corruzione, delle troppe
ong, che di fatto espropriano il movimento dei suoi obiettivi e strumenti
di lotta. Infine era giusto contarci, testarci come organizzazione...=BB.
Oltre 300 le organizzazioni aderenti, fra esse l'enorme movimento di
piccoli contadini guidato dal prof. Najundaswamy e i rappresentanti dei
molti =ABLiberation Front=BB dell'arco himalayano: Kashmir, Assam, Nagaland.
Molti cantieri sociali, intellettuali, mediattivisti.

Non suoni un tuffo nel passato: per molti di loro, sicuramente per la
=ABbase=BB, il punto di riferimento =E8 Mao, per tutti loro la =ABLunga=
marcia=BB =E8
solo cominciata, ma =E8 una certezza, anzi una necessit=E0, dettata dalle
circostanze. Dettata da condizioni di abusi e sfruttamento spaventose e
feudali (del resto profusamente documentate in questi giorni anche dal
Forum ufficiale) che le spinte della globalizzazione vorrebbero =ABregolare=
=BB
e invece riusciranno solo ad aggravare.

Qual =E8 dunque il disegno - chiedo ancora a Sai Baba? =ABUn disegno c'=E8 e
certo non siamo qui per discuterne con i media. Ma dal Nepal a tutto il
nord dell'India la militanza armata sta crescendo. In Andhra Pradesh
altrettanto... Recentemente =E8 stato grazie a molti nostri compagni se un
progetto di miniera di uranio a Nalgonda =E8 stato congelato, speriamo per
sempre=BB. =ABE' bello dire che vogliamo vincere=BB, aveva detto Arundhati R=
oy
all'oceanica cerimonia di inaugurazione del Forum ufficiale.
Significativamente due giorni dopo la Roy era ospite anche di Mumbai
Resistance: con lo stesso intervento, pronunciato integralmente invece che
a brandelli. Diversa e pi=F9 dimessa l'atmosfera (niente riflettori, assalto
di cameramen e paparazzi) ma pi=F9 genuinamente sentita e partecipata.

Peccato che al di l=E0 della trafficata autostrada, =ABMumbai Resistance=BB =
non
si sia ricavato un suo spazio (magari ugualmente =ABcontro=BB, in dissonanza=
)
dentro la cittadella del Forum invece che fuori. La marcia di protesta
contro il consolato americano che era stata programmata a mo' di cerimonia
di chiusura =E8 infatti saltata perch=E9 le autorit=E0 del Maharashtra non h=
anno
dato il permesso. Chiss=E0 che non decidano di sfilare tutti insieme oggi ne=
l
corteo conclusivo del Forum ufficiale.=20


---------------
Una manifestazione mondiale=20
Probabilmente il 20 marzo, anniversario della guerra all'Iraq
MA. FO.
MUMBAI (BOMBAY)=20
Il festival volge al termine, nel Centro esposizioni di Bombay, e le
numerose lobby che formano il Wsf lanciano proposte. C'=E8 quella, non ancor=
a
formalizzata, di una manifestazione mondiale che competa con quella del 15
febbraio 2003 per risonanza globale: un anno fa milioni di persone scesero
nelle strade, dal Giappone agli Usa passando per Roma e Londra, contro la
guerra =ABpreventiva=BB che Bush stava per lanciare in Iraq. Si disse che er=
a
nato un nuovo movimento pacifista globale, il New York Times scrisse che
era nata =ABla seconda superpotenza mondiale=BB. Fatto sta che i bombardamen=
ti
su Baghdad cominciarono lo stesso: il 20 marzo, un anniversario che non
potr=E0 essere ignorato. Cos=EC la proposta =E8 di celebrarlo nelle strade d=
i
tutto il mondo con manifestazioni contro l'occupazione. Altre proposte sono
state formulate durante questo Social forum. Sono quelle del People's
Health Movement, il Movimento popolare per la salute, rete internazionale
che aveva tenuto un suo incontro nei giorni precedenti al Forum: qui ha
lanciato due campagne mondiali e ha aderito a quella pi=F9 generale =ABBoyco=
tt
Bush=BB (il manifesto di ieri). Una =E8 un =ABfocus sulla Palestina 2004=BB:=
per
capire cosa c'entro il conflitto palestinese con la salute basta ascoltare
Mustafa Barghouti, che qui in numerose occasioni ha descritto la vita
quotidiana sotto occupazione israeliana, compresi i posti di blocco che
trattengono anche le ambulanze per ore e lasciano arrivare il malato in
ospedale quando =E8 troppo tardi per salvargli la vita. Altra campagna del
Movimento popolare per la salute: =ABNo Wto, no Wot=BB, che sta per war on
terrorism, la guerra al terrorismo che fa strage di diritti e libert=E0
proprio come i dogmi del libero commercio mondiale fanno strage delle
economie locali.

E poi: il =ABcaucus dei diritti umani=BB ha coordinato le sue campagne per
legare diritti umani e democrazia e combattere l'impunit=E0 - un caucus
forte, quello sui diritti umani, con vedettes come la premio Nobel Shirin
Ebadi, l'ex alto commissario dell'Onu Mary Robinson e l'avvocata pakistana
Asma Jehangir, rapporteuse dell'Onu sugli omicidi extragiudiziari.

I movimenti sociali erano riuniti ieri sera per mettere a punto una loro
=ABdichiarazione=BB. La Campagna per salvare il Narmada ha colto l'occasione
per chiedere impegni ai capi di governo dei tre stati attraversati dal
fiume. Chiedono che la diga di Sardar Sarovar, il maggiore dei grandi
sbarramenti che stanno stravolgendo la geografia naturale e umana di quel
fiume, non sia alzata a 100 metri (dagli attuali 95): vorrebbe dire che
altre migliaia di persone saranno costrette a sfollare, lasciando villaggi
e terre sommerse dal lago artificiale. Luned=EC centinaia di attivisti e
abitanti della valle sono andati ad accamparsi davanti al Segretariato, la
sede del governo dello stato di Maharashtra (di cui Mumbai =E8 la capitale),
e l=E0 restano: per oggi i tre capi di governo dovranno decidere se mandare
avanti i lavori, e come risistemare gli sfollati.

---------------
Una campagna dell'Aidos a favore delle donne del sud del mondo
GIULIANA SGRENA
ROMA=20
Ogni anno 585.000 donne muoiono per cause legate al parto. I motivi sono
diversi: vengono date in sposa ancora bambine e quindi non sono ancora
preparate ad affrontare un parto; per aborti clandestini; per mancanza di
informazione sui contraccettivi nel caso non possano pi=F9 affrontare
gravidanze; per l'impossibilit=E0 di accedere a una assistenza sanitaria; pe=
r
denutrizione. Inoltre, per ogni donna che muore altre 30 restano segnate
sul proprio corpo (il caso pi=F9 diffuso =E8 quello delle fistole) rendendol=
e
delle reiette e spessoripudiate dai mariti. Questo succede ancora oggi, nel
2004, a dieci anni dalla Conferenza del Cairo che aveva stabilito che entro
il 2000 il diritto alla salute riproduttiva doveva diventare universale. A
queste constatazioni occorre aggiungere che ogni anno: 2 milioni di donne
sono infettate da virus Hiv, mentre 2,6 milioni muoiono di Aids, 2 milioni
di bambine sono costrette a prostituirsi. E ancora del miliardo e 200
milioni di persone che vivono con meno di 2 dollari al giorno la maggior
parte sono donne, come il 63 per cento degli analfabeti, e sono donne e
bambini i due terzi dei 40 milioni di rifugiati nel mondo, mentre 130
milioni hanno subito mutilazione sessuali.

Da questa situazione terrificante nasce la nuova campagna lanciata da
Aidos, l'ong diretta da Daniela Colombo che da oltre vent'anni =E8 impegnata
a sostegno delle donne nel sud del mondo. =ABDonne, vite da salvare=BB
(www.donne.vitedasalvare.aidos.it), che ha raccolto l'adesione di altre
organizzazioni, ha come obiettivi: la maternit=E0 senza rischi, la salute
sessuale e riproduttiva, la prevenzione dell'Hiv/Aids, diritti umani delle
donne. =ABSalvare la vita delle donne nel terzo mondo =E8 una scelta politic=
a=BB,
ha affermato Daniela Colombo, ieri, presentando la campagna in una
conferenza stampa a Roma presso la Libreria Feltrinelli. E per salvare la
vita delle donne occorre aumentare le risorse a disposizione di interventi
di cooperazione allo sviluppo per progetti destinati alle donne. A partire
dall'Italia che, con lo 0,20 per cento del Pil (vent'anni fa l'obiettivo
non era lo 0,70 per cento?), =E8 il fanalino di coda negli aiuti allo
sviluppo del mondo industrializzato, seguita solo dagli Stati uniti.

E a mettere il governo e il ministro degli esteri di fronte alle
responsabilit=E0 assunte anche in campo internazionale ci hanno pensato
alcuni parlamentari con un'interpellanza urgente, prima firmataria Alberta
de Simone (Ds), che essendo stata firmata da 37 deputati verr=E0 discussa in
aula entro dieci giorni. L'interpellanza, firmata anche da deputate dalla
Casa delle libert=E0, chiede, tra l'altro, =ABil ripristino dell'Ufficio Don=
ne
e sviluppo, dotandolo di risorse umane e mezzi finanziari adeguati per
avviare progetti di azioni positive, per l'empowerment delle donne e per
integrare una prospettiva di genere in tutti i programmi e progetti di
cooperazione allo sviluppo=BB.

Per sostenere l'iniziativa, l'Aidos ha stampato anche le cartoline da
inviare al ministro degli esteri.=20


-------------

da liberazione

=20
Bombay, oggi la manifestazione conclusiva del quarto Social Forum. Molti i
pacifisti Usa
E l'ultima parola sara' per la pace
Bombaynostra inviataNegli stand del commercio equo-solidale e in quelli
della miriade di organizzazioni indiane si comincia a imballare la merce.
Il quarto Social forum tira le somme per la giornata e la marcia
conclusive. Si scrivono intanto i documenti finali, tra cui la
dichiarazione dei movimenti sociali che si sono riuniti ieri. I viali sono
ricoperti di manifesti e di slogan contro l'Amministrazione americana e in
particolare contro il presidente Bush.=20

E' la guerra, infatti, con le sue terribili conseguenze, il tema dominante
di molte risoluzioni. Dei conflitti, non solo di quelli armati, si =E8
discusso in tutti i dibattiti durante questi cinque, incredibili, giorni
che hanno portato decine di migliaia di persone a Bombay. E proprio da qui
ha preso slancio l'appello ad una grande mobilitazione mondiale per la
pace, il prossimo 20 marzo ad un anno dall'attacco militare in Iraq.
L'iniziativa =E8 stata fatta propria dall'assemblea generale del movimento
contro la guerra, che ha riunito a Bombay rappresentanti di tutto il globo.=
=20

Moltissimi anche gli attivisti americani, che in prima fila hanno
manifestato al fianco di indiani, pakistani e gente di tutto il mondo, per
gridare il loro no al conflitto. =ABBush =E8 il simbolo della militarizzazio=
ne
del mondo - ci dice un giovane proveniente da San Francisco -, siamo qui
anche per dare prova che molti americani sono contro Bush e le sue
politiche guerrafondaie=BB. =ABQualcuno mi ha chiesto perch=E9 sono venuto -
racconta un altro giovane statunitense che aderisce all'Organizzazione
socialista internazionale -, io gli ho risposto che, se sono qui, =E8 propri=
o
per Bush. Per colpa sua, infatti, mio cugino, che stava per entrare
all'universit=E0, si trova invece ancora in Iraq=BB. =ABS=EC, - confessa - s=
ulle
prime qualcuno mi ha guardato un po' storto, ma poi gli ho spiegato che
anch'io sono contro l'imperialismo e allora tutto =E8 cambiato=BB.=20

Sar=E0 strano, ma l'incontro di due mondi opposti pu=F2 produrre una nuova
alleanza. Molti di questi americani, che visitano per la prima volta
l'India, si rendono conto materialmente di che cosa significhi subire sulla
propria pelle quella globalizzazione che a casa loro viene spacciata come
la panacea per i mali del mondo.=20

Ma non si =E8 parlato soltanto di Iraq n=E9 solo dell'occupazione israeliana
dei Territori palestinesi. Non poteva mancare il conflitto pi=F9 vicino, che
qui si avverte "sulla porta di casa". quello tra India e Pakistan. Non
possono esserci dubbi: per il Movimento dei movimenti, nessuno escluso, la
lotta alla militarizzazione del pianeta =E8 una priorit=E0 indiscussa e va
condotta in modo pacifico, ma con determinazione e con tutti i mezzi.=20

La guerra, insieme alla globalizzazione e ai suoi effetti sullo stato
sociale e sulle economie nazionali, ha tenuto banco anche tra i temi della
manifestazione organizzata dai due principali partiti comunisti indiani,
(il Partito comunista indiano e il Pc marxista), che ha riunito al centro
di Bombay le delegazioni dei partiti affini presenti al Forum. Una piccola
folla ha accolto con canti e applausi i rappresentanti di Vietnam, Cuba,
Cina, Grecia, Stati Uniti, Francia, Portogallo, Finlandia, Brazile,
Bagladesh, Germania (presente anche una rappresentante della Pds tedesca) e
Turchia. Per l'Italia c'erano il segretario di Rifondazione Fausto
Bertinotti e Nicola Atalmi per i Comunisti italiani. L'applauso pi=F9
emozionato =E8 andato a Lakshimi Sehgal, la pi=F9 anziana "Freedom Fighter"
(combattente per la libert=E0) indiana. Ai tempi dell'Indian National Army
era la comandante della Brigata femminile che contrast=F2 l'occupazione
inglese. Oggi, a novant'anni, =E8 stata tra gli ospiti d'onore del Forum e
tra le pi=F9 decise a dire no alla guerra.=20

Simonetta Cossu =20
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno

339 3442011
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