[Cpt] intervento aprile

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Autor: cpt@inventati.org
Data:  
Assumpte: [Cpt] intervento aprile




Sperando di fare cosa gradita, troverete di seguito il testo
dell'intervento da me svolto all'Assemblea nazionale dei circoli di
Aprile, tenutasi a Roma il 12 dicembre 2003 e nel quale tento di deline=
are
alcuni punti di riferimento per una nuova sinistra nel nostro Paese.

Nell'augurarvi un buon inizio d'anno, invio un cordiale saluto


Sen. Francesco Martone

www.francescomartone.it
www.ecogiustizia.org


"Stiamo seduti qui a guardare mentre i sogni ci uccidono", cos=EC era
scritto su un muro di Montevideo, cos=EC lo ha riportato Eduardo Galean=
o nel
suo splendido "Libro degli Abbracci".

Se siamo qui oggi =E8 perch=E9 non vogliamo uccidere i nostri sogni o a=
spettare
che questi ci uccidano, n=E9 restare seduti a guardare.

Tuttavia, noi a sinistra e di sinistra ci sentiamo molto disorientati=
di
fronte al sinistro sgretolarsi dei punti di riferimento politici ed
ideali.

Ci sentiamo smarriti di fronte a forze politiche impegnate in formulaz=
ioni
di architettura elettorale, in giochi di potere ben distanti dalle urge=
nze
e dalle aspettative dei cittadini. Vediamo, e mi ci metto anche io come=

parlamentare, il mondo della politica come inarrivabile, autistico,
ingessato nei suoi rituali, preoccupato com'=E8 di perpetuare e giustif=
icare
la propria sopravvivenza.

Allo stesso tempo stiamo vivendo un momento "costitutivo", abbiamo
dinnanzi nuovi spazi nei quali possono nascere grandi opportunit=E0, m=
a la
strada che abbiamo davanti non =E8 semplice n=E9 permette scorciatoie =
o facili
dogmatismi.

Da una parte questi spazi sembrano essere riempiti dalla dottrina
neoconservatrice e dai suoi emuli nostrani, dalla guerra globale perman=
ente
come elemento costituente, che si fonda sull'attacco ai diritti
consolidati, e che intende la politica come perseguimento e rappresenta=
nza
degli interessi di ristrette lobby.


A met=E0 strada c'=E8 chi - rassegnato all'ineluttabilit=E0 della
globalizzazione, del mercato e del pensiero unico - pensa, nel
centrosinistra, che il falso mito del riformismo pragmatico, e del
capitalismo dal volto umano, della cosiddetta opposizione di governo,
possano rappresentare la soluzione ideale. Credo che pochi di coloro c=
he
sono oggi in questa sala la pensino cos=EC.

Dall'altra questi spazi sono percorsi da forme organizzate e spontan=
ee
della societ=E0 civile, e di movimento che chiedono nuovi diritti di
cittadinanza e partecipazione e nuovi fondamenti dell'agire politico. C=
he
si oppongono alla guerra globale permanente, allo smantellamento del
welfare, alle gravi conseguenze sociali, economiche ed ambientali della=

globalizzazione neoliberale. Che propongono pratiche e contenuti nuovi =
di
solidariet=E0, giustizia, e diritti. Soggetti collettivi, dei quali ci
sentiamo parte integrante, che spesso si intersecano seppur in maniera=
non
omogenea o coordinata con settori sensibili della politica "istituzion=
ale"
nella comune convinzione che la politica debba essere finalizzata al
perseguimento del bene comune.

E' in questo interstizio che Aprile per la sinistra dovrebbe proporre=

un luogo di elaborazione, e proposta collettiva, per contribuire ad =
un
progetto politico nuovo, nei contenuti e nelle pratiche, insieme ad al=
tre
realt=E0 e soggetti, a livello nazionale ma soprattutto locale, svilupp=
ando
una maggior capacit=E0 di aggregazione e contaminazione.

Oggi ci troviamo nel paese ed a livello internazionale di fronte ad un
processo di tipo eversivo che tende a    rendere le ragioni della polit=
ica
inesistenti, comprimendole e marginalizzandole. E' un processo che segu=
e
due assi portanti.


Il primo asse =E8 l'allargamento di un cono d'ombra dell'extragiuridico=
,
della ridondanza della legalit=E0, del diritto e dei diritti, ed un
arretramento nella prassi e nell'elaborazione dei diritti umani. Ci=F2
riguarda i rapporti tra stati e popoli ed i rapporti economici, sociali=
e
politici all'interno degli stati e tra chi governa ed i cittadini.

Ci troviamo a dover fare i conti con uno stato leggero e duro allo stes=
so
tempo, repressivo per quanto concerne i diritti, ma fin troppo liberale=
per
ci=F2 che concerne gli interessi economici e finanziari, non collettivi=
ma
dei gruppi di interesse.


Il secondo asse =E9 rappresentato dalla delegittimazione delle regole d=
el
confronto democratico, e dallo svuotamento dei luoghi ad esso preposti.=


La crisi dell'ONU =E8 speculare rispetto alle crisi delle democrazie
parlamentari, nate come parti integranti della teoria e della prassi
dell'economia liberale prima e liberista poi.

Oggi a queste emergenze si deve contrapporre un nuovo contratto socia=
le
su scala locale e globale,nel quale il processo =E8 contenuto, ed il
programma un progetto condiviso.

Un programma che deve anzitutto riconoscere e praticare l'inalienabilit=
=E0,
la centralit=E0, ed il rafforzamento dei diritti, del diritto e della
solidariet=E0 tra popoli e Stati ed all'interno degli stati, su un fond=
amento
di giustizia sociale ed economica, al di l=E0 di ogni semplice
giustizialismo.

Alla sfrenata difesa dell'identit=E0, propria della post-modernit=E0, (=
ne ho
sentito parlare anche nel centrosinistra di patria, civilt=E0, tradizio=
ne,
comunit=E0), andranno contrapposti principi e pratiche della diversit=E0=
e
della multiculturalit=E0, di quello che Ulrich Beck definisce un nuovo
cosmopolitismo, basato sui diritti umani di nuova generazione, quei
diritti ecologici, sociali, economici e culturali che si proiettano nel=

futuro e tra generazioni.

I contenuti innovativi di un nuovo contratto sociale eco-solidale devon=
o
essere fondati su pratiche di economia e democrazia partecipativa a
livello locale come a livello globale.

In un nuovo contratto sociale il rapporto tra politica e movimenti non
contempla n=E9 il meccanismo di cooptazione n=E9 l'adesione semplicis=
tica a
liste della spesa di buoni propositi politicamente corretti o ad operaz=
ioni
di pura alchimia elettorale.

Un progetto politico radicale intende invece il rapporto tra politica e=

societ=E0 civile organizzata come condivisione e scambio eguale, come
empowerment e non semplice delega, nel riconoscimento dei limiti delle=

proprie azioni e della complementariet=E0 dell'agire dei vari soggetti
politici.

Non anela al potere ma lo esercita nella pratica quotidiana, a livello
individuale e collettivo, a livello locale e globale, poich=E9 come di=
sse
Annah Arendt, "la volont=E0 del potere, piuttosto che essere la
caratteristica dei forti, =E8 - come l'invidia e l'accidia - tra i viz=
i dei
deboli".

A livello nazionale e locale ci=F2 significa produrre processi che perm=
ettano
a cittadini e cittadine, alla societ=E0 civile organizzata, ai moviment=
i,
alle parti sociali di condividere l'elaborazione e l'attuazione di
programmi e progetti insieme a strutture di partito leggere o a "rete"=
,
per poi creare modelli di consultazione attiva e monitoraggio dello sta=
to
di attuazione dei programmi a tutti i livelli. Interessante e da
valorizzare ulteriormente mi pare essere l'esperienza dei nuovi munici=
pi.

Un rapporto fertile tra politica istituzionale e movimenti pu=F2 esser=
e
possibile solo in un progetto che si costruisce insieme passo per pass=
o,
in un cammino che sia radicale e praticabile allo stesso tempo e che va=
da
ben al di l=E0 di un ipotetico riformismo di governo da contrapporre ad=
un
riformismo radicale.

Chi lo ha detto che non si possa governare con un'agenda politica radic=
ale?
Chi ci dice che non si possa osare restituire alla politica il suo
contenuto ideale fosse anche utopistico, di passione ed impegno civile?=



Pier Paolo Pasolini una volta ebbe a dire, riferendosi a Guareschi, que=
llo
di Don Camillo e Peppone, che mentre quest'ultimo si accontentava di fa=
r
battere le mani al suo pubblico, lui voleva far battere i loro cuori.


Ecco, noi oggi non dobbiamo essere preoccupati di farci battere le man=
i,
che siano quelle dei nostri sostenitori o elettori, o della Banca Centr=
ale
Europea, dell'FMI o di Confindustria. Dobbiamo saper far battere i cuo=
ri
di coloro con i quali vogliamo intraprendere questo cammino. Non possia=
mo
permetterci di uccidere i nostri sogni n=E9 che essi uccidano noi. Gra=
zie
=