[Cm-roma] tale padre...

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Szerző: P.Giordano
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      Dell'Utri jr, scontro e coca



      Un grave incidente, alla guida il figlio di un personaggio notissimo,
una donna in prognosi riservata. E poi c'è la droga. Sono gli ingredienti
che compongono uno scarno fascicolo inviato dai vigili urbani in Procura
quattro giorni dopo il fatto. Poche righe di sintesi, l'esito degli esami
tossicologici, e il rimbalzo al sostituto di turno. Come per togliersi un
peso, sia pure tardivamente.
      Il 31 ottobre alle 6 del mattino viaggiava da solo, nell'auto
intestata a sua sorella, Marco Dell'Utri, il maggiore dei figli del
parlamentare di Forza Italia. Un ragazzo di 23 anni a bordo di un'auto, poco
dopo l'alba, e a pochi passi da casa sua. E' infatti in via Moscova,
all'angolo con corso di Porta Nuova, che si verifica l'incidente. La
«Citroen Saxo» guidata dal giovane si scontra con un'altra macchina, a bordo
una donna di 34 anni, Viviana Alejandra Paglietta. L'impatto è importante:
il nucleo radiomobile dei vigili urbani interviene pochi minuti dopo, nelle
strade ancora deserte di un tranquillo fine settimana.
      Sia il giovane sia la donna vengono portati al vicinissimo
Fatebenefratelli. Ma mentre il ragazzo rifiuta il ricovero, dichiara di
stare bene, la giovane non se lo può permettere: è in gravissime condizioni.
Viene prima portata in Rianimazione, quindi trasferita giorni dopo in
Neurochirurgia, dove è tuttora, per un ematoma cerebrale sottodurale. Starà
a lei, quando potrà, valutare il peso della vicenda. Il fascicolo giunto
nelle mani del sostituto di turno, se la donna decidesse di presentare
querela, avrebbe a quel punto un titolo di reato: lesioni colpose.
      Sembrava un brutto incidente, come i tanti che infestano a cadenza
quotidiana la città. Non lo è. I vigili intervenuti osservano l'auto e
vedono che dentro c'è qualcosa di troppo evidente, persino abbagliante. Sul
tappetino a destra della guida della Saxo ci sono una siringa con ago, un
cucchiaino, della polvere bianca e del liquido residuo. Quasi certamente
droga.
      È con imbarazzo e assoluta discrezione che i vigili chiamano i cani
antidroga del comando di polizia municipale. L'auto viene ispezionata e
annusata: e, a parte la siringa e il suo contenuto subito sequestrati, non
risulta altro. E ancora con assoluta discrezione, la sostanza trovata viene
inviata in un ufficio defilato, nel laboratorio chimico e tossicologico
dell'Agenzia delle dogane (che è l'ufficio fiscale) di via Marco Bruto 14.
      L'esito è quasi immediato e scontato: cocaina e caffeina insieme,
droga potenziata dall'eccitante. C'è un sospetto: il giovane con ogni
probabilità l'aveva appena assunta. Se lo stupefacente possa avere avuto un
ruolo nell'incidente, o no, chi può dirlo? Comunque sia, Marco Dell'Utri
viene segnalato per violazione della legge sugli stupefacenti alla
Prefettura.
      Così la cronaca cadenzata di quelle prime ore del 31 ottobre. Poi il
fascicolo si arena: non viene inviato in Procura per la convalida della
perquisizione sul veicolo. Giunge al magistrato di turno solo la sera del 4
novembre. Pochi fogli preceduti da un rapporto a dir poco laconico, una
ventina di righe che non danno conto nè della via dell'incidente, nè delle
modalità: neppure del fatto se la donna fosse a bordo di un'auto o a piedi.