la parte della relazione del procuratore generale Porcelli deve essere
inserita nel contesto del suo intervento all'apertura dell'anno giudiziario.
C'e' da dire che tutto il suo intervento e' stato contro il governo e il
suo tentativo di metere sotto accusa la magistratura, contro la
depenalizzazione del falso in bilancio e zepp odi citazioni di Socrate.
C'e' il passaggio sconcertante della negazione dell'infiltrazione di
organizzazione criminali nel tessuto della regione : insomma la maifia non
esiste a Genova !?!.
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dal Lavoro Repubblica
Sotto accusa la procura: inchieste g8 "parziali"
Sproporzione tra agenti e black bloc
Il Pg mette il dito nella piaga delel inchieste e critica anche la stampa :
"Non solo Bolzaneto e Diaz"
Per la prima volta giudizi interni pesanti sul lavoro dei giudici nelle
delicate indagini
CON schiettezza ed energia veracemente calabresi, Domenico Porcelli
criticato il Lavoro della Procura genovese e delle forze dell'ordine -
colpevoli di aver individuato solo una manciata di Black Bloc ma se l'=E8
presa anche con la
stampa, che secondo lui avrebbe concentrato l'attenzione - solo sulle
responsabilit=E0 di carabinieri e polizia, dimenticandosi dei devastatori
della citt=E0. Il procuratore generale ha dedicato quattro stimolanti pagine
della sua relazione ai G8, confermando a modo suo che il vertice
internazionale del luglio 2001 a distanza di due anni e mezzo non si =E8
ancora chiuso, e continua in vece nelle inchieste, nei processi e nel
dibattito politico. Nel paragrafo dedicato a "Delitti oggettivamente e
soggettivamente politici", Porcelli parte dall'attentato alla questura dei
dicembre 2002 e alle indagini sull'area anarco-insurrezionalista per
ricollegarsi al G8 e alla morte di Cario Giuliani. "Un episodio scolastico
di legittima difesa e/o uso legittimo delle armi, che non lascia margini di
dubbio o materia per speculazioni politiche", dice riferendosi alla morte
dei giovane e rivolgendo "un pensiero solidale al dolore e dei suoi
familiari". D=E0 atto agli inquirenti di scrupolo e cura, quindi passa alle
inchieste sull'irruzione alla Diaz e i presunti pestaggi nella caserma di
Bolzaneto, ricordando che "i processi non si fanno in piazza ma,
completatele indagini, nelle aule di giustizia". Fin qui, tutto pi=F9 o meno
prevedibile. Ma le sorprese cominciano poche righe dopo, quando paria delle
.perplessit=E0 dei molti che hanno vissuto sulla propria pelle il dramma di
una citt=E0 di una folla selvaggiamente devastatrice". Le perplessit=E0,
spiega, sono quelle di chi legge sui giornali "della chiusura delle
indagini condotte su appartenenti alle forze dell'ordine" e si chiede "che
ne =E8 stato degli autori dei saccheggi e della violenza che mise a ferro e
fuoco la citt=E0". Ecco pronto il primo attacco: "Sulla stampa, infatti, par=
e
cogliersi un tentativo, mi auguro inconsapevole, di esorcizzare il ricordo
di quei terribili giorni rimuovendone ogni traccia nella memoria collettiva
con la semplice operazione di addebitare alle forze dell'ordine la
responsabilit=E0 di singoli episodi, come se in quei giorni fossero avvenuti
solo la irruzione nella scuoia Diaz e le violenze nella caserma di
Bolzaneto e niente altro".
Dicono che Porcelli sia un fedele lettore di Repubblica, e quindi al
lettore ricordiamo che poco c'azzeccano i giornali, se tra gli imputati il
numero dei poliziotti =E8 triplo a quelli delle Tute Nere Il Procuratore
indirettamente raccoglie e precisa: "In effetti, deve ammettersi che, in
termini proporzionali, le indagini indirizzate nei confronti dei facinorosi
manifestanti non hanno condotto a risultati numericamente apprezzabili". il
prologo alle critiche alla Procura: "E' stato disposto il rinvio a giudizio
di soli 25 manifestanti appartenenti all'area pi=F9 violenta alla
contestazione, anche se "non era agevole procedere ai riconoscimenti. E
ci=F2, nonostante l'impegno degli inquirenti e dei pubblici ministeri e l'us=
o
di sofisticate apparecchiature" Ma il problema =E8 un altro, secondo
Porcelli: "Non pu=F2 non segnalare un difetto di coordinamento, che pure era
stato richiesto e sollevato con altro filone di indagini, seguito per gli
stessi fatti procura di Cosenza, che si ritenne competente per il reato
associativo la' consumato e non per i reati oggetto o dell'accordo
criminoso realizzati a Genova e in altre citt=E0". A Cosenza, dice il
procuratore, sono stati raccolti elementi per poter dire che era stata
creata un'associazione per destabilizzare l'ordine democratico: altrettanto
si doveva fare a Genova, visto che "i disordini del Luglio 2001 erano
obiettivo di strategia destabilizzata nei minimi particolari".
MASSIMO CALANDRI
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dal secolo xix
DALLAPRIMA
SFERZATA SUL G8
MARCO MENDUNI
La sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario, per la seconda
volta consecutiva, alimenta discussioni e disorienta l'uditorio. Le sue
parole sono tanto intrise di autonomia di giudizio che non si possono
incasellare negli schemi tradizionali: destra, centro, sinistra. E non fa
rimpiangere come qualcuno aveva temuto il suo predecessore, un gigante
della magistratura italiana come Nicola Marvulli, oggi primo presidente
della Cassazione. Cos=EC Porcelli =E8 durissimo con il governo, con Berlusco=
ni,
con la politica che d=E0 l'assalto alle istituzioni. Per=F2 quest'anno il
settantunenne pg d=E0 una lavata di capo, imprevista e inattesa, alla procur=
a
della Repubblica. E sferza le indagini sul G8. Che cosa sostiene Porcelli?
Primo: che i pm genovesi non si sono raccordati con i colleghi di Cosenza.
I quali avevano risultanze che al G8 del 2001 si fosse realizzato un vero e
proprio progetto eversivo contro le istituzioni. Non solo saccheggi e
devastazioni, ma una sorta di golpe mignon. Secondo: che le indagini hanno
messo sotto accusa le forze dell'ordine per le vicende della Diaz e di
Bolzaneto hanno viaggiato spedite. Chi ha sbagliato deve pagare, sostiene
il pg, ma alle forze dell'ordine va sempre e comunque la gratitudine della
gente. Ma le inchieste che avrebbero, invece, dovuto incastrare i black
bloc, i violenti delle strade, hanno portato risultati modesti. Tanto che
la gente della strada si chiede: perch=E9, a tre anni di distanza, chi ha
vandalizzato Genova non ha ancora un nome? Terzo: persino la stampa,
sostiene Porcelli, in tutta la vicenda G8 ha cercato di esorcizzare quei
giorni concentrandosi sulle violenze delle forze dell'ordine alla Diaz e a
Bolzaneto, =ABcome se in quei giorni non fosse avvenuto null'altro=BB. E'
un'opinione. Se ne pu=F2 discutere. Ma non pare, in questa circostanza, un
fatto oggettivo. La stampa, nella sua pluralit=E0 di voci, di opinioni, di
approfondimenti, ha scandagliato tutta la vicenda G8, nessun argomento
escluso. Il richiamo alla Procura della Repubblica, per il modo in cui sono
state condotte le indagini sui violenti e gli scontri di piazza, suggerisce
invece alcune considerazioni. Sicuramente anche all'interno della
magistratura ci sono state spaccature (i giudici preferiscono chiamarla
dialettica) sulle vicende del G8. C'=E8 chi ha contestato la ripartizione
delle competenze: un gruppo che indaga sulla polizia, l'altro sui
manifestanti, come se i reati non fossero comunque tali a prescindere da
chi li ha commessi. L'inchiesta sul G8 ha trovato un suo intimo equilibrio
solo quand'=E8 giunta al traguardo. Lo sprone del procuratore Porcelli pu=F2
essere interpretato, in questo momento, proprio come una sollecitazione,
per quanto critica. Le sue parole, ancora una volta, ribadiscono un
concetto: la giustizia =E8 al servizio della gente. Che vuole sicuramente
sapere se un poliziotto o un carabiniere ha abusato della divisa, ha
costruito false prove, ha picchiato degli indifesi. Ma vuol sapere anche
chi ha portato la devastazione nelle strade della propria citt=E0.
SERENIT=C0 PERDUTA
L. FRANCESCO MELONI
I magistrati sono rientrati solo quando l'oratore ha concluso il suo
discorso. Si sono uniformati all'invito loro rivolto dalla Anm, la quale
nel corso della cerimonia ha illustrato, attraverso le parole a tratti
aspre del rappresentante locale, il "Libro bianco sul disservizio della
giustizia", che rappresenta con accenti fortemente preoccupati la
situazione degli uffici giudiziari, ormai privi degli strumenti necessari
per un appena accettabile funzionamento. Non si =E8 trattato, come potrebbe
apparire, di una denuncia di parte. Anche il procuratore generale ha
infatti espresso le medesime preoccupazioni e denunciato le medesime
carenze. E ha lamentato una colpevole indifferenza del ministro rispetto
alle gravi deficienze del sistema giudiziario quando ne ha ricordato una
espressione, invero infelice, secondo la quale =ABnon si deve investire
denaro in una azienda in stato di decozione=BB; e quando ha precisato che le
somme stanziate per il funzionamento della giustizia sono state falcidiate
tanto da rendere ingestibile la funzione giudiziaria. Questa, dunque, la
rappresentazione del quadro strutturale ed organizzativo nel quale oggi i
magistrati sono chiamati a svolgere il loro essenziale servizio a favore
della collettivit=E0. Ma non basta. E' stato in proposito segnalato dall'alt=
o
magistrato che non tutti sono consapevoli di questa realt=E0. Anzi, egli ha
denunciato che =ABuna ben orchestrata propaganda mediatica tende a
delegittimare la funzione giudiziaria diffondendo, tra l'altro la
convinzione che le disfunzioni della giustizia dipendono dalla inettitudine
dei magistrati e dalla loro deliberata volont=E0 prevaricatrice sugli altri
poteri dello Stato o da ben precise finalit=E0 politiche=BB. Passando poi a
trattare della realt=E0 locale non poteva mancare un riferimento ed un sever=
o
ricordo dello sconvolgente dramma vissuto dalla nostra citt=E0 durante le
indimenticabili giornate della manifestazione del G8. Nemmeno poteva
mancare una ancorch=E9 sommaria illustrazione delle conseguenti vicende
giudiziarie, gran parte delle quali tuttora in corso. E bene ha fatto a
rimarcare che ogni valutazione definitiva di esse non pu=F2 che essere fatta
alla loro conclusione. Non ci si deve, infatti, esercitare, da una parte e
dall'altra, ad azzardare considerazioni strumentali sul terreno della
politica. Fare il calcolo numerico degli indagati fra le forze dell'ordine,
da un lato, e i manifestanti, dall'altro =E8, appunto, esercizio di confront=
i
che nulla hanno a che vedere con la complessa realt=E0 dei fatti e che
rischia di dar corpo ad apparenze destinate ad essere smentite dalle
sentenze che verranno pronunciate a seguito del duro lavoro dei magistrati
che vi stanno destinando gran parte del loro impegno professionale. E
proprio la consapevolezza di tale dedizione, crediamo, ha mosso il
procuratore generale a stigmatizzare le gravi ed inaccettabili qualifiche
loro attribuite da uomini politici con alte responsabilit=E0 istituzionali
quando li hanno additati all'opinione pubblica come =ABmaramaldi in toga=BB =
o,
peggio ancora, =ABmentalmente disturbati perch=E9 per fare quel lavoro bisog=
na
essere diversi dal resto della razza umana=BB. Non intendiamo scivolare nell=
a
retorica, ma sorge spontaneo segnalare che questa =E8 la gratitudine che
taluni dimostrano verso una categoria di servitori dello Stato che, mentre
gli incauti autori di siffatte disinvolte affermazioni curavano i propri
affari, perdevano, assieme ad altri fedeli servitori, la loro vita per mano
della delinquenza organizzata comune e terroristica, dalla quale tuttora,
con rinnovato impegno, difendono noi tutti. Dai pochi responsabili si
ripetono inviti alla moderazione o, come si usa dire, ad abbassare i toni.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino, l'ultimo attacco al pi=F9 alto
organo di giurisdizione, la Corte Costituzionale, seguito alla sentenza che
ha dichiarato l'incostituzionalit=E0 del cosiddetto Lodo Schifani, non lasci=
a
ben sperare. La speranza, per=F2, si dice che =E8 l'ultima a morire. Ebbene,
seguendo tale detto ci azzardiamo a formulare l'auspicio che i pacati
discorsi pronunciati in questa occasione dai procuratori generali, per
primo da quello della Corte di Cassazione, riprendendo temi e argomenti
cari al Capo dello Stato, portino davvero un po' di serenit=E0 nei delicati
rapporti fra il mondo della politica e quello giudiziario.
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dal Lavoro Repubblica
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno
339 3442011
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www.veritagiustizia.it
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